Si trovava fermo con il ciuffo nero che scendeva sugli occhi verde smeraldo per arrivare alle lentiggini sulle guance bianche cadaveriche come il resto del corpo.
Stava fedrmo sul marciapiede di casa sua dopo l'ennesima litigata con la madre,dopo essere stato preso in giro dall'unica ragazza che amava e nemmeno poteva parlarne al migliore amico perchè era perdutamente innamorato di lui.
Erano soli quella sera,lui e i suoi alcolici,un'ammasso di  bottiglie messe disordinatamente in una busta che poggiava sul tessuto ruvido dei jeans.
Barry Bulson. Questo era ciò che contava per  il diciassettenne che si trovava sul marciapiede di una via malfamata di Belville.
E si odiava. Eccome se si odiava. Era anche troppo vigliacco per suicidarsi. E non gli rimaneva nulla a cui tenere oramai.
Si riuscivano a scorgere i segni delle sue unghie conficcate sulle sue mani. Il giorno seguente avrebbe dovuto portare i guanti se voleva evitare domande a destra e manca,cosa che non sopportava. Tutti a fingere di tenere a lui, ma in realtà tutti che non gli tenevano affatto. Aveva smesso di controbbatterli,stava al loro gioco. Non sarebbe cambiato nulla lo stesso.
E il giorno dopo avrebbe dovuto vedere quei bellissimi occhi azzurri piantarsi nei suoi ridendo, e prendendolo in giro,e avrebbe dovuto far finta di nulla,avrebbe dovuto far finta che tutto questo non lo stava uccidendo. Che Johanna non fosse l'unica cosa che lo teneva ancora in vita,perchè quella ragazza si era mostrata ciò che non era e ora si comportava da troia.
Perchè,anche se non era un pensiero romantico,quella persona in quel periodo era il suo pace-maker.