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Autore: PulCece    27/05/2014    1 recensioni
Si potrebbe definire un colpo di fulmine quello tra i due protagonisti, ma non ne saremo mai certi. La cosa sicura è che l'incontro tra Ce e Alex rimarrà per sempre nei loro cuori, per un motivo o per l'altro.. Il tutto all'ombra di un faggio e al soffiare del vento di fine estate!!
AVVISO: non ho ancora deciso se continuare la storia o terminarla qui.. Mi baserò sulle vostre recensioni (se mai ci saranno, lo spero!!) !! Buona lettura:)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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VENTO DI FINE ESTATE - Un Amore Sotto I Faggi




E in quel momento tutti i pensieri, i dubbi, le paure svanirono. In quel momento c'eravamo solo io e lui e nulla più. Quegli occhi, quello sguardo.. Rappresentavano per me ora tutto ciò per cui esistevo. Non ci avevo mai parlato ma avevo la sensazione di conoscerlo già meglio di me stessa. I nostri occhi erano incollati, non accennavano a smettere di scavarci nell'anima, erano fatti per scrutarsi, ammirarsi, scoprirsi, affogarcisi dentro, ed io non l'avrei di certo impedito. Il mio corpo era come paralizzato, solo il cuore non accennava a fermarsi, anzi, non faceva che aumentare la sua corsa in modo talmente frenetico da farmi stare male. Ero in apnea da più di trenta secondi, ero terrorizzata da quello che mi stava accadendo ma allo stesso tempo era come se fossi in paradiso. E poi vidi lei. La mia migliore amica. La vidi avvicinarsi a Lui abbracciarlo a dargli soffici baci sulle guance e prenderlo per mano. Lui stacco il suo sguardo su di me segui la mia amica che si guardava intorno cercando qualcosa, o qualcuno. Corsi in cortile per prendere una boccata d'aria. I sentimenti si affollavano nella mia testa e nel mio cuore. Alice davvero mi aveva tenuto all'oscuro della sua nuova relazione?? Davvero io contavo così poco per lei?? le lacrime chiedevano imperterrite di uscire dai miei occhi ma non le accontentai. Sentivo dei passi farsi sempre più vicini, non volevo apparire debole. Delle mani mi afferrarono un braccio voltandomi, e il viso preoccupato di Alis si parò davanti ai miei occhi
"Ehi Ce, tutto bene??" Mi prese il viso tra le mani asciugando una lacrima ribelle che mi solcava il viso
"Si, tutto meraviglioso.." Assunse un'aria da saputella da chi sa sempre tutto e mi disse "dimmi signorinella, vuoi proprio prendere in giro la vecchia Alis?" Mi regalò un dolcissimo sorriso che poi cedette il posto ad uno sguardo preoccupato
"Sai che a me puoi dire tutto.. "
-è proprio te che riguarda.. Come faccio a dirtelo?-
"Ma non ti preoccupare, non è niente di importante.."
"Già, non è proprio importante se stai piangendo, eh?"
Mi toccai la guancia e la scoprii tutta bagnata. Mi ritrovai a sorridere amaramente. Mi condusse verso una panchina sotto ad un antico faggio.
"Ora tu mi racconterai tutto, e non accetto scuse"
Ormai ero rassegnata, tanto valeva levarsi il peso una volta per tutte
"Perché non mi hai detto che stai con un ragazzo?" Il mio sguardo era fisso al terreno. Lo alzai per guardarla e vidi la sua faccia confusa.
"Ma di che stai parlando??" La fissai negli occhi a lungo. Sembrava sincera, i suoi occhi verdi non mentivano mai, o quasi
"Ti ho vista al bar.. Con un ragazzo.." Una sincera e sonora risata cancello tutta la tensione che provava fino a qualche secondo prima. La guardai stranita. Le sembrava il momento di ridere?
"No, non dirmi che.. Non dirmi che tu pensavi che Alex fosse il mio ragazzo?? Odio, non può essere!"
"Perché scusa?"
"Lui è il figlio del mio patrigno!! Oddio.. Non ci credo che tu abbia creduto che.."
"La smetti di ridere??che ne potevo sapere io?? Non vi assomigliate neanche!,"
Lei mi guardò cercando di contenere le risate, arricciandosi i capelli corvini attorno all'indice 
"Sai com'è.. Essendo il figlio del mio patrigno è ben difficile una somiglianza fra noi mia cara.."
A quel punto ci guardammo e scoppiammo a ridere come delle pazze, attirando sguardi di disapprovazione dai passanti. Dopo qualche minuto tornammo in noi ed incominciammo a parlare dal più e del meno. Ad un tratto vidi le iridi verdi della mia amica fissare un punto dietro le mie spalle. Mi girai e vidi il presunto Alex leggere un libro all'ombra di un'antico faggio a pochi metri di distanza.
Alice si alzò e mi porse una mano "come on baby! Alzati! Dovrò farti conoscere il mio "ragazzo"" disse, disegnando con due dita della mano libera delle virgolette in aria
Il mio viso divenne di un colore molto simile al viola più di quanto si possa immaginare
" ma guarda che non ce n'è proprio alcun bisogno!" Dissi, mentre la mia amica mi trascinava.
"Zitta e cammina!! E poi.. Non vorrai mica dirmi che ti vergogni?"
Perfetto. Colta sul fragrante. In questi momenti la cosa più saggia da fare è tempestare Alice con mille parole.. Sì, riempirla di racconti su incontri con sconosciuti assolutamente non raccomandabili o su quante conquiste abbia fatto nell'ultimo mese e la mia intenzione di non voler più ferire nessuno con il mio comportamento immaturo ed insensibile.. Eppure erano scusa già usate e riusate!
"Ti avverto.. Non accetterò le tue solite scuse sulla tua infanzia o sul tuo buon proposito di non ferire qualche tua fiamma dell'ultimo mese con il tuo comportamento, perché so per certo che vivi rinchiusa in casa con i tuoi libri appena puoi!!" Mi disse mentre mi spingeva in direzione di Alex
"Appunto! A loro non ci pensi?" Ero a pochi passi dal ragazzo quando la vidi allontanarsi 
"Ehi ma dove stai andando?" Le urlai
"Mi spiace ma ho altri progetti" mi rispose, seguendo con uno sguardo di apprezzamento un ragazzo che le era appena passato di fianco. Era sempre la solita. Scossi la testa e guardai di sfuggita Alex, per poi riportare lo sguardo sulla mia migliore amica che, prima di seguire il misterioso ragazzo, mi fece l'occhiolino.
"Me la pagherai" le urlai
"Non vedo l'ora" mi giunse come risposta, accompagnato da un pollice verso l'alto.
"Avete urlazzato abbastanza? Perché vorrei continuare nella mia lettura, grazie" subito rimasi di sasso da quelle parole provenienti dal ragazzo, ero sul punto di andarmene quando dissi a me stessa che ormai il danno era fatto, e che se dovevo rendermi ridicola avrei dovuto terminare l'opera nel migliore dei modi.
Mi levai le scarpe. Mossi qualche passo verso di lui, i piedi nudi affondavano nell'erba facendomi il solletico. Quando me lo ritrovai a meno di un metro di distanza mi decisi a parlare ancora
"Posso sedermi?" Dissi, cercando di mascherare tutta la timidezza in corpo. Lui non rispose
"Lo prendo come un si" e mi sedetti al suo fianco.
Dopo qualche minuto tornai all'attacco, imperterrita
"Cosa leggi?" Di colpo chiuse il libro, provocando un tonfo che assolutamente non aspettavo, facendomi sobbalzare. 
"Vuoi Smetterla di parlare? Puoi stare zitta per più di cinque maledettissimi minuti?" E poi.. Poi alzò lo sguardo. I nostri occhi di nuovo si incontrarono e nuovamente si persero gli uni negli altri, diventando una cosa sola. Dopo momenti interminabili riuscii a proferire parola
"Volevo solamente attaccare bottone..."
Un timido sorriso si disegnò sulle sue labbra 
"Ok, emm.. ricominciamo.. da capo. Piacere" disse, grattandosi la testa " io.. Io sono Alex.." Ero pietrificata e non riuscivo neanche a parlare. Lui si alzò molto lentamente e posò lo sguardo sul fiume. Rimanemmo così per qualche attimo quando lui cominciò ad allontanarsi. Mi alzai di scatto  e urlai
"Cecilia" lui si voltò nella mia direzione ed i nostri sguardi si incatenarono di nuovo   
"Mi.. Mi chiamo.. Cecilia" sussurrai, ma sapevo che lui mi aveva sentita. Ci guardammo ancora per qualche attimo  e poi lui riprese a camminare. Un grande sorriso di dipinse sul mio volto, e potei giurare di averlo visto anche sulle sue labbra, mentre il vento di fine estate gli scompigliava i capelli castani.
 
  
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