Questa poesia vuole essere un tentativo di descrivere, di dar voce, a ciò che immagino esser stato provatoda un sopravvisuto del vajont, quella notte, la notte del disastro.
Genere: Malinconico, Poesia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Luna,
cammini sui monti di questa valle di lacrime,
che si riflette nel cielo stellato di stasera.
Che hai visto la desolazione,
non te ne sei accorta,
rimasta troneggiante e impassibile
in questa notte maledetta.
Il silenzio che non senti,
perché troppo lontana da noi.
Il gelido freddo
Che s’ insinua nelle ossa,
ma ancor più ferito l’animo
e ogni pensiero scorre via,
in questa valle di lacrime.
Ma anche le lacrime spazzate via.
Non mi lasciare in questo deserto,
di fango e corpi,
non mi lasciare in questo incubo.
Non lasciarmi sentire il canto dei morti,
il rombo dell’acqua,
il fruscio delle logore vesti di chi nulla più è.
Non voglio più sentire,
non voglio più abbassare il mio sguardo
sull’orrore che mi circonda.
Destami,
portami via da questo luogo
che non riconosco.
Ti fisso,
non capisco:
splendi, come prima, nel buio
delle antiche montagne, e tutto
sembra rispecchiarti.