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Autore: Akane    03/08/2008    4 recensioni
Sendoh come vede Hanamichi?
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akira Sendoh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TITOLO: irraggiungibile
AUTORE: Akane
SERIE: Slam Dunk
TIPO: shonen ai
GENERE: sentimentale, introspettivo
RATING: verde/per tutti
PAIRING: Sendoh
AMBIENTAZIONE: imprecisata, prima della fine del manga comunque
MODO: pov di Sendoh
DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma di Inoue.
NOTE: sto rileggendo SD e mi chiedevo, leggendo di tutte le risse in cui rimangono sempre coinvolti Rukawa e Sakuragi... ma se Sendoh, il mio preferito, rimanesse coinvolto in un rissa? Così mi sono fatta un idea precisa ed ecco a scrivere una breve One Shot sull'argomento. Non è nulla di speciale ma c'avevo l'ispirazione... Buona lettura. Baci Akane



IRRAGGIUNGIBILE

Ancora mi chiedo come io sia finito qua, lontano dal mio quartiere...
Sospiro sconsolato, certo, ormai che ci sono è inutile rimuginarci su, però potevo anche fare come faccio sempre e svignarmela appena ho sentito odore di commissioni per casa!
Invece no... sono proprio uno buono, io!
Rassegnato e annoiato mi dirigo verso l'ultimo negozio indicato sul foglietto da mia madre, dopo di questo posso andare anche perché ormai è quasi sera ed i negozi cominciano a chiudere se la mia fortuna me lo concede!
Ho appena fatto gli allenamenti, poteva anche lasciarmi riposare in pace... sono stanco, in fondo. Il coach non ha avuto pietà, come sempre, ed il risultato è che devo recuperare tutto dormendo. Se mi lasciassero dormire, però!
Se mi tengono sveglio devono anche darmi un buon motivo, farmi fare qualcosa di stimolante, insomma. Invece una doccia e via per queste strade malfrequentate lontano dalla mia zona.
Mi passo una mano fra i capelli ancora umidi che mi spettino cercando di sistemarli come normalmente li tengo, il risultato è che qualche ciocca mi ricade sulla fronte.
- Uffa, ho ancora i capelli bagnati! Se mi ammalo è tutta colpa di quella donna! -
Stringo il sacchetto con la spesa e poco prima di entrare nell'ultimo negozio che sembra unico in tutta la città, un gruppetto attira la mia attenzione poco distante da qui, facendomi esitare quel tanto che basta per essere notato da loro.
Si tratta di un litigio fra teppisti, immagino... mi sono fermato perché pensavo che di mezzo ci fosse quel rossino dello Shohoku, invece con delusione devo ricredermi. Pazienza, speravo di divertirmi un po'.
Alzando le spalle ignoro quei ragazzi che smettono di discutere ed entro nel negozio per fare la mia noiosa ultima commissione.
Se avessi incontrato Sakuragi le cose sarebbero cambiate sicuramente, quel tipo mette un allegria incredibile, ha un dono naturale. Un mezzo sorriso si forma sulle mie labbra pensando a lui ed automaticamente un senso di invidia verso Rukawa mi invade.
Mi piacerebbe essere al suo posto, ogni tanto... secondo me non si rende conto della fortuna che ha ad avere uno come lui in squadra. Non per il suo talento latente bensì per quel carisma che impedisce a chiunque di ignorarlo.
Non credo che si detestino veramente come fanno credere, anche se in fondo non li conosco bene e non ho fatto altr/yche guardarli in campo.
Mi piacerebbe conoscerli meglio...
Esco dal negozio con tutti gli acquisti fatti, dopo di questo non potranno più darmi dello scansa fatiche. Anche se è vero.
Muovo pochi passi poiché dopo qualche metro mi rendo conto di essere seguito, giro appena gli occhi senza spostare la testa. Sono quelli di prima... forse si sono stufati di prendersela fra di loro. Bè, potevano andare ad ammazzare il tempo in qualche altro modo. A me piace quando mi lasciano in pace, non sono uno di quelli che aborra la tranquillità, anzi.
Certo, se mi annoio troppo non mi va bene comunque perché finisce che mi addormento, ma come diversivo non intendo una bella rissa. Koshino andrebbe a nozze al posto mio. Lui sì che accetta le provocazioni!
Non mi scompongo e non raccolgo provocazioni ancora prima che me ne facciano, magari sono fortunato e mi lasciano andare. Cosa ho fatto, poi?
Li ho guardati prima, non è un delitto.
Bah... certa gente ha proprio bisogno di un hobby che non sia la criminalità!
Giunto in una zona un po’ morta di questa strada attaccano bottone fermandomi per un braccio, mi girano bruscamente e mi chiamano con aria di piantagrane:
- Ehi, tu! – Trattengo il sospiro quindi con un buon autocontrollo sorrido di circostanza e assolutamente calmo, rispondo educatamente:
- Si? – Dal mio modo di fare sembra che io stia parlando con dei cortesi passanti che vogliono una semplice informazione… in realtà le cose stanno diversamente, ma non è detto che io debba per forza finire con un occhio nero. Se non voglio fare a pugni ci sono altri modi per difendersi.
- Cosa hai da guardare? – Dunque, forse sono scemo io ma mi pare che le cose non siano come loro dicono… o mi sbaglio?
Quindi con faccia tosta e un tono leggermente sornione, replico:
- Abbi pazienza… ma mi pare che siete stati voi a fermarmi… - Qua li guardo con attenzione senza farmi cogliere da nessun panico. Sono alti e ben piazzati fisicamente ed hanno la faccia come quella di Sakuragi, ovvero da teppisti, ma io sono altrettanto alto e nemmeno impegnandomi riesco a provare paura. Del resto sono ragazzi come me, non c’è davvero nulla da impensierirsi.
- Davvero? E prima? – Quanta pazienza ci vuole…
- Pensavo di aver visto un mio amico ma non era così quindi non vi ho disturbato. – Forse ad innervosirli è la mia totale tranquillità…
- Non mi piace essere guardato, specie da uno che fa la faccia da saputello superiore a tutti! – Ringhia quello che probabilmente è il capo branco. Non mi scompongo.
- Ascolta, devi prendere le cose con più leggerezza, non devi prendertela sempre per delle sciocchezze o finisce che invecchi prima del tempo! – è tipico mio mantenere la calma in ogni situazione e più le cose sono critiche più io sono concentrato ed in me, con un tale divertimento che mi si muove dentro da farmi attraversare di corrente elettrica.
Ora non mi diverto ma ugualmente non mi sembra il caso di agitarsi, non ci riuscirei nemmeno volendo.
- Che fai, prendi per il culo? –
Reagisce male quindi al mio: - Non mi sognerei mai! – Che forse sa effettivamente di presa in giro. Alza il pugno e fa per colpirmi, istintivamente schivo il colpo con agilità ed ottimi riflessi e il ragazzo finisce per colpire un’altra persona.
Questo è divertente, mi esce il sorriso spontaneo alla scena e forse non è gradito ma quando mi giro a vedere chi è stato il destinatario del pugno, rimango senza parole ed il sorriso mi si congela sulle labbra.
Questa poi…
- Chi ha osato colpire il mito vivente? – Questa frase sarebbe bastata a farmelo riconoscere però i suoi capelli rossi inconfondibili non mi lasciano dubbi. Piego la testa e lo vedo meglio… si, è Sakuragi invocato dai miei pensieri.
Che bellezza… ora si che le cose si fanno interessanti!
Si è beccato un discreto livido sullo zigomo destro ma pare non notarlo veramente, quel che nota è che qualcuno ha osato attaccarlo impunemente, quindi eccolo che parte coi suoi soliti sragionamenti!
In un attimo è lui che si accapiglia con il gruppetto ed io, senza essere notato minimamente, mi metto in disparte appoggiato al muretto ad aspettare che finiscano.
Trattengo a stento l’espressione felice, di attimo in attimo non riesco a fare a meno di esprimere questo buon umore che mi è arrivato da dentro appena l’ho visto. Di natura sembro stupirmi di tutto e al contempo di nulla, mi dicono che non faccio mai capire nulla di quel che penso e per di più spesso ho, appunto, quest’aria da presa in giro, una faccia tosta un po’ saccente. In realtà sono cose che mi dicono gli altri e che scrivono su di me, io di mio non mi ritengo così se non uno annoiato che si diverte quando gli altri non ci riescono affatto.
È uno spettacolo insperato e molto interessante, Sakuragi che come un treno fa a botte davanti a me. Appoggio il mento sul palmo mentre incrocio le braccia sul petto e non mi perdo nemmeno un suo movimento.
È molto forte e deciso, sa il fatto suo, a volte sembra quasi che non abbia limiti. Non credo di aver mai incontrato uno così… mi incuriosisce parecchio e a modo suo mi affascina.
Ha lasciato il segno da subito, appena entrato nella nostra palestra. Nessuno di loro si è notato all’istante come lui eppure ci sono persone degne di nota, in quella squadra. Sakuragi è stato il primo a farsi notare ed anche se lo faceva proprio con quell’intenzione, non era una cosa programmata. Non perde tempo a riflettere su cosa fare per mettersi in mostra perché prima che possa farlo ci si è già messo.
È una forza della natura.
Quando finiscono di prenderle se ne vanno a gambe levate spaventati e tutti malconci. È solo qua che si volta verso di me e mi ringhia contro senza riconoscermi subito:
- Ne vuoi anche tu? – Quindi scoppio a ridere, non riuscivo più a trattenermi… è troppo divertente. Non so come faccia ma mi muove qualcosa dentro qualunque cosa faccia!
Mi alzo dal muretto e gli vado davanti mettendomi sotto un lampione insieme a lui, la luce serale rende difficile il riconoscimento ma appena mi mette a fuoco si illumina:
- Sendoh! Ma guarda, uno dei miei rivali! – Già, perché ne hai tanti… peccato che loro non sappiano di esserlo.
- Ciao Sakuragi. – Quindi limito la mia risata ad un sorriso dei miei e osservandolo attento negli occhi, riprende senza sentirsi a disagio:
- Che ci fai da queste parti? – Alzo il sacchetto della spesa:
- Commissioni. – Non sembra avercela con me come ce l’ha con Rukawa… non so perché ma si accende di fuoco solo con lui, con gli altri che affronta sono fuochi che si spengono subito ma con quel ragazzo no.
Credo che mi veda veramente come un ottimo giocatore da superare, un rivale di tutto rispetto. Lo si capisce da come mi guarda e da come si rapporta nei miei confronti. Poi dipende anche da come uno lo fa nei suoi.
Io in certe occasioni lo provoco e lui ci casca, non riesco a farne a meno… vedere come prende fuoco per qualcosa che dico o faccio è appagante quanto un canestro, a volte. Altre lo studio seriamente stupito riuscendo a vedere tutte le sue reali capacità ed il livello che può raggiungere. È una persona dalle mille sorprese ed io adoro le sorprese.
È stato una calamita per me dal primo sguardo. Ho subito capito che lui è diverso dalla massa.
Mentre Rukawa è un ottimo giocatore e rivale in campo, Sakuragi è una creatura veramente anonima e notevole.
- Hai visto che roba? Quelli hanno osato attaccarmi… ma dico, forse volevano morire? – A questa frase sinceramente pensata io rido di nuovo, quindi rispondo:
- E’ probabile, sai… - Non so se ha visto che avevano tentato di farmi la pelle ma come sostenevo prima, se uno non vuole reagire coi pugni, ci può riuscire benissimo!
- Non dovresti girare per queste strade, ci sono un sacco di brutti ceffi! – Dice quindi sorprendendomi. E questa cosa dovrebbe essere? Una raccomandazione?
- Hai proprio ragione. – Rispondo quindi sorvolando sul fatto che insieme ai brutti ceffi c’è anche lui, poi continuo: - E tu che ci fai in giro a quest’ora? –
Lui tira su il borsone d’allenamento e con aria gongolante risponde:
- Mi sono fermato ad allenarmi fino ad adesso… sai, allenamenti speciali. Un genio come me non si accontenta mai! –
È unico… sono queste sue convinzioni ferree che lo rendono speciale. È come un bambino, ciò in cui crede nessuno riuscirà a smontarlo ed io mi auguro che rimanga con questa purezza di fondo, perché è facile innervosirsi per questi suoi modi megalomani ed irruenti ma questa è l’apparenza.
Quello che Sakuragi è in realtà, che io ho visto da subito e che mi ha fatto interessare così a lui, forse più che a Rukawa, è libertà e fede ed un altro mondo completamente inesplorato perfino da sé stesso. Ciò che c’è là dentro non esiste in nessun altro e se solo qualcuno lo vedesse, lo farebbe subito suo.
- Allora mi raccomando, genio, non mollare mai e continua così che devi ancora battermi. –
Lui si illumina ulteriormente e come se sprizzasse luce da ogni poro comincia:
- Certo, te e quel maledetto volpino da strapazzo non mi scapperete ancora a lungo. Avete i giorni contati! Contro il basketman Sakuragi non si scherza mica, sai! – E forse gli piace che io lo stia ad ascoltare e non tronchi queste sue manifestazioni di sicurezza… o deliri di onnipotenza, come direbbe Rukawa probabilmente. Gli piace che io non lo contrasti, non lo smonti o non lo guardi come se fosse scemo. Gli piace e magari coltivando questo rapporto che sono riuscito un po’ ad instaurare, le cose potrebbero girarsi a mio favore… chissà…
- Bravo, l’importante è non spegnersi mai. Devi continuare ad andare avanti a testa alta, eh? – Voglio continuare a trovarti sulla mia strada.
- Puoi giurarci! E finalmente anche Rukawa si arrenderà al mio genio e dovrà ammettere di essermi inferiore! - … oppure semplicemente non accadrebbe nulla di quello che spero perché comunque Sakuragi è già di Rukawa e viceversa… solo che loro ancora non lo sanno.
A me sembra così evidente, come ho visto subito quello che c’è veramente in lui, ho visto subito anche cosa c’è veramente fra quei due.
Sono solo troppo testardi.
Credo che si tratti di questo.
Mio malgrado trattengo questa lieve malinconia che con questa consapevolezza, l’ennesima, mi si è affacciata.
Sakuragi rimane a modo suo uno di quei sogni irraggiungibili poiché sono di qualcun altro.
Così come il cielo è degli uccelli ed il mare dei pesci, Sakuragi è di Rukawa. È così e lo sarà sempre.
Per me è troppo evidente per ignorarlo e far finta di nulla. Sarei uno sciocco.
Però non smetterò di guardarlo, studiarlo, osservare tutti i suoi miglioramenti e sorprendermi per le sparate che si inventa una volta di più.
- Ora devo salutarti, Sakuragi. Stammi bene e mi raccomando, continua così! – Come se ci fosse davvero bisogno di dirglielo.
- Naturale! Io sono il mito vivente! – Lo dice con quella sua espressione risoluta, infuocata e piena di vita.
Ci salutiamo e ognuno si avvia per la propria strada.
Già… fuoco. Lui è davvero il fuoco.
Ed io sono davvero una falena.
Sembra strano dirlo ma anche Sakuragi è irraggiungibile, per un modo diverso da cui tutti credono, che non riguarda il basket. È irraggiungibile come persona.
Come persona da avere.
Certo non per Rukawa, ovvio.

   
 
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