Sprofondi nel fondo
di una goccia di inchiostro
nero, isola solitaria che insozza
la purezza del foglio.
Madre di parole
la carta scritta è la tua voce.
Carceriera di sentimenti
li rinchiudi in una prigione
le righe tramutate in sbarre di prigione.
Gelosa le nascondi alla gente,
sono tue, solo tue
amiche, compagne
le parole che si incastrano nella gola
ma sfociano impazzite dalle dita
racchiuse intorno alla penna.
Quanto dolore, tu
loquace nel foglio, muta nella realtà
parli di silenzio, scrivi di urla
gridi sul tuo quaderno
e solo la carta ti ascolta.
Sprofondi nel fondo
di una lacrima mischiata all'inchiostro
sbaffa l'ultima lettera
diventa caos di nero dolore.
Guardate le mani macchiate di nero,
gli occhi di pianto.
Silenzio, tutti.
La muta sta parlando.