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Autore: Robigna88    30/05/2014    1 recensioni
Il detective Erin Lindsay ed il tenente Kelly Severide sono attratti l'uno dall'altra dal primo momento in cui si sono incontrati. Simili e spaventati dai loro stessi sentimenti decidono di prendere le cose con calma. Ma la fatalità ha in serbo qualcos'altro per loro; un evento tragico e spaventoso li costringerà ad affrontare le loro paure, li avvicinerà ancora di più e darà voce alle loro emozioni.
Chicago Fire/Chicago PD crossover. SPOILER Chicago fire season 2 finale e Chicago PD season 1.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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NDA: Sono pazza lo so. Ma da quando guardo Chicago Fire e Chicago PD mi sono innamorata della coppia formata da Kelly Severide ed Erin Lindsay. Sono una Linseride (per chi non lo sapesse, è così che li chiamano) al 1000x1000 sempre pronta a trovare e contagiare nuova gente con la Linseridite che mi ha colpita, e ne vado fiera. La mia socia StillAnotherBrokenDream ne sa qualcosa xD. Il mio amore per questa coppia mi ha spinto a scrivere questa breve one shot. Non so ancora se prima o poi scriverò una storia lunga su di loro... potrei anche farlo. Fatemi sapere cosa ne pensate :D Grazie, Roby.


Linseride


Macerie. Macerie ovunque.

Il comandante Boden era ancora accasciato a terra, un lento rivolo di sangue scendeva dalla sua fronte lungo la sua guancia. Il suo vestito elegante sporco di polvere. Migliaia di pezzetti di vetro erano sparsi sull'asfalto, se ne stavano lì immobili quasi a farsi beffa di lui.

"Oh no..." sussurrò alzandosi in piedi. "Severide rispondi!" urlò alla radio muta, "Casey! Chiunque mi sente risponda."

Silenzio.

Il terreno sembrò tremargli sotto i piedi, ebbe la sensazione di non avere più aria nei polmoni, di non essere capace di respirare. Si avvicinò la radio alla bocca; "Centrale, c'è stata un'esplosione. Mayday mayday!" gridò con quanto fiato aveva in corpo. Poi si fermò a guardare l'edificio davanti ai suoi occhi. Un'intensa coltre di fumo veniva fuori dalle finestre e dalle porte esplose. Quasi tutta la sua intera famiglia si trovava in quell'edificio. Quelli erano i suoi uomini e lui era come pietrificato lì, di fronte a quel covo di macerie sotto cui era sepolta la sua caserma.

****

 

Erin Lindsay sentiva un fastidioso fischio tormentarle le orecchie. Lo sentiva sin quando il sergente Platt aveva comunicato loro che un intero edificio era esploso e con esso l'intera caserma 51. Lei e Antonio si erano guardati, la stessa paura dentro i loro occhi.. Kelly era lì dentro, e anche Gabby.

Fece un grosso respiro e si passò la mano sul viso lanciando una rapida occhiata al detective Dawson. Era teso, le sue mani stringevano il volante dell'auto talmente forte che le sue nocche erano diventate bianche. Era pallido ed Erin capiva fino in fondo come si sentiva.

Il suo pensiero volò a Kelly. Era come ritornare alla notte dopo l'esplosione al Chicago Med, solo che lui non avrebbe bussato alla sua porta di sera per stringersi a lei e stringerla. 

Non così, pensò. Quella storia appena iniziata non poteva finire così. Non si erano neppure detti "Ti amo". I fatti lo avevano dimostrato e loro lo sapevano in fondo ai loro cuori, ma l'idea che non avrebbe mai sentito quelle parole venir fuori dalle belle labbra del tenente le faceva venire i brividi.

"Antonio..." sussurrò. " E se"

"Non dirlo Erin!" esclamò l'altro, "Sono sicuro che stanno tutti bene."

Erin annuì ingoiando la paura. Antonio aveva ragione, la caserma 51 era forte; sicuramente stavano tutti bene.

Raggiunto il luogo dell'esplosione, il detective Dawson fermò l'auto poco distante da quella del comandante Boden e strinse la mano di Erin prima di scendere. Altre due caserme erano già sul posto; decine di pompieri se ne stavano lì, divisi tra l'interno e l'esterno dell'edificio. I paramedici erano pronti a prendersi cura dei feriti.

Antonio si avvicinò a Boden, seguito da Erin. "Comandante!" esclamò, "cos'è successo?"

L'uomo scosse il capo "Non lo so. Siamo stati chiamati, sono entrati per ispezionare il posto e poi di colpo c'è stata un'esplosione. Nessuno risponde alla radio."

"Come possiamo aiutare?" chiese Erin senza distogliere lo sguardo da tutte le macerie lì di fronte.

"Non c'è niente che possiamo fare purtroppo. Gli altri vigili del fuoco stanno facendo del loro meglio. Possiamo solo aspettare e pregare."

Erin diede le spalle a tutto e tutti, nascose il viso tra le mani tremanti e cercò inutilmente di trattenere le lacrime. "Ti prego..." sussurrò con gli occhi rivolti al cielo.

Antonio le accarezzò un braccio con fare fraterno, se la strinse delicatamente al petto e si schiarì la voce. "Sono certo che andrà tutto bene. Mia sorella e gli altri sono dei tipi tosti. Ce la faranno." la sua voce però tradiva paura.

Erin Lindsay riprese il controllo, ma non si allontanò da Antonio. Aveva bisogno di quell'abbraccio, di sentirsi dire che tutto sarebbe andato per il meglio.

Dalla radio del comandante, fino ad allora muta, uscì un fruscio confuso. Boden se la avvicinò velocemente alla bocca "Qualcuno mi sente?"

Silenzio.

"Qualcuno mi sente?" ripetè.

Dopo qualche secondo che sembrò lungo un'eternità la voce di Kelly Severide si fece largo tra il frastuono "Capo!" chiamò.

Erin, Antonio e Boden tirarono un sospiro di sollievo; era solo uno di loro ma era già qualcosa.

"Kelly." rispose il comandate, "è bello sentire la tua voce figliolo."

"Anche per me capo." rispose il tenente "Vedo Mills, Capp, Tony e Newhouse. Sono un po' ammaccati ma sembra che stiano tutti bene. Andiamo a cercare Casey e gli altri."

"Kelly, fate attenzione. I ragazzi delle altre caserme stanno lavorando per aprire un varco tra le macerie. Trovate gli altri e rimanete tutti insieme. Stanno venendo a tirarvi fuori." gli ordinò Boden.

"Ricevuto!"

Boden fece un mezzo sorriso. La speranza si riaccese nel suo sguardo. Guardò Erin che lo guardava con gli occhi pieni di lacrime e le fece segno di avvicinarsi. "Kelly," disse al tenente "C'è qualcuno che vuole parlare con te."

Erin Lindsay prese la radio, la mano le tremava e la sua voce faticava ad uscire. "Severide." chiamò.

Kelly accennò una risata. "Ciao splendore."

"Kelly Severide," gli disse lei avvicinando la bocca alla radio ancora un po' "farai meglio ad uscire da lì dentro tutto intero. Non mi hai neppure portata fuori per un vero e proprio appuntamento ancora. Non ti è permesso morire, mi hai capita?". Scoppiò in lacrime e un singhiozzo le spezzò la voce.

"Erin," le disse Kelly. Anche la sua voce era triste. "Soltanto sentire la tua voce è un motivo in più per uscire da qui. Sii paziente, sarò da te più in fretta che posso."

Lei annuì, le lacrime le bagnarono le labbra. "Okay. Ti aspetto qui."


****

 

Due ore più tardi quasi ogni componente della caserma era stato tirato fuori dalle macerie. Antonio aveva seguito Gabby in ospedale e Shay e la squadra del tenente Casey sembravano fuori pericolo.

Uno alla volta gli uomini di Kelly si fecero spazio tra la polvere, ammaccati, ma vivi.

Kelly uscì dall'edificio per ultimo. Erin avanzò di qualche passo verso di lui, i detriti facevano rumore sotto le sue scarpe. Si fermò a metà strada, le lacrime presero di nuovo il controllo dei suoi occhi. Voleva correre tra le sue braccia e stringerlo, ma era come bloccata. La tensione le mordeva ancora lo stomaco.

Kelly le sorrise pensando a quanto fosse bella. Lasciò cadere l'elmetto e accelerò il passo. "Ho fatto più in fretta che potevo." le disse. Sul suo viso c'era quel solito ghigno furbo, il suo marchio distintivo, ma i suoi occhi erano rossi di lacrime e spavento. Forse anche un po' di sollievo.

La donna roteò gli occhi e scosse poco il capo; il solito Kelly, pensò. "Non farlo mai più." gli disse "Ti prego." aggiunse iniziando di nuovo a piangere.

Alcune lacrime caddero leggere dagli occhi azzurri del tenente, scivolando lungo le guance. Le si avvicinò e la baciò, rilassandosi all'istante, come tutte le volte che si trovava tra le sue braccia, che anche solo la guardava.

Lei gli passò le mani tra i capelli e dopo qualche secondo indietreggiò un po'. Gli asciugò il viso e lo baciò di nuovo prima di parlare "Ti amo Kelly Severide." sussurrò.

Lui abbozzò un sorriso, la strinse più forte e le baciò la bocca. Sperò che il tempo si fermasse, perchè quella bocca... oh se fosse morto su quelle labbra sarebbe stato un bel modo di morire. Ruppe il bacio ma rimase comunque ad un soffio dal suo viso "Ti amo anche io." rispose. "Ti amo da morire."

Erin sorrise "Mi devi comunque una cena." 

"No. Ti devo molto di più Erin Lindsay."

 

 

   
 
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