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Autore: nisa95_    31/05/2014    0 recensioni
Artemisia Illian è una ragazza forte cresciuta con sua sorella Lyla fra le strade della sua città. La scuola sta per finire e presto dovrà decidere cosa fare del suo futuro; ovviamente il ragazzo freddo e distaccato dai capelli fiammeggianti Rush Pendragon non che suo peggior nemico e ricco di famiglia, sarà costretto da un prof molto bizzarro a lavorare con lei ad un progetto scolastico... I due conoscendosi meglio capiranno che in fondo, non sono poi così diversi...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Al ritorno da scuola nella macchina di mia sorella maggiore, piansi a lungo lamentandomi di quel verme per tutto il tempo… Da quando erano periti i nostri genitori in un orrendo incidente d’auto quasi dieci anni fa, l’unica che si occupava di me era Lyla. Sembrava la mia copia fra sei anni: pelle color caramello con gli occhi color cioccolato fondente dello stesso colore della lunga chioma mossa. La fissavo con gli occhi ancora sgorganti di calde lacrime di vergogna, seduta sul lato del passeggero aspettandomi un qualche rimprovero da lei; mia sorella invece, rimase immobile con gli occhi vigili sulla strada dicendomi: “E così ti ha chiamata stracciona e ha definito che tu fossi d’aspetto ambiguo… Ho capito bene?” Scoppiai di nuovo in singhiozzi con la voce alta di un ottava: “Esatto! Quello stronzo si crede chissà chi, non me ne importa se è una parolaccia, lui è proprio questo. Un tipo che ti giudica osservandoti dall’alto in basso e pensa di sapere tutto di te… Non ti sembra un bastardo ipocrita, deficiente menefreghista del cazzo?! A me sì e molto…!” Lyla sorrise lievemente girando a destra, ma ammonendomi severa come una mamma: “Ehi piano con le parole signorinella, non nella mia auto” Per un attimo mi irrigidii, non volevo passare per una volgare. La nostra macchina era una Rosa della Sead bianco panna, alquanto piccola. Ottima da parcheggiare. Quel giorno come magra consolazione a casa, ricevetti solo un cioccolatino per il mio pessimo linguaggio scurrile. Durante il primo anno, ricordo che stare con quel tipo nella stessa stanza, era una cosa impossibile per me. Inoltre Rush cominciò a farmi dispetti pesanti, ho memoria solo di quelli peggiori: mi ritrovai sporca di zuppa di fagioli in pausa pranzo interamente gettata sulla mia testa, almeno era fredda. Poi un pomeriggio intero, rimasi chiusa nell’aula di chimica dove gli animali impagliati del professor Crasy, ti fissavano con occhi vitrei che ti mettevano una fifa blu addosso. Ed infine, un altro orribile gesto che entrò nella mia Top gan di scherzi idioti, fu quando all’ora di ginnastica Rush mi legò come un salame sopra ad un ramo di un albero, imbavagliata senza che potessi chiedere aiuto, sostenuto da quelli del terzo anno… Indimenticabile insomma. Fuori però mi vendicai anch’io, l’unico dispetto degno di nota fu che gli smontai pezzo per pezzo la sua bella BMX da acrobazie. Nascosi ogni cosa in un punto visibile del cortile, ma distanti l’uno dall’altro e mi divertii un sacco a scorgere il ragazzino viziato correre avanti e indietro, recuperando quello che restava della sua bicicletta costosa. Per festeggiare quella vittoria sul nemico, mi concessi una passeggiata in giro per le vie poco conosciute, ad avviarmi per il mio paese. Fin da piccola, mi era sempre piaciuto esplorare nuovi luoghi saziando la mia curiosità vorace, mi faceva sentire in fibrillazione ed eccitata all’idea di qualcosa d’inaspettato o di nuovo. In una serie d’ incroci, di scorciatoie e strade secondarie, venni attirata da una musica a me sconosciuta: era ritmica e sorprendentemente piena di aspettativa, quasi provocatoria da ballare; ne venni attirata come una falena con la luce, giungendo al un vicolo ceco dove notai dei ragazzi di colore che si muovevano a tempo, accerchiati dagli altri che facevano il tifo, sorrisi da un orecchio all’altro pensando che mi ricordava il film Step up 2 solo che dal vero era molto meglio. Ad un tratto, una ragazza con un sacco di pircing sul viso e sulle orecchie mi venne incontro con fare minaccioso, urlandomi: “Ehi tu ragazzino! Non c’è nulla da vedere…” Perché mi scambiavano tutti per un sfottuto maschio?! Incollerita con la tizia dai tratti asiatici, urlai di rimando: “Io non sono un ragazzino! Sono una ragazza e se mi chiami ancora così, ti riempio di pugni” La ragazza dal volto pieno di pircing si ficcò una gomma da masticare in bocca, sogghignando beffarda ed avvicinandosi a me, potei ammirare i suoi lunghi capelli neri raccolti in tante treccine che ad ogni passo, ondeggiavano lungo il suo corpo sinuoso e perfetto: “Ma che caratterino... Scusa non avevo capito che fossi una bimba, comunque questo posto non è per te. Siamo gente di strada noi” Dietro di lei, si aggregò un ragazzo molto più alto di me che aggiunse tutto sicuro si se stesso: “Sentito il capo mocciosa? Smamma da qui, vogliamo divertirci noi e non fare da babysitter a tipe come te…” Aveva un bel fisico per la sua età, i capelli a spazzola scuri con dei vispi occhi castano verdi. Arrossii imbarazzata, ma mi ripresi subito commentando: “Potresti avere sì e no un paio di anni in più di me! Mentre tu asiatica non sembri cosi vecchia. Sono stata attirata qui dalla musica a dire il vero” Lei sorrise amicante nei miei riguardi: “Ah sì? E sentiamo cosa ti suscitano i Madcon con Beggin?” La osservai improvvisamente incuriosita, ricambiando con un vivace sorriso: “Non conoscevo il titolo della musica, mi trasmette un senso di euforia come se non riuscissi a stare ferma…” Bastarono queste parole alla ragazza piena di pircing per dire la frase più epica di tutto l’anno: “Mmm… Brava. Senti ragazzina, visto che mi stai simpatica e tieni testa a questo bisbetico di Fenix, ti andrebbe di far parte della nostra compagnia. Se ti va, ti insegnerò tutti i passi che vorrai, ci serve un membro in più e tu capiti proprio a fagiolo. Approposito io sono Mary” Mi tese la mano con le unghie laccate di fuxia che non esitai a stringere dalla felicità a mia volta: “Artemisia e mi piacerebbe davvero molto imparare a ballare, se non altro mi renderà un po’ più femminile” Udii Fenix borbottare: “Impossibile” E per ripicca, gli tirai un pugno sulla spalla. Fu così che conobbi i miei più grandi amici.
  
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