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Autore: heronswift    28/05/2014    4 recensioni
Hai presente quando sei in apnea ma non riesci a risalire e l'aria ti manca, anche fin troppo? Ecco, io mi sento un po' così da quando te ne sei andato. Perché, è inutile negarlo, mi manchi come l'aria. Mi manca stare ore e ore sul divano insieme a te a giocare a Fifa e mi mancano anche tutte le tue imprecazioni ogni volta che ti stracciavo e non succedeva raramente. Perché fattelo dire, eri una schiappa Cal. [...]
E mi sento ridicolo a scrivertelo qui, sulle note di un cellulare.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sulle note di un cellulare

«But I don't wanna go to heaven
If you're going to hell
I will burn with you »


Mi sembra strano.
A te no?
Ti sto scrivendo cose che mai tu leggerai o che mai io ti dirò. Ormai quel tempo è passato. Buffo anche, sto scrivendo al mio migliore amico sulle note di un cellulare mentre sono disteso sul letto a riflettere.

Però mi sento in dovere di farlo. Mi sento in dovere di farti sapere cose che nessuno sa, cose che nemmeno tu sapevi quando eri qui, qui insieme a noi, qui insieme a me. Sono un tipo abbastanza strano lo sai, però sono sicuro di sapere quello che provo per te da un po'. Ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.
Non sei sempre e solo stato il mio migliore amico, per me sei sempre stato di più.
E per 'di più' non intendo come un fratello, intendo dire che sono sempre stato innamorato di te, Calum.
Perché è così, il tuo ormai non tanto piccolo Lukey ti ama, da sempre. E mi sento ridicolo a dirtelo adesso, sulle note di uno stupido cellulare. Vorrei avertelo detto prima.
Vorrei averlo fatto guardandoti negli occhi, posando le mie iridi azzurre sulle le tue. Ma non l'ho fatto e me ne pento terribilmente.

Sai cosa faccio quando mi manchi? Il che succede ogni fottuto giorno.
Penso. Anzi ti penso, penso a te e a tutte le cose che avrei potuto dirti quando ne avevo l'opportunità, penso a te e al tuo sorriso. O ascolto. Ascolto la tua voce registrata in uno dei mille file audio che mi lasciavi sul cellulare quando ti annoiavi perché si, sono ancora salvati. O ascolto la tua risata alla fine di uno di questi.
Quella è decisamente una delle cose che mi ha fatto innamorare di te, Calum.
Amavo quando ridevi di gusto alle battute squallide di Ashton.
Il tuo volto si illuminava. Quando ridevi avevi uno strano vizio, battevi mani e piedi, una cosa che ho sempre trovato adorabile.
La tua presenza era frutto di risate e sorrisi. Soprattutto i miei.
Ti ricordi di tutti quei keeks che facevamo? Li riguardo quando non so che fare, e rido. Eravamo proprio degli scemi. Tu lo eri più di tutti.
Ma adesso hai idea di quanti sorrisi e risate hanno smesso di esistere quando te ne sei andato?
Sono passati esattamente 238 giorni 17 ore e 06 minuti da quando quella macchina ti ha investito. 239 giorni 10 ore e 14 minuti da quando ci hai lasciato, da quando il tuo cuore ha smesso di battere.
E mi sento in colpa ogni giorno. Stavi venendo da me quando è successo quel che è successo. Ti avevo chiesto io di farmi compagnia in casa dato che ero solo. E tu mi avevi detto 'Sono lì tra cinque minuti, Lukey' ma non sei mai arrivato. Ed io aspetto ancora sai? Aspetto ancora te che varchi il cancelletto del mio giardino e suoni il campanello, sorridendo e mostrandomi il pacco di caramelle che eri solito a portarmi perché sapevi che le avrei gradite. Sono 238 giorni 17 ore e 04 minuti che ti aspetto. Invece quando il campanello suonò, quel giorno, non c'eri tu, con il sorriso stampato in volto e con un pacco di caramelle in mano, no, c'era tua sorella, con il volto rigato dalle lacrime e stentava a parlare. Mi aveva raccontato del volo di un metro che ti aveva visto fare e del caos che si era creato intorno a te. Sinceramente non so per certo quale fu la mia reazione, ma ricordo che mi misi a correre, correre più forte che potevo per raggiungerti in ospedale. Cal, io, Luke Robert Hemmings, che corro! Ti rendi conti?
Ma per te avrei anche corso la maratona di New York.

Quando il giorno dopo mi dissero che te ne eri andato per sempre mi crollò il mondo addosso. Sono 239 giorni 9 ore e 48 minuti che anche un pezzo del mio cuore ha smesso di battere.
Ti ricordi Ashton? Il ragazzo con tre tipi diversi di risata? Il ragazzo che aveva sempre la battuta pronta? Bè, quel ragazzo non c'è più. Da quando te ne sei andato né lui né Michael e né io siamo più gli stessi. Non suoniamo più sai? So che avresti voluto che continuassimo, so che avresti voluto vederci famosi ma senza di te? Calum, senza di te non esistono i 5 seconds of summer. Senza di te non c'era motivo di andare avanti anche perché sia io che Michael abbiamo spaccato le nostre chitarre in un momento di pura rabbia.
Rabbia nei confronti di chi ti ha portato via da noi. Via da me.
Hai presente quando sei in apnea ma non riesci a risalire e l'aria ti manca, anche fin troppo? Ecco, io mi sento un po' così da quando te ne sei andato. Perché, è inutile negarlo, mi manchi come l'aria.

Mi mancano gli abbracci che mi davi quando avevi voglia di coccole. Mi manca urlarti contro perché eri solito a lasciare in giro la tua roba quando passavamo le vacanze insieme. Mi manca stare ore e ore sul divano insieme a te a giocare a Fifa e mi mancano anche tutte le tue imprecazioni ogni volta che ti stracciavo e non succedeva raramente. Perché fattelo dire, eri una schiappa Cal.

E mi mancano da morire le notti che passavamo a dormire abbracciati.
La prima volta ero stato io a venire da te. Avevamo deciso di passare una settimana tutti insieme a casa tua dato che era libera ma quella sera pioveva e sai quando io odi i temporali. All'ennesimo tuono ero venuto nella tua stanza in punta di piedi, ero rimasto fuori dalla porta per circa 10 minuti e poi avevo preso un respiro e ti avevo chiamato. Avevi aperto un occhio e mi avevi guardato con affare strano poi un lampo aveva squarciato il cielo accompagnato da un tuono e senza dire nulla avevi
spostato le coperte e avevi lasciato che entrassi nel letto insieme a te, mi avevi abbracciato per rassicurarmi e poi dandomi un bacio sulla guancia mi avevi augurato la buonanotte.
Magari hai anche dimenticato tutto questo ma io no e non credo che lo farò facilmente.
Non ho intenzione di dimenticare nulla di quello che facevamo insieme. Nemmeno le cose pià idiote. Non ho intenzione di dimenticarti, Calum.
Perché se mai lo facessi non mi resterebbe più nulla di te.
Tutti mi dicono di andare avanti, i miei genitori, i nostri professori, ma nessuno capisce. Nessuno capisce che senza di te io non vado da nessuna parte. Come faccio ad andare avanti senza la parte migliore di me? Come si fa ad andare avanti senza Calum Hood? Tu lo sai? No perché vorrei tanto saperlo.

Vorrei riuscire a passare una giornata senza le lacrime, senza fissare la porta ogni secondo. Vorrei poterti incrociare tra i corridoi della scuola e correre ad abbracciarti, ancora una volta. Vorrei tante cose, sai? Vorrei te, accanto a me. Vorrei poterti dire quando ti amo. Vorrei poterti vedere sorridere ancora. Ma non posso avere tutto questo e mi accontento quindi di scrivertelo. Sulle note di un cellulare.




 

Spazio autrice:

Salve gente.
Se siete arrivati fin qui avete avuto un bel coraggio. E' la prima os che scrivo e ho deciso di farla sui cake, diciamocelo, sono tenerissimi.
Allora vorrei dire un paio di cose su questa ''os''.
E' nata la scorsa sera mentre mi annoiavo e la parte quando Luke va da Calum durante il temporale l'ho sognata qualche settimana fa e siccome è stato uno dei sogni più belli che abbia mai fatto ho deciso di aggiungerlo anche qui.
Vorrei ringraziare le persone che mi hanno spinto a pubblicare, senza di loro probabilmente avrei cestinato anche questa.
Adesso vi lascio.
Alla prossima
, spero.
-Giads.


 

  
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