Nick autore: Queen of the lower court 
Titolo: 
Personaggi: Murasakibara Atsushi, Himuro Tatsuya
Pairing: MuraMuro (o come si dice in gergo. MuraHimu?)
Genere: generale, non saprei XD
Avvisi: NN
Rating: giallino
Note:
Volevo scrivere una shot decente su questa coppia da tipo sempre e, uhn, eccola qui. Si parla di cibo e di fame perché sono una donna alquanto noiosa che non sa discostarsi dai cliché. Perdonatemi.
NB: Detto schiettamente non mi ricordo assolutamente come Himuro sia solito rivolgersi a Murasakibara. Ho usato sempre il nome perché mi pareva una cosa che farebbe un ex espiantato americano, ma si può sempre considerarlo il raggiungimento di un certo livello di intimità affettiva. 
Also, io i capelli di Murochin me li ricordavo un pochino più lunghi ma vabbè, si capisce lo stesso. Tanto Mumù è alto ù.ù

Per il titolo e il particolare aroma abbinato a Himuro caro, si ringrazia sentitamente Nari-senpai <3
 

Pinus sylvestris
 

C’è qualcosa nel modo in cui i capelli di Himuro si diramano, attorno alla sua nuca, che gli fa passare la voglia di mangiare un altro dolce e gliene fa nascere una diversa, giù nella pancia, una voglia cupa e torbida che ha poco a che fare con lo stomaco ma gli si annida più giù, molto più giù.
Gli fa piegare ulteriormente la testa, le grandi mani che affondano nei capelli neri come l’ebano, e ci infila il naso, lì dove i corti ciuffi neri si piegano e si dividono per scendere ai lati del collo.
Profuma di bosco –pino, muschio, piante silvestre, probabilmente è il nuovo docciaschiuma che gli ha regalato Alex a Natale- non è gustoso  come una torta appena sfornata ma gli fa comunque inumidire la bocca; e allora la apre e lo morde, tra il nero dei crini sottili e il bianco della pelle.
-A...-
 Respiro.
–..tsu..-
 Gemito.
-...shi-
Tatsuya contrae le spalle, le mani che corrono alla cieca ad afferrare stoffa e la carne dei suoi fianchi –le corte unghie che riescono comunque a graffiare nella loro presa- e poi espira, tutto d’un botto, rilassandosi contro il suo petto.
Murasakibara lecca piano ogni centimetro serrato tra le sue labbra, prima di lasciarlo andare e restare ad osservare il fiorire dei segni rossi lasciati dai suoi denti su quell’incarnato così chiaro. Ingoia. Delizioso.
-Murochin, ho fame- cantilena, come fa sempre, ma con voce lenta e pesante, pericolosa.
Himuro si limita ad aumentare la presa, sospirando.
-Anche io, Atsushi. Anche io-.