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Autore: flatwhat    04/06/2014    1 recensioni
La vita di Erik, dall'infanzia alla morte. La violenza è la sua costante.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Christine Daaé, Erik/Il fantasma, Raoul De Chagny
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Gioca da solo, il bambino mascherato, le poche volte che gli è permesso uscire di casa.
Corre in giro, ad inseguire il nulla.
Quando, una volta, ha provato a giocare con altri bambini, è finita male. Loro sono scappati in preda al terrore, e lui ha ricevuto uno scapaccione dalla mamma.
Esce di sera tardi, così non troverà altri bambini.
Corre, tutto da solo.
Cade e si fa male.
Ritorna a casa, mogio mogio. Per i bambini, il desiderio di coccole è naturale, e anche se lui non sa cosa voglia dire, lo stesso il suo istinto gli dice di approcciare la madre, di chiederle un bacio sulla bua per far passare tutto.
Lei gli molla un ceffone e gli tira la maschera che si era levato. Lo fa ogni volta, perché mai il bambino avrebbe dovuto credere che sarebbe stato diverso, stavolta?

Il bambino, una notte, decide di non tornare. La mamma non gli vuole bene, e il papà non l’ha mai visto. In ogni caso, non gli vorrebbe bene neanche lui. Lui è brutto, è un mostro. Si è visto qualche volta allo specchio e si è spaventato da solo. Suo padre potrebbe anche essere il diavolo in persona, per quanto ne sa. Solo il diavolo avrebbe potuto generare un figlio simile.

Cammina a lungo, senza una meta.
Un giorno, incappa in una carovana. Sono incuriositi dalla sua maschera, e quando lo convincono a togliersela, si spaventano. Ma non fuggono, ridono. Gli chiedono come si chiama. Il bambino non lo sa.
Lo convincono ad unirsi a loro. Sono uomini di spettacolo, dicono. Per un attimo, il bambino crede di aver trovato degli amici.

Il bambino si rende conto di essersi sbagliato. I suoi nuovi padroni lo trattano come trattano gli animali. Ma non troppo male, in fondo lui è la loro fortuna, la “Morte Vivente”. Se lo portano in giro per il mondo e lo esibiscono allo scherno e alle pedate della gente.
Il bambino si fascia le ferite e sopporta, perché sta imparando. Sta imparando a cantare, sta imparando tante altre cose. Magari, un giorno, lo stupore del pubblico sarà causato dalle sue doti e non dal suo volto.
E poi, sta vedendo tanti posti nuovi. Ne varrà la pena.
  
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