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Autore: mikeychan    26/05/2014    1 recensioni
Michelangelo batte Shredder anche nel suo subconscio.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shredder era morto per mano nostra: io, Leo, Don e Mik avevamo liberato definitivamente New York dalle varie battaglie fra i Mobster e le Guardie Elite del Foot Clan. Non potevamo sapere che ciò avrebbe influito negativamente su mio fratello Michelangelo. 

Tutto cominciò una serata d'inverno, alla nostra tana. Stavamo mangiando una pizza, guardando un film d'azione e scherzando delle battute di Mikey, non ci accorgemmo del lento trascorrere delle ore.

-Ok, ragazzi! Sono quasi le ventitre e cinquanta. Domani avremo una dura mattinata di allenamenti e ci conviene riposare!- ci disse Donatello, inghiottendo un ultimo frammento di pizza al formaggio e prosciutto.

Io ghignai: guardai la mia famiglia e mi alzai dal divano logoro del soggiorno; mi sgranchii le gambe e le braccia, sbadigliando.

-Notte, fratelli! A domani!- salutai, andandomene nella mia camera notturna; riposi i miei Sai sotto al cuscino e mi gettai stanco sulla mia amaca.

Il silenzio calò nella tana: il maestro Splinter stava sicuramente meditando nella sua camera, Leo dormiva come me e Mik nel letto, mentre Don sonnecchiava sul suo banco da lavoro ligneo, nel suo laboratorio.

Ero talmente stanco che come adagiai la testa sul cuscino, le mie palpebre caddero pesantemente verso il basso.


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Oh, ragazzi! Detesto morire di fame dopo mezzanotte! Mi alzai dal mio letto; mi strinsi la maschera arancione sulla nuca e mi diressi silenzioso in cucina.

Aprii un'anta della credenza di legno della cucina e afferrai un pancarré, aprii il frigo e presi un wurstel e del formaggio; un po' d'acqua frizzante e un bicchiere di vetro trasparente.

Mi feci proprio un bel tramezzino di circa dieci piani e comincia ad addentarlo. Il mio stomaco smise di brontolare e potei sentire il sonno che mi faceva nuovamente preda.

Pulii le briciole, misi tutto a posto e guardai d'istinto l'orologio circolare della cucina: era mezzanotte e un minuto.

-Grande!- pensai, sbadigliando più volte: -E' ora di dormire! Svegliatemi tra cent'anni!-.

Mi diressi in camera mia quando avvertii una stranissima corrente gelida; pensai fosse uno spiffero e non ci badai.

"Non sono morto! Morirai tu, verme!".

Mollai involontariamente un calcio alla cornice metallica della porta esagonale della mia camera: sobbalzai a quella voce e per di più, ero al buio! Soffocai il grido con la mano destra e mi gettai sul letto, coprendomi con la coperta.

Avrei giurato di aver sentito qualcosa di strano.

"Shredder è tornato! Sarò il tuo peggiore incubo!".

Aprii di scatto gli occhi e lo vidi! Shredder che rideva dinanzi al mio letto, alzando le doppie lama di metallo sul dorso della mano, verso la mia faccia: non potei crederci e gridai in preda alla paura.


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Anche se il mio subconscio era in un sonno pesante, dal mio laboratorio sentii chiaramente Michelangelo gridare e mi precipitai immediatamente, assieme al sensei, Raph e Leo.

-Che è successo?- ci chiese Leo, con la voce impastata dal sonno.

-Non guardate me!- sbuffò Raphael: -Se scopro che questo è uno dei tanti scherzi di Mikey, giuro che gli faccio un cervello nuovo!-.

Entrammo nella camera di Mikey e accendendo la luce, notammo i suoi occhi spalancati e il corpo che tremava convulsamente fra le coperte.

Io mi avvicinai per primo e lo guardai: era tutto sudato e nonostante volesse parlare, la sua voce era bloccata nella gola.

-Mikey?- lo chiamai dolcemente: -Perché hai gridato?-.

Lui mi guardò con occhi vitrei, poi indicò il bordo del letto, dove ora c'era il maestro Splinter.

-E'... lui... metallo... occhi... risata... è tornato...- farfugliò con voce roca.

-Calmati!- gli sussurrai, poggiandogli una mano sul guscio: -Lo sai che non fa bene agitarti; tu hai l'asma, ricordalo!-.

Non poteva respirare: era in preda a un attacco d'asma e il petto si muoveva rapidamente quanto irregolarmente.

-Leo e Raph rimanetegli vicino, io vado a prendere l'inalatore per calmarlo!- e mi precipitai il più velocemente possibile nel laboratorio.

Scavai a lungo in alcuni dei miei armadietti di metallo e lo trovai! Ritornai dalla mia famiglia e gli avvicinai la mascherina di plastica al viso, calmandolo con il medicinale specifico per lui; dato che, era allergico.

-Che gli è preso?- mormorò Raphael a Leo che fece le spallucce.

-Era... qui...- pronunciò la voce plastica e bassa di Mikey, mentre inalava quella boccata di buon ossigeno.

-Chi era qui? Mikey, te lo detto! Non fa bene giocare a "Invasori Spaziali" la notte!- sbuffò Raphael, anche se era preoccupato.


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Nonostante fossi il fratello maggiore, io non riuscivo a capire cosa stesse cercando di dirci Michelangelo. Non era una questione di videogiochi, come affermava Raph, bensì qualcos'altro! E volevamo saperlo.

-Piantala di balbettare!- tuonò Raphael: -Che hai visto?!-.

Era troppo arrabbiato, perfino per i miei gusti.

-Shredder...- mormorò Mik a voce bassa, togliendosi la mascherina dal viso.

-Puoi ripetere?- chiesi a braccia conserte: non avevo sentito e nemmeno Raph o Splinter o Donnie.

-SHREDDER!- gridò poi, stringendosi la testa nelle mani, in preda alla paura più folle.

"Io ti ucciderò quando meno te lo aspetti! Ah! Ah! Ah!".

-E' QUI! E' DI NUOVO QUI!- strillò spaventato, finché non fisso il maestro Splinter, allargando i suoi occhi blu, ammutolendosi.

-Mikey?- chiamò Donatello, preoccupato.

Non ottenne risposta: -Fratello?- riprovò, fissandoci preoccupato.

Michelangelo era fermo, senza dire una sola sillaba.

-Testa di rapa?- canzonò Raphael, divertito da tale scena.

Ricevette le occhiate furenti da me e il maestro Splinter, che gli si avvicinò cautamente; lo guardò negli occhi e notò le iridi ristrette, in seguito alla paura.

Donatello, che svolse egregiamente la sua funzione di medico, appoggiò l'anulare e il mignolo sulla gola di Michelangelo e capì immediatamente dai battiti regolari cos'è che non andava; sospirò e deglutì.

-E' in stato si shock- ci disse.

"Preparatevi a morire!".


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Cosa stava accadendo a Mikey io non lo so. Francamente non me ne intendo come Don o Splinter e non faccio troppo il serio come Leo, ma ho capito che Mikey non scherza affatto. Se ha gridato due volte, rischiando di farsi scoppiare i polmoni e finire perfino in stato di shock, allora c'è qualcosa di grave; ma io sono quello dark della famiglia e devo rimanere nella mia posizione.

-Allora?- chiesi preoccupato, ma mascherando il mio viso con una maschera di risatina maliziosa, non lo detti a vedere.

-C'è una presenza qui, adesso. Lo avverto chiaramente!- sussurrò Splinter, muovendo rapidamente le sue orecchie.

Scrutò con rapido movimento delle iridi la stanza di Mikey e gettò involontariamente il bastone in terra, sconvolto.

-E' Shredder! Il suo spirito minaccia la mente di Michelangelo, perché sa che è facilmente accessibile!- ringhiò adirato.

Erano poche le volte che vedevo il maestro così infuriato.

-Allora Mikey non stava mentendo!- gridò Leonardo, afferrando le katana dal guscio.

-E' sufficiente meditare: scacceremo l'illusione che ci avvolge- e Splinter si inginocchiò sul pavimento, con le mani sulle cosce e gli occhi chiusi.

-Facciamolo anche noi- suggerì Leonardo, imitando il maestro.

Si unii anche Donnie e infine io, gettando un'ultima occhiata a Michelangelo che cadde di peso con la testa sul cuscino, privo di sensi.

Con il cuore in gola, chiusi gli occhi e un luogo tenebroso ci fece ritrovare tutti e cinque.


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Dove sono? Ricordo che ho visto Shredder e poi la paura mi ha preso...! Mondo pizza! Aspetta un attimo! Ma... quelli sono i miei fratelli! E c'è anche il maestro Splinter!

-MICHELANGELO?!- esclamarono all'unisono Raph, Leo e Don, correndo verso di me.

Era uno sfondo bizzarro, perfino per uno come me! C'era un cielo nuvoloso e l'erba scura dove i miei piedi sentivano la brezza gelida del vento invernale.

-Come sei arrivato qui?- mi chiese Raphael, fissandomi come un'idiota.

Dico, certe volte pare proprio uno di quei pappagalli rimbambiti, dopo un registratore che ripete il nome del suo proprietario.

-Amico, nel caso non lo sai, questa è la mia testa! E io qui ci vivo!- sbottai un po' adirato.

-Vivi qui? Allora è vero che hai la testa fra le nuvole!- ridacchiò, punzecchiandomi la clavicola con il suo indice.

Con rapido movimento del braccio, replicai che non sapevo perché c'era tutto quel vento.

-Cioè?- mi chiese Leonardo, guardandosi intorno.

-Beh, in genere è sempre nuvoloso e non piove mai, ma non c'è questo vento insistente! E' lo stesso che ho avvertito in cucina, quando sono andato a farmi un sandwich!- risposi, allargando le braccia: -Maestro, tu che ne pensi?-.

-Ogni mente ha il suo posto specifico dove muta le emozioni in immagini- mi spiegò: -Figliolo, hai paura?- mi chiese, guardandomi dritto negli occhi.

-Ehm... A dir il vero... Sì...- mormorai, notando le facce basite dei miei fratelli.

Uffa! Soltanto perché sono un ninja, non significa che non posso avere, almeno una volta, paura! Lo so, lo so! E' strano pure per me! Però ho paura!

-E di cosa? Dei miei pestaggi?- ridacchiò Raphie.

-No, Raphie-Boy, di Shredder! Lui mi sta tormentando!- strillai con tutto il fiato che avevo.

Quando strillo sembrerò pure una ragazzina, però non posso fare a meno di farlo!

-Ma Mikey... Lui è morto, lo abbiamo sconfitto!- ribatté perplesso Leonardo, poggiandomi una mano sulla spalla.

-Però... Ride di me e mi ha quasi attaccato- biascicai, avvertendo le sue risa dietro la mia corazza.

Mi girai di scatto e lo vidi! Era lì! E rideva come un uomo dopo il quinto bicchiere di vino.

-MAESTRO! RAGAZZI! LO VEDETE?!- frignai, portando le mani sui fianchi per afferrare i nunchaku.

-Sì! Dobbiamo batterlo!- gridarono i miei fratelli.

Avevo paura, paura di non potercela fare, di essere solo... Leo e gli altri mi sorrisero e mi regalarono un po' del loro spirito battagliero: con Splinter, corremmo verso di lui, che combatté malignamente.

E' vero, ci beccammo pugni e calci in volontà e la mia testa faceva sembrare quel posto un turbinio di colori fusi tra loro: una vera centrifuga e ora so come si sentono i panni al momento del lavaggio!

"E' la vostra fine!".

E di nuovo con questa frase! Dico, ma Shredder non cambia mai repertorio?

-Sarà la tua, razza di grattugia ambulante!- ruggì Raphael, evitando un calcio al volto.

Essere quindicenni, talvolta può essere un vantaggio: prendete me, per esempio, sono veloce e scattante!

E con una capriola in volo, mi portai alle spalle del malvagio, colpendogli la nuca con un colpo secco dei miei nunchaku: il risultato? Shredder cadde in terra morto decrepito e il suo corpo si dissolse.

-Ce l'hai fatta!- mi esultarono i miei fratelli, abbracciandomi!

Notai come il vento si calmò ed io rimasi a lungo a fissare quel cielo nuvoloso: amavo il sole, ma ancora di più la pioggia... E' un mio segreto, quindi, acqua in bocca!

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Ritornammo nei nostri corpi ed io, l'intelligentone, non avevo capito un'acca di quello che era accaduto.

Certo, l'orologio batteva le due e un quarto e Michelangelo dormiva ancora; salutai i miei fratelli e ritornai a dormire.

Il mattino seguente, fui il primo a svegliarmi grazie al profumo di caffè e ciambelle con lo zucchero che amavo!

Mi avvicinai alla porta della cucina e notai Michelangelo che si occupava di preparare la nostra colazione.

-Giorno, fratellino!- lo salutai fra il sorpreso e l'allegro.

-Ehi! Chiama gli altri, la colazione è pronta!- ridacchiò, portando in tavola scodelle con latte, biscotti, ciambelle e frutta.

Annuii e feci come mi aveva chiesto: in breve, ci riunimmo tutti a tavola.

-Perché hai deciso di cucinare?- chiese Raphael, addentando le squisite ciambelle al cioccolato, cucinate da Mikey.

Egli aveva un sorriso raggiante sul volto e ci fissò tutti: -Beh, è il mio modo di ringraziarvi per avermi salvato da quella che stava diventando la mia ossessione!-.

-Che ve ne pare?- riformulò, sedendosi tra me e il maestro Splinter.

-OTTIME!- esclamarono all'unisono Leo e Raph, scoppiando in una risata, come noi del resto.

Eravamo davvero felici: Mikey stava meglio e il ricordo dei suoi occhi vitrei era stato cancellato da uno sguardo luminoso e pieno di gioia...

Non serve cimentarsi in chissà cosa per fare bella figura, le cose più semplici regalano emozioni che sono nitide immagini nel cuore nel tempo...

THE END!
  
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