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Autore: tyene_sand    26/05/2014    2 recensioni
Una soleggiata domenica mattina d’estate, un Ryou Shirogane ancora in pigiama fece il suo borbottante ingresso nella cucina di casa propria, dove la moglie, anche lei in pigiama, stava già mettendo su l’acqua per il tè. Giornale alla mano – da buon yankee – prese posto al tavolo da pranzo, in attesa della colazione. Qualcosa, però, lasciava presagire che non fosse esattamente una buona domenica mattina. Poco dopo, infatti, il borbottio cessò per lasciare il posto ad un lungo silenzio, seguito poi da un altrettanto lungo sospiro. “Tesoro” disse, attirando finalmente l’attenzione di Retasu Midorikawa –in Shirogane- la quale gli rivolse uno sguardo interrogativo ed assonnato da sotto la frangia verde, “sapresti dirmi…” Pausa. La vena sul collo dell’uomo pulsava paurosamente. Sospiro. “Sapresti dirmi perché mai, al piano di sopra, in camera di nostra figlia, NEL LETTO di nostra figlia, c’è il figlio di Masaya Aoyama?!”
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sunday Morning
 
Una soleggiata domenica mattina d’estate, un Ryou Shirogane ancora in pigiama fece il suo borbottante ingresso nella cucina di casa propria, dove la moglie, anche lei in pigiama, stava già mettendo su l’acqua per il tè. Giornale alla mano – da buon yankee – prese posto al tavolo da pranzo, in attesa della colazione. Qualcosa, però, lasciava presagire che non fosse esattamente una buona domenica mattina. Poco dopo, infatti, il borbottio cessò per lasciare il posto ad un lungo silenzio, seguito poi da un altrettanto lungo sospiro. “Tesoro” disse, attirando finalmente l’attenzione di Retasu Midorikawa –in Shirogane- la quale gli rivolse uno sguardo interrogativo ed assonnato da sotto la frangia verde, “sapresti dirmi…” Pausa. La vena sul collo dell’uomo pulsava paurosamente. Sospiro. “Sapresti dirmi perché mai, al piano di sopra, in camera di nostra figlia, NEL LETTO di nostra figlia, c’è il figlio di Masaya Aoyama?!” Le ultime due parole gli uscirono dalla bocca come un ringhio, mentre il suo volto diventava di un vivace color magenta. Retasu, dal canto suo, era già entrata in modalità madre-diplomatica-che-perora-la-causa-della-propria-amata-figlia. Posando delicatamente una mano sulla spalla del marito, gli rispose in tono calmo e conciliante: “Ryou, caro, non hanno fatto nulla di male. Alec è un ottimo ragazzo, lo sai. Ha solo riaccompagnato Aislinn a casa dopo i festeggiamenti.” “Un ottimo ragazzo sarebbe andato a dormire a casa propria, tanto per cominciare. E Aislinn è ancora una bambina!” “Compirà quindici anni a breve, non è più tanto bambina.” “Lo è, invece! Ed io non tollero che porti a casa quel… quel… quell’Aoyama senza permesso!” “Alla sua età, io avevo già combattuto gli alieni per salvare la Terra. Al confronto, dormire nello stesso letto con un ragazzo non è una cosa tanto grave, non trovi?” Il bollitore fischiò e Ryou ringhiò. Amava sua moglie, ed in genere era abbastanza ben disposto nei suoi confronti, ma detestava quando aveva ragione riguardo ad argomenti riguardanti la figlia. Fosse stato per lui, la piccola Aislinn sarebbe andata in giro con la cintura di castità fino al compimento dei ventun anni, possibilmente coperta da un burqa. Doppio.
Per il gusto di avere l’ultima parola, tornò all’attacco. “In ogni caso, dovrò andare a parlare con Aoyama riguardo all’educazione di suo figlio. Non è possibile che quel ragazzo s’introduca in casa degli altri di nascosto e si metta a dormire nel letto delle loro figlie così, come se niente fosse!” “Oh, ma non è entrato di nascosto, gli ho aperto io. Era tardi, ed  Alec era così stanco che sarebbe stato pericoloso permettergli di rimettersi a guidare… Senza contare che Ash ha insistito perchè gli permettessi di rimanere.”
Per la prima volta in vita sua, Ryou Shirogane provò l’irrefrenabile impulso di strozzare Retasu Midorikawa.
 
Più o meno contemporaneamente agli scambi d’opinione tra i coniugi Shirogane, al piano terra aveva fatto la sua comparsa il giovine di cui sopra, il quale, recuperate le scarpe nell’ingresso, si affacciò in cucina per salutare i generosi ospiti. Ryou, con un’espressione che ricordava molto quella del protagonista di Shining, anticipò il corvino simulando un tono cortse: “Ah, Alekséj, ben svegliato. Perché non ti fermi a colazione con noi?” “Sei molto gentile, Shirogane-san, ma davvero, non vorrei disturbare troppo”, fu la replica di quello che, ai suoi occhi, era in tutto e per tutto la personificazione del demonio. “Ma no, insisto. Prego, siediti pure…” La nota d’acciaio nella sua voce non ammetteva repliche. Alekséj Aoyama, dal canto suo, non potè far altro che alzare gli occhi al cielo e prendere posto di fronte al ‘suocero’. Shirogane lo osservò con occhio critico. Bello, intelligente, alto e felino, Alec rappresentava l’incredibile quanto ben riuscita fusione tra la compostezza di suo padre e la scompostezza di sua madre. Di Masaya aveva i tratti, il fisico, l’altezza, il colore dei capelli, il carattere riflessivo, la seccante capacità di sorriderti anche quando te lo stava –metaforicamente- mettendo in quel posto. Di Ichigo erano invece il colore degli occhi, i riflessi, l’agilità, la sfacciataggine. Alec aveva diciotto anni, ottimi voti a scuola e all’università –stava per laurearsi in fisica-, ottimi risultati nello sport, un nome improbabile scelto da sua madre, i capelli corvini lunghi quasi fino alla vita che al padre ricordavano tantissimo quelli di Profondo Blu, portati raccolti in un’ordinata coda bassa identica a quella di Keii. Ora, quei capelli neri e lucidi che si era fatto crescere apposta in segno di ribellione adolescenziale verso i genitori gli ricadevano sciolti sulle spalle e sul viso, semi-nascondendo il ghigno malefico rivolto a Shirogane. E dire che questo… questa specie di blackmetallaro satanista è il migliore amico di mio figlio maggiore, stava pensando il biondo. E dire che è praticamente cresciuto in casa mia! Il ghigno sul volto di Alec si allargò.
“Va tutto bene, Shirogane-san?”
 
Alekséj riusciva a stento a trattenere le risate. L’espressione di Shirogane era impagabile. Sapeva che il padre di Aislinn aveva sempre paventato una possibile unione tra le due famiglie, sin dal giorno in cui la ragazzina, all’epoca una bimbetta di appena un anno, si era aggrappata alle gambe di un Alec cinquenne dicendo: “Mio.” Alekséj ricordava di aver percepito il sangue di Shirogane diventare di ghiaccio. Quanto a lui e Aislinn, da quel momento erano stati praticamente inseparabili. Una loro futura relazione, benché temuta dai loro padri, era dunque del tutto inevitabile. Shirogane Senior e Aoyama Senior, malgrado l’iniziale reciproca antipatia, erano riusciti col tempo ad imparare a sopportarsi a vicenda; quanto ad un ulteriore avvicinamento delle rispettive famiglie, però, nessuno dei due era in grado di pensarvi senza provare un profondo moto di fastidio. Proprio per questo motivo Alec si era sempre divertito da matti a stuzzicare Ryou, il quale dal canto suo non poteva far altro che ripetere incessantemente quanto il ragazzo fosse simile alla madre.
 
“Dunque, Alec… Hai dormito bene? O forse il letto di mia figlia era troppo piccolo?” Il ragazzo si allungò sul tavolo per prendere la tazza di tè che Retasu gli stava porgendo. “Non preoccuparti, Shirogane-san, sono stato più che bene. Avevo detto ad Aislinn che avrei dormito sul divano, ma lei ha insistito così tanto… Avrai comunque notato che mi sono limitato a dormire sopra al copriletto”
“Dunque ne deduco che mia figlia è ancora, per così dire, fisicamente integra?”
“Pura come un giglio” rispose Alekséj. Ciò che fece quasi strozzare Ryou con il tè non fu l’espressione  “Pura come un giglio” pronunciata dalle labbra di Aoyama con la malizia di Momomiya, ma il sorriso a trentadue denti bianchi e splendidi splendenti che l’aveva seguita. Ryou aveva appena aggiunto un nome alla sua personale lista di persone da strozzare. Prima che potesse ribattere con qualcosa di tagliente, la testolina verde di Aislinn fece capolino in cucina. La figlia degli Shirogane era la fotocopia di sua madre, solo che i suoi occhi erano azzurri invece che blu, ed era decisamente meno timida di quanto lo era stata Retasu alla sua età. La ‘bambina’ fece per sedersi accanto ad Alec, ma fu fermata da un silenzioso cenno di Retasu, che le indicò Ryou con il capo, mentre la sua espressione diceva chiaramente sorridi e sii carina. “Buongiorno, papà!” cinguettò la ragazzina, fiondandosi al collo del padre. “Grazie per aver permesso ad Alec di restare”, aggiunse, schioccandogli un bacio sulla guancia. Retasu annuì un paio di volte, soddisfatta, per poi dedicarsi finalmente alla sua colazione con un sospiro di sollievo. Ryou Shirogane pareva essersi decisamente ammansito.
La calma non era però destinata a durare. Anche Akio Shirogane, dieci anni, fece il suo ingresso in cucina stropicciandosi gli occhi. Akio era identico a Ryou e decisamente sveglio per la sua età. Non appena vide Alec seduto accanto a sua sorella, esclamò: “Uh? Abbiamo fatto a scambio di fratello maggiore con gli Aoyama?” Tutti i presenti rimasero come paralizzati alla domanda del bambino. A parlare per primo, con molta lentezza, fu ancora una volta Ryou. “A proposito… Che fine ha fatto Rei?!”
Alec si grattò la nuca, sforzandosi di ricordare. “Ora che ci penso, l’ultima volta che l’ho visto si stava divertendo parecchio insieme a mia sorella.” Altro sorriso. “Un momento… quale sorella? La maggiore o la minore?” Ryou quasi si strozzò con le sue stesse parole, come se quel dettaglio fosse di vitale importanza. In effetti, per lui lo era. Alekséj Aoyama aveva due sorelle, o, più precisamente, due sorellastre. La più grande, Arya, aveva ventidue anni ed era figlia di Aoyama e della sua attuale compagna. Ovviamente, era intelligente, alta, bella, mora, eccetera eccetera. In pratica, malefica tanto quanto Alekséj, solo molto più metallara, come testimoniavano i numerosi anellini metallici che aveva alle orecchie e le maglie nere piene di tagli che amava indossare, malgrado le proteste del suo corvino padre. Alec, invece, era frutto di un breve ritorno di fiamma tra Masaya e Ichigo, che aveva portato ad una momentanea rottura con i rispettivi compagni. Infine c’era Alba, la sorellina minore di Alec. Quest’ultima era in realtà figlia di Ichigo e Kish Ikisatashi, e Ryou avrebbe anche potuto tollerare che suo figlio diciannovenne la frequentasse, se non fosse stato per il semplice fatto che Alba aveva solo sedici anni e, cosa ben peggiore, chiamava papà Masaya Aoyama invece che Ikisatashi, dal momento che quest’ultimo, dopo la nascita della bambina, aveva cercato in tutti i modi di far fuori Alec –in quel momento, Ryou sperò che ci fosse riuscito- e Ichigo era stata costretta ad allontanarlo. La piccola era quindi cresciuta con Masaya come figura paterna, poiché Alec viveva con entrambi i genitori a periodi alterni e suo padre era una presenza frequente in casa di Ichigo. Dunque, l’albero genealogico degli Aoyama, ‘puri’ ed acquisiti, si presentava come qualcosa di abbastanza complicato, ma in ogni caso per Ryou Shirogane rappresentava una enorme seccatura.
Prima ancora che la risposta di Alekséj lo raggiungesse, infatti, si era già dato risposta da solo. La sorella maggiore di Alec era sempre stata la sua ‘nipotina’ preferita, malgrado fosse figlia di Masaya Aoyama. In un modo o nell’altro, riusciva sempre a rigirarselo come un calzino, ancora più  di quanto facesse sua figlia Aislinn – che infatti adorava incondizionatamente Arya- e, forse per quel motivo, forse perché Retasu era rimasta molto amica sia di Ichigo che di Masaya, i loro figli, nessuno escluso, erano praticamente cresciuti assieme. Rei ed Alec avevano perfino fatto parte della stessa squadra di basket. Malgrado lo stretto legame con tutti i ragazzi Aoyama, però, Rei aveva sempre nutrito una certa preferenza nei confronti di Arya. Più volte Ryou lo aveva sorpreso a fissarla in maniera insistente, per poi vederlo arrossire quando lei, sentendosi osservata, si voltava.
Il colorito di Ryou, ristabilitosi da poco, incominciò a virare verso una pallida sfumatura di verde. Al suo fianco, Retasu alzò gli occhi al cielo, con l’espressione esasperatadi chi chiede agli dèi perché mai avessero voluto mettere sul suo cammino un uomo che, oltre a borbottare come una pentola di fagioli ed essere acido come un cesto di limoni, era anche maledettamente cocciuto.
Mentre il cervello di Ryou andava alla deriva, mostrandogli immagini di grandi riunioni di famiglia in casa loro e in quella degli Aoyama a Natali alterni, di lui e Masaya circondati da una schiera di nipotini ghignanti dai capelli neri, di feste di matrimonio in cui lui e Masaya avrebbero entrambi seduto al tavolo dei genitori… la voce carezzevole di Alec ribadì, come se si trattasse di un’ovvietà: “Ma con Arya, naturalmente.”
 
In un appartamento dall’altra parte di Tokyo, Rei Shirogane si svegliò di soprassalto, balzando a sedere di scatto. “L’hai sentito anche tu?”, chiese, rivolto all’unico occhio marrone di Arya che riusciva a vedere, seminascosto dai capelli corvini. “No, cosa?”
Rei rise, passandosi una mano sul viso. “Non ci crederai, ma… mi pareva di aver sentito mio padre gridare.”
 
 
 
 
 
 
 
 
Le avventure di Ryou Shirogane, parte 3. Come avrete capito, con me il povero Shirogane non avrà mai vita facile…
Venendo alla storia, ancora una volta ho scritto di getto: mentre cercavo l’ispirazione per continuare “I know what you are”, mi è venuta in mente quest’altra shot. So che RyouxRetasu e MasayaxIchigo non sono pairing molto amati, ma non ho saputo resistere.
Nel caso in cui gli alberi genealogici delle due famiglie vi siano risultati un po’ confusi, -quello degli Aoyama, perlomeno- eccovi un breve riepilogo:
 
Rei Shirogane
Anni: 19
Aspetto fisico: non specificato
Genitori: Ryou e Retasu
 
Aislinn Shirogane
Anni: 14, quasi 15
Aspetto fisico: capelli verdi, occhi azzurri
Genitori: Ryou e Retasu
 
Akio Shirogane
Anni: 10
Aspetto fisico: capelli biondi, occhi azzurri
Genitori: Ryou e Retasu
 
Arya Aoyama
Anni: 22
Aspetto fisico: alta, capelli neri, occhi marroni
Genitori: Masaya e la sua compagna (non specificata)
 
Alekséj Aoyama
Anni: 18
Aspetto fisico: alto, capelli neri, occhi nocciola
Genitori: Masaya e Ichigo
 
Alba Ikisatashi
Anni: 16
Aspetto fisico: non specificato
Genitori: Ichigo e Kish; Masaya le ha fatto da padre
 
 
Il perché del nome di Alekséj è in parte un mistero anche per me, ma mi piaceva l’idea che  i tre aoyamini avessero tutti nomi poco giapponesi e  che iniziano per ‘a’, anche se Alba è una Aoyama solo di ‘adozione’.
Il perché io abbia immaginato una famiglia così allargata e complessa invece è molto semplice: è qualcosa di nuovo, è comunque un possibile futuro dei personaggi di TMM, e, tra l’altro, non stona affatto con i nostri tempi.
Non ho specificato quali siano i festeggiamenti a cui i ragazzi hanno preso parte affinchè ciascuno di voi possa immaginare ciò che preferisce – la festa dei 18 anni di Alec, un’improbabile vittoria del Giappone ai mondiali, la laurea di un amico…
Detto questo, dunque, spero che la storia vi sia piaciuta.
Alla prossima, Tyene
  
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