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Autore: Yahel Lyla Taylor    02/06/2014    1 recensioni
I suoi occhi, così saggi e vecchi, ti fissano e sembrano che ti attraversano l’anima quasi a scrutarti i pensieri più profondi, altre volte sembra che ti guardano senza vederti veramente. [...]
- mi sono tornate in mente le parole di un mio caro amico, faceva il cantante sai?-
Genere: Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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​Guardi il Dottore, buffo come sempre, vestito con la sua giacca di Tweed e il suo immancabile papillon, è inutile pensare di non ridere guardandolo.
Dove potresti trovare un altro alieno più divertente di lui?
Basta osservare i suoi modi di fare per capire che è completamente pazzo, anzi mi correggo, un pazzo con una cabina blu per non parlare del suo modo ridicolo di gesticolare con le sue mani.
Allora, a questo punto ti viene spontaneo chiederti, perché vedo tanta tristezza nei suoi occhi?
Sì, perché quando corre di qua e di là e parla a vanvera per ore sembra un ragazzino poi, quando smette di correre, a volte s’incupisce di colpo e il suo sguardo si perde nel vuoto come se stesse pensando a qualcosa di molto lontano ed è in quel momento che il Signore del Tempo che è in lui salta fuori.
I suoi occhi, così saggi e vecchi, ti fissano e sembrano che ti attraversano l’anima quasi a scrutarti i pensieri più profondi, altre volte sembra che ti guardano senza vederti veramente.
Ti sei sempre chiesta il motivo di questo strano comportamento ma non hai mai osato domandarglielo, forse per la paura della risposta o per paura di farlo scappare via da te come dalle altre.
Tanto volte sembra che lui se ne renda conto e tu arrossisci timidamente e distogli lo sguardo per non incontrare il suo.
Vuoi aspettare che sia lui ad aprirsi con te e non sembrare la solita invadente.
Ma il tempo passa e lui continua con i suoi alti e bassi, d’altronde lui è il Dottore, non sarebbe lui se si comporterebbe in modo diverso e tu non riesci nemmeno a figurartelo in atteggiamenti comuni.
Anche quel giorno aveva lo sguardo perso chissà dove mentre, davanti la porta aperta del TARDIS, fissava l’universo stellato.
Persino quella volta ti stavi interrogando sulla sua vita.
- un giorno pensi di lasciarmi?- ti domandò improvvisamente lasciandoti di stucco.
Non sapevi proprio cosa rispondere – non so, tu vuoi che io ti lasci?- riuscisti a dire.
- no, no io non voglio restare solo, di nuovo-
- e allora perché me lo hai chiesto?- riuscisti a domandarli.
- perché stavo pensando-
- a cosa?-
- a molte cose- proseguì continuando a fissare lo spazio infinito.
Tu lo guardasti incuriosita ma non avesti il coraggio di chiederli oltre.
Fu lui a continuare la conversazione.
- mi sono tornate in mente le parole di un mio caro amico, faceva il cantante sai?-
Tu li sorridi e li domandi – e cosa ti disse?-
- molte cose ma non scorderò mai il ritornello di una sua vecchia canzone che diceva:
“È una vita che non posso amare
Se non ho di te la compagnia.
Questa vita non si farà amare
Se continuerò a buttarla via.
È un segreto che non posso dire
Che non posso dire neanche a te
Non avrebbe valore se non sapessi
Di poterlo perdere”-
- che cosa voleva dirti?- domandasti sicura che quelle parole altro non erano che un messaggio per lui.
Il Dottore ti fissò negli occhi, profondi e saggi come non li ha mai visti, per un periodo che per te sembrò eterno ma che in realtà non fu più lungo di qualche secondo poi un dolce sorriso contagioso affiorò sul suo volto e iniziò a parlare a vanvera come suo solito mentre girovagava per il TARDIS alla ricerca dell’ispirazione su un possibile nuovo pianeta da visitare.
Rimanesti delusa per quella risposta non data ma la tua delusione passò in fretta sostituita dalla felicità nel vedere il Dottore di nuovo comportarsi come il Dottore.
Eri consapevole che tra di voi ci sarebbero sempre stati segreti ma poco t’importava, quello che realmente contava erano i vostri momenti felici spesi insieme.
  
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