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Autore: Carm    27/05/2014    6 recensioni
Elisabeth studentessa modello,vita ordinaria fatta di sere davanti alla tv ,si concede una sera di follia,una sola per festeggiare un bel voto all'esame tanto temuto
Una sera che cambierà per sempre la sua vita,una sfida contro il destino,un tentato stupro,un salvatore dagli occhi di ghiaccio,l'affascinate e pericoloso Jack Stone.
Jack è un assassino,un ladro,uno spacciatore,frequenta puttane e gioca d'azzardo.
Ma se due mondi opposti si incontrassero,cosa succederebbe? Se subentra l'odio e il dolore? Se arrivasse l'amore? Se lui la volesse? Se lei resiste e scappa e poi torna e ritorna?
Entrambi in balia del destino e dei sentimenti,nulla può sfuggire al cuore.
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Mi era mancata la quotidianità condivisa con Jack.
Il divano diviso per due.
Il letto diviso per due.
La cena divisa per due.
Ormai dividevano tutto, perché per troppo tempo siamo stati distanti e poi finalmente siamo una normalissima coppia di fidanzati che progettano una famiglia, che sperano in un florido futuro insieme.
"Buongiorno".
Sorrido al suono della sua voce e mi volto a guardarlo mentre si stropiccia gli occhi con la mano destra.
"Buongiorno amore"dico sorridente.
"Che buon profumo"mi bacia dolcemente sulle labbra e mi sento così felice da poter cantare a squarciagola stupide canzoni.
Sono già cinque mesi che Jackson Harold Stone è ufficialmente un uomo libero e sono sicura che nulla può ostacolarci ancora.
"Sono muffin"guarda il forno con aria sognante"I miei preferiti"mi molla un sonoro schiaffo sul sedere.
"Mi piace viziarti"dico maliziosa e il suo sorrido sghembo mi eccita.
"Lo so"annuisce e mi sposta i capelli di lato, per avere pieno possesso del mio collo.
I sue baci sono sempre languidi e umidi, alterna labbra e lingua, in quella catastrofica perversione.
Fare l'amore con Jack è perdizione e dedizione, ogni volta è intenso e nuovo, come se i nostri corpi scoprissero nuovi modi di fondersi.
"Ti svegli sempre con lo stesso pensiero"lo rimprovero divertita, mentre infilo la mano sotto la sua canotta di cotone grigio.
"Tu mi svegli"infila una gamba tra le mie e sento la voglia che ha di me.
"Mi piace essere tua"accarezzo i suoi addominali caldi e di conseguenza mi mordicchia il lobo dell'orecchio sinistro, per poi baciarmi sotto il mento.
"Sei mia"sussurra mentre cerca di abbassare il pantalone del mio pigiama giallo limone.
Il click del forno ci fa scoppiare a ridere e ricominciamo a respirare normalmente, come se avessimo trattenuto il fiato per tutto il tempo.
"Tanto non mi scappi"mi bacia con la lingua in bella vista.
"Non sono una ragazza che scappa"gli sorrido e prendo il vassoio con i dolcetti al cioccolato.
"Lo so perfettamente, non sei mai scappata da me e nemmeno dal pericolo"sbuffa"Sei spericolata ed eccitante"si siede sullo sgabello.
Prendo il latte dal frigo, la marmellata e il caffè, che poi verso in due tazze.
"Tieni"gli passo la sua, quella bianca con un cuore rosso.
"Grazie"ci mette un cucchiaino di zucchero, invece io ne metto due e mezzo, perché amaro non mi piace per niente.
"Mi passi il miele?"chiedo cortese, mentre gli passo i biscotti che sicuro mi chiederà poi.
"Mi hai anticipato"sorride e sento una strana morsa attanagliarmi lo stomaco, siamo una cosa sola.
"Ti conosco benissimo"dico presuntuosa.
"Facciamo un gioco"propone e ha una vera fissa per questi giochetti, che puntualmente si inventa.
Alzo gli occhi al cielo"Sei prevedibile".
"Facciamo il quiz test"inzuppa un muffin nel latte, rendendolo una poltiglia di cacao e uova.
"Come al solito"borbotto, ma non si fa smontare dai miei borbottii.
"Per vedere se mi conosci alla perfezione, dobbiamo pur sempre sposarci tra due mesi"prende il cucchiaino e mangia la poltiglia galleggiante.
Tra sessanta giorni sarò ufficialmente sua moglie, ancora ci piango la sera.
"Il mio più grande sbaglio"nascondo un sorriso dietro la tazza rosa.
"Sei una pessima bugiarda"mi lancia un biscotto addosso e rido.
"Questo test?"domando.
"Ah si"mi guarda di sottecchi"Riesci sempre a distrarmi"brontola.
"Muoviti"sbuffo con aria teatrale.
"Il mio colore preferito?"chiede svelto.
"Il rosso"sorrido.
"Anni?".
"Quasi trentadue"l'età giusta per il matrimonio.
"Ti amo?"sorride.
"Più della tua stessa vita"lo cito a perfezione.
"Quanto è lungo il mio pene?"si morde il labbro per non ridere.
"Che schifo"mi alzo"Sei un cafone"lo accuso.
"Amore mio"mi molla un bacio a stampo"Dai nutri il mio ego maschile"mi guarda con gli occhi ghiaccio.
"Hai già un ego grande come il mondo, comunque davvero molti"arrossisco come una ragazzina.
"Quanto sei bella"mi sistema i capelli con le mani.
"Lecchino"lo scosto bruscamente.
"Devo andare a lavoro"mi sfiora il seno in punta di dita"Ma vorrei tanto fare l'amore con te".
"Fila a prepararti"sorrido"Tra poco saremo una famiglia"mi alzo sulle punte e mi approprio della sua bocca.
"Non vedo l'ora"si chiude nel bagno.

Mi appoggio alla porta chiusa e chiudo gli occhi, ben presto un milione di ricordi mi investono come un ciclone.
Il giorno del processo, il vivere di nuovo insieme, i battibecchi, Paul e la sua insistenza, il rapporto con mio padre e mia madre, il giorno della mia laurea con il massimo dei voti, il lavoro di Jack nello studio di Philip, i giorni insieme, le notti insieme e la proposta di matrimonio.
Stavamo al mare ed era giovedì, la spiaggia era deserta e c'eravamo noi due abbracciati sul telo azzurro cielo, la moto sotto alle canne di bambù e le onde come sottofondo.
Non avevo bisogno di nulla, solo delle possenti braccia di Jack a proteggermi da quel mondo che era stato tanto crudele con noi, solo l'odore della sua pelle baciata dal sole, delle sue labbra carnose a farmi perdere la ragione.
Quel giorno mi ha guardato negli occhi per tutto il tempo, diceva che ero più bella del solito e che sembravo una sirena con quel costume blu cobalto.
E credevo ad ogni sua parola, perché era sincero e limpido come i suoi occhi ghiaccio, che nonostante il colore freddo erano talmente caldi da farmi ribollire il sangue nelle vene.
"Liz"sussurra piano"Io ti amo"dice anche un pochino impacciato.
"Ti amo anch'io"lo bacio e sa di salsedine.
"Ti amo talmente tanto da essere dipendente da te e dal tuo respiro, senza te sono la metà di uomo, sono il nulla, sono niente"mi accarezza dolcemente la spalla nuda"Ti voglio nella mia vita per il resto dei miei giorni"mi prende la mano"Vuoi essere mia moglie?"gli trema la voce ed io con lui.
Apro la bocca per un paio di volte, ma non emetto suono, mi limito a piangere lacrime di gioia"Si, più di qualsiasi altra cosa al mondo"sorridiamo insieme e poco dopo sul mio anulare troneggia un bellissimo anello.
"Wow"esclamo meravigliata"È spettacolare"guardo la pietra azzurra dalla forma ovale.
"Mi ricorda i tuoi occhi"ammette e mi bacia con passione, come al solito finiamo per fare l'amore.
Noi due che siamo una cosa sola e il mare. Il mare infinito come il nostro amore.



I miei genitori sono ritornati insieme, mamma sorride spesso e papà la bacia sempre, come sempre gli chiede scusa.
Sono felici, anche se con tanti anni in più, con rughe in più e qualche speranza in più.
La speranza di viversi fino alla fine, fino alla fine della loro vita.
Ho fatto pace con loro due, con Philip per aver salvato Jack, con  Stephany per avermi scritto centinaia di lettere che non ha mai spedito.
Resta una donna estremamente fragile, come la sua pelle di porcellana e i suoi capelli sottili.
Ma infondo ci vuole coraggio per riuscire ad amare lo stesso uomo per tanti anni, soprattutto la persona che ti ha ucciso lentamente, nella vostra  stessa casa.
"Tesoro"la voce di mamma è più vivace rispetto al passato.
"Cosa ho fatto ora?"sbuffo e poso sulla mensola un fiore di vetro soffiato.
"Nulla, questo è il problema"appoggia le mani sui fianchi.
"Manca ancora molto"borbotto.
"Molto? Due mesi ti sembrano molto?"gesticola frenetica e papà se la ride.
"Difendimi"lo imploro.
"Beth, ha ragione la mamma"mi molla un leggero bacio sulla guancia sinistra.
"Papà"protesto"Deve esserci anche Jack"mi appiglio a questa possibilità.
"Ti ha dato carta bianca"mi ricorda Philip.
"Okay"alzo le mani"Scelgo queste maledette bomboniere"comincio a vagare per il negozio e ci sono un sacco di cose identiche, ma non mi colpiscono.
Poi coglie la mia attenzione una piccola stella marina di cristallo celeste.
"Voglio questa"la indico.
"Non è appropriata per le nozze"spiega la mia genitrice.
"È lei"la guardo ancora e mi piace da matti.
Mi ricorda il mare e poi il colore piacerà al mio fidanzato.
"Perfetto"si arrende"Quante ne prendiamo?".
"Poche"scrollo le spalle"Lo sai che ci saranno pochissime persone".
"Ancora non mi piace quest'idea, i parenti ci rimarranno malissimo"dice polemica.
"Amore, lascia che nostra figlia organizzi il suo matrimonio come meglio crede"per fortuna l'avvocato mi ha difeso.
"Certamente"biascica e bacia papà sulla bocca, sorrido.


"Sono a casa"posa le chiavi all'ingresso.
"Sono in camera"urlo e mi friziono i capelli con un asciugamano beige.
"Che accoglienza"si sbottona i bottoni dei polsini e mi sorride sensuale.
"Niente strane idee, siamo a cena fuori"lo stronco subito.
"Che palle"brontola e si toglie le scarpe.
È ancora strano vederlo in completi eleganti, ma lo studio legale richiede un certo tipo di abbigliamento.
"Lo sai come è fatta la mamma"mi giustifico.
"Una rompiscatole"spiega.
"Esattamente"lo bacio e mi spinge sul letto, mi piace quando è rude.
"Aspetterà"mi apre l'accappatoio e sono completamente a sua disposizione.



"Venti minuti di ritardo"dice mia madre appena ci vede.
Jack mi stringe la mano e mi bacia i capelli"Rompiballe"sussurra piano per non farsi sentire.
Mi mordo l'interno guancia per non scoppiare a ridere"Abbiamo avuto un contrattempo"tossisco.
"Immaginiamo"sorride papà e scambia un'occhiata complice con il mio futuro marito.
"Buonasera Signora"bacia la mano di mia madre e lei arrossisce.
"Ciao Jack, ti prego di chiamarmi per nome, altrimenti mi sento vecchia"beve un sorso di acqua.
"Certo Stephany"sposta la sedia e mi accomodo, la sua mano si posa sulla mia gamba, che è stata lasciata nuda dal vestitino color bronzo.
"Vogliamo ordinare?"propone mio padre e chiamiamo il cameriere che subito prende le nostre ordinazioni.
"Beth ti ha reso partecipe sulla scelta della bomboniera?"chiede mamma.
"Ehm, si"annuisce, ma si capisce che mente.
"Ti piace?"chiede ancora.
"Mi fido del buon gusto di Liz"fa scivolare la mano più su e mi irrigidisco.
"Una stella marina azzurra ti sembra di classe?"esclama scettica.
"Davvero?"si rivolge a me e sorride.
"Mi ricordava noi"spiego.
"Mi piace, poi mi ricorda i tuoi occhi"bacia il mio anello.
"Lo so"bacio lui.
Mio padre tossicchia e ritorniamo alla realtà, cioè in quel lussuoso ristorante di Londra con i miei genitori e un matrimonio da finire di organizzare.
Sembra così strana questa nuova vita, senza ansia di perderci e senza paura di morire.
La serata passa abbastanza serena, con numerose fughe in bagno per non ascoltare il blaterare frenetico di mia madre e le sue continue lamentele per la mia inerzia.
Ho già tutto quello che desidero.
Ho Jack.



Un'altra settimana è passata veloce, tra domande di lavoro, abiti da sposa e mia madre, non so più dove sbattere la testa.
Rischio uno svenimento da stress.
"Calma"sussurra Jackson.
"Calma? Quella donna mi stressa"protesto e con uno scatto tolgo le scarpe col tacco.
"Il colloquio?"chiede, per poi massaggiare i miei piedi nudi.
"Le faremo sapere"ripeto la solita cantilena.
"Forza e coraggio"mi fa il solletico e comincio a muovermi come un'anguilla.
"Sono una ragazza grintosa"dico tra le risate.
"Sei favolosa"mi corregge e mi tira per la gambe, fino ad incastrami tra le due braccia.
"Andrà tutto bene"mormoro.
"E se non andrà bene non è mica la fine"sorride"Abbiamo superato di peggio io e te"mi stringe più forte e appoggia la testa sul suo petto.
"Sono felice, sono davvero felice"strofino il naso lunga la sua gola.
"Anch'io, non pensavo di potermi sentire così normale"sorride"Con una fidanzata e quasi moglie, un lavoro, una casa"elenca.
"Siamo stati ricompensati"spiego.
"Si, siamo stati ripagati per tutto il male"precisa.
"Non lasciarmi più"stringo la sua maglietta tra le mani.
"Mai più, lo giuro"mi bacia i capelli e sono al sicuro.



"Evvai"saltello come la pazza per tutta la casa, fino a salire sul letto.
"Ho sonno"brontola Jack che si nasconde sotto le lenzuola.
"Amore svegliati"salto sul materasso come una bambina.
"No"protesta e si copre la faccia col cuscino.
"Niente sesso fino al matrimonio"urlo seria e si alza di scatto.
"Sono sveglio tesoro"sorride con la faccia assonnata
"Con le buone maniere si ottiene tutto"dico allegra e mi siedo a gambe incrociate.
"Tiranna"borbotta e sbadiglia.
"Mi hanno chiamato"fermo.
"Chi? Il Catering? Il prete? Gesù?"sgrana gli occhi"Mica hai avuto la chiamata del Signore e vuoi farti suora?"chiede sospettoso e gli mollo un pugno sul braccio
"Sii serio"protesto. 
"Vuoi farti monaca? Non posso lasciarti andare"mi arpiona i fianchi e fa finta di piagnucolare.
"La smetti?"incrocio le braccia.
"Okay, torno serio"si copre il viso con le mani e poi ritorna a guardarmi"Dimmi tutto, dolcezza"mi fa l'occhiolino.
"Jaaaaack"urlo"Sei pessimo"lo prendo a cuscinate.
"Tanto mi sposi tra un mese e dieci giorni"conta sulle dita come un bambino.
"Ho un lavoro"sbotto e sorrido a trentadue denti.
"Davvero?"afferra le mie mani"Lo sapevo, sono felicissimo"mi bacia a lungo.
"Non ci speravo più"ammetto"Anche se domani devo parlare con il direttore"mi mordicchio un'unghia.
"Dobbiamo festeggiare"afferma sicuro.
"Mi compri un regalo?"dico sognante.
"No, facciamo sesso"comincia a spogliarmi con gesti veloci.
"Jack"protesto, ma poi mi bacia con passione e diventa quasi una preghiera.


"Signorina Tresir si accomodi"la segretaria con gli occhiali maculati mi indica la seconda porta a destra.
Faccio un segno col capo, mi aggiusto la gonna con le mani e faccio un grosso respiro.
O la va o la spacca.
Busso con troppo vigore la porta di legno scuro e mi maledico mentalmente per quest'ansia che mi fa sudare le mani.
"Si accomodi".
Entro con diffidenza e sento il rimbombare dei tacchi che battono sul parquet chiaro.
"Buongiorno, sono Elisabeth Jane Tresir"mi presento.
"Ah si"annuisce appena"La conosco già"afferma e assottiglio lo sguardo per metterlo a fuoco.
"Davvero?"domando.
"Si sieda"ordina, mi sto agitando e innervosendo.
"Sono qui..."inizio ma mi stoppa.
"Per il lavoro"conclude rapido"L'ho fatta chiamare io"si sfila gli occhiali dalla montatura sottile e mi guarda.
"Bene"mi raddrizzo sulla scomoda sedia di plastica.
"Vedo che si è laureata da poco e con il massimo"osserva il mio curriculum"È giovane"biascica.
"Allora? Qualche problema?"mi altero, ormai il caratteraccio di Jack ha infettato anche me.
"Vuole andarsene?"alza un sopracciglio.
"Voglio lavorare in questo ospedale, voglio fare esperienza e aiutare le persone, ma se la mia giovane età è un problema, la ringrazio e arrivederci"mi alzo di scatto e la sedia striscia rumorosa sul pavimento.
"Si sieda"ordina di nuovo e sto per ammazzarlo con il tagliacarte.
Jack è in ogni fibra di me.
"Guardi"faccio un bel respiro"Non ho tempo da perdere"commento acida.
"Infatti inizia oggi, il camice è nella stanza accanto e ci sono dei bambini che hanno bisogno di lei"chiude la cartelletta con il mio nome stampato in rosso.
"Sono assunta?"sbatto un paio di volte le palpebre.
"Può anche rifiutare"scrolla le spalle.
"Oh no, accetto subito"sorrido e mi trattengo dall'urlare di gioia.
"Bene, cominci subito, qui non perdiamo tempo"ritorna a leggere delle scartoffie e subito sparisco dalla circolazione.
Chiamo veloce il mio futuro marito e condivido con lui la meravigliosa notizia.
Strano ma vero, sta girando tutto per il verso giusto, forse la Dea Bendata si è ricordata di noi.
Tolgo la giacca bianca di lino e infilo il camice del medesimo colore.
Sono ufficialmente una psicologa infantile, sorrido allo specchio e mi permetto di saltellare allegra.
Un rumore alle mie spalle mi fa voltare e vedo Dan.
"Beth?"domanda sorpreso.
"Dan, ciao"lo abbraccio di slancio"Che ci fai qui?".
"Ci lavoro"sorride"Dal tuo abbigliamento immagino anche tu".
"Oggi é il mio primo giorno, ci siamo persi di vista"ammetto.
"Ho fatto gli ultimi esami in Italia, sai l'erasmus"spiega.
"Io mi sono laureata da tre mesi e subito ho cercato un occupazione"sospiro.
"In che reparto?"domanda e si toglie la giacca beige per mettersi il camice.
"Psicologia infantile"dico fiera.
"Che bello, io faccio un po' tutto"si sistema i capelli con le mani"Jack?".
"Ricordi anche il nome"noto con stupore"Ci sposiamo tra un mese e qualche giorno"sorrido ancora.
"Wow, non lo vedevo un tipo da matrimonio"ride"Mi fa piacere".
"Gli ho fatto mettere la testa a posto"scherzo.
"Ho letto sul giornale del processo e delle accuse"abbassa lo sguardo.
"Acqua passata"faccio un segno con la mano per scacciare l'argomento.
"Ti accompagno al reparto"mi prende sotto braccio e intanto parliamo di tantissime cose.
Della morte di sua madre, della sua fidanzata Grace, del delizioso appartamento in centro e del lavoro.
Ci salutiamo con la promessa di mangiare insieme nella pausa pranzo e che sarà invitato alle mie nozze.


"Tesoro"urla e sbatte il portoncino con forza, sicuramente con il piede come al solito.
"Sto in salotto"abbasso il volume della tv e aspetto che venga.
"Il calcio"protesta e getta la giacca sulla poltrona nuova.
"Qualcosa in contrario?"domando divertito, mentre prendo un sorso di birra.
"Divano, calcio, birra e sigarette, praticamente sei in paradiso"borbotta.
"Mancavi tu"la tiro per un braccio e mi finisce addosso"Ora sono in paradiso"le scosto i capelli dal viso e la bacio, subito mi da accesso alla sua bocca.
"Mmm"mugugna"Mi sei mancato"mi bacia ancora e la sua lingua gioca con la mia.
"Questo lavoro?"chiedo per distrarmi, altrimenti finiamo per fare l'amore, di nuovo.
"Benissimo, mi piace un sacco"sorride"Ho incontrato Dan".
Cerco di ricordarmi di questo tipo, ma già mi sta sulle palle.
"Illuminami"dico.
"Amore, quello dell'università, ci hai aiutati con il progetto"spiega.
Ho un flashback e mi ricordo del tipo.
"Quello che voleva entrarti nelle mutande?"chiedo.
"Non è vero"nega.
"Invece si"annuisco"Okay, licenziati"dico perentorio.
"Stai scherzando?"alza il sopracciglio destro, facendo una faccia buffa.
"No, cioè si, però non scherzo sul fatto che devi dare lontano da lui"la gelosia entra in circolo.
"È fidanzato"borbotta"E poi l'ho invitato al matrimonio"mi bacia il pomo d'adamo che sale e scende rapido.
"Al nostro matrimonio?".
"Hai intenzione di sposarti con più persone?"chiede divertita.
"Mi piace la poligamia"sorrido.
"Ti ammazzo"ringhia.
"L'assassino ero io"mi piace usare il tempo passato e sapere che oggi sono ben diverso.
"Eri"mi sbottona la camicia bianca e ansimo contro la sua bocca semiaperta.
"Stai cercando di depistarmi?"rido.
"Sto cercando di fare l'amore con il mio futuro maritino"mi guarda"E voglio anche depistarti"sorride e la bacio come se fosse il mio ossigeno.
"Ti amo"biascico.
"Anch'io"risponde felice.
Una casa, due persone e una vita insieme.










Salve!!!
Sono emozionata e ho scritto di getto perché mi mancavano Jack e Liz.
Sono bellissimi e innamorati e felici.
Inutile dire che la storia si sta per concludere e che forse il prossimo sarà l'ultimo.
Potrebbero succedere un sacco di cose, ma voglio farli stare tranquilli senza altri scossoni, liberi di stare insieme.
Grazie per tutto.
Per l'affetto, la stima e la dedizione che avete avuto per me e con la mia storia.
Credo che si capisca l'evoluzione dei personaggi, perché sono cambiati dal primo capitolo e in ogni capitolo, soprattutto in questo.
Liz è ancora più donna e Jack è libero dal passato, non esiste più Christopher o le pistole, ma solo il desiderio di una famiglia con la persona che ama.
Philip e Stephany si sono pentiti e si sono dati una seconda possibilità, credo che in amore bisogna darla.
Io sono cambiata, ho cambiato modo di scrivere e rileggendo la storia ho notato il cambiamento.
Grazie ancora, di tutto.
Alla prossima e per quel ragazzo che mi stava facendo impazzire, continua a farmi impazzire ma la situazione si è evoluta. :*
Carm xoxo


Ps: Come al solito scusate eventuali errori XD 

 
  
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