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Autore: LADY_youkai    06/08/2008    5 recensioni
Solo per una volta, una stupida volta, volevo lasciarmi andare. Perdere il controllo. Per una volta, volevo essere la tua puttana Mello… Scivolato nella tua stanza di certo più viva della mia, mi sono permesso di entrare e osservarti negli occhi, mentre tu mi guardi a tua volta, sorpreso di vedermi lì -Che diavolo vuoi Near?-
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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like your chocolate

Ecco un’altra ff su Mello e Near! Non posso farne a meno, ormai scrivo ff solo su di loro e non e’ un bene…accidenti! Spero solo che vi piaccia, anche se non potrà  mai essere paragonata al mio precedente capolavoro su loro due T___T. PAZIENZA!! Spero che gradiate comunque ^ ^ 

 

Solo per una volta, una stupida volta, volevo lasciarmi andare.

Perdere il controllo.

Per una volta, volevo essere la tua puttana Mello…

Scivolato nella tua stanza di certo più viva della mia, mi sono permesso di entrare e osservarti negli occhi, mentre tu mi guardi a tua volta, sorpreso di vedermi lì

-Che diavolo vuoi Near?- Chiedi tu, con rabbia. Lo posso sentire dal tono della tua voce: mi odi così tanto che potresti uccidermi in questo momento.

Ne sono sicuro, ma adesso…non mi importa.

Ti innervosisci perché non rispondo e mi guardi con sguardo sempre più accigliato, mentre mangi quella tua barretta di cioccolata che lecchi piano. Mi sento svenire.

Senza pensarci due volte,  mi avvicino a te, costringendoti a retrocedere ma a un certo punto ti blocchi: il muro ti impedisce di scappare da me e, per un attimo, posso scorgere una nota di stupore nel tuo sguardo. Io sorrido maliziosamente, e accosto le mie labbra al tuo orecchio, sussurrando una frase che mai mi sarei sognato di dirti, nemmeno nei miei desideri più peccaminosi

-Mello, ti supplico, leccami come fai con la tua cioccolata-

Tu sbarri i tuoi occhi azzurri e mi guardi dritto nei miei che in questo momento non sento vuoti e spenti

-Ma…ma che stai dicendo Near?!- Dici tu, scostandomi da te, facendomi quasi cadere. Il tuo viso è arrossato e imbarazzato, ma sono certo di scorgere anche in te la voglia. Sorrido ancora e mi avvicino, toccando con l’indice il tuo mento: sbaglio o stai tremando?

-Mello, lo sai che non puoi sbarazzarti di me, vero? Io sono il numero uno, il migliore e tu sempre il secondo: e i secondi devono fare quello che gli dicono i primi- Il tuo sguardo subisce una trasformazione e io sono soddisfatto di me stesso: ero sicuro che ti saresti arrabbiato e che mi avresti dimostrato che anche i secondi possono comandare.

Perdonami, ma questa volta ti ho usato per raggiungere il mio scopo.

Mi prendi per le spalle e mi butti sul letto e subito dopo ti metti a cavalcioni su di me: stai sogghignando

-Allora, chi è che comanda adesso?-

-Sempre io- La mia risposta, genera la reazione sperata: ti getti sul mio collo e inizi a succhiare in un punto preciso, mentre io continuo ad ansimare. Sorrido… a un certo punto, però, ti fermi e ti alzi, guardandomi quasi disgustato

-Perché ti sei fermato?- Mi ritrovo a chiedere io, ingenuamente

-Tu, schifoso bastardo…TU MI STAI USANDO MALEDETTO!!- Io non rispondo nulla: in effetti, è vero, adesso tu non sei altro che un tassello del mio piano, una pedina, il mio giocattolo.

Ma perché allora sto così male?

Perché sento una stretta al cuore?

-Esci dalla mia stanza, non voglio più guardarti in faccia Near!- Dici tu, mentre mi apri la porta. Ma io non mi muovo dal tuo letto. Non ce la faccio. Osservo il pavimento sotto i miei piedi e non guardo altro

-Ti prego…-

-DI COSA?!?-

-Non ti accorgi di quello che ti sto chiedendo?- Dico io, cercando di soffocare un principio di pianto, anche se non so perché ho voglia di piangere.

Silenzio nella stanza, ma subito dopo sento la porta richiudersi e tu che ti avvicini  a me, piano e sento il tuo sguardo che mi penetra e mi studia

-E cosa mi stai chiedendo?-

-Ti sto solo chiedendo di rendermi più umano!- Dico io, alzando lo sguardo e fregandomi delle mie lacrime che mi rigano il volto –Ti sto chiedendo solo di aiutarmi a non morire! Ti sto solo supplicando di far battere ancora una sola volta il mio cuore…- Continuo, posando una mano sul mio petto: in effetti, è come se non battesse.

Forse è per questo che sono così candido.

Sono un cadavere.

Un morto che viaggia ancora su questa terra così viva

-Ti chiedevo solo di farmi sentire che cosa voleva dire vivere…anche se sento che non posso cambiare ciò che sono, volevo solo una volta, perdere del tutto la ragione e affidarmi nelle tue mani- Non sento nulla, adesso. Nemmeno tu parli e sono sicuro che sei immobile. Sento che torni alla porta e che metti la mano sulla maniglia “No! Ti prego!” Penso io, cercando di non mostrarmi preoccupato per quello che sta accadendo. Un rumore. Alzo si scatto la testa: perché hai chiuso la porta a chiave?  Perché spegni la luce?

-Era solo questo, dunque?- Mi chiedi, sentendo che stai tornando qui. Nel buio di questa stanza, sorrido, perché so che non mi hai cacciato, ma mi stai accogliendo nella tua vita, anche solo per una notte, anche solo per un’avventura di sesso

-Dove eravamo?- Chiedi tu, mentre mi fai nuovamente sdraiare sul tuo letto e continui a toccarmi e a baciarmi. Ora si che mi sento morire: quanto sono dolci le tue labbra? Quanto è vogliosa la tua lingua?

Si…alla fine sono diventato il tuo gioco, la tua puttana.

E sai una cosa? Sono felice…

Sento le tue dita sbottonare la mia camicia troppo grande e l’altra mano infilarsi nei miei pantaloni. Spalanco gli occhi e cerco di trattenere dentro di me tutto il piacere che mi stai regalando

-Near, cerca di rilassarti…- Mi sussurri tu con voce così languida che quasi mi fa venire.

Ma ti rendi conto di quanto sono patetico?

Tu mi fai venire un orgasmo solo con la tua presenza!

Eseguo il tuo ordine e cerco di rilassare i muscoli del mio corpo, anche se è difficile. Sento la saliva uscire dalla bocca mentre tu giochi con il mio membro, come se fosse uno dei joystick  di Matt…intanto, sento che mi lecchi il collo, il viso, le spalle e il petto...arrossisco e tu te ne devi essere accorto, forse per temperatura del mio corpo, o forse solo perchè lo avverti

-Perché ti imbarazzi? Non mi hai forse detto tu di leccarti come se fossi una tavoletta di cioccolata?- Io ti osservo nel buio: mi stai prendendo in giro, Mello? Perché sappi che io non voglio prenderti in giro… ma che cosa pretendo? Sono io che sono entrato nella tua stanza e sono stato io a chiederti di fare sesso con me. Di certo tu non puoi sapere la verità. Accarezzo la tua schiena, assaporando il sapore della tua pelle, mentre anche io incomincio a baciarti e leccarti piano il collo. Sei così buono, lo sai? Sono sicuro che in futuro, se non stai attento, qualcuno potrebbe saltarti addosso. Lo so, perché se appena io avessi un po’ più di forza, lo farei. In questo buio imbevuto di passione proibita, cerco le tue labbra e quando le trovo, ti cedo tutto me stesso, compresa la mia anima. In fondo, sei tu la mia anima, lo sai?

Cingo il tuo collo con le mie esili braccia, cercando di non farti sfuggire, ma tu sei più forte e ti stacchi da me

-Poco per volta…- Mi dici, accarezzandomi il volto

-Mello, prendimi- Ti supplico, ormai stanco di questi preliminari che mi paiono infiniti: se sono venuto qui, era anche perché volevo che tu mi facessi mio e tu questo lo sai…

-Ora? Pensavo che volessi essere trattato come una delle mie barrette. Io gioco con loro, prima di assaporare tutto il loro sapore-

-Sono stufo di essere il tuo cioccolato- Ti rispondo, cercando di non farti sentire il mio tono spazientito –Io voglio essere il tuo Near- Mi morsi il labbro: ma che stavo dicendo?

E quando gli avevo chiesto di trattarmi come una persona?

Gli avevo supplicato di trattarmi come un oggetto, niente di più

-E cosa ti fa credere che io ti voglia?- Mi dici, infierendomi una ferita così profonda e dolorosa che nemmeno il taglio di un coltello riesce a fare. Sento il mio cuore sanguinare.

Si, il mio cuore, non il mio corpo.

Quel cuore che ormai era tuo, lo hai ucciso, con una semplice frase

-Che cosa ti fa pensare che io ti voglia come persona?-

Hai ragione

-Sei stato tu a chiedermelo-

Lo so, lo so

-Quindi perché dovrei trattarti come se fossi importante?-

Io non sono nessuno.

Non aggiungi altro e per alcuni istanti rimaniamo immobili, come due statue, tu sopra di me e io, con lo sguardo rivolto altrove, cercando di non farti vedere la mia disperazione.

Sono solo la tua puttana, lo avevo detto e lo sono…ma non è ciò che voglio

Vorrei dirti questo, ma poi come lo giustificherei? Non è così semplice come possa sembrare, ci si sente incatenati e pesanti, il respiro mozzato e il cuore dolorante e lacerato.

Sai, non credevo che proprio tu mi facessi provare una sensazione così

-Hai ragione, Mello, io sono il tuo gioco, io…- Mi zittisci con un bacio lungo un sogno, così perfetto e soave, che mi fa sentire in paradiso

-Questo forse è quello che vuoi tu, Near, ma non quello che voglio io- Vedo i tuoi occhi azzurri nel buio, che mi guardano dall’alto: che significa tutto questo? Mi spieghi come è potuto succedere? Perché da un gioco siamo arrivati a questo? Ma io non voglio giocare, non ho mai voluto giocare con te… mi baci ancora, e ancora  e ancora e sento che ora non siamo due statue, ma una sola.

Mi viene alla mente Amore e Psiche.

Anche noi siamo così belli e perfetti come loro.

Alla fine, fai ciò che ti avevo chiesto di fare: mi fai tuo. Anche se all’inizio fa male, anche se il dolore sembra insopportabile, poco dopo sento una voglia irrefrenabile attraversarmi il corpo come mille dardi infuocati e do libero sfogo al piacere, sporcando le lenzuola con il mio seme, ma a te non importa se sporco ciò che è tuo, in questo istante l’unica cosa tua, sono io

-Mello…Mello…- Ti chiamo in questa oscurità che cela questo che  molti considerano peccato, ma che cos’è se non la cosa più bella che il tuo Dio ci ha concesso? Tu continui a spingere, fino a quando mi fai venire ancora una volta

-Near, tu sarai solo mio-

-Solo tuo-

-Per sempre-

-Per sempre-

Tutta questa notte la passiamo assieme, cercando di non sprecare neanche un attimo della nostra prima volta. Le nostre mani unite, le nostre labbra, i nostri corpi in simbiosi…

Se ora la morte dovesse solcare quella porta, potrei ucciderla, ne sono sicuro, nessuno può portarmi via questo momento.

Né Dio, né la Morte ne nessun altro. Certo che sono proprio uno stupido: so perfettamente che non esistono queste cose, eppure ho questa sensazione amara in bocca che mi lascia inquieto.

Ma poi i miei pensieri vengono eliminati dalla dolce sensazione che tu mi regali, che mi doni senza voler nulla in cambio. Ma io non lo merito: io volevo solo usarti. Volevo solo essere usato da te!

Poco prima dell’alba, mi accingo ad andarmene: sarebbe sconveniente essere trovati assieme. Quando sto per aprire la porta, tu mi abbracci da dietro e mi baci una guancia

-Per quanto tempo ancora dovremo far finta di odiarci?- Mi chiedi, con un tono quasi disperato

-Fin quando avremo vita, immagino- Rispondo io. Ormai ci siamo persi nell’illusione che ci siamo creati da tanto tempo e non so neanche più chi ha iniziato questa rivalità infantile

-Allora non voglio più vivere, voglio morire presto, per smettere di fingere di detestarti-

-Tu non morirai- Ti dico io, voltandomi verso di te

-Tutti dobbiamo morire, possiamo scegliere come e per chi....e ti assicuro che io morirò per te-

Io esco dalla stanza dopo un ultimo bacio, freddo e quasi dovuto. Stiamo già rientrando nelle nostre parti, perché sappiamo entrambi che domani dovremo continuare con la recita.

Non morirai per me e ti giuro, che se dovesse succedere, io ti seguirò subito dopo.

Perché tu sei la mia anima e si sa…senza anima, nessuno può realmente vivere.

 

FINE

 

Poverini loro! Non preoccupatevi, mi occupo io dei due geni della Wammy! Bene, questa è la ff e spero che vi sia piaciuta….alla prossima, molto probabilmente con una ff  sempre su loro due U___U BYEBYE

  
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