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Autore: BobWade    26/05/2014    1 recensioni
Bob Wade é un ragazzo di dodici anni,che intraprende una grande avventura,o piuttosto,una fuga,assiame a sua zia Sofy Wade.In questo viaggio,Bob scoprirá cose che nemmeno si immaginava...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo innanzitutto viaggiando su un aereo abbastanza scadente,sporco all’esterno e con i sedili logori.Oh,scusate.
Mi chiamo Bob Wade e ho dodici anni.Sono nato in America,ma vivo in Italia.Ero in viaggio  in aereo con 
mia zia,Sofy Wade, che era venuta a trovarmi per una settimana in Italia,per poi invitarmi a tornare con lei in America,nella
sua villa poco lontano da New York.La Zia si è
trasferita in America quando aveva 17 anni,da Barcellona.
Prima viveva in California,a Los Angeles,ma per motivi di lavoro
si è trasferita a New York.Dunque,eravamo in viaggio,seduti vicini.
Il comandante comunicò che eravamo quasi a metà strada,e che
stavamo volando sopra le Azzorre.
Guardai fuori dal piccolo finestrino graffiato e vidi una delle
isole.Per un’altra ora,tutto andò per il verso giusto,finché il comandante non
comunicò che una tempesta si avvicinava pericolosamente.
Sentii un tuono in lontananza.La Zia disse -Non preoccuparti,ci
tireremo fuori da qui,non c’è problema.Vedrai che si aggiusterà tutto.-
La Zia era la migliore quando si trattava di consolare le persone.
Ma purtroppo,stavolta si sbagliava.
Un fulmine colpì l’ala sinistra dell’aereo,molto vicino
a me. -Ahh!-urlai. -Non preoccuparti!- mi ripeteva la zia.
-Sì che mi preoccupo!Stiamo precipitando!- la rimproverai.
Intanto,gli altri presenti urlavano e si agitavano,peggiorando
la situazione. -Mantenete la calma,per favore e reg…-
Boom.  Un altro fulmine si abbatté stavolta sulla cabina di pilotaggio.
Gli urli e la tensione aumentavano.Di scatto,mi girai verso il finestrino,
appena in tempo per notare qualcosa di enorme e grigio volare sotto di noi. -Zia,guarda!- le urlai. Lei si sporse,ed emise quello che sembrava un ringhio.-Ma perché l’ha fatto?- Disse la zia,pensando ad alta voce fra sé e sé. -Chi ha fatto cosa,zia?Chi?! Cos’era quella cosa?Ziaaaaaaa….-
Un terzo e ultimo fulmine si abbatté sull’aereo,che diede il colpo di
grazia a quella scadente lattina volante. Di allora non ricordo più nulla,
solo le grida e un gran dolore alla testa.
                                                                  
                                                                      *

 Mi risvegliai con la Zia che mi fissava e diceva: -Forza,puoi farcela…-
Aprii gli occhi e me li strofinai.Poi urlai.-Dove accidenti siamo!?-
-Oh!Sei vivo,per gli Dei!- mi abbracciò. Poi la zia mi spiegò che dopo che ero svenuto, perché mi era arrivato in testa un beauty case,l’aereo era affondato. Quindi lei uscì da un finestrino rotto dopo aver tolto le schegge,e trascinò anche me.
Adesso stavamo galleggiando sopra un grande bagaglio nero.
-Tu non sei svenuta?E chi è sopravvissuto?- chiesi.
-No,non sono svenuta e no,non credo ci siano altri sopravvissuti.-
Ma la risposta non mi accontentò.- Da quanto sono svenuto?-
-Circa mezz’ora- rispose. Era mattina.-Che fine faremo?-
-La smetti di fare domande?- mi rimproverò.
-Zia!Siamo su un bagaglio nero in due e ci tiene malapena a galla,l’aereo è affondato,abbiamo perso tutto,sono morte un sacco di persone e siamo dispersi chissà dove nell’Oceano Atlantico!-
-Lo so…ma che ci posso  fare?-rispose.
Poi mi venne un’idea.
-Zia,a chi ti riferivi sull’aereo,riguardo a quella cosa grigia che ci era volata vicino?-
-Ti spiegherò tra un po’.Ora lasciami riposare.-
Non feci in tempo a rispondere che il bagaglio iniziò ad affondare.
-E ora!ACCIDENTI!- imprecai.
-Giusto!Aspetta.- rispose la zia,e iniziò a frugare nelle sue tasche.
In pochi secondi,estrasse un piccolo fagotto giallo,lo srotolò e iniziò
a soffiarci dentro.-E’ un gommone,genio! Ora aiutami o annegheremo.-
mi ordinò. Subito iniziai a soffiarci dentro anche io. In poco un piccolo gommone adatto a due persone galleggiava vicino a noi,
con dei piccoli disegnini di dei delfini sui lati.-Sali!- disse.
Saliti,mi disse: -Ora riposa,abbiamo bisogno di energie.-
Mi svegliai un po’ dopo.
La zia era già sveglia e urlava contro il suo IPhone. -Stupido telefono!
Non puoi abbandonarmi! No!-. Poi gli tirò un pugno.Si accese.
-SI!- finalmente. - Sono le 13:42.Sono cinque ore che galleggiamo.-
-Accidenti!E io sto morendo di fame!-
Parlammo per un altro quarto d’ora,poi tacemmo e galleggiammo per
un po’.

                                                                    *

Verso le 15:00,notai una macchia all’orizzonte,che in poco
si trasformò in un isola.
-Laggiù! - gridai.Fortunatamente,la corrente era dalla nostra parte.
E ce l’avevamo quasi fatta.
Sì,ho detto quasi,perché un’enorme pinna verde,o qualunque cosa potesse essere,bucò il gommone,che iniziò a sgonfiarsi.
In poco ci ritrovammo con un gommone appiattito e bucato,completamente inutile.
Nel panico,cercai di capire cosa ci aveva bucato il gommone,specialmente in mezzo all’oceano.
L’enorme pinna verde riapparve una decina di metri dalla Zia.
-Stai immobile,Bob!- mi sibilò.-Stai a galla senza muoverti!-
La pinna riapparve più volte,una a trenta metri da me e un’altra a due metri.
-Ma che…- sussurrai.
Stavo sudando freddo.Qualcosa di simile al mostro
di Loch Ness,di cui avevo letto un libro,ci sguazzava intorno come una docile paperella di dodici metri.
Dopo tre o quattro minuti,se ne andò.
-Fiuu… Ma che accidenti era!?! - urlai.
-Un…oh, ecco la guardia costiera!-
-Non cambiare discorso!- ma la Zia non mi ascoltò e iniziò a sbracciarsi.
In poco ci raggiunsero. Saliti,ci diedero delle coperte e ci
tartassarono di domande.
Dopo un massacrante interrogatorio che non fece che peggiorare il mio umore,la Zia mi disse:
-Benvenuto al Mare dei Mostri.
   
 
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