“Tum, tum, tum,” è un martello pneumatico, questo cuore che batte, batte e mi distrugge il petto.
La gola si fa secca, vorrei deglutire… no, non ci riesco.
Corrugo la fronte, sgrano gli occhi… è come se il mondo mi fosse piombato addosso. Non so che fare.
Giaccio chino, sul duro asfalto riscaldato dal sole.
Ruoto il collo.
Silenzio, solo un assordante silenzio.
Il sole non è più un piacevole tepore. Inizia a darmi fastidio… poco importa, tanto, sto impazzendo.
“Ash…”
Di nuovo quella voce, quella voce.
Forse è solo un incubo, sollevo lo sguardo, storco la bocca contraendo le lacrime.
“Misty… proprio… proprio non riesco a capire”
“Capire cosa?” Urla lei.
“Ti prego, non ti alterare! Ti supplico!”
Mi faccio forza, mi sollevo, dando uno sguardo a Pikachu, messosi in disparte, più stanco e confuso di me.
Prendo un profondo respiro, modulo la mia voce affinchè possa riacquisire un tono normale, privo delle deformazioni del pianto.
“Misty, non puoi farmi questo.”
Ed ecco che la sirena, quella che per poco è stata la mia sirena, s’incupisce. Fredda come un pezzo di ghiaccio, mi afferra le mani.
Non ci capisco niente, sono sempre più confuso.
“Non posso farti questo? Siamo stati insieme per sole tre settimane e tu credi che io sia già tua?”
Con un rapido scatto mi libero dalla sua morsa. Mi aggiusto il cappello, faccio un passo indietro. Urlo, in preda alla disperazione.
“Non capisci che mi hai fatto innamorare di te? Io, che avevo consacrato una vita ai Pokemon… sono tornato, solo per te!”
“Ash… sei il ragazzo giusto al momento sbagliato. Non c’è come far continuare questa storia…”
Mi strappo di dosso la giacca, sento il sangue pulsare forte nelle tempie.
“QUINDI MI TRADIRESTI CON UN’IDEA? hai deciso di lasciarmi perché credi di essere innamorata di qualcun altro di cui non hai la minima idea se ricambi o meno?”
La risposta è un forte, energico schiaffo.
Sono sbigottito, mi tasto la guancia calda. Sento le parole morirmi in bocca.
“CHE NE SAI, TU, ASH KETCHUM, DI QUELLO CHE HO VISSUTO IN QUESTI ANNI?”
“… Misty”
“Misty un corno!” sbraita lei. “ero così felice, quando sei tornato tre settimane fa che per un attimo ho messo da parte, QUEL ragazzo, quello con cui sono stata per anni, fino ad un mese fa. Ho sbagliato, non ero pronta per una nuova relazione. Ho sbagliato. Ma tu sei così perfetto che non ho saputo resistere”
Rapida si nasconde il volto con una mano, rigato da tante goccioline.
Mi avvicino, sicuro nella mia incertezza che questa, probabilmente, sarà l’ultimo abbraccio, la fine di un ciclo, breve ed intenso.
Avvicino la mia bocca al suo orecchio, stringendola ancora più forte.
“Cos’ho io che non ha lui?”
“E’ proprio questo il problema. Non lo so. Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce”
“Dovrei odiarti, ma non ci riesco.”
“Ed io dovrei continuare a stare con te. Ma non ci riesco.”
“Chissà con quanti ragazzi ti sei comportata allo stesso modo…”
“Ritienimi pure volubile, di facili costumi… ma se così fosse avrei continuato a fingere, a stare con te finchè non mi sarei riappacificata con quello.”
Mi guarda, anche lei, forse per l’ultima volta.
Quello sguardo, quegli occhi cerulei, lucidi, pieni di lacrime, sono come delle piccole vasche stracolme di diamanti.
Non so che fare, ormai è finita, che senso ha baciarla?
Eppure, non potrò avere mai di lei un cattivo ricordo, nonostante abbia avuto un comportamento discutibile. Nel mio cuore resterà non solo la Misty dell’infanzia ma anche quelle delle tre settimane felici.
Poi ogni cosa ha un inizio ed una fine. È inevitabile, tuttavia spetta a noi decidere come dare origine ad entrambi.
Che sia allora l’ultimo, dolceamaro, bacio.