Anime & Manga > Fruit Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: Gio_Snower    04/06/2014    2 recensioni
Terza Classificata al Contest indetto sul forum da AmahyP "Tutti (o quasi) i Sentimenti dell'uomo"
Dopo essersi finalmente liberato della maledizione, Hiro decide di partire per un college nel New England alla ricerca di una maturità che non sente di avere e che desidera per sé stesso e per la ragazza che ama, però Hiro non ha messo in conto che lasciare la sua patria e la sua amata fosse tanto difficile e doloroso e quindi si abbandona per un attimo a quella che chiamiamo "malinconia".
Una malinconia amara, più adatta ad un adulto che ad un ragazzo, ma Hiro non può non provarla mentre ripensa a lei, a Kisa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiro Soma, Kisa Soma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sospiro Malinconico

 

Tutti possono essere tristi; ma la malinconia resta l'appannaggio delle anime superiori.
Fagus (pseud. di Georges-Eugène Faillet), 
Aforismi




Quel giorno era freddo; vortici d'aria smuovevano le foglie morte, cadute da poco, eppure già di un'arancione scuro.
Un arancione simile ai suoi capelli.
«Ne sei sicuro, Hiro?» chiese con quel suo tono fragile.
«Sì, Kisa.» rispose. Cercò di mantenere un tono di voce freddo e scostante, nonostante nel petto provasse una sensazione soffocante, come se il suo cuore fosse stretto in una morsa da una mano dura e dalle dita affilate come lame.
Lei gli si avvicinò e l'abbracciò.
Per la prima volta, da quand'erano cresciuti, l'aveva abbracciato.
All'età di tredici anni, si sentì il ragazzo più fortunato del mondo ed allo stesso tempo il più triste.
L'avrebbe dovuta lasciare pochi istanti dopo.
E così fece.
Se ne andò, nella mano la valigia vecchia e scura, nel cuore il peso della distanza ed il rimorso.
Se ne andò, con le parole bloccate in gola, incapace di sussurrarle –  figurarsi pronunciarle! – e con le gambe pesanti, come se fossero fatte di legno e non più da carne ed ossa.
Era partito e l'aveva lasciata lì.
L'aveva fatto sapendo benissimo le conseguenze ed il loro prezzo.
Sospirò una sola volta e non guardò indietro per nulla al mondo.


Erano passati già tre mesi dal suo arrivo al College di Saint Martin, nel New England, e si era ambientato abbastanza bene.
Aveva conosciuto Jeod, un ragazzo d'origine irlandese, e Fukutsuki, di origine mista.
Aveva stretto amicizia con i due molto in fretta, più di quanto s'era aspettato; in Giappone, oltre a Kisa ed ad alcuni dei membri della famiglia Soma, non aveva avuto amici.
Era felice della sua scelta.
Eppure, più di una volta, si fermava a guardare il cielo fuori dalle finestre e sospirava.
Il volto di una persona nella sua mente.
La malinconia del momento, la tristezza perenne della mancanza, del non detto. 
E la paura del futuro.
Cosa avrebbe detto quando l'avrebbe rivista?
I suoi occhi si scurirono, intensi pure nell'oscurità della sua camera in una notte senza luna, ed il suo cuore s'indurì, colmo di un sentimento contrastante e pesante.
Guardò con aria beffarda il libro di poesie accanto a lui.
Lo prese sporgendosi dal letto sul quale era seduto con estrema lentezza e lo sfogliò.
Trovò una poesia che combaciava con le sue emozioni degli ultimi tre mesi.
Era una poesia straniera, eppure tanto bella per significato.
Si schiarì la voce e iniziò a recitarla con voce bassa e roca.

Tristezza accoglimi,
sono io che adesso ti chiamo,
malinconia avvolgimi,
sono io che adesso ti chiedo la mano.


Solo voi adesso potete sorreggermi,
tristezza e malinconia
vi chiedo scusa, non volevo offendervi,
adesso vi prego, spegnete questa lenta agonia.


Lacrime non trattenute scesero dai suoi occhi, mentre l'immagine di lei, del suo sorriso, dei suoi occhi, gli ronzava nella mente, come una lampadina sempre accesa. 

Dopo il torpore che mi donate
spunta sempre un raggio di sole,
sgorgano un mare di parole,
vi scongiuro non mi abbandonate.


Ripensò ai momenti prima di incontrare quella strana donna.
Alla tristezza provata nel vedere Kisa spegnersi di giorno in giorno, rifiutare il mondo e lui stesso con un debole sorriso e senza parole. 
Parole brutte, troppo brutte per essere pronunciate da lei, troppo dolorose per chiunque.
E tutte le parole che lui stesso non era riuscito a dire, e che aveva intrappolato dentro di sé, promettendo di non farle uscire fino a che non fosse arrivato il momento.
«Kisa...a te Toru piace davvero tanto, eh?» gli aveva chiesto, piccolo com'era, incapace di dir altro.
Lei aveva annuito con espressione felice, troppo. 
L'aveva odiata. Aveva desiderato farle del male.
Come poteva affezionarsi ad altri?
Combattuto con il desiderio di proteggerla e troppo immaturo per venire a patti con la sua gelosia.
Si era sporto verso di lei, gli aveva preso una ciocca di capelli e l'aveva tirata. Poi gli aveva dato un leggero bacio sulla guancia e si era alzato senza dire nulla.
Troppo imbarazzato per aprir bocca. 

Soppresse i ricordi dentro di sé, mentre il dolore aumentava, ed lui si sentiva lentamente sprofondare.

Il dolore dell'anima 
solo con voi posso affrontarlo,
tristezza e malinconia
siete la mia ancora di salvezza.
Fatevi raggiungere, tendetemi la mano,
mi sentirò sicuramente meglio,
per favore cancellate solo per oggi
questo improvviso ed inaspettato dolore
troppe lacrime mi hanno oscurato la vista,
gli occhi son rossi, mi bruciano, devo chiuderli.



Sorrise beffardo a sé stesso. 
Gli occhi gli bruciavano davvero.
Non aveva pianto per molto tempo, ed ora farlo gli faceva male.
Un male incredibile.
E la tristezza si prendeva gioco di lui, torturandolo e stuzzicandolo in mille modi.

Tristezza e malinconia
in voi mi perdo per non morire dentro
in voi mi rifugio perché non ho il coraggio,
non ho parole
per affrontar tanta sofferenza.



Era forse stupido? Stava patendo le pene di quegli anni passati, di quei giorni soffocanti e pieni di sofferenza ed ansia.
Giornate riempite con il dolore e la voglia di scappare.
Di andarsene per sempre da quel posto e lasciare lì tutti.
Ed ora che l'aveva fatto, che era stato liberato, si sentiva ancor più in trappola e sofferente, pentito delle sue scelte.
Dell'averla lasciata lì.
Di non aver detto parole.
Lacrime amare scorrevano sul suo volto.

Domani vi scanserò,
cercherò un sorriso, un motivo valido
per respirare,
ma adesso solo con voi voglio camminare,
solo con voi per non affondare...



Chiuse il libro e si lasciò cadere disteso sul letto.
Una mano sugli occhi, come a voler nascondere o a voler asciugare quelle lacrime di sfogo.
E la presenza costante di quel dolore al petto, di quel rammarico di non aver ancora detto quelle parole da tempo chiuse dentro di lui, tanto da diventare parte d'esso.
Era lì, disteso al buio in una notte tenebrosa, era lì, in preda alla malinconia, causatagli da lei. 
«Kisa...» mormorò nell'oscurità.



[Poesia di Giacomo Scimonelli] 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fruit Basket / Vai alla pagina dell'autore: Gio_Snower