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Autore: Karan Haynes    01/06/2014    2 recensioni
「 Partecipa al contest Fattela 'Na Risata [60 Prompt] indetto da Slanif 」
Deglutì a fatica e la sua pelle da color ambrato diventò in poco tempo bianco latte. Avrebbe voluto dare delle testate contro il muro (sperando potessero davvero fare qualcosa) o cadere giù dalle scale, ma doveva pensare a qualcosa. Seriamente ed in fretta.
«Beh, forse l'idea delle scale non è da scartare...»
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Come scritto nell'introduzione, questa storia partecipa al contest Fattela 'Na Risata [60 Prompt], L'unica cosa da fare (oltre ad attenersi al prompt scelto) era di scrivere qualcosa di divertente. Non penso di esserci riuscita, tuttavia, spero che faccia sorridere qualcuna di voi. Ora vi lascio a questa storia che boh, è tutt'altro che decente.






Nightmares come true




Quel pomeriggio Kim Jonghyun avrebbe messo piede per la prima volta, di sua spontanea volontà (le altre non contavano considerando che era in gita scolastica), ad una mostra d'arte. Se lo faceva era solo per lei, solo ed esclusivamente per Gwiboon.
L'arte l'aveva sempre trovata noiosa, non c'era stato mai un personaggio che lo avesse ammaliato con la sua opera e per questo una volta litigò con la professoressa di coreano che era una vera appassionata di arte. Ricordava nomi degli autori, le opere e vita e miracoli loro.
Emise un sonoro sbadiglio al sol pensiero di entrare e vedersi quadro per quadro, non solo gli veniva sonno, ma si sentiva pure a disagio nell'aspettare Gwiboon fuori dall'edificio.


«Jjongiee» canzonò Bonnie allegra con le mani dietro la schiena. «Um? Perché così felice?» ridacchiò nel vedere il bel sorriso di Gwiboon. «C'è un posto in cui mi andrebbe visitare e... volevo andarci con te».
«Davvero? E sarebbe?» gli chiese felice come un cane — se lo fosse stato avrebbe sicuramente scodinzolato. «È... una mostra d'arte!»
"Dannazione!" deglutì a fatica, senza però cercare di dar a vedere la sua preoccupazione.«Allora, che dici?»

«Jonghyun, le donne devono essere assecondate, ricordalo» si ricordò delle parole di Minho in una serata di poker. «Gwiboon è tenace, sta durando più di tutte le altre». Tutte le sue storie finivano sempre presto, l'ultima durò sei mesi per poi, alla fine, scappare con il primo che passava.

«In questi giorni sono libero, quindi...», Gwiboon gli saltò al collo, contenta.


«Jonghyun!» Gwibonn gli spuntò fuori all'improvviso, abbracciandolo da dietro. Lui in un momento di distrazione rabbrividì... pensava fosse Monet che lo abbraccia per sussurrargli quanto fossero stupende le sue opere.
«Ehi, ma che hai?» chiese guardandolo sorpresa. «Eh? No, sto bene... ero solo sovrappensiero» pian piano la sua voce si fece più flebile «perché dentro ci sono opere che non ho mai visto e... sono curioso»."Sì, così curioso che preferirei buttarmi nello stagno sporco dietro casa" pensò sarcastico, mentre sorrideva dolcemente alla sua amata.

"Se Minho dice ancora che non so pensare una cosa e dirne un'altra lo strozzo, anche io ho un cervello!" «Cosa?» fece Gwiboon non capendo l'ultima cosa. «"Io ho un cervello"? Beh, piccolo ma lo hai anche tu, tesoro» gli sorrise mentre faceva il biglietto per entrambi.
«Eh? H-ho detto questo?» rise nervosamente, sperando che non avesse detto altro mentre era distratto. «Sì, ma perché lo hai detto?» chiese guardandolo con la coda dell'occhio. "Pensa Jonghyun, pensa. Non puoi dirle la verità, sennò capisce che dell'arte non te frega un fico secco". «Stavo meditando su alcune frasi che Minho ripete per darmi fastidio e preso dal vigore stavo pensato quella frase, nulla di che». Era dubbiosa sulla cosa, ma lasciò perdere, la mostra d'arte aveva la precedenza! «Allora ci avviamo Bonnie?»

Si erano avviati da soli dieci minuti e già Jonghyun non ne poteva più, i minuti gli sembravano ore e, per quanto le spiegazioni di Bonnie fossero facili, concise e non troppo lunghe, lui non ne poteva più. Certi quadri non avevano senso, le linee blu sono linee blu e basta. L'unico artista su cui ci si poteva discutere era Da Vinci o chi realizzava opere con figure ben precise.
«Oh, le grandi bagnanti di Cézanne è un opera-», "Oddio, no, basta... non voglio più sentire. Non mi piace il quadro, è brutto e non si vedono bene l'unica cosa interessante... le poppe!"
Sbadigliò il più silenziosamente possibile e fortunatamente non lo sentì. "Devo uscire fuori di qui, il prima possibile... se rimango ritroveranno il mio corpo senza vita con il cervello liquefatto!" nel mentre pensava ad un piano strategico per scappare dall'edificio non si accorse di essersi separato da Bonnie e andò terribilmente in ansia.
«O santo cielo... dove sono?» fece tutto preoccupato «Bonnie, dove sei?» chiese senza alzare la voce e ciò causò un tremolio leggero. Il suo peggior incubo era di ritrovarsi solo all'interno di una mostra d'arte e si era avverato.
«Non dirmi che il karma è venuto a farmi visita, non voglio che le statue si animino e mi facciano "brutte cose"». A momenti si sarebbe messo a frignare se non fosse per un quadro a dimensioni bibliche con il titolo "Londra è magica" di un pittore senza nome. "Strano, non c'è un vetro o qualcosa che protegga il quadro", inconsciamente si avvicinò al quadro, toccandolo e poi la prima cosa che vide fu un marciapiede.

«Ma che diavolo...?» fu la prima cosa che gli venne da dire. Si rialzò massaggiandosi la testa e in un batter d'occhio notò che era a Londra (anche se non era esattamente modernissima). Si guardava attorno, cercando qualcosa che potesse aiutarlo, magari non era l'unico ad essere finito in quella situazione e forse c'era una bottega o qualcuno che potesse aiutarlo. Frenò i suoi pensieri e vide che i passanti lo guardavano straniti, non tanto per l'etnia, ma per gli abiti.
"Non ditemi che sono finito nel quadro... questo è davvero il karma. Scommetto che la professoressa gongolerebbe nel sapere la mia situazione".
«Ed ora che faccio? Qua dentro non ci rimang- BONNIE SONO QUI», gridò sbracciandosi dal marciapiede in qui si trovava. Ella passò di lì e, mentre guardava il quadro si chiedeva che fine avesse fatto Jonghyun, dandogli oltretutto dello stupido perché sicuramente se l'era filata. «No, Bonnie, sono qui!! Non me la sono filata, te lo giuro», ma per quanto gridasse lei non sentiva proprio. Era tutto inutile.
Gwiboon guardò il quadro per un po' di minuti, irritata e se ne andò, ignorandolo completamente.
«Non mi sente», si sedette sul marciapiede con le ginocchia al petto «ed ora? Cosa sarà di me? Io non voglio rimanere qui... non voglio» accucciò la testa nelle gambe e pianse...

«Aaaah!» urlò sudato dalla testa ai piedi. Ansimava come non aveva mai fatto prima, nemmeno il post coito o la maratona che aveva fatto con Minho lo avevano stancato tanto.
«E-era solo un sogno? Oh, per fortuna... grazie al cielo!» disse sollevato di essere vivo e nel suo letto ed era felice come non mai. «Sono sudato da far schifo... mi farò una doccia e poi andrò con Minho e, anche se non capirà il perché dobbiamo festeggiare!»
Entusiasta si diresse verso la doccia canticchiando. Mentre sotto l'acqua, il suo cellulare che si trovava sul letto sgualcito, s'illuminò. Il messaggio proveniva dalla sua amata Gwiboon, ma solo dopo vari minuti che era uscito dalla doccia notò il messaggio.

“Jjongie, indovina un po'? Ti ricordi quando mi avevi promesso che mi avresti accompagnato al museo? Beh... sono riuscita a trovare un buco per domani mattina. Per tua fortuna dobbiamo essere lì alle nove. Non tardare dinosauro pigrone, baci.”

Deglutì a fatica e la sua pelle da color ambrato diventò in poco tempo bianco latte. Avrebbe voluto dare delle testate contro il muro (sperando potessero davvero fare qualcosa) o cadere giù dalle scale, ma doveva pensare a qualcosa. Seriamente ed in fretta.
«Beh, forse l'idea delle scale non è da scartare...»




*****



Angolo Autrice: Se siete qui vuol che siete arrivate alla fine sane e salve. Per chi fosse interessato, il prompt scelto da me era "Quadro!, cosa ne pensate? L'ho reso bene? Non ho molto da dire, quindi mi dileguo... adiós ♥

   
 
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