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Autore: fedez_etta    02/06/2014    7 recensioni
Entra nella sua stanza. La sua stanza. L’unico posto che lo fa sentire a suo agio. Solo lì si sente libero di mostrare il mostro che è in lui. Si, perché lui è un mostro e i mostri devono vivere di nascosto, nei luoghi più scabri, consumati e malfatti. < Sono tornato > dice con una voce di un bambino che è convinto di aver fatto la cosa migliore di tutto il mondo intero. Ma non sa che ha rovinato la vita a una famiglia, o almeno non può saperlo. Lui non può sapere molte cose. Non può capirle perché la sua mente non la capacità. Esatto. Lui è l’uomo che non può capire. < Aspettavo con ansia il tuo ritorno. Fammi vedere se hai rispettato le mie raccomandate. > dice l’uomo seduto su una sedia posta vicino la scrivania. Si alza e si avvicina all’uomo appena entrato. Con se ha una scatola. La scatola. La apre come se fosse una teca di cristallo. Sul viso dell’uomo compare un sorriso. < Sei stato bravissimo > dice per poi sollevare il volto squartato di un uomo…
STORIA JORTINI.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                      LO STRANO CASO DELLA VITA
Entra nella sua stanza. La sua stanza. L’unico posto che lo fa sentire a suo agio. Solo lì si sente libero di mostrare il mostro che è in lui. Si, perché lui è un mostro e i mostri devono vivere di nascosto, nei luoghi più scabri, consumati e malfatti. < Sono tornato > dice con una voce di un bambino che è convinto di aver fatto la cosa migliore di tutto il mondo intero. Ma non sa che ha rovinato la vita a una famiglia, o almeno non può saperlo. Lui non può sapere molte cose. Non può capirle perché la sua mente non la capacità. Esatto. Lui è l’uomo che non può capire. < Aspettavo con ansia il tuo ritorno. Fammi vedere se hai rispettato le mie raccomandate. > dice l’uomo seduto su una sedia posta vicino la scrivania. Si alza e si avvicina all’uomo appena entrato. Con se ha una scatola. La scatola. La apre come se fosse una teca di cristallo. Sul viso dell’uomo compare un sorriso. < Sei stato bravissimo > dice per poi sollevare il volto squartato di un uomo…
 
PARTE 1 – La nuova poliziotta

Jorge

Per l’ennesima volta mi trovo nel traffico. Oggi vengono i nuovi poliziotti e immagino il caos generale nella centrale. Io sono Jorge, ho 25 anni e sono il capitano della centrale di polizia di Buenos Aires. Dopo 5 minuti il traffico si sblocca e la circolazione riavvia. Squilla il mio telefono. Mi metto l’auricolare e rispondo. < Jorge Blanco, con chi parlo? > < Jorge sono io, dove cazzo sei? Qua sono arrivate tutte le matricole e sono più di 10. Devi venire che te ne tocca una anche a te. Ti tocca una ragazza molto carina. Si chiama Martina Stoessel e ha 20. Ci potresti fare un pensierino. Comunque non è ancora arrivata. Arriverà a momenti. > risponde Martin. Martin è il tenente della centrale di polizia. Siamo amici da molti anni. Andavamo alla stessa università. È un ottimo tenente e presto diventerà anche lui capitano. < Martin il traffico rompe. Dammi 5 minuti e sono lì. E poi tu mi conosci e sai che non sono alla ricerca di una fidanzata dopo Valeria. Sai quello che ho passato e non voglio buttarmi in una cosa troppo grande. > < Se tu fossi stato fidanzato non saresti andato in discoteca e non avresti fatto sesso con la prima ragazza che ti capitava tra le mani e non avresti fatto tardi. Quindi la mia tesi è che per te sia meglio… > < Basta! Me lo ripeti ogni giorno la tua tesi e ogni giorno ti dico che non me ne può fregare di meno. > Lo interrompo perché so quello che vuole. < Va bene ma muoviti! >. Dopo ciò chiudo la chiamata e accelero.
 
Per fortuna sono arrivato sano e salvo a destinazione. Parcheggio e mi dirigo all’interno della struttura. < Scusi signore!> Sento una voce alle mie spalle. Mi giro e vedo una ragazza sull’incirca 20 anni. < Mi potrebbe aiutare a portare questi scatoloni. Sa’, io sono nuova. > Mi avvicino alla ragazza. < Certo, me ne dia pure due. > La ragazza prende due scatoloni e me li porge. < La ringrazio. – dice per poi iniziare a camminare – Mi hanno detto che il capitano è una persona fastidiosa e rompiscatole. È vero? > < Un po’ lo è ma appena lo conoscerà me lo dirà lei. > dico io sorridendo. Non è la prima volta che capita e so anche chi è a far girare queste voci. Ma ci rido su. Credo di essere un buon capitano e ne ho fatta di strada per arrivare fin qui. Entriamo nella grande struttura. Ci dirigiamo verso la mia scrivania ma … < Capitano! > mi giro. < Dimmi Xabian! > Mi giro verso la ragazza. Lei mi guarda in modo impaurito. < Si, sono io il capitano. Tranquilla non ti mangio mica. Comunque mi chiamo Jorge Blanco. Tu dovresti essere Martina Stoessel. Mi hanno parlato di te al telefono. > < Si sono io e mi dispiace per prima. > < Tranquilla. Capita a tutti. E quando dico che capita a tutti, capita a tutti sul serio! Dai vieni con me > Insieme ci avviciniamo a Xabian. Lui è un sottotenente. È venuto qui l’anno scorso ma si è subito ambientato se non fosse stato per Martin. Lo tiene sottocchio da quando è arrivato, non crede sia alla portata di questa centrale. Io credo invece che sia un ottimo poliziotto e solo che è troppo autonomo. Se c’è da fare qualcosa lui si propone e lo vuole fare da solo e in una centrale di polizia questa non è una cosa buona. < Lei è Martina Stoessel. È appena arrivata. Lui invece è il sottotenente Xabian Ponce De Leon. È successo qualcosa? > < Abbiamo ricevuto una chiama. Hai presente Lodovica Comello? > < Si, è la più grande imprenditrice del paese. > < Esatto. Ci ha chiamato dicendo che nel garage di casa sua ha trovato una macchina con dentro un uomo. Ha detto che non ha toccato niente e che ha chiamato subito la polizia. > < Va bene. Qualcuno è andato sul posto? > < Nessuno, abbiamo aspettato il tuo arrivo. > < Perfetto! > < Posso andare io? > mi chiede Xabian. < Mi dispiace Xabian ma questa volta andremo io e Martina. Porta le sue cose nella scrivania affianco la mia. > dico dandogli gli scatoloni. < Pronta? Questo è il tuo primo caso. Fai attenzione alla procedura. > le dico scendendo le scale per andare al parcheggio. < Ci metterò tutta la mia buona volontà. È il mio lavoro quindi è il minimo che possa fare. Giusto? > dice seguendomi a ruota. Arriviamo al parcheggio ed entriamo nella macchina. < Giusto ma non tutti la pensano così. > dico per poi mettere in moto.
 
Arrivati a casa Comello, scendiamo dalla macchina e bussiamo alla porta di casa. Ci apre la figura esile della signorina Comello. < Salve, io sono il capitano Jorge Blanco e lei è la sottotenente Martina Stoessel, – dico stringendo la mano alla signora che poi fala stessa cosa con Martina – siamo qui per il corpo che avete ritrovato > < Certo, seguitemi. > dice per poi farci entrare nella sua dimora. La seguiamo. Ci porta in un garage. Il garage ha le mura bianche con pochi mobili. Dentro ci sono due auto. Una Audi 8 e un’altra auto d’epoca. < Questa mattina quando sono venuta qui per prendere la macchina ed andare a lavoro, ho trovato quest’auto che non è la mia. Mi sono avvicinata e ho visto il cadavere. > dice con voce tremante. Si vede che è particolarmente scossa. Ci avviciniamo all’auto, prendo un guanto e me lo metto. Apro la sportella e vedo un uomo. Un uomo senza faccia…
 
 
 
 
 
NOTA AUTORE:
Eccomi qui con un’altra storia. Ho deciso di postare prima la nuova storia invece dell’epilogo dell’altra perché avevo l’ispirazione. Spero che sia di vostro gradimento. Siccome avevo del tempo ho deciso di continuare. Spero che la trama vi abbia colpito almeno un po’. Fatemi sapere che ne pensate <3 a presto <3
   
 
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