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Autore: Devit    06/08/2008    2 recensioni
Una fanfic incentrata su Mello, ambientata dopo la sua decisione di lasciare la Wammy's House, molto presente anche Matt x Mello come coppia yaoi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un quindicenne Mello stava sistemando i suoi pochi averi in una valigia, nella sua vuota stanza, perlopiù dei vestiti e una buona scorta di cioccolato.

Ripensava a prima, a quanto era stato risoluto davanti a Roger e a Near, ma ora se ne stava andando davvero. Ed era spaventato, odiava ammetterlo, ma era spaventato, d’altronde era piuttosto normale. Wammy’s House era stata la sua casa [prigione] per dodici anni. E in fondo non erano stati dei brutti anni, specie all’inizio, quando era il numero uno, tutti lo stimavano, lo prendevano come modello. Poi venne lui, Near. Strinse i denti con rabbia al pensiero.

No, se ne sarebbe andato ora. Avrebbe battuto tutti: l’Interpol, Near, la polizia giapponese, l’FBI e Near e perfino quell’L che tanto aveva ammirato ed ora era morto. Sarebbe bastata la testa di quel Kira per dimostrare di essere il numero uno. Per dimostrarlo a tutti ma prima di tutto a se stesso.

Staccò lentamente un pezzo di cioccolata.

Oh, sì, crepassero pure Near, Roger e tutti quelli della Wammy’s House.

 

In quel momento la porta della sua stanza si aprì, con uno scricchiolio lamentevole che penetrò fastidioso nei suoi pensieri e si girò. Odiava essere interrotto.

 

Staccò un altro piccolo pezzo di cioccolata, aspettando scocciato che quell’ospite sconosciuto entrasse. Ah, era lui, un ragazzo più o meno della sua stessa età, con dei capelli rossi un po’ scarmigliati, con delle scarpe nere a stivaletto, degli stretti jeans con una catenella che pendeva dalla cintura e una maglia a righe. Come al solito.

 

< Matt… >, l’altro gli rivolse un affabile sorriso e risposte al saluto. Non era assolutamente dell’umore adatto, ma si sorprese a sorridere anche lui. Non-sense. Gli sarebbe mancato quello strano ragazzo dai capelli rossi.

 

< C-cosa? Mello non devi…cioè non puoi andartene così! > disse uno sbalordito Matt dopo aver ascoltato le intenzioni del biondo, poi aggiunse calmandosi < Voglio dire: non hai un soldo e neanche una carta d’identità, niente di niente. Qui sei uno dei ragazzi più promettenti, ma là fuori non sei nessuno! > , cercando di fargli cambiare idea, ma ricevendo un’occhiataccia come risposta.

< Questa è la differenza fra me, Near e tutti voi della Wammy’s House, non capisci? Elle aveva il supporto di polizia, FBI, nazioni intere. Sarebbe stato lo stesso con le proprie sole forze? Eppure io l’ho sempre stimato, lo sai  > sospirò, mangiando nervoso dell’altra cioccolata nel mentre, < Ma il punto è che i ragazzi della Wammy’s House sono dei repressi viziati, dei disadattati, che da soli creperebbero in un attimo là fuori, nel mondo. Near più di tutti.  Ma vi dimostrerò di non essere come voi > Mello si bloccò per un istante, si stava lasciando trasportare dall’ira e si stava sfogando su Matt, probabilmente lo aveva anche offeso, si morse il labbro inferiore.

Il rosso, cercando di non mostrarsi ferito, disse < Senti, io non sono come Near. E prima di essere il terzo in questo dannato posto, cosa di cui m’importa ben poco, sono tuo amico, Mello! > il biondo rimase interdetto, cercando di capire dove volesse andare a parare l’altro < Quindi, per favore, se sei deciso ad andartene so che non potrò convincerti diversamente, ma almeno andiamocene insieme! > Mello si ritrovò sorpreso e felice, molto felice, quelle parole lo facevano stare bene e risuonavano nella sua mente.

Ma si sforzò, a fatica, di non dare a vedere entrambi i sentimenti, diede un altro morso al cioccolato, poi riprese con voce inflessibile ma più gentile < No, Matt. Ho deciso per me e per me soltanto, non voglio alcuna responsabilità sulla tua vita. Inoltre, non me sto scappando come un adolescente represso che vuole far preoccupare qualcuno. Sto andando a uccidere questo Kira. Fa proprio al caso mio: ha fatto fuori persino Elle, quale modo migliore per provare chi è il migliore fra me e Near? > 

Matt sospirò, cercando un’ultima volta di fargli cambiare idea < D’accordo, ma fallo con l’aiuto della polizia, da solo non potrai concludere niente e…> fulminato da un’altra occhiataccia, < Quella è la strada che ha scelto Near, io userò altri mezzi. E con quelli darò scacco matto a Near e a Kira… > venne interrotto < Ma di quali mezzi parli, Mello?! > L’altro aveva alzato il tono della voce, esasperato, preoccupato, arrabbiato di essere lasciato lì così, da solo.

Mello rimase confuso da quella reazione e fece per rispondergli, urlandogli contro, ma si impose di calmarsi.

< Qualsiasi mezzo mi sia utile, Matt > il tono era gelido.

L’altro scosse la testa < Fa come vuoi… >

 

Mello finì di sistemare le sue cose. Si mise un lungo cappotto rosso con della pelliccia nera intorno al cappuccio e alle maniche, e dei pantaloni di pelle e degli alti stivali dello stesso colore, poi si caricò il suo piccolo e  leggero bagaglio a tracolla sulle spalle.

Si avviò verso la porta della sua stanza, troppo orgoglioso [ e odiandosi per quello] non degnò di uno sguardo il rosso che stava seduto sul bordo del letto con la testa bassa.

Fece per aprire la porta ma la sua mano lo afferrò delicatamente per il polso del braccio destro. Si girò guardandolo, gli stava rivolgendo un lieve sorriso < Ehi, guarda che mi mancherai, salutiamoci come si deve! > Mello si mise in piedi davanti a lui e gli accarezzò piano i capelli rossi < Anche tu mi manch…> si interruppe bruscamente, Matt gli aveva tirato improvvisamente il braccio più in basso, portando i loro volti quasi alla stessa altezza.

Poi, con uno scatto, lo  baciò sulle labbra. Mello sgranò gli occhi [infastidito? Tutt’altro], l’altro li teneva socchiusi, accarezzandogli i capelli con le mani.

Mello era di nuovo confuso: lo sorprendeva Matt quel giorno.

Ricambiò intensamente il bacio, sedendosi a cavalcioni sulle sue ginocchia, lasciando cadere con noncuranza la valigia. Il bacio divenne sempre più profondo.

Cominciò anche ad accarezzare languidamente il petto dell’altro sotto la maglia, per poi staccarsi dalle sue labbra e sfilargliela, gettandola a terra.. Matt rise piano, eccitato, buttando il biondo sul letto e mettendosi sopra di lui. Mello non volendo essere da meno, fece lo stesso, mordicchiandogli il collo per sottometterlo. L’altro però, ricambiando il morsetto, riprese la posizione di prima, ridacchiando.

Mello sospirò divertito: d’accordo, avrebbe lasciato condurre lui.

 

 

In quel momento qualcuno bussò alla porta.

Mello si rialzò immediatamente, buttando giù Matt che quasi cascò giù dal letto.

Poi chiese con voce chiaramente alterata < Chi è?! >

< Mello? Sono io, Roger > Quel dannato vecchio.

Il ragazzo aprì la porta, sbattendola, Roger rimase interdetto e non per quel gesto. Mello non afferrò la cosa e lo apostrofò scocciato < Beh, che c’è, Roger? >, ma le parole gli morirono in gola, capendo.

 Matt era nel letto, a petto nudo, la sua maglia e il cuscino a terra , le lenzuola quasi devastate, aria stravolta e capelli più arruffati che mai. E anche l’altro ragazzo si avvicinava parecchio a quella descrizione.

< Ehilà, Roger, come va? > disse Matt, paonazzo e con un gran sorriso imbarazzato.

Che uscita ridicola, pensò Mello, abbassando rassegnato il capo e cercando di non far notare il proprio rossore.

Roger scosse la testa, imbarazzato anche lui, ma decise di far finta di niente, riportando la propria attenzione unicamente su Mello. < Allora, sei proprio sicuro di andartene? >  quello annuì, ricomponendosi e riportando il bagaglio sulle spalle, < Mello là fuori non c’è quello che pensi, il mondo non ti offrirà nulla, solo perché…> il biondo lo interruppe sbuffando < Questo lo so bene, non mi scocciare, per favore. Non voglio alcun aiuto né consiglio da parte tua né da nessun altro. >

Roger scosse ancora la testa, poi  infine uscì, salutandolo mestamente.

Quando quello uscì Mello si abbassò, prese la maglia a righe dell’altro ai piedi del letto e la lanciò a Matt. Quello gli rivolse un cenno di ringraziamento. Poi si avvicinarono, entrambi in piedi, e ancora un po’ imbarazzati si diedero un ultimo, rapido, bacio sulle labbra.

< Allora a presto, Mello >

< Addio, Matt >

 

Il biondo uscì dalla Wammy’s House con passo deciso. Era una tipica giornata autunnale, nuvolosa, era Novembre. C’era un’aria fredda, non doveva aver piovuto da molto. C’erano piccole pozzanghere qua e là nel giardino. I ragazzi più piccoli che erano là fuori lo guardavano straniti, vedendolo andarsene. Probabilmente lo conoscevano di fama e solo di vista. Lo conoscevano come il secondo della Wammy’s House. Strinse i denti., ma proseguì ignorandoli.

Arrivò al cancello, c’era una lunga strada dopo, forse sarebbe arrivato nell’autostrada, ma ancora abbastanza vicino da raggiungere a piedi la periferia di Winchester, non era sicuro. La locazione del posto in cui aveva vissuto per gran parte della sua vita era imprecisa anche per lui.

Inspirò profondamente quell’aria pungente che lo attorniava.

Prese la barretta di cioccolata e ne staccò un paio di quadratini, producendo un forte schiocco.

Poi varcò il cancello.

         

 

                                                                       Addio, Matt

  
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