Se io dovessi dipingere milioni di volte qualcosa che ho amato più di me stesso, traccerei ovunque gli occhi verdi con cui mi scrutavi, con cui vedevi una fantastica farfalla al posto di quella larva di persona che sono in realtà. Gli occhi verdi, grandi e tondi, con cui squadravi il mondo con voracità.
Se solo la mia anima trovasse pace un istante, se solo sapesse salvarsi da questo atroce tormento che brucia notte e giorno, inventerei una macchina del tempo per diventare un uomo migliore. Solo per salvarti da me; da quella voragine che ti ha vomitata tra le braccia della morte.
Ne stavi uscendo. Eri fiera di te stessa e io ho spezzato il tuo volo innocente.
Sono un maledetto, un condannato.
Un assassino.
Ho rattrappito, appassito, storpiato la tua speranza, gettandola senza pietà nel nero caos della mia incoerente confusione.
Eri l'unica scelta buona che abbia mai fatto, in questa vita che non meritava di divenire. Ho spazzato via anche quella.
Per quanto possa dimenticare, l'oblio non inghiottirà mai i ricordi, che mi segnano fino a rendermi nudo. Per quanto possa friggermi il cervello, ogni volta che mi abbandono al sonno, ho il flash di quella porta dipinta all'infinito per amore. Di quel mozzicone di sigaretta graziato per sempre dalle tue labbra. Tu dalle mie hai ricevuto solo maledizione.
Sembra sempre lo stesso maledetto film. Tutti i giorni sono identici e sfregiati, in una successione notte/giorno che non serve a niente. Non a me.
La notte era solo per le tue labbra, il giorno solo per i tuoi sorrisi.
Questo mio peccato ha reso le ore tutte uguali; esistere, una lunga catena.
Vorrei poter dire che troverò pace, che si affaccerà a questo mondo storto una donna lontanamente simile a te.
Ma sarebbe una presa in giro: nessuna è simile a te.
Nessuna lo sarà mai.
E se dovesse giungerne un'altra, io non la meriterei ugualmente.
I mostri che si agitano, mi strangolano se provo a respirare. Gli unici miei poveri stracci di felicità, pendevano tutti da quelle tue mani gelide e bianche, che mi mandavano in subbuglio la testa.
Se solo potessi riprovare.
Se solo avessi la facoltà di dipingere la porta più volte, adesso sarebbe perfetta.
Se solo avessi provato un'altra volta, se non avessi avuto la fretta di fermarmi alla prima tela, adesso saresti viva.
Non avrei mai dipinto la tua morte due volte. È stata solo uno sgarro di un momento di poca lucidità. Non si diventa pittori facendo un disegno solo: tutti possono sbagliare alle prime armi... no?
M'inginocchio davanti al tuo ricordo.
Perdonami.
Perdonami Jane, perdonami.
Perdonami. Quel poco che mi era rimasto di umano, è morto per sempre con te.
Ti vedo vestita di bianco davanti a un precipizio, e non vedo l'ora di buttarmi giù.
Voglio ancora affondare in quel corpo da cui attingevo la vita. Voglio sentirti ancora sotto le mie mani avide, capaci solo di uccidere.
Eppure, grazie a te, questo mostro era capace di amare. Questo cuore congelato, serviva ancora a qualcosa.
Ora voglio solo cessare di bruciare nelle fiamme della mia pochezza.
Voglio solo spaccarmi la testa, prima d'impazzire.
Dimenarmi su questa Terra come uno spettro, strappandomi il cuore e distruggendo ogni cosa, è la mia giusta condanna. Morire sarebbe troppo liberatorio.
Le tue parole al telefono, per sempre la mia ninna nanna. Soffocano ripetute nella mia bocca lurida, una ad una. Martellano i pochi neuroni rimasti, incitandoli al suicidio.
Non merito alcuna pietà, per averti persa.


Non sono stato nemmeno capace, di tenere il cervello acceso per te.




Commento dell'autrice: amo alla follia Jesse e Jane. La loro storia mi ha corroso la pelle fino a pungere l'anima. Sono e saranno sempre meravigliosi. Non ho più parole per commentare questo rapporto sublime.