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Autore: tristansarms    28/05/2014    1 recensioni
Lui, il suo sorriso, il suo sguardo, la sua voce.
Eravamo solo noi due, senza che nessuno ci disturbasse. Soltanto io e lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bradley Simpson, Tristan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Brad, io non potrò più fare parte del gruppo. Prima, mentre tu stavi aspettando, tua madre è venuta qui e ha incominciato a parlarmi, sentivo poco ma abbastanza da capirci qualcosa. Blaterava sul fatto che ti sto rovinando, che sono una brutta influenza e sarebbe meglio se abbandonassi il gruppo. Credo abbia scoperto qualcosa su di noi, non ne sono sicuro però.

- Cosa? Lo sapevo, quella non si fa mai gli affari suoi, non mi interessa comunque, è la mia vita e ci faccio quel che voglio. Tu non abbandoni il gruppo, se lo può scordare.

- Non voglio che tu ci stia male, se non te la senti dimmelo - dice in lacrime.

- Ma lo capisci il concetto “è la mia vita e ci faccio quel che voglio”? A quanto pare no, se mi vuole veramente bene come dice mi lascerebbe fare ciò che voglio.

Ecco il solito silenzio di tomba, però penso di avergli fatto capire il concetto, lui rimane mio e su questo non c’è dubbio. Stiamo passando tutta la notte qua, a guardare le stelle. Come avremmo dovuto fare sul balcone della mia cameretta, noi due, da soli. Le sue braccia sono soffici e morbide, ci resterei immerso per tutto il giorno, ma è ora di tornare nella sua stanza.

- Beh, ora vai pure a casa, hai bisogno di riposarti Brad.

- Non sono stanco, non preoccuparti di me, piuttosto pensa a mangiare qualcosa, immagino tu sia affamato. Vuoi che vada al bar per prenderti qualcosa? - gli chiedo.

- Se per te non è un problema, sì.

Gli faccio un sorriso e chiudo la porta, incamminandomi verso il bar. Ogni volta che attraverso una strada risento il rumore di quella macchina, non è niente di grave quel che è successo, però mi sono preoccupato tantissimo. So di sembrare un po’ strano, però non ci posso fare nulla, lo amo così tanto.

- Buongiorno, potrei avere un caffè e un pezzo di torta al cioccolato? - chiedo alla commessa del bar.

- Certamente, vuole una busta per portarlo via?

- Sì, grazie mille.

Le do i soldi senza dire nient’altro, prendo il sacchetto e mi incammino velocemente per l’ospedale. Intanto mi metto le cuffie e ascolto un po’ di musica. Mi sento in colpa per tutto, soprattutto ho il rimorso di non avergli detto ogni cosa che mi succedeva. Se l’avessi fatto prima probabilmente non sarei qui, a portare del caffè e della torta al mio “ragazzo”, se proprio devo chiamarlo così. Non abbiamo ancora fatto una conversazione del genere, però non sono sicuro che lui lo voglia veramente, magari ha bisogno di tempo, forse vuole solamente andarci piano.

- Tris sono io, apri la porta - ha chiuso la porta a chiave, strano.

- Sì, solo un attimo Brad - eccolo che apre la porta, a quanto pare non voleva che qualcuno oltre a me entrasse dentro.
- A che ora puoi andartene da qui? - chiedo io.

- In teoria anche ora, non c’è un orario stabilito.

- Allora cosa aspettiamo ad andarcene? Ricordati che abbiamo un concerto oggi - appena dico l’ultima parola, lui abbassa lo sguardo per terra per pochi secondi.

- Brad, credi che James e Connor lo dovrebbero sapere?

- Sapere cosa? Non capisco.

- Di noi due, sai sarebbe strano vedere gli altri due membri del gruppo farsi occhiatine e stare sempre insieme, un dubbio potrebbe venirgli.

Aveva detto “di noi due”, quindi a quanto pare erano solo paranoie le mie. Non credo sia sbagliato dirlo agli altri, anzi sarebbe un bene per il gruppo, meglio non avere segreti.

- Diciamoglielo, sappiamo che ci accetterebbero, non sono come certe persone - riferimenti puramente casuali a mia madre.

- Va bene amore, come vuoi tu.

Amore? Mi aveva davvero chiamato così? Sì, a quanto pare non è tutto un sogno.

- Scrivigli un messaggio e digli che il concerto si fa, ne parleremo un’altra volta, magari dopo il concerto - dico a Tris.

Intanto ci incamminiamo a casa mia, ormai Tris è a posto, non ha bisogno di stare sotto controllo. Potremo stare un po’ da soli, dato che mia madre è al lavoro. Dopo quel che è successo mi sembra il minimo per dimenticarci di tutto.

- Brad, che ne dici di sdraiarci un po’? Ho le gambe a pezzi.

- Certo Tris, fai come se fosse casa tua - gli rispondo.

Eravamo sdraiati sul letto, mano nella mano, ad abbracciarci. Ho pensato al fatto che è sempre lui quello a fare la prima mossa, quindi ora tocca a me.

- Tris, ti amo.

- Pure io Brad - mi disse sorridendo.

Prima che si avvicini lui, mi avvicino alle sue labbra e appoggio le mie sulle sue. È la cosa più bella del mondo il suo bacio, tutti ne vorrebbero uno così. Non è il solito, è uno vero, quello in cui hai i brividi per tutta la schiena e incominci a sentire le farfalle nello stomaco. Sento un rumore di passi, però non mi andava di preoccuparmene, non in questo momento.

- BRAD! TRISTAN! COSA STATE FACENDO?
 

   
 
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