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Autore: mikalesonfamily_ale    02/06/2014    0 recensioni
Questa fanfiction è basata sulle emozioni e i sentimenti di Mags, l'anziana che partecipò agli Hunger Games nella terza edizione della memoria, ovvero nel libro Catching Fire, poco prima della sua morte.
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Mags, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il mare è agitato. In chissà quanti anni della mia vita, non l’ho mai visto così turbolento. Agito le onde con il bastoncino che ho in mano. Ed eccomi di nuovo qui, nell’arena.
E’ da più di settant’anni che non mi avventuro in uno di questi “portali del terrore”.
Ma ho dovuto farlo. Perché sacrificare una vita di una giovane e bella ragazza come quella lì che vidi alla mietitura, con lo sguardo triste, in piedi  accanto al secondo tributo che ora mi sta accompagnando, e non quella di un’anziana che ormai ne ha passate troppe.  Non ho nessuno a cui mancare, e quando tornerò con la vittoria immagino rimarrei sola. E poi, quei ragazzi hanno più vita di me: devono vivere, ed io morire.
Controllo che nessuno mi guardi, voltandomi verso la foresta; ma chi potrebbe farlo? Finnick, magari? E’ un ragazzo così giovane... non deve dare importanza a me. E’ già stato tanto per lui tornare qui. Ma so che se la caverà. E so anche che, se dovessi morire, mi permetterà il previlegio di avere una morte veloce e indolore. Mi fido di lui; so che posso farlo. Abbiamo già passato un bel po’ di ostacoli: innanzitutto la pioggia di sangue, poi la tempesta di fulmini, lo tsunami, le scimmie-ibrido. Cosa ci aspetterà? Spero sia qualcosa di non doloroso, perché ho intenzione di sacrificarmi. Voglio scomparire di qui. Finnick non ha bisogno di me, anzi gli sono un peso. Gli sarò un peso a fine giochi, quando dovrà uccidermi. Quindi meglio levarmi di mezzo al più presto.
D’ un tratto avverto un rumore. Con un po’ di fatica mi alzo in piedi e mi appoggio ad un albero nelle vicinanze. Finnick arriva in fretta, con la sua compagna Katniss.
— Mags, hai sentito anche tu quel rumore? — domanda Finnick, allarmato. Annuisco, lentamente.
Vorrei chiedere di quel compagno di Katniss, quel bizzarro ragazzino. Non riesco a parlare, non ne ho più la forza. Così gesticolo, indicando Katniss.  Dopo un po’ di sforzi, Finnick aggrotta la fronte: — Peeta? —
Annuisco nuovamente, sorridendo. — Sta dormendo. E’ molto stanco. — Mi allontano dall’albero e mi aggrappo a Finnick, poi mi siedo sul terreno.
Katniss mi stringe la mano. So che già ha capito tutto, ha capito tutto dall’inizio. D’un tratto mi molla, sfiorandosi la testa, allarmata.
Immagino desideri che me ne vada in fretta. Così faccio un respiro profondo. D’un tratto una piccola parolina mi esce dalla bocca. “Io”. Come ho fatto?! Finnick mi guarda meravigliato, mentre Katniss è distratta a inclinare la testa e strabuzzare gli occhi.
— TU HAI PARLATO? — esclama, entusiasta. Mi si avvicina e mi fa alzare.
 — Io... —
Poi Katniss cade a terra e caccia un urlo. Finnick si volta, sorpreso.
Chiama qualcuno con un grido, mi pare una certa “Prim”. In un secondo sparisce, correndo verso la foresta.
Sono sconvolta quando vedo i due scappare da una parte, impauriti. Sento Finnick gridare “Annie!” e capisco. Immagino siano le Ghiandaie Chiacchierone... sapevo che avrebbero fatto parte di quest’edizione.
Dopo un’oretta, i due non si fanno più vedere. Ma sento che sono ancora vivi. Lo sento nel cuore. E lo spero. Qualcosa si muove dietro di me. E’ solo la mia impressione, ringraziando il cielo. Riprendo a camminare, quando inciampo in una buca. Una buca molto grossa. So che non dovrei farlo, che dovrei restare qui, sola, a morire, ma non resisto e cerco di cacciare un grido. Ma non ci riesco. Allora prendo un sasso metallico, un qualcosa di alquanto anomalo trovato sul fondo e lo lancio sul terreno oltre la buca.  L’impatto è forte e violento, e fa rumore. Cerco di alzarmi, o di almeno ripetere qualcosa, ma non ci riesco. Non sono mai riuscita a parlare per via di una malattia, da uno o due anni. Perché farlo ora? Perché prima ho parlato con Finnick. “Parlato” è una parola grossa... ho solamente detto “Io”...
Vedo improvvisamente due ibridi che coprono la buca di terreno. No, mi seppelliranno qui! VIVA!
Non posso morire così. Cerco di urlare di nuovo, ma mi è impossibile. D’un tratto qualcosa cade nella buca. E’ qualcosa di viscido. Resto immobile, nell’attesa che esso si avvicini a me. Poi metto a fuoco il rettile: è un serpente. E insieme a questo ne cade un altro, e poi un altro, e un altro, e un altro ed ancora un altro.
Resto ferma. E’ l’unico metodo per sfuggire alla loro bocca e non essere loro preda. Sento Finnick gridare: — Mags! Mags, dove sei?! Mags! —
Sto per piangere. Vorrei uscire fuori. Ma poi penso a ciò a cui pensavo prima: sacrificio. 
Sì, sarà meglio se approfitto di quest’occasione. Potrò garantire a Finnick la vita che ha sempre voluto.
Perché vivere essendo ogni giorno un oggetto nelle mani del presidente Snow che vende il tuo corpo e quello di altri vincitori a uomini e donne facoltosi di Capitol City non è vera vita.
Sposerà Annie. E avrà un bambino. E’ questo ciò che gli auguro. Appena chiudo gli occhi, pronta ad allontanarmi da quest’arena e morire, qualcuno scava la buca e mi afferra, portandomi su. Spero sia l’hovercraft di Capitol City, ma quando apro gli occhi mi trovo Finnick accanto a me.
Vorrei balbettare un “grazie”, ma so di non poterlo fare, quindi sorrido, e lui ricambia. Katniss è in un’altra buca, che urla. Finnick mi lascia accanto
albero: — Torno subito! — e corre da lei. Dopo averla salvata, fanno a turno per chi dorme e chi fa la guardia.
Katniss sceglie la guardia; noi altri dormiamo. Sto dormendo tranquillamente, pensando a ciò che accadrà domani, quando sento la voce di Katniss urlare: — La nebbia è velenosa! Scappate! —
Finnick mi porta sulle sue spalle e corriamo tra gli alberi. Stiamo tutti correndo.
Peeta, il giovane compagno di Katniss, cade a terra e ho il tempo di guardargli il viso. Gli altri continuano a correre, mentre io osservo le bolle sul viso del ragazzo. Katniss si affretta a prenderlo in braccio e a correre verso la foresta, ma io inciampo su un sassolino.
Finnick sembra essere fin troppo lontano, ma Katniss si avvicina a me e mi prende. Vorrei balbettare un “no”, ma so di non essere in grado, così scuoto il capo, seguito da una sua occhiataccia.
— No, Mags, so cos’hai intenzione di fare e non te lo permetterò. Non ucciderò nessuno, e non voglio sacrifici. Se accadrà accadrà, ma in un modo migliore. Io so che sei stata e sei una splendida donna e non meriti di morire così —
E, detto questo, mi afferra e fuggiamo insieme verso Finnick. Siamo quasi arrivate, quando mi viene un’idea. Faccio segno a Katniss di mollarmi e mi aggrappo a Finnick. Poi, quando si volta, vedo il suo viso pieno di sfaccettature e bolle. No, no no. Non può morire. Non possono morire. Devono resistere. O loro vincitori o nessuno. Così lascio il braccio di Finnick e mi allontano dal lato opposto, verso la nebbia.
— MAGS! — strilla Finnick. Non lo ascolto. Voglio farlo, posso farlo e devo farlo. Mi volto verso Katniss, annuisco il capo e caccio una lacrima che mi sfiora il sorriso. Grazie, Katniss... e grazie, Finnick. E spero che un giorno, Annie saprà ringraziarmi. Lieta, mi getto nella nebbia, ed il buio mi assale.

 
   
 
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