Tanto tempo fa, nella città di Babele, un bambino biondo tinto (male) da Giannino fece capolino dietro il tavolino del salotto per spiare la sua amata.
Carlotta notò che Ghevara la ammirava con palese ammirazione, quindi ribaltò il sedile sopra il tavolino che si spostò, rivelando una testa bionda spettinata e stempiata.
- Ehi! Che cosa fai? – chiese Carlotta molto scandalizzata.
Ghevara balbettò:
- S... subenfiteusi! -
La reazione inaspettata di Carlotta fu quella più sfavillante tra le reazioni sfavillanti.
- Che perversione giuridica epistolare, modellabile e veemente hai?! – chiese
Carlotta toccò un testicolo scoperto a Ghevara che rise gridando eccitatamente (?):
- Brutta palpatrice manesca! Non toccarmi con le tue laide vagine che chissà quali altre intimità vorrebbero palpare! -
Lei ribatté con (F) foga, una sua parente serpente arrivata dall’Alaska in Norvegia con velocità supersonica:
- E tu che stavi facendo zapping, allora?-
- Non contraddirmi, zoccola! E spogliati come solo tu e tua cugina sapete fare-
Una scarpa colpì il giovane confondendolo per vendicarsi dello smacco rivolto al corpo della proprietaria, così Carlotta fu soddisfatta e realizzata.
Ghevara starnutì, ma perse la narice destra del fegato sinistro collassato, pertanto cercò di riattaccarla, ma non bastò a ricongiungerla. Nonostante ciò, Ghevara rimorchiò una culotte americana e la fece cucire da Carlotta quando la cucitura cedette.
Carlotta sbraitò in cucina con Foga perché era incapace di accettare il fatto di non saper cucire mutande verdi giada, anche se avrebbe potuto incaricare Giannino, ma egli era in disposto.
Ghevara si pettinò finalmente la folta chioma bionda sudicia e unta, manco avesse la ceralacca incorporata al quadricipite proteso verso Il Cairo. Dal cuoio capelluto uscì bile umidiccia, così Carlotta la mangiò morendo agonizzante.
Ornella e Pier Paolo Pasolini copularono mentre Ghevara mangiava con Giannino sul sedile prosperoso di Harry.