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Autore: Foxy_insanity    27/05/2014    5 recensioni
Una delle mietiture più toccanti di 74esimi Hunger Games.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi. Eccoci.
Sono di nuovo qui, per il sesto anno consecutivo. 
Sono di nuovo tra quella folla che sono gli altri ragazzi del mio distretto, ed insieme aspettiamo un verdetto. Guardo gli altri. C'è chi ha l'aria di chi potrebbe entrare nell'arena in questo preciso istante, e chi invece preferirebbe essere altrove. 

Io faccio parte del terzo gruppo: coloro che sono qui solo per sperare di non sentire il nome di qualcuno di caro. 
Un fischio del microfono proviene dal palco, e tutti rivolgono lo sguardo alla donna di Capitol City che è in piedi lì sopra, mentre io lo sposto sulle ragazze, in cerca del suo viso. Ho bisogno di farle sapere che le sono accanto, che le do forza, ma non la trovo. 
La donna inizia a parlare. Solita storia, solito video, solite parole, tutti gli anni. 
Così mi rendo conto. 
È l'ultimo anno che attraverso quest'inferno. Se passo quest'anno non correrò più pericolo. 
Però dopo, non potrò più essere qui a proteggerla. Con questo pensiero volto nuovamente il capo alla mia destra, in cerca della minuta ragazza di cui non posso far a meno. La folla è fitta, e lei è così piccina. 
Come trovare un ago in un pagliaio. 
Non la troverò mai. Aspetterò che tutto questo finisca. 
Avverto un movimento dal palco e quello che a me sembra un ammasso di piume e colori si dirige verso la boccia delle ragazze. E mi rendo conto che è davvero iniziata. La mia ultima mietitura è iniziata. 
Una mano pallida e delicata scende lentamente nella boccia di vetro, in cui ci sono i nomi delle ragazze. 
Il mio battito cardiaco potrebbe registrare due mila battiti al secondo in questo istante. 
L'ansia sale, è sempre più forte, mentre quelle dita scorrono i vari biglietti finché due di loro non si fermano su un solo rettangolo bianco. 
La capitolina lo tira fuori dalla boccia, lo porta verso il microfono e lo apre, lentamente. 
Le sue labbra si muovono e producono un suono, un suono familiare, uno di quelli che sembra di averli incisi nella mente. Il suo nome. 
Non può essere. Non è possibile. Non è reale. Non voglio che sia reale. 
Ora la vedo. Si fa spazio tra la gente, e si mostra a tutti. Non sembra essere spaventata, ma dopo tanti anni ho imparato a leggerla, a leggerle gli occhi. C'è una vena di terrore che le attraversa gli occhi. Una vena tanto sottile che credo di poterla vedere solo io. 
Sono nel panico. Non posso abbandonarla. 
"No" sussurro. Lei non vorrebbe che urlassi, vuole dimostrare a tutti che è forte, che può farcela da sola. 
Sale sul palco, con un passo sottilmente incerto, e quando raggiunge la sua postazione i nostri sguardi si intrecciano. 
In quell'istante mi sfiora la mente un ricordo, di quando eravamo bambini, seduti sui gradini di casa sua. Mi sembra di risentire la sua voce sottile "Quando arriverà il momento, voglio che tu sia con me", e ricordo perfettamente cosa risposi: "Non potrei mai abbandonarti."
È la mia promessa. E ho intenzione di mantenerla. Qualunque cosa accada io devo proteggerla. 
Quando la donna sta pronunciando il nome del tributo maschio capisco che non sono io, e una leggera fitta di dolore mi cresce in petto. 
Non posso abbandonarla. 
Il mio corpo scatta, e prima ancora che io abbia deciso di farlo mi ritrovo ad urlare il suo nome. "Clove! Clove!" dei pacificatori mi trattengono le braccia, e negli occhi di Clove leggo una leggera delusione. Non dovevo urlare. "Lasciatemi! MI OFFRO VOLONTARIO COME TRIBUTO."
La guardo. Sembra sorpresa, eppure avrebbe dovuto sapere che l'avrei fatto. 
Non è un gran scandalo. Nel distretto 1 ci sono volontari praticamente tutti gli anni. 
Avanzo con passo svelto verso di lei e mi fermo al suo fianco e, quasi tremando, sussurra delicatamente "Cato... Perchè?"
"Insieme o niente, ricordi?" le rispondo. 
È più tranquilla. Si sente più sicura. 
Ho mantenuto la mia promessa. Sono qui a proteggerla. 
   
 
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