Una nuvola e una catena
Tu che sceglieresti?
È ruggine e stringe intorno al polso.
Tu ti dimeni, per raggiungere quel soffice sbuffo candido, e più tiri e ti dibatti più quella si stringe.
E guardi la tua mano, che è diventata viola, perché la presa ferrea che la circonda è sempre più soffocante, ti blocca la circolazione.
E poi guardi in su.
Lei è vicina. Ti sfiora, ti accarezza, ti sussurra all’orecchio parole di zucchero filato, ma non puoi prenderla. Vorrebbe portarti con se, inglobarti nel suo abbraccio di bianco perfetto, farti volare sopra a tutto insieme a lei, mentre diventi sempre più leggera e scompari nell’aria, mentre diventi l’aria.
Ma tu lo sai che non puoi.
Lo sai perché ti fa male il polso. Non è un dolore insopportabile, che ti uccide per la sua enormità, è un ronzio costante sotto la pelle, che a volte s’affievolisce, ma è sempre lì e che insinua al tuo orecchio, insinua la verità.
Una nuvola e una catena.
Tu che sceglieresti?
Tu non puoi scegliere.