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Autore: BeaBia92    02/06/2014    3 recensioni
Crystal (il personaggio inventato da me) si ritrova ad affrontare un dolore inimmaginabile, non è la prima volta che le succede, purtroppo. In questa one shot mostro la sua possibile reazione e le emozioni che prova alla scomparsa della persona che ama.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Crowley, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Autore: BeaBia92
Rating: verde
Personaggi: Dean Winchester, Crystal Jenkins e Crowley
Warning: Spoiler per chi non ha visto ancora la nona stagione!
Disclaimer: Dean Winchester e Crowley non mi appartangono, purtroppo. Posso parlare solo in merito di Crystal, dato che ho inventato io questo personaggio.  Scrivo senza alcuno scopo di lucro e non intendo violare alcun copyright. 
Note: Diciamo che sono rimasta leggermente ossessionata dalla finale della nona stagione di Supernatural e questo è il risultato. Avevo così tante emozioni dentro che dovevo trovare un modo per esprimerlo e l'ho fatto attraverso il mio personaggio. Quello che prova Crystal è quello che ho provato io vedendo la puntata e non è per niente piacevole. Prima di mettervi a leggere è meglio se vi mettete i fazzoletti a fianco, potreste averne bisogno. Buona lettura :)



 
THE LAST DAY
 
Oggi posso considerarlo come il giorno peggiore della mia vita. Tu Dean, il mio compagno, l’altra metà del mio cuore e della mia anima mi sei stato strappato via.
Di nuovo.
Come l’ultima volta non ho potuto fare niente per salvarti, anzi non ero neanche vicino a te in quel momento. Senza i miei poteri non avrei potuto curarti, lo so, ma non mi perdono lo stesso per non essere stata accanto a te.
Sto guardando il tuo corpo privo di vita, inerme sul letto singolo di una delle camere libere del bunker. Sam ha evitato di portarti nella nostra camera, forse per evitare di sporcare i ricordi dei bei momenti passati assieme.
Una lacrima sfugge al mio controllo, ho di nuovo la vista annebbiata ormai.
Dentro di me tutto sta cedendo, a partire dal mio cuore. È a pezzi, frantumato... le schegge si staccano dolorosamente e finiscono nel vuoto che si sta facendo strada.
“Mi avevi promesso che saresti tornato da me...” dico con voce flebile e incrinata.
Sento il sapore salato delle lacrime sulle mie labbra, non ha senso asciugarle, continuerebbero a cadere... ce ne sono ancora tante che devo versare.
Prendo la tua mano fredda nella mia, sperando forse in un miracolo che so essere impossibile.
Non posso e non voglio abituarmi a una vita senza di te, senza i tuoi sorrisi, senza i tuoi abbracci e i tuoi baci, senza i tuoi meravigliosi occhi.
Mi manca tutto di te.
La consapevolezza fa allargare quel vuoto, quella voragine piena di oscurità dove si sta dirigendo il mio cuore malandato. È un luogo buio, privo di luce, perché tu eri la mia luce; lo eravamo l’uno per l’altra.
Ora chi mi sosterrà? Chi sarà al mio fianco nei momenti peggiori?
Da qualche parte devo trovare la forza per andare avanti, lo devo a nostra figlia. Non può perdere due genitori.
“Che cosa le dirò? Come reagirà alla scomparsa del suo adorato papà?” mi lascio sfuggire.
Sarà difficile spiegarglielo, ma è una bambina intelligente e capirà. Alla sua tenera età ha già visto e vissuto tanto male e violenza. Vede il mondo diversamente dai suoi coetanei, la vera realtà a cui noi ci siamo abituati.
Sospiro.
Le lacrime continuano a scendere, sono calde e silenziose. E insieme a loro stanno arrivando i ricordi del tuo ultimo giorno di vita.
 
Il giorno era iniziato come al solito, eravamo tranquilli nella sala comune a parlare con Sam e Castiel. Avevamo ottenuto una vittoria con l’eliminazione di Abaddon da parte tua, ma poi comparve Gadreel.
Gli era stato ordinato di rapire nostra figlia e portarla da Metatron, per chissà quale motivo. Non era la prima volta che quel farabutto cercava di sottrarcela, anche per questo avevi accettato quel maledetto marchio.
Ma l’angelo era dalla nostra parte, aveva finalmente capito la vera indole del suo capo, inoltre, aveva imparato a volere bene a nostra figlia quando era nel corpo di Sam, perché sentiva i sentimenti che lo zio provava nei suoi confronti, ed era stato semplice condividerli.
Gadreel era arrivato disarmato, voleva arrendersi.
La tua reazione è stata così veloce e senza preavviso che nessuno è riuscito a fermarti e a impedirti di ferire l’angelo al petto con la, ormai, tua arma preferita.
Ricordo che mi frapposi tra te e il tuo obiettivo per frenare la tua furia. Cercai il contatto con i tuoi occhi, ma eri concentrato completamente su Gadreel, non vedevi altro.
“Guardami Dean!” dovetti ripetertelo più volte prima di essere finalmente ascoltata, prima che i tuoi occhi incontrassero i miei.
Eri così distante, che quasi non ti riconoscevo. Quel Marchio ti stava cambiando sempre più velocemente.
In quel momento intervennero Castiel e Sam, ti trascinarono con la forza nella Panic Room, mentre io rimasi con l’angelo.
“Perché lo fai?” mi chiese mentre gli poggiavo un panno sul petto per bloccare la fuoriuscita di sangue.
Non gli risposi subito perché neanche io lo sapevo. Aveva ucciso Kevin in quella stessa stanza eppure... c’era qualcosa in lui che mi impediva di odiarlo.
“Non lo so di preciso... mi sto solo concentrando sull’obiettivo finale, eliminare Metatron, e tu sei la nostra migliore possibilità al momento...”
Lo lasciai lì e ti raggiunsi giusto un attimo prima che Castiel e Sam chiudessero la porta-schedario.
Si vedeva che eri ancora furioso, il tuo atteggiamento, il tuo modo di camminare nervosamente lo faceva trasparire. Persino il tuo tono di voce era più duro del normale. Ma quando mi vedesti po’ di tensione scivolò via, ne sono sicura. Sono sempre stata la tua ancora e in quel momento una parte di te si stava aggrappando con tutte le sue forze.
“Che cosa ti sta succedendo?” mi sfuggì. “A stento riesco a riconoscerti, mi stai spaventando...”
Un’espressione di dolore si dipinse sul tuo volto, era l’ultima cosa che volevi.
Provasti ad avvicinarti, ma io indietreggiai.
“Credo che porterò nostra figlia via da qui, non è sicuro al momento...”
“Vuoi dire che sono un pericolo per lei? Lo sai non vi farei mai del male, Crystal!” il tuo tono di voce si alzò velocemente.
“Non è di te che ho paura, ma di quello che ti sta facendo il marchio... non te ne rendi conto?”
Il tuo volto era tornato impassibile, una calma apparente.
“Fai quello che ritieni giusto...” fu la tua unica replica.
Rimanemmo in silenzio per qualche istante, tu ti voltasti. Io ero indecisa se andarmene o meno, ma alla fine di raggiunsi, poggiai una mano sul tuo braccio, sentivo i muscoli ancora tesi.
“Parlami Dean, ti prego... non mi tagliare fuori...”
Ma tu non rispondesti.
Sospirai e me ne andai, in quel momento non potevo fare altro.
 
Avvisai Castiel e Sam che avrei portato la nostra piccola dai suoi zii, ovvero Thomas e Jo, non erano molto distanti, il viaggio in macchina durava appena un paio d’ore.
Se avessero avuto bisogno mi potevano contattare al cellulare, ovviamente sarebbe stato più veloce se avessi ancora avuto il potere di orbitare.
Da loro non mi arrivò nessuna chiamata. Mi arrivò invece la tua.
“Crystal vado dritto al punto...” iniziasti subito appena sentisti la mia voce. “Siamo arrivati alla fine. Abbiamo ideato un piano che può privare Metatron dei suoi poteri e renderlo un semplice angelo, facile da eliminare...” facesti un sospiro. “Qualunque cosa accada sappi che, dopo questa storia, il prossimo obiettivo sarà quello di liberarmi del Marchio perché non posso stare lontano da te e da nostra figlia. Non posso trasformarmi in qualcosa che non voglio...”
Mi veniva difficile trattenere le lacrime, finalmente eri tu a parlare, il vero tu.
“Odio discutere con te...” un altro attimo di pausa. “Sei ancora lì?”
“Si sono qui, Dean...” ti risposi, ritrovando la voce.
“Ti amo Crystal, più della mia vita...”
Era da tanto che non me lo dicevi, da quando il marchio aveva cominciato a cambiarti.
“Anch’io ti amo, Dean...” stavi per riattaccare, ma io ti fermai. “Prima di andare devi farmi una promessa...”
“Quale?”
“Torna da me...”
“Lo farò, te lo prometto...”
Si concluse così la nostra conversazione. Con una rinnovata speranza che tutto sarebbe tornato a posto.
 
Nulla, però, sarebbe tornato a posto.
Lo scoprii qualche ora più tardi quando feci ritorno al bunker
Durante il viaggio di ritorno non avevo ricevuto né chiamate né messaggi. Aspettavo impaziente notizie sull’eliminazione di Metatron. Non sarebbero mai arrivate.
La prima cosa che notai fu la sala comune in disordine. I fogli e i libri che erano sul tavolo erano sparsi per terra. Qualcuno doveva averli scaraventati giù dal tavolo.
Dentro di me si stava facendo largo un’ansia sorda, come se già sapessi cosa era successo.
Incontrai Sam appena varcata la porta che portava alle camere.
Mi bastò guardarlo negli occhi per capire.
“No...” non volevo credere a quello che leggevo sul suo volto.
“Crystal...” provò a fermarmi lui.
“No!” dissi divincolandomi e avviandomi verso l’unica camera con la porta aperta.
Mi fermai sulla soglia e lì ti vidi.
Il tuo corpo disteso e inerte su quel letto.
Sembrava dormissi, ma il tuo pallore e la tua immobilità indicavano precisamente un’altra cosa.
Di nuovo le mie gambe si mossero automaticamente e mi avvicinai a te.
Mi sedetti su un lato del letto e mi appoggiai al tuo petto dando sfogo alle mie lacrime e al mio dolore.
 
Non so quanto tempo sia passato, quanto tempo io sia rimasta in questa stanza con te.
So solo che non voglio andarmene, che non voglio lasciarti definitivamente. Non credo di potercela fare.
Se tu fossi ancora qui mi diresti che sono forte e che supererò tutto. Ma tu dove l’hai vista tutta questa forza? In questo momento dentro di me non la sento per niente.
Percepisco invece un movimento alle mie spalle.
Appena mi volto il mio sguardo si posa sul re dell’Inferno, alias Crowley, alias colui che ti ha consigliato di accettare il Marchio di Caino.
Il dolore viene immediatamente sostituito dalla rabbia, cieca e vogliosa di ottenere giustizia. In qualche modo incolpo lui della tua morte e, ovviamente, colui che ha posto fine alla tua vita.
“Non hai nessun diritto di entrare qui dentro!” mi frappongo protettiva tra te e lui tirando fuori la spada angelica. Anche se non ho più i miei poteri, so sempre come difendermi.
“Vattene! O sarò costretta...”
“Siete diventati davvero prevedibili..” dice, invece, interrompendomi e ignorando così la mia minaccia. “Sia tu che l’alce state pensando di fare un patto per riportarlo indietro...” fa un cenno verso di te.
“Non sono in vena di ascoltare i tuoi vaneggiamenti, quindi se devi dire qualcosa dilla velocemente...” la mia mano si stringe sull’impugnatura della spada angelica. Le nocche sono quasi bianche.
Il re dell’Inferno fa un’alzata di spalle, come se la cosa non lo toccasse o non lo riguardasse.
“Quando ho consigliato a Dean di prendere il Marchio non sapevo che sarebbe finita così...”
Trattengo il fiato per non lasciarmi prendere dalla rabbia. Se il discorso continua su questo piano non si concluderà bene.
“C’è un’altra possibilità, oltre allo stringere un patto... ma non so quanto ti piacerà questa soluzione...” per un attimo i suoi occhi incontrano i miei.
Forse in lui c’è ancora qualche traccia di umanità dopotutto.
Il re dell’Inferno, però, non aspetta neanche la mia risposta e riprende a parlare.
“Potrei aver omesso una piccola parte della storia di Caino, d’altronde tra noi demoni è considerata una leggenda...”
“Certo l’hai dimenticata...” non riesco a trattenermi dal commentare.
Lui ignora quello che dico e prosegue con il suo racconto.
“A quanto pare, Caino era disposto a morire, pur di non diventare l’assassino che il marchio voleva che fosse. Si tolse la vita con la Lama e morì...” fece una breve pausa. “Si racconta però che il marchio non l’abbia mai lasciato del tutto...”
Si avvicina di qualche passo al tuo letto e io glielo permetto. Continuo però a tenere in mano la spada angelica.
Gli concedo anche di tirare fuori la Prima Lama e di fartela impugnare, per poi piegare il tuo braccio e appoggiarlo delicatamente sul petto.
“Finché non mi ha evocato e finché lui non ha lasciato quel panino senza mangiarlo non mi sono permesso di avere fiducia in quella leggenda...” prosegue con la spiegazione. “Solo dopo ho cominciato a credere che forse i miracoli, a volte, accadono davvero...”
Osserviamo entrambi il tuo corpo ancora inerme.
Di nuovo la voce di Crowley torna a interrompere il silenzio.
“Ascoltami, Dean Winchester, quello che senti adesso non è morte. È vita... un nuovo tipo di vita...” si rivolge direttamente a te. “Apri i tuoi occhi. Vedi, ciò che vedo io. Senti, ciò che sento io...”
Finalmente capisco dove vuole andare a parare Crowley, ma è troppo tardi per rimediare.
Come richiamato dalla voce del re dell’Inferno i tuoi occhi si aprono.
Io mi porto una mano alla bocca per lo stupore.
Il tuo bel verde si è trasformato in un pozzo nero senza fine.
Non sei più un cacciatore, ormai, sei un cavaliere dell’Inferno, come Caino prima di te.
E una domanda sorge subito spontanea nella mia mente: “Sarà possibile salvarti?”


N.d.A
Siete ancora vive? *esce dal suo rifugio segreto*
Non odiatemi, avevo davvero bisogno di sfogarmi e mettere per iscritto le mie emozioni sulla finale della nona stagione.
Ci sono dei piccoli accenni ad avvenimenti passati, come il fatto che Dean e Crystal abbiano una figlia o che lei abbia perso i poteri, ma per saperne di più dovrete leggere la ff principale Destiny Joke - Scherzo del destino, sempre se ci arrivo a scriverlo xd
Spero che questa one shot vi abbia fatto emozionare e che vi sia piaciuta nonostante la drammacità e la tristezza.
Ringrazio la mia beta Frà che ha avuto il coraggio di leggerla per prima, che supporta e condivide le mie idee a suo rischio e pericolo xd
E grazie a tutti coloro che leggeranno e lasceranno un commento ^_^
Ciauuuu

B.

 
  
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