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Autore: Fanni    26/05/2014    2 recensioni
"ma io tornerò presto, starò via qualche mese, il tempo di sistemare alcune cose e tornerò da voi, da te."
io ci speravo, come ancora ci spero.
io ci ho creduto, come ancora ci credo.
io l'aspettavo, come ancora l'aspetto.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo ancora le sue mani sul mio volto, di come i suoi polpastrelli delineassero ogni singolo lineamento del mio viso, dalle labbra al mento, dagli occhi al naso.
Le mani iniziavano a tremarmi al solo pensiero, al solo pensiero di non poterle più sorridere, o di non poterla più osservare da lontano mentre lei non guardava verso di me.
Io studiavo ogni suo singolo movimento, sin dalla prima volta che la vidi, in quella volta lei mi venne completamente addosso, ma fui io a scusarmi, a scusarmi per qualcosa di cui non avevo colpa, ma lo feci lo stesso, mi ero perso.
Ricordo che mi sorrise e le sue guance si colorirono di rosso, senza un motivo ben preciso e pressò la mano su una guancia cercando di nascondere il rossore, ricordo anche che accennai una risata, e ricordo che poi le si scusò con me dicendomi che aveva la testa tutta da un'altra parte e che doveva stare più attenta.
Ricorco le piccole rughette che le si formavano attorno alle labbra ed agli occhi quando sorrideva, quando faceva quei sorrisi così sinceri che ultimamente regalava solo a me, ed a me soltanto.
Amavo il suo modo di fare, amavo il suono della sua voce, e tutto ciò che la riguardava.
Ero perso.
Completamente perso, ero in un altro mondo, stavo abbandonando la realtà, per qualcosa che reale non era, che reale non poteva essere, ma io ci credevo, e ci credo ancora.
Mi guardavo allo specchio sorridendo, sorridendo per la prima volta davanti al mio riflesso, chiedendomi perché avesse scelto me, uno tra i tanti, uno che non conosceva se stesso, uno che non aveva nulla.
Quante volte mi ritrovai a farle quella domanda, quante volte mi rispondeva con dei piccoli sbuffetti e mi avvolgeva le spalle stringendomi a sé, mi ripeteva ogni singola volta che mi amava, amava me e il mio modo di fare, amava me e le mie labbra, amava me ed i miei occhi, amava me.
Io provavo ad ignorare i suoi ti amo, non volevo amarla, non volevo e non potevo, ma lo feci.
L'ho amata così tanto da ferirmi ogni singolo giorno, solo pensandola, l'ho amata così tanto da piangere la notte perdendo il sonno, l'ho amata così tanto da smettere di mangiare, l'ho amata così tanto così come l'amo ancora.
Stringevo forte le mani chiudendole a pugni che finivano sempre contro il muro, che sembrava così vuoto, sembrava l'oblio, un buco nero senza fine, e tu sei così curioso di andare per scoprire cosa c'è, ma sei terrorizzato all'idea di scoprirlo.
Ricordo la sua promessa, mi aveva detto che sarebbe tornata, mi aveva promesso che sarebbe tornata, sarebbe tornata qui da me, sarebbe tornata da noi, dai suoi amici, dalla sua famiglia, ed io aspetto, aspetto ancora.
Ma per quanto potrò aspettare? 
Per quanto mi permetteranno di farlo? 
Per quanto riuscirò a farlo? 
Ma io l'amo, e ci riuscirò, ne sono sicuro.
Sto quasi impazzendo, sono impazzito, sento gli occhi bruciarmi, e sento il labbro sanguinarmi a causa della troppa pressione con cui l'ho precedentemente stretto.
Mi sono sempre detto che non avrei dovuto farla andare, ma lei me l'aveva promesso, ed io non potevo impedirglielo, chi ero io per farlo? 
Chi ero io per ostacolare i suoi sogni? 
Sbatto freneticamente il piede a terra, strofinando una, due, tre, volte gli occhi guardano verso l'altro per impedire alle lacrime di scendere, io sono forte, e devo essere forte anche per lei. 
Lei ha bisogno di forza, io lo sento, lei è sempre qui, ed alcune volte riesco a sentire ancora le sue mani sulle mie spalle, e riesco a sentire i suoi pollici che disegnano dei piccoli cerchietti sul mio collo, e riesco a sentire anche la pressione del suo corpo che si stringe al mio, un abbraccio così forte, un abbraccio che solo lei sapeva darmi, uno di quelli che ti facevano rimanere senza fiato.. 
ed è così che io rimango, senza fiato, senza lacrime, senza niente.
Sono il nulla, il buio, il sangue, la paura.. sono quello di cui ho paura, sono quello di cui ho sempre avuto paura senza di lei al mio fianco, sono una pedina che aspetta di essere mossa, ma che mai sarà mossa perché il suo giocatore ha abbandonato la partita.
Ricordo quando la salutai, avevo una strana sensazione, qualcosa che fece contorcere il mio stomaco e mi fece stringere lei tra le mie braccia così forte da impedirle di muoversi, sentii la sua risata nel petto, una di quelle risate acute e nascose il viso nel mio petto lasciandoci su un piccolo bacio, mi ricordò ancora una volta che sarebbe tornata.
Era partita, un mese, due mesi, tre mesi, quattro mesi, doveva essere qui, stava tornando, stava tornando da me, ma non è più tornata.
Mi aveva promesso che l'avrebbe fatto, che sarebbe tornata.. 
ed io ci ho creduto, ci ho sperato, e l'aspettavo.
Ci credo, ci spero, e l'aspetto.









 
SPAZIO AUTRICE:
Salve bella gente, era un po che non scrivevo...
ma avevo quest'idea in mente e quindi ho deciso di pubblicarla..
spero vi piaccia, mi dite un vostro parere? 
grazie se lo fate.
bacioni, fanny.
  
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