Solitamente, le storie, iniziano con un arrivo, questa, invece è un po’ diversa, quasi come la persona che l’ha scritta, questa, inizia con un addio.
PROLOGO.
I giorni che ricordiamo di più, sono quelli in cui nevica, in cui fa tanto caldo, tanto freddo, o le strade sono inagibili per allagamento, io no, a me piaceva ricordare le giornate come quella di oggi, quando anche in città, si sente la brezza marina, quando i fiori di ciliegio sulla stradina che porta al supermercato sono in fiore, e profumano più che mai, e quando il sole, ti fa quasi paura guardarlo, per il timore di perdere la vista anche solo per un istante.
Così, cammini con la testa bassa, e noti la rugiada sull’erba, quell’erbetta antipatica che spunta presuntuosa tra una mattonella della strada e l’altra.
Forse avrei sentito nostalgia di quella piccola città, in cui quasi tutti vorrebbero vivere, dove c’è pace, ci si conosce tra vicini di casa, ci si presta la salvia quando manca, e si chiedono favori come a dei fratelli.
A proposito di fratelli, il mio, mi stava giusto aspettando all’aeroporto, dall’altra parte del mondo, ad Amsterdam. L’avrei raggiunto presto, in paese immagino che tutti parleranno della mia famiglia quando me ne sarò andato, già immagino la faccia della signora Lorella –Questi ragazzi d’oggi, tutti intraprendenti, partono, senza un soldo e lasciano i genitori pieni di debiti e soli!- con quella voce stridula e la puntina di acidità che lei, pensava, ci stesse sempre bene.
Hanno parlato di mio fratelli, sei anni addietro, e parleranno anche di me, nel presente. Vi chiederete sicuramente, cosa va a fare, un povero vent’enne, ad Amsterdam, senza un lavoro, e con suo fratello?
Ehi, non vi azzardate a pensare che vada li per la grande fama delle prostitute, o della marijuana che si vende in alcuni posti, tranquillamente, insomma, avrei potuto avere prostitute e droga anche nel mio bel paesino, se l’avessi voluto, ma Amsterdam non è solo questo, è l’andare a Vondel Park, provare i formaggi olandesi, è la casa di Anne Frank, è la biblioteca più grande d’europa, è navigare sul fiume col pedalò, quasi come Venezia, ma in modo ancora più immenso, è dolci al cioccolato, è tulipani.
Ecco perché, ho deciso, raggiunta la maggiore età e con un obbiettivo, che ancora non vi dirò apertamente, voglio che lo capiate da soli, di raggiungere mio fratello nella fantomatica capitale dei Paesi Bassi.
Finito di preparare la valigia, che come da tradizione, si prepara all’ultimo minuto, esco dalla porta, e i miei genitori, erano li, di fronte al bianco taxi, che aveva radunato dalle finestre le vicine spione –tra cui la signora Lorella- pronti a salutarmi. Abbraccio forte la mamma, inebriandomi del suo odore che mi sarebbe dovuto bastare per un bel po’ di tempo, diedi una pacca sulla spalla a mio padre, che però poi si sciolse e mi diede anch’egli un abbraccio, con il mento tremolante e gli occhi lucidi. Mi infilai nell’auto, salutando dal finestrino la mia famiglia urlando poi un –Vi voglio bene!- quasi gli servisse da promemoria.
Prossima destinazione? Amsterdam.
Angolo autrice: Dopo svariati mesi di assenza -a causa del liceo che mi tiene impegnata tutti i giorni della mia inutile vita- sono tornata, dopo un intero anno finalmente inizio ad avere un po' di tempo e appena finita la scuola, credo ripartirò a bomba. Questa è una piccola prova che ho tentato di scrivere ieri e se piacerà a quale pazzo psicopatico potrei anche continuarla, per cui... Nulla, se siete arrivati fin qui e siete minimamente incuriositi fatemelo sapere. Grazie per l'attenzione.
- £udovic@