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Autore: Rain_Flames    04/06/2014    9 recensioni
Storia in fase di revisione
***
The Daughters of the Death - Le Figlie della Morte
Non è un buon soprannome con cui convivere, ma è decisamente il più azzeccato per loro.
Kaylynn e Paige: due gemelle provenienti dalle terre degli elfi, troveranno solo morte e distruzione sul loro cammino.
Vivere su Midgard non è mai stato facile, ma ora che dovranno combattere l'una contro l'altra, faranno sprofondare nuovamente nel terrore il pianeta.
Una nuova minaccia si rivelerà agli occhi dello S.H.I.E.L.D. e Fury farà di tutto per essere pronto ad ogni evenienza.
Riusciranno i Vendicatori a proteggere nuovamente la Terra?
***
«Tony non apprezzo la tua ironia in momenti simili, spero non ti offenderai, se non rido» - sbuffò Kaylynn.
«Nessuno apprezza la sottile ironia del Sig. Stark, agente Key» - esclamò Fury nell'auricolare - «C'è bisogno di te in infermeria, dopodiché, voglio un rapporto dettagliato, scritto e firmato sulla mia scrivania».
«Naturalmente colonnello Fury» - esclamò la ragazza interrompendo la conversazione.
«Papino si è arrabbiato» - sorrise Stark.
«Prega per non vedere mai incazzata me» - sussurrò Key.
«Sono ateo» - celiò Tony.
«Allora pregherai me, quel giorno, te lo assicuro».
***
POST-AVENGERS - ma non tiene in considerazione i film usciti dopo.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bruce Banner/Hulk, Loki, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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The Daughters of the Death


Prologo
 

Revisionato in data 02/09/14




23 settembre 2012, ore 09.07 – Midgard – New Mexico
 

Aveva ancora il fiato corto.

«Respira Kaylynn... respira» continuava a ripetersi per cercare di riprendere un ritmo regolare.

Dopo qualche minuto di assoluto silenzio, nel quale poteva udire solo il suo affanno, riuscì a riacquistare il controllo del suo corpo: dovette correre per più di quindici miglia, e quello sembrava un posto sufficientemente isolato.

Fece appello a tutte le forze che le erano rimaste, iniziando a caricare l'energia nei palmi delle sue mani; dopo diversi minuti, brevi scariche elettriche le stavano attraversando la pelle bianca.

Si concentrò maggiormente, richiamando a sé tutta la volontà, per non distogliere l'attenzione dal suo obbiettivo. Con un grido che quasi le tolse tutto il fiato, congiunse le mani intrecciando le dita e lasciando solo gli indici tesi per poi puntarli contro una grande roccia appuntita di fronte a sé: fece scaricare dal cielo e dal suo corpo tutta la forza dei tuoni, polverizzando la pietra e creando una colonna di luce visibile persino dalla California.

Si sedette stremata sulla terra, impolverandosi la tuta di pelle nera, e attese; aspettò per mezz'ora circa, quando un grande dispiego di truppe arrivò a circondarla.

«S.H.I.E.L.D.» pronunciò sotto voce, prima di mettersi in ginocchio e alzare le mani sopra la sua testa.

Quando un agente le si avvicinò, non poté fare a meno di sorridere – tutto era andato secondo i suoi piani -; la vista le si offuscò, era esausta e priva di forze, così lasciò che le ginocchia cedessero sotto il proprio peso, perdendo i sensi.

 

23 settembre 2012, ore 09.13 – Midgard – Oceano Pacifico

 

Tutti gli strumenti di rilevazione sembrarono essere impazziti. Il Direttore dello S.H.I.E.L.D. chiese subito spiegazioni ai suoi uomini, ma senza ricevere alcuna ragione plausibile.

«Colonnello Fury» esordì l'agente Hill, entrando di corsa nella stanza «I satelliti hanno individuato il luogo dove si è sprigionata la tempesta, i nostri esperti sono sicuri che non si tratti di Thor».

«Avremo a che fare con qualche altro Dio capriccioso?» domandò più a se stesso che alla Hill.

Dopo la battaglia di New York tutti avevano capito di non essere più soli nell'universo e il solo pensiero che un altro alieno potesse essere in procinto di scatenare una guerra coinvolgendoli, proprio non lo entusiasmava.

«Ho già inviato alcune squadre per verificare, a breve dovremmo avere ragguagli» rispose lei efficientemente.

«Molto bene, tienimi informato».

 

23 settembre 2012, ore 10.22 – Midgard – Oceano Pacifico

 

Appena catturata, la donna fu portata immediatamente da Fury. Gli uomini che l'avevano condotta da lui erano piuttosto inquieti e non sapevano sinceramente cosa aspettarsi da quella creatura. Il Direttore tenne la prigioniera sotto controllo fin dal suo arrivo alla base.

La causa di tanto trambusto, adesso giaceva sdraiata senza sensi, in una delle tante stanze blindate dell'Helicarrier. L'aspetto era troppo minuto per farla sembrare realmente una minaccia, però sapeva bene quale forza fosse riuscita a scatenare, o chiamare a sé.

La pelle diafana, così in contrasto con la propria, si confondeva tra le lenzuola candide; i capelli argentei sembravano quasi bianchi a tratti. Questi dettagli, la facevano apparire diversa dallo standard di homo sapiens: persino le orecchie dalle estremità appuntite, ricordavano a tutti i medici che l'avevano visitata, un Legolas al femminile.

Il colonnello aggrottò le sopracciglia; dopo l'invasione dei Chitauri a New York, non si sarebbe stupito se - una volta sveglia - avesse dichiarato di essere un Elfo o qualcosa di simile, l'unico obbiettivo sarebbe stato comprendere se tale soggetto fosse effettivamente ostile al genere umano.

 

 

23 settembre 2012, ore 12.36 – Midgard – Oceano Pacifico

 

«Colonnello, si è svegliata!» Lo chiamò poche ore dopo l'agente Hill. La seguì senza dire niente, fino alla piccola stanza asettica. Per ogni precauzione, l'avevano legata, tuttavia non appariva spaventata dalla situazione avversa, anzi, ostentava una sicurezza che difficilmente avrebbe attribuito ad una creatura così esile.

Fury decise di entrare da solo, mentre attraverso le riprese delle videocamere, la Hill e gli altri sottoposti valutavano la situazione.

«Chi sei?» le chiese senza tanti giri di parole.

«Kaylynn, se si accontenta di un nome pronunciabile…» rispose la ragazza «non sono ostile, però ho bisogno del suo aiuto» concluse con voce ferma.

«Che cosa sei?» domandò ancora l'uomo. Di certo la delicatezza non rientrava nel suo DNA.

«Sono un elfo. Un ibrido in realtà» disse la ragazza, sfrontatamente «Ormai Midgard è a conoscenza degli altri nove regni».

«Immaginavo non fossi di queste parti» rispose Fury con una leggerissima vena di ironia.

Si soffermò ad osservare il colore grigio perla dei suoi occhi, stupefatto di tale bellezza, mai vista in natura.

«Mio padre Amikals proviene da Alfheim, e da lui ho acquisito i poteri degli elfi della luce, mentre mia madre Merril, proviene da Svartàlfaheimr, e da lei mi sono stati donati i poteri degli elfi oscuri. Ho due sorelle, di cui una gemella. Mai, prima della nostra nascita, le due razze avevano avuto l'ardire di incrociarsi, ma mio padre - per quello che voi umani definite amore - decise di tentare il proibito, salvo poi morire per difenderci».

«Perché mi sta raccontando tutto questo?» domandò perplesso il colonnello.

«Pensavo le facesse piacere avere un quadro generale del nemico» sorrise innocentemente.

«Di che nemico sta parlando? Non ha appena detto di non essere un soggetto ostile?» chiese l'uomo con la mano pronta sulla fondina.

Fury odiava questo genere di atteggiamento, gli ricordava molto il carattere difficile degli Stark ed era risaputo che a lui, i piantagrane, non piacessero affatto. Solitamente le teste calde non sopravvivono a lungo, per questo preferiva circondarsi da soldati come Barton o la Hill, che rispondevano impeccabilmente agli ordini. Non bisognava leggere tra le righe con loro, ma soprattutto portavano rispetto per la sua autorità. Non era a capo dell'organizzazione per capriccio, era il suo lavoro, perciò trovava insopportabile che la ragazza di fronte a lui stesse giocando invece di parlare chiaramente.

«Non sono io il pericolo, si rilassi! Lo sono il mio ex capo e la mia gemella» affermò la ragazza.

«L'ascolto, a patto che non mi faccia perdere tempo» sicuramente la parlantina di Kaylynn non entusiasmava il Direttore.

La ragazza iniziò a spiegare; nel frattempo il subbuglio si diramava fra i soldati dello S.H.I.E.L.D. situati nelle sale circostanti, per cercare dati e informazioni a supporto di quanto l'elfo stesse dicendo.

«Dopo la nascita di Tasha - mia sorella minore -, Marril, decise di uccidere nostro padre e saremmo morte anch’io e Paige se non fossimo scappate. Vagabondammo per i nove regni, fino a quando circa sei anni fa, giungemmo su Midgard; cercammo un posto adatto, e alla fine scegliemmo il Giappone come casa. Il motivo è molto semplice: date le nostre fattezze, ci scambiarono per Cosplayer, e così avemmo una buona ragione, per non doverci sempre nascondere». Terminò il proprio racconto. Osservando bene chi le si poneva di fronte e i modi bruschi, constatò apertamente: «Non siete molto ospitali con chi è diverso» esclamò la ragazza, che si beccò un'occhiata di sufficienza da Fury.

«Comunque sia,» proseguì la fanciulla «vivemmo come ci fu possibile per qualche anno, crescendo Tasha da sole, e cercando di adattarci al vostro modo di vivere. Un giorno incontrammo un uomo molto potente, che ci promise una nuova vita: ci assicurò protezione e un posto migliore per poter crescere la nostra sorellina. Non so come, ma Esers - questo è il nome del vostro nemico - scoprì i miei poteri e quelli di Paige, ed è principalmente questo la causa per cui ci arruolò. Ci addestrò alle vostre tecniche di lotta corpo a corpo e all'uso di quelle che voi chiamate armi da fuoco».

«Presumo non siano solo queste le vostre abilità» constatò, rimembrando l'episodio precedente alla cattura.

Kaylynn accennò un sì con il capo e continuò «Possiamo controllare i cinque elementi».

«Cinque?» chiese il colonnello esterrefatto «Non dovrebbero essere quattro?»

«Non so come li intendete voi, ma noi siamo in grado di controllare l'acqua, il fuoco, l'aria, la terra e il tuono».

«Non pensavo Thor avesse concorrenza» bisbigliò l'uomo, ma la ragazza ignorò il commento sarcastico e andò avanti con il discorso.
«Ho il dono della preveggenza anche se non funziona a comando, è più una cosa casuale, non la so ancora usare bene, infine sono una guaritrice. Sono principalmente quello in realtà, mentre mia sorella Paige ha poteri d'attacco, usa l’energia per combattere e gli elementi con maggiore tenacia; inoltre è in grado di utilizzare proiezioni astrali e teletrasporto. Il suo seiðr è molto potente e le sue capacità sono pressoché illimitate, ero io a tenerla a freno solitamente».

«Trovo il tutto davvero interessante ed istruttivo» esclamò ironicamente Fury «però non è ancora arrivata al punto».

«Certo, avete ragione... Lei è?» chiese dal momento che non conosceva ancora il nome del suo interlocutore.

«Colonnello Nick Fury» esclamò solenne.

«Piacere mio, Nick» sottolineò confidenzialmente con tono lascivo, donandogli un sorriso di sfida; tuttavia in cambio ricevette uno sbuffo di rimprovero «Tasha, non ha ancora sviluppato le sue abilità, ma la sua forza è equivalente alla mia e a quella di Paige messe assieme, i nostri poteri si sono divisi alla nascita, ma lei potrà sia attaccare che difendersi con estrema facilità; ad ogni modo, entrerà in possesso dei suoi poteri al compimento dei dieci anni terrestri. Abbiamo poco meno di tre anni per salvare il mondo».

«Abbiamo?» domandò Fury confuso «E poi salvarlo da chi? Da sua sorella Tasha?»

«Non esattamente, ora le spiego meglio. Esers, è una minaccia terroristica e voi non lo avete ancora individuato, si muove nell'ombra, è subdolo. Ha usato me e Paige per creare calamità naturali grazie alle nostre capacità, per poi poter mandare le sue compagnie, nei luoghi delle ricostruzioni. Ricava profitti mediante le disgrazie altrui. Ci ha strumentalizzate per fomentare guerre. Lui le ama, le sovvenziona, le brama. Quando ci ha comunicato l'intenzione di voler usare Tasha al compimento dei suoi dieci anni, mi sono opposta».

«Per quale motivo? Se ha lavorato per lui fino ad ora, perché questo cambio di ideali?» domandò curioso.

«Non ho ideali. Non ho fazioni, almeno fino ad ora. Non mi interessa che fine faccia il vostro mondo, anche se ammetto che ormai un po' mi ci sia affezionata, però mi importa della salute di Tasha. Il seiðr non è semplice da usare. Per adempiere i propri scopi, Esers, la condurrebbe a una lenta e dolorosa morte, cui non posso permettere».

«E Paige?» chiese il colonnello cercando di concludere il discorso.

«Mia sorella mi ha tradito» esclamò la ragazza quasi sputando su quelle parole «Ho preso Tasha e ho tentato la fuga, quando ho svegliato Paige per dirle di andarcene, lei mi ha fermato. Prima con una scusa mi ha allontanato da mia sorella, dopodiché, ha dato l'allarme e mi ha accusato di alto tradimento. Ho cercato di difendermi, invano; sono scappata e non ho trovato altra soluzione, se non chiedere aiuto a voi. Ho individuato un posto isolato per non fare danni, e ho poi ho scovato un modo piuttosto convincente per attirare la vostra attenzione. Ecco tutto».

Fury la guardò celando la sua preoccupazione, poi riordinò tutte le informazioni appena ricevute, elaborando la sua conclusione.

«Noi siamo un'organizzazione militare segreta. Preserviamo la pace mondiale dalle minacce, qualunque sia la loro natura. Che cosa ti aspetti che faccia lo S.H.I.E.L.D.?» domandò infine alzando un sopracciglio.

«Rivoglio mia sorella Tasha. Addestratemi! Fatemi entrare nell'organizzazione. Io metterò a vostra disposizione le mie capacità e le mie conoscenze, e voi mi aiuterete a smantellare il N.F.».

«N.F.?» fece pensieroso il colonnello.

«Che domande, Nick» sbuffò la ragazza ironica «N.F. - Natural Forces, l'organizzazione di Esers».

«Senti ragazzina» tuonò Fury alterato «Punto uno, non sono Nick, sono il colonnello Fury per te. Punto due, far parte dello S.H.I.E.L.D. non è un gioco, e punto tre,» fece una pausa per sottolineare il suo disappunto «chi mi dice che possiamo fidarci di te?».

«Mettimi alla prova, non ho paura! Ma siete dei pazzi se pensate di poter vincere questa guerra, senza di me» soffiò Kaylynn.

«Non mi piace la tua insolenza» ringhiò Fury.

L'uomo si alzò bruscamente facendo strisciare la sedia contro il pavimento e le diede le spalle, camminando avanti e indietro davanti ad un ampio specchio. Dall'altra parte c'erano alcuni dei suoi migliori agenti, tra cui Occhio di falco, e si stava chiedendo che cosa ne pensassero loro dell'intera faccenda.

«Non sei ancora il mio capo; tuttavia fammi diventare un agente e sarò uno di quei soldatini che ti piacciono tanto. Hai tre anni. Se non iniziamo a collaborare subito, potrebbe essere troppo tardi. Vuoi sulla coscienza la fine del mondo?» gli impuntò la ragazza.

«Non mi fido di te» ribadì il colonnello.

Restarono a lungo in silenzio, mentre cercavano di capire che cosa stesse passando per la mente dell'altro. L'unico occhio del Direttore scrutava la ragazza senza remore. Era stanco e ormai aveva capito che il mondo aveva nuovamente bisogno dello S.H.I.E.L.D.. Continuò a guardarla e nessuno dei due accennava ad abbassare lo sguardo, vedeva nei suoi occhi una grande forza di volontà e pensò che se si era fatta catturare e si era affidata completamente alle loro mani, probabilmente era preoccupata quanto lui per questa storia.

«Mi guadagnerò la sua fiducia sul campo, colonnello Fury» assicurò Kaylynn sicura e fiera.

Il Direttore, allarmato dalla minaccia incombente, sentì gravare sulle sue spalle il dovere di prendere una decisione all’istante. La cosa migliore sarebbe stata consultarsi con l'agente Hill convocando subito una riunione speciale con i vertici. Una nuova organizzazione terroristica non andava assolutamente presa sotto gamba.

L'uomo uscì dalla stanza senza darle una risposta. Dopo un quarto d'ora rientrò, rivolgendosi a quella creatura.

«Ti sottoporremo ad alcuni test... fisici e psicologici. Alcuni potrebbero non piacerti, però sono il solo modo che abbiamo per sapere se possiamo crederti o meno» esclamò il colonnello.

«Sta chiedendo l'autorizzazione per torturarmi? Carino da parte sua» sospirò «Accetto. Spero solo che quando diventerò la sua miglior agente, abbia la delicatezza di farmi le sue scuse».

 

 

2 anni dopo – Poco prima dell'alba – Camera delle reliquie – Asgard

 

Thor chiamò a se il Mjolnir.

Teneva l'enorme martello ben saldo nella sua mano destra, mentre si guardava attorno con circospezione. Superò diversi trofei di guerra fino ad arrivare davanti allo Scrigno degli Antichi Inverni, gli sembrò di scorgere un'ombra in fondo al corridoio, così alzò la sua arma pronto ad attaccare.

«Chi sei?» domandò con voce grave «Mostrati creatura della notte».

Una leggera risata fece eco tra le colonne della sala delle reliquie. Poi, d'improvviso apparve una giovane donna, che con fare suadente e il volto imporporato di rosso, si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio appuntito.

«Non dovresti essere qui» esclamò il Dio del Tuono abbassando il martello.

«Pessima scelta» sibilò Paige sorridendo malignamente, prima di scagliarlo a terra con la potenza del Tesseract che aveva appena rubato.

Thor si rialzò a fatica, ma la giovane era già svanita in una nube di fumo.

«Devo avvertire subito il Padre degli Dei» tuonò dirigendosi verso la sala principale del palazzo.

 

 

Alba – Prigioni – Asgard

 

Il principe cadetto si voltò lentamente, stupito che qualcuno fosse riuscito a penetrare nella sua cella con così tanta facilità, senza attirare minimamente l'attenzione delle guardie.

«Come hai fatto ad entrare?» chiese Loki, alla giovane donna che gli stava di fronte.

«Ha importanza?» domandò lei sedendosi su una sedia.

Adocchió e si protese verso la ciotola piena di frutta in mezzo al tavolo, rubando un acino dal grappolo d'uva più grande, e addentandolo con soddisfazione. Il Dio degli Inganni scrutò per bene la creatura prima di parlare: una figura armoniosa, probabilmente un elfo che emanava un potente seiðr. Capelli neri come la notte, così simili ai suoi e occhi altrettanto scuri, distingueva a fatica la pupilla dal cristallino.

«Chi sei?» domandò Loki girandole attorno lentamente.

«Paige, mio Re» sorrise melliflua, abbozzando un inchino col capo.

«Sei qui per farti beffe di me?» domandò il Dio alterato.

«Non mi permetterei mai,» continuò lei sorridendo «ma ho seguito le tue imprese su Midgard, peccato per i Vendicatori, era un bel piano, anche a me piacerebbe un regno tutto mio».

Loki si stava spazientendo sempre di più, quella donna gli stava facendo saltare i nervi.

«Mi piace questa cella» continuò lei alzandosi in piedi e iniziando a girovagare per i pochi metri che la prigione, in cui era rinchiuso, permetteva «Molto meglio delle altre, si vede che sei un raccomandato» colpì nel segno con fare altezzoso.

«Perché sei qui?» ringhiò l'Ingannatore.

«Speravo me lo chiedessi» disse tutta contenta saltellandogli intorno. Poi si avvicinò di qualche passo e prese il suo volto fra le bianche mani «Non oggi, tuttavia un giorno non troppo lontano, riuscirò a liberarti da questa gabbia dorata. Riavrai tutti i tuoi poteri e insieme, se me lo permetterai, regneremo su Midgard».

Loki la guardò per qualche secondo in un primo momento perplesso, e poi scoppiò a ridere, senza però sottrarsi a quel gentile contatto.

«Credi di riuscire laddove io ho fallito?» domandò tornando improvvisamente serio.

«Non senza il tuo aiuto. I tuoi piani erano efficaci, peccato ti sia circondato da idioti. Con le mie capacità, e il Tesseract che ho rubato poco fa sotto il naso di Thor, ristabiliremo l'ordine delle cose e potrai finalmente avere l'umanità ai tuoi piedi».

«Perché lo fai?» domandò il principe cadetto guardandola negli occhi.

«Perché sono una giovane donna innamorata» pigolò innocentemente posando le labbra su quelle di lui.

Loki non si scostò, malgrado ciò, non ricambiò il bacio.

«Non credo di poter provare sentimenti come l'amore» esclamò una volta che la ragazza si fu allontanata dal suo viso.

«Sai fingere? Perché io mi accontento di poco credimi» sorrise «Ma se proprio ci tieni a marcire qui dentro a vita... »

«Che cosa dovrei fare, sentiamo... » chiese ironico il Dio degli Inganni che, per quanto odiasse ammetterlo, iniziava ad essere divertito dalla situazione.

«Niente per ora; tornerò presto a trovarti, celata dal seiðr naturalmente. Cerca di essere un po' più dolce la prossima volta».

Loki stava per ribattere, ciò nonostante, fu preso in contropiede da Paige che osò posare ancora labbra contro labbra. Lo baciò nuovamente e poco dopo si dissolse sparendo dalla prigione. Il giovane principe si sfiorò la bocca con le dita e sorrise: «E io che pensavo di essere rimasto l'unico pazzo».

 


Ringrazio enormemente e infinitamente PaulLahote e Hanna McHonor per aver betato questo primo prologo.
Ho deciso di affidarmi a loro perché sono convita che si possa sempre imparare dagli altri, e vedendo la differnza tra la prima stesura e questa versione, direi che ho proprio ragione.
Anche voi potete chiedere di farvi betare la storia, o anche solo un parere o una recensione, chiedendo sulla pagina facebook Editing & Graphic EFP.
Non solo queste ragazze sono bravissime -da poco si è aggiunta anche Shinkari-, ma ho avuto modo di conoscerle e sono delle persone splendide, che mi hanno dato modo di collaborare per la parte di grafica perciò... vi aspettiamo ^_^


Angolino dell'autrice... seconda parte...

Ciao a tutti ^^
E' la prima volta che scrivo una nel fandom degli Avengers.
Spero comunque che la storia vi piaccia :D
Questo è solo il prologo, e come avrete capito serve per dare un'idea generale a voi, oltre che a Fury.
Detto questo vi lascio... Non voglio fare un altro monologo...
Mi auguro di riuscire a rappresentare piuttosto fedelmente il carattere dei personaggi, in caso contrario, chiedo venia.
Accetto qualsiasi suggerimento e critica, purché costruttiva ;) per me è molto importante avere un vostro feedback.
Non sarà la classica guerra tra il bene e il male, questo no.
Ci sono un miliardo di ragioni nel mezzo, non ci resta che scoprirle :)

Un bacione, spero a presto, Rain

  
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