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Autore: colfersdietcoke    27/05/2014    3 recensioni
“Erano passate alcune settimane dagli avvenimenti di Trenzalore, e Clara era più stanca che mai. Sebbene si fosse ripresa, le sue notti erano ancora tormentate da ricordi non suoi e volti sfocati di persone che non aveva mai visto, ma che le parlavano come vecchi amici.
[…]
L’uomo le lanciò un’occhiata interrogativa ma non ebbe il tempo di indagare oltre, perché Clara aveva afferrato la sua mano e lo stava trascinando sulla pista.
« Sa ballare, Sergente Barnes? »

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CROSSOVER // ClaraxBucky
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clara Oswin Oswald, Doctor - 11
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: We'll meet again under the iron sky.
Fandom: Crossover {Doctor Who/Marvel}
Personaggi/Pairing: 11/Clara ((accennato)), Bucky/Clara
Rating: Verde
Avvertimenti: /
Sommario: “Erano passate alcune settimane dagli avvenimenti di Trenzalore, e Clara era più stanca che mai. Sebbene si fosse ripresa, le sue notti erano ancora tormentate da ricordi non suoi e volti sfocati di persone che non aveva mai visto, ma che le parlavano come vecchi amici.
[…]

L’uomo le lanciò un’occhiata interrogativa ma non ebbe il tempo di indagare oltre, perché Clara aveva afferrato la sua mano e lo stava trascinando sulla pista.
« Sa ballare, Sergente Barnes? »
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Erano passate alcune settimane dagli avvenimenti di Trenzalore, e Clara era più stanca che mai. Sebbene si fosse ripresa, le sue notti erano ancora tormentate da ricordi non suoi e volti sfocati di persone che non aveva mai visto, ma che le parlavano come vecchi amici.
All’inizio, il peso del passato era così forte che le toglieva il respiro e la costringeva a rimanere a letto per giorni, con le lacrime agli occhi, la testa fra le mani e un grido bloccato in gola; solo il Dottore riusciva a tranquillizzarla, poggiando le labbra fresche sulla sua fronte sudata e stringendola forte, anche per ore.

Il Signore del Tempo era stato un elemento fondamentale per la sua ripresa, e la ragazza non avrebbe potuto essergli più grata.
Appoggiata alle scale che portavano alla sala di controllo del TARDIS, Clara sorrise osservando il suo insolito compagno di viaggi armeggiare con leve e pulsanti, come fossero tasti di un pianoforte.

« Posso farti una domanda? – gli chiese. Il Dottore alzò lo sguardo, scostando un ciuffo di capelli che gli solleticava il naso.

« Basta che non sia troppo specifica! »

La ragazza sbruffò una risata e alzò gli occhi al cielo. – Non oserei mai invadere la tua privacy, Mentone! Mi stavo solo chiedendo … sai davvero quello che fai, o ti limiti a premere bottoni a caso? »

Lui scoppiò a ridere e non rispose, rivolgendole un sorriso furbo. – Questo lo lascio decidere a te. »

Clara gli rivolse un’occhiata perplessa e non indagò oltre pensando che, forse, alcuni aspetti del Dottore sarebbero sempre rimasti un mistero – e forse andava bene così.

« Dove siamo? »
« 31 Dicembre 1944, America! Washington, per essere precisi. Nulla di speciale, non dovrebbero esserci complicazioni particolari. È Capodanno, quindi stanno tutti festeggiando – oh! Potremmo perfino incontrare il Presidente! »

« Farò meglio a vestirmi per l’occasione allora! – rise Clara, correndo verso la stanza-armadio, per poi uscirne poco dopo, in mano due abiti al ginocchio dal tipico taglio anni ’40. – Che dici, a fiori o tinta unita? »

 
« Fiori, decisamente! – esclamò il Dottore, dopo averle lanciato uno sguardo veloce. – Ora facciamo in fretta, la festa non aspetta nessuno! »
 
***
 
Non era possibile. Non poteva essersi persa di nuovo.
Clara si appoggiò al muro di un palazzo, osservando la folla che festeggiava allegra e cercando di scorgere il cappotto del Dottore nel tumulto, ma senza fortuna. Prese un grosso respiro, cercando di calmarsi e spingere indietro le lacrime.

Non so dove sono.

Si prese la testa tra le mani e scivolò fino a terra, tremando. Non poteva buttare all’aria tutte quelle settimane che aveva passato a riprendersi, per una cosa così stupida poi.
Stava per scoppiare a piangere sul serio, quando una voce profonda la fece tornare alla realtà.

« Tutto bene, signorina? »

Clara alzò lo sguardo, incontrando un paio di occhi verde-azzurri. Il proprietario era un uomo della sua età in divisa militare, che le tendeva la mano con espressione preoccupata. Si alzò, approfittando dell’aiuto dello sconosciuto, e annuì.

« Sì … voglio dire, non proprio. Temo di essermi persa – ammise. – Ero con un amico e ci siamo persi di vista ».

« Lo credo bene, con questa folla – sorrise lui, rassicurante. – Ricordate dove eravate diretti? »

« Ehm- in nessun posto, in realtà. Stavamo solo festeggiando ».

Ora che lo guardava bene, le sembrava di averlo già visto. Di sicuro è molto bello, penso fra sé e sé, avrà sicuramente una schiera di ammiratrici.

« Se sono i festeggiamenti che cercate, allora conosco il posto adatto. Forse sembrerò troppo sfrontato, ma potremmo andarci insieme, e vedere se magari il vostro amico è lì – propose, accennando un sorriso imbarazzato.

« Non dovete darvi tanta pena solo per aiutarmi, sono sicura che abbiate già degli amici con cui festeggiare ».

« Assolutamente no. È mio dovere, e onore, accompagnarvi ».

Clara lo scrutò, quasi divertita.

Ci sta forse provando? Chi l’avrebbe mai detto.

 Nascose un sorriso e annuì – Mi farebbe molto piacere. Solo una cosa … possiamo darci del tu? »

Il soldato rise – Lo trovo strano, ma obbedirò senza fare domande. E già che ci siamo, mi piacerebbe conoscere il tuo nome ».

« Clara, Clara Oswald – gli rispose sorridendo. – Ora dimmi il tuo ».

« Sergente James Barnes, ma puoi chiamarmi Bucky ».

 
« Bene, Bucky – disse la ragazza, apprezzando il modo in cui il nome le scivolava dalle labbra. – Mostrami dov’è la vera festa! »

***
 
Ci misero un po’, rallentati dalla folla, ma finalmente arrivarono.
« Eccoci qui – disse il soldato, prendendola sotto braccio e rivolgendole un sorriso smagliante. Clara ammirò a bocca aperta il gigantesco yacht che si presentava davanti a lei, da cui affluivano decine di persone, tutte vestite di modo elegante, e non poté fare a meno di osservare, con occhio critico, il proprio abito a fiori.

« Penso di non avere il vestito adatto – costatò imbarazzata.

« Io invece penso che tu sia bellissima, Clara ».

Lei quasi arrossì a quel commento, e sorrise. – Sei molto gentile».
Bucky le rivolse un occhiolino amichevole, – Non c’è nulla di particolarmente gentile nel dire le cose come stanno. Voglio dire, basta guardare le altre. Stanno bruciando di invidia ».

« Probabilmente sono gelose del mio accompagnatore – scherzò la ragazza, dandogli un colpetto con la spalla. Lui rise, scortandola verso l’entrata dello yacht.

Il posto era pieno di persone che bevevano e ballavano al ritmo della musica di una band che suonava in un angolo.

« Si dice che a questa festa sarà presente anche il Presidente – le sussurrò Bucky, visibilmente elettrizzato.

« Il Presidente? Allora il mio amico sarà sicuramente qui. Non pensiamoci adesso però – disse allegra. L’uomo le lanciò un’occhiata interrogativa ma non ebbe il tempo di indagare oltre, perché Clara aveva afferrato la sua mano e lo stava trascinando sulla pista.

 
« Sa ballare, Sergente Barnes? »
 
***
Clara non ricordava quand'era stata l'ultima volta che aveva riso tanto.

In quel momento, mentre beveva una birra seduta sulle gambe di Bucky, si sentiva più libera che mai. L’unica cosa che la tormentava era quella strana sensazione, quell’impressione di aver già incontrato il giovane Sergente americano da qualche parte – solo, non riusciva a capire dove.

Cercò di scacciare quei brutti pensieri, sistemando meglio il fiore che Bucky le aveva messo nei capelli e concentrandosi su ciò che il soldato aveva appena raccontato.

«Questo tuo amico, Steve, sembra proprio una brava persona – commentò sorridendo.

« Lo è. Sacrificherebbe se stesso per la sua patria e i suoi amici; credo che dovremmo tutti assomigliargli un po’ di più ».

Clara era in procinto di replicare, quando una mano familiare la scosse.

« Clara! La mia Clara! – il Dottore la tirò a sé e le mise le mani sulle spalle, quasi a controllare che fosse tutta intera. – Ero così preoccupato, ti ho cercato ovunque! »

« Sto bene, nulla di rotto. Ho trovato qualcuno che mi ha aiutata – spiegò, indicando Bucky con un gesto della mano.

« Posso confermare – intervenne il soldato.

Il Dottore lo guardò con un’espressione incerta. – E lui sarebbe? »

Clara gli diede una gomitata.

« Lui è Bucky. Ed è stato molto gentile - lo assicurò la ragazza
.
« Lo credo! – esclamò il Signore del Tempo. – Ora dobbiamo davvero andare però, ci sono ancora molte cose da fare … ed io non ho ancora incontrato il Presidente! »

Clara alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, rassegnata. – Fammi almeno salutare! »

Il Dottore sbuffò – E va bene! ».

Lei sorrise e si diresse verso il soldato, che si era messo in disparte.

« Scusalo … è un po’ lunatico – scherzò, accennando all’amico. Bucky sorrise.

« Figurati. Sono io quello a doversi scusare. Credo di aver varcato il territorio di qualcun altro ».

Clara lo fissò, presa alla sprovvista. – Io non sono il territorio di nessuno ».

Il soldato ridacchiò – Sei strana, Clara Oswald. Spero di incontrarti di nuovo, un giorno ».

Clara lo guardò allontanarsi, finché non scomparve tra la folla.

« Lo spero anche io, Bucky Barnes ».

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Note: Olè, rieccomi! A sorpresa e con una shot assolutamente crack, vorrei aggiungere. Però boh, dal momento che la nostra Jenna Louise Coleman era in Capitan America, ed era proprio la blind date di Bucky... ce li ho visti bene. Assai.
E quindi il mio cervello ha vomitato questa cosuccia piena di fluff, cliché e carie ai denti -- e ovviamente dovevo metterci un po' di whouffle perché è la mia religione in questo momento. Non so chi cavolo avrà il coraggio di recensire una cosa del genere, ma se ci siete vi amo tantisssssimisssssimisssimo.
Più di quanto ami Sebastian Stan ((ed è tutto dire)).

Alla prossima!
Ben x
   
 
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