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Autore: Alexel_Sid    28/05/2014    1 recensioni
Questa fanfiction riprende la storia del circo, precisamente dal manga numero 6 di Black Butler, quando Sebastian e William si trovano faccia afaccia e sono costretti a dividere la tenda e ad esibirsi nel circo, ma il tutto è visto con gli occhi di una terza persona: Grell Sutcliffe!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, William T. Spears
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Sospeso! Lui, sospeso proprio in un momento simile! Ancora non riusciva a capacitarsi di un’ingiustizia tale.
-E perché, poi? Per una cosuccia da niente- borbottò mentre si sistemava a sedere su un groviglio di cordame ammassato tra delle casse di legno.
Ricordò le parole di William dopo aver saputo che avrebbe dovuto sostituirlo in quell’azione di recupero.
-Onestamente, Sutcliffe, non pensare che faccia gli straordinari senza tener conto delle tue azioni-
Dopodiché gli aveva levato dalle braccia la sua amata death shyte. Con quale cuore aveva potuto lasciare una Lady disarmata?
-Oh, Will … che uomo!-
La coerenza non era mai stata sua amica. Si sentiva ferito nell’orgoglio senza la sua piccola al suo fianco, ma tutto ciò lo rendeva anche entusiasta, perché aveva un piano: lo avrebbe seguito durante la missione e lo avrebbe aiutato nel recuperare le anime. Un’ottima idea, se solo avesse pensato prima al fatto che non aveva neanche l’ombra di una falce. Ma ormai era lì.
Sospirò e si lasciò cadere all’indietro, convinto che il tendone alle sue spalle fosse in grado di sostenere il suo peso, ma non fu così; appena si poggiò l’angolo cedette, lasciandolo cadere a terra lungo disteso sulla schiena. Imprecò portandosi una mano sulla nuca dolorante e notò che all’interno della struttura c’era qualcuno. Si tirò su e si nascose dietro il lembo che aveva ceduto per vedere chi era quella gente. Non si aspettava di vedere chissà cosa, era stato molte volte al circo, non per divertimento, sia chiaro. Un ragazzo con una mano strana, un ragazzino fastidioso che correva appresso a una capellona tutte curve, un nanerottolo orbo e musone che gli sembrava di aver già visto da qualche parte e un …
-SE … SABAS-CHAN! <3 –
Grell non poteva credere ai suoi occhi, il destino lo aveva baciato donandogli la fortuna di rincontrarlo. Il maggiordomo si voltò verso di lui, ma fu abbastanza veloce da chiudersi la tenda in faccia per non farsi vedere, anche se sapeva che il maggiordomo aveva percepito qualcosa. Aspettò qualche minuto, poi tornò ad aprire uno spiraglio per poter guardare all’interno e tese l’orecchio per origliare.
-Ahahah Smile, stai davvero sempre appiccicato a Black! È ora che diventi indipendente!- disse il ragazzino fastidioso che aveva smesso per un po’ di seguire la capellona.
“Da quale pulpito viene la predica” pensò.
-Black sarà nella tenda nove. Quindi avrà come coinquilino Suit!-
Grell passò lo sguardo da Sebastian all’altro, smorzando il sorrisetto indispettito che aveva e quasi mordendosi la lingua per lo stupore.
-Will!!!-
No! No! No!No! NO! Così non andava per niente bene! Non perché non fosse felice di vedere anche lui, ma perché tanta abbondanza in un colpo solo rischiava di diventare un macello. Come avrebbe potuto avvicinarsi a Sebastian senza essere visto da Will se erano nella stessa tenda? Sapeva già che si sarebbe infuriato come una belva se si fosse anche solo avvicinato a meno di tre metri dal demone. E come aiutarlo senza fargli pensare che era lì solo per Sebastian?
-Oh, Grell! Pensa! Pensa!-
Nel frattempo i due avevano discusso di qualcosa che lui non capì, ma sapeva che di certo Will non era entusiasta del dover dividere la tenda con un demone. Grell quasi si morse le mani per l’occasione che gli era stata negata per via della sospensione. Uscirono dal tendone, diretti alla tenda nove. Attese un po’ e li seguì, non doveva perderli d’occhio neanche un secondo!
Arrivati alla tenda Sebastian diede la precedenza allo Shinigami, poi entrò. Grell si distese nell’erba accanto alla tenda per ascoltare, in attesa che uno dei due uscisse, solo così avrebbe potuto incontrarli separatamente.
-Il tuo letto è quello di sopra- disse Will -oltre questa linea c’è la mia zona privata, vedi di non metterci assolutamente piede-
-Ho capito- rispose l’altro con tono reverenziale. Aveva ben capito come prenderlo in giro, la cosa fece ridere Grell, ma dovette trattenersi per non essere sentito.
-Insomma! Mi chiedo perché mi tocca di convivere con un diavolo …! Ti avverto, al contrario di voialtri, noi dei della Morte necessitiamo riposo. Fai in modo di non produrre rumori che possano disturbarmi mentre dormo-
“Mo lo mena! Mo lo mena!” pensò l’altro, ancora nascosto, ma Sebastian si limitò a risponderlo con nonchalance e a prendere posto sul letto di sopra.
Le luci si spensero e nell’accampamento regnò il silenzio, rotto a tratti dal russare di qualcuno che dormiva in una tenda vicina, e Grell aspettò. Passò una mezz’ora, poi un’ora, poi due, tre, ma nessuno entrava, né usciva dalla tenda numero nove. Aspettò ancora, convinto che avrebbe dovuto aspettare la mattina seguente per vedere qualcuno muoversi, dopodiché decise di entrare. Sgattaiolò nella tenda in punta di piedi, sperando di evitare il ticchettio dei tacchi e che nessuno dei due percepisse il fruscio della sua giacca e avanzò fino al letto a castello. Will dormiva come un sasso, ma lui sapeva che il sonno degli Shinigami può ingannare. Gli si avvicinò per svegliarlo, ma sul momento non resistette all’idea di poter osservare Sebastian dormiente, quindi salì i primi due gradini della scaletta che portavano al letto di sopra e si affacciò per guardarlo.
“Ma guardalo … sembra un cadavere, che amore!”
Piegò la testa di lato, intenzionato ad aspettare un po’ per rifarsi gli occhi, sapendo che non gli sarebbe mai più capitata un’occasione simile, ma Sebastian spalancò gli occhi di colpo, facendolo sussultare. Grell cadde dalla scala e finì a terra, ma fu abbastanza veloce da trascinarsi sotto il letto di Will prima che il demone potesse affacciarsi per vedere chi avesse fatto tanto rumore. Di conseguenza, anche Will si svegliò e puntò la sua death shyte contro Sebastian.
-Dove vai? Hanno già spento le luci da un bel po’! Onestamente, non posso certo farmi rubare le anime mentre dormo. Puoi evitare di andare in giro senza padrone?-
Sebastian non rispose e tornò a stendersi nel suo posto. Tutto tornò silenzioso come prima che qualcuno disturbasse la quiete. Nel frattempo, quel qualcuno si stava massaggiando il sedere dolente per l’atterraggio di quella caduta.
“Disonore! Oltraggio! Che dolore! Avrei dovuto aspettarmelo!” si rimproverò. Adesso era bloccato!
 
La nottata passò e, come da abitudine, Sebastian saltò giù dalla branda per recarsi dal suo padroncino, nel silenzio più assoluto appena la luce dell’alba cominciò a diffondersi sull’accampamento. Dopo poco anche Will si svegliò, si sistemò gli occhiali (con i quali aveva dormito) e si mise in piedi stirandosi e sbadigliando come se non ci fosse un domani, ma appena fece per uscire dalla tenda si sentì chiamare.
-Will …!-
La voce era flebile e lamentosa. Lo Shinigami si guardò intorno, all’erta, ma non vide nessuno.
-Will, sotto il letto!-
William si abbassò a guardare sotto il suo letto e vide Grell.
-Sutcliffe, cosa diavol … cosa fai?!-
-Aiutami ad uscire da qua invece di fare domande!-
L’altro, stizzito, si sistemò gli occhiali e gli pinzò un braccio con la sua death shyte, tirandolo fuori con noncuranza. Grell si portò una mano sul punto leso, piagnucolando per il dolore.
-Ma ti sembra il modo?-
-Ti faccio degradare-
-Ma … ma … ma come?! Io sono venuto qua per aiutarti!-
Will fece per rispondere, ma una ragazzina con metà viso coperto dai capelli lo interruppe.
-Suit, sbrigati! Black ha preparato la colazione!- osservò Grell -E lui? Chi è?-
Will fece una smorfia disgustata. Lui mangiare qualcosa che era stata preparata da un demone? Sarebbe stato meglio morire di fame.
-Lui è un mio subordinato-
La ragazzina non sembrò capire appieno cosa aveva detto, si limitò a fare spallucce e ad uscire dalla tenda, con l’eco del suo stomaco brontolante che la seguiva.
-Non sono ancora un subordinato!-
William lo ignorò e uscì dalla tenda, abbandonandolo, ma Grell gli fu subito dietro, reggendo il passo.
-Allora, cosa facciamo per ammazzare il tempo?-
L’altro si sistemò gli occhiali -Io mi preparo per la lotta di questa sera-
Grell si chiese di che lotta si trattasse, ma non porse alcuna domanda, sapeva che Will era già abbastanza infastidito dal fatto di aver trascorso la nottata in compagnia di Sebastian.
 
Quando fu sera, capì di quale lotta si trattasse. La gente affluiva numerosa nel tendone principale prendendo posto sulle assi che formavano le panche. Durante lo spettacolo William e Sebastian avrebbero dovuto esibirsi insieme come trapezisti. Grell non vedeva l’ora di gustarsi la dolce visione dei due che mandavano avanti lo spettacolo e, nel frattempo, aveva preso posto tra le file di esseri umani e si dilettava nel guardare gli acrobati e i giocolieri mentre sgranocchiava parte della cena preparata da Sebastian che era riuscito a sgraffignare e a infilare in un sacchetto di carta. Dopo il numero della domatrice di leoni, nella quale la capellona si era esibita con una certa classe, il presentatore prese la parola più entusiasta che mai.
-Ladies and gentlemen! Sono lieto di presentarvi un numero mai visto in tutta l’Inghilterra, due giovani acrobati dalle capacità illimitate, ecco a vooooiiiiiiiiiiiiii … Black&Suit!!!-
-Oh, che bella presentazione, mi aspetto grandi cose dai miei due giovanottoni!-
Anche Grell era gasato dopo tanto aspettare e quando vide i due salire sui trapezi li incitò a fare del loro meglio, stupendo le persone sedute accanto a lui per l’energia che ci metteva.
Tutti e due si lanciarono nel vuoto e dopo qualche salto da un polo all’altro delle impalcature si misero a testa in giù, sostenendosi solo per le gambe ognuno al proprio trapezio, pronti a collaborare per dar vita ad uno spettacolo coi fiocchi. Dondolavano, e dondolavano, e dondolavano. Dondolavano solamente.
-Che state facendo?- disse Sebastian appena la testa di William dondolò vicino la sua.
-Non ho assolutamente la benché minima intenzione di toccare le mani di una bestia nociva come te-
-E come lo mandiamo avanti lo spettacolo? Sbrigatevi a darmi le mani!-
-Ti ho detto che non ho alcuna intenzione di farlo, mi pare!- e puntò di nuovo la sua arma contro il demone.
Sebastian colse l’occasione per afferrare l’asta della death shyte e trascinò con essa lo Shinigami, costringendolo a saltare per poi atterrare entrambi sui trespoli opposti. La reazione del pubblico fu incredibile, gli applausi riecheggiarono nel tendone come non mai. Anche Grell esultò, applaudendo fino a indolenzirsi le mani, ma la sua attenzione si spostò all’istante su qualcosa ai suoi piedi, qualcosa che in tutto quel frastuono gli umani accanto a lui non potevano sentire: un serpente. Rimase fermo, aspettando che quell’essere strisciasse via, poi si mosse, uscendo fuori. Qualcosa non andava in quel posto.
   
 
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