Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    04/06/2014    12 recensioni
Oneshot legata alla mia long 'La Regina di Ghiaccio'
Dal testo:
"Principessa Anna, ho un messaggio, che mi hanno detto essere urgente, per lei"
Aprì la porta e lui mi consegnò una lettera, lo ringraziai, aprì la lettera e la iniziai a leggere, ma erano solo poche righe.
'Anna, devo parlarti.
Riguarda tua sorella.'
Ma ciò che mi sorprese di più fu il nome alla fine della lettera.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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reginadelle nevi

ATTENZIONE: questa oneshot é legata alla mia fic: 'La Regina di Ghiaccio' quindi se non l'avete letta vi consiglio di farlo, sia perché altrimenti non capireste appieno questa oneshot, sia perché se dopo questa vi verrà voglia di leggere la mia fic, vi sareste spoilerati il finale o una buona parte.
Detto questo, buona lettura!

Ricordo ancora quel giorno. E' stato il peggiore di tutta la mia vita.
La mattina si era prefissato tutto per il meglio: mia sorella Elsa era riuscita in qualche modo a portare via il gelo perenne da Arendelle (per la seconda volta!) , io ero a casa, aspettavo trepidante il suo ritorno, quando qualcuno bussò alla porta. Mi precipitai ad aprire, non aspettai nemmeno che fosse Kai a farlo. Ma qualcosa andò diversamente da come me lo aspettavo.
Non c'era nessuno.
Guardai meglio e mi venne quasi un colpo quando vidi che qualcuno c'era, ed era mia sorella Elsa. Qual'era il problema? Era stesa a terra immobile. Mi chinai immediatamente su di lei, urlando il suo nome, sentì il mio cuore battere agitatissimo mentre le portavo una mano al polso.
Il battito si sentiva.
Tirai un sospiro di sollievo. Ordinai a Gerda di chiamare immediatamente il medico di corte, chiesi a Kai ,invece, di aiutarmi a portare Elsa in camera sua: la distendemmo sul letto e aspettammo l'arrivo del medico.
Quando lui arrivò, la visitò per diversi minuti, tirò un sospiro, poi si rivolse a me e disse: "Sembrerebbe tutto regolare, é svenuta, ma presto si dovrebbe riprendere"
"E' sicuro?" chiesi, visibilmente preoccupata, dato che l'espressione del medico non era delle più rassicuranti.
"Il problema, principessa Anna, non é il suo malessere, ma cosa lo ha causato. Se la causa tornerà, potrebbe farla stare male di nuovo. Ma nessuno di noi può conoscerla, a parte sua sorella, quindi non ci resta che aspettare che si svegli e che ce lo racconti lei"
Aspettare? Non era decisamente una delle cose che mi riuscisse meglio. Anzi se c'era una cosa nella vita che non mi riusciva affatto, probabilmente era quella!
Salutai il dottore, promettendogli di avvisarlo non appena Elsa si fosse svegliata, nervosamente osservai mia sorella distesa sul suo letto, il cuore mi batteva forte e mi sentivo angosciata: non vedevo l'ora che riaprisse gli occhi per dirmi che stava bene. Lo so, il dottore mi aveva detto di non preoccuparmi, ma non riuscivo a fare a meno di farlo.
La situazione stava diventando decisamente insostenibile per i miei normali standard di pazienza, così chiesi a Gerda di controllare Elsa ogni tanto e uscì per andare a chiamare Kristoff: avevo decisamente bisogno del suo supporto.
Fu quello il mio più grande errore.
Raccontai tutto a Kristoff e si offrì di riaccompagnarmi al castello.
"Tranquilla Anna, se il medico ha detto che é tutto apposto, sono sicuro che non c'é nulla di cui preoccuparsi. Probabilmente levare tutta quella neve l'ha solo stancata più del solito!"
Era quello che pensavo e speravo anche io, ma quando arrivammo all'entrata del castello quella vista mi gelò il sangue.
Non sapevo cosa diavolo fosse successo durante la mia breve assenza, ma trovai il cortile del castello ricoperto da un'area circolare di neve fresca, lunga circa tre metri, al cui centro era distesa una persona.
Era Elsa.
Sono sicura che in quel momento il mio cuore mancò tre-quattro battiti, rimasi immobile per qualche secondo senza fiato, poi corsi da lei urlando disperatamente il suo nome.
Mi chinai sul suo corpo, la presi tra le mie braccia: era fredda come il ghiaccio.
"Elsa, rispondi...ti prego! Sono io, Anna!"
Nessuna risposta.
Provai a sentirle il battito del polso, ma non sentì nulla. Copiose lacrime iniziarono a rigarmi il viso.
"Elsa, non puoi farlo...non escluderti dalla mia vita, TI PREGO!" urlai singhiozzante le ultime due parole, ma non ebbero nessun effetto.
Kristoff mi aveva raggiunto, provò anche lui a sentire il battito di Elsa, ma quando non sentì nulla, mi fissò con uno sguardo colmo di tristezza. Non so il perché, ma la cosa mi fece salire una rabbia immensa, gli urlai contro tutto il dolore che provavo dentro, come se potesse servire a qualcosa: "Non guardarmi così, lei non è, non é...morta ok? Il medico verrà e lui...lui..." singhiozzavo e balbettavo, nemmeno io sapevo più cosa dire, cosa fare.
Ero disperata.
All'improvviso Kristoff mi abbracciò. Cercai di divincolarmi, stringendo i pugni sul suo petto.
"Kristoff, ti prego dimmi che non é vero, non posso sopportarlo...ti prego!"
Cercai nuovamente di divincolarmi, ma più lo facevo e più lui mi stringeva forte. Non disse altro, solo: "Mi dispiace"
Cosa successe in seguito mi é difficile raccontarlo: ero scioccata e in preda alla disperazione più totale, stavo così male che persino adesso mi é difficile ricordare con chiarezza cosa fosse accaduto. Ricordo solo piccoli frammenti: io che stringo forte il corpo di Elsa, degli uomini che vengono a prenderla, io che mi rifiuto, Kristoff che mi trascina via.
Poi vuoto.
So solo che corsi nella sua stanza: la stanza di Elsa. Mi chiusi dentro e mi lasciai scivolare lungo la porta, mi accovacciai, con la testa tra le gambe, e inizia a piangere ininterrottamente.
In quel momento nulla aveva più senso per me.
Poi sentì bussare alla porta. Sussultai, il respiro mi si fermò in gola: per un attimo sperai fosse lei. Ma poi sentì la voce di Kristoff.
"Posso entrare?"
Un sorriso isterico si formò sul mio volto. Era buffo: ripensai a tutte le volte che ero stata io a bussare a quella porta. Ma ora che ero io al posto di Elsa, finalmente capì come doveva essersi sentita male.
Perché faceva male. Faceva male sentirsi morire dentro, sapere che niente potrà cambiare le cose, sapere che per quanto tu ami quelle persone che cercano di aiutarti, non potranno farlo, perché non possono apprendere appieno come sei realmente, come ti senti realmente.
Sapere che aprire quella porta non servirebbe a niente.
Non riuscì a rispondergli, ma dopo qualche minuto continuò da solo a parlare.
"Ok, come vuoi. Ma sappi che io sono qui, quando avrai bisogno di me mi troverai qui, dietro questa porta"
Lo sentì sedersi a terra. Passò la notte, una notte fredda e tempestosa, ma non ci feci caso, il freddo più forte era dentro il mio cuore.
Passai la notte insonne, al sorgere del sole notai stupita che fosse già mattina. Ero sicura che Kristoff se ne fosse andato, ma poi lo sentì muoversi dietro la porta.
"Anna sei sveglia?"
Mi sussurrò. Avrei voluto aprirgli la porta, ma francamente sapevo che me ne sarei pentita. Amavo Kristoff, sapevo che voleva tirarmi su di morale, ma sapevo pure che se avessi aperto la porta mi avrebbe detto cose tipo 'vedrai che andrà tutto bene', avrebbe provato a consolarmi, ed io per circostanza avrei dovuto mentirgli dicendo che ci credevo. Ma non era così e non avevo la forza di fingere.
"Và via Kristoff, non puoi aiutarmi...nessuno può!"
L'intera giornata passò velocemente: non feci altro che piangere e disperarmi. Ad un tratto sentì bussare nuovamente la porta, ma stavolta era Gerda che mi chiese se volevo qualcosa da mangiare, nuovamente mi rifiutai (come avevo già fatto quella mattina) e la sentì andare via. Sentì nuovamente una voce, ma questa volta era Kristoff.
"Anna non puoi rifiutarti di mangiare! Se non vuoi aprirmi va bene, ma almeno mangia qualcosa, ti prego!"
Fui sorpresa nel sentire nuovamente la sua voce.
"Sei ancora lì?"
"Certo! E come ti ho detto, non ho intenzione di andarmene finché non avrò parlato con te! Capisco che tu non voglia farlo adesso...quindi aspetterò qui finché non te la sentirai. Voglio starti vicino e in qualche modo lo farò!"
"E come farai col lavoro?"
"Non ha importanza adesso! Di lavoro ne posso trovare un'altro, un'altra ragazza come te dove la trovo?"
Sentì arrossarmi la faccia e il cuore battermi all'impazzata. Aprì la porta e lo abbracciai fortissimo, lui fece lo stesso con me. Restammo così per un tempo indecifrabile, lui non mi disse nulla, mi strinse e basta. Fui io a parlare.
"Mi manca troppo!" ammisi.
"Lo so"
"Ho paura...non ce la faccio a vivere così, la voglio qui con me!"
"Ti va di parlarne un pò?"
Mi sorpresi nel rispondere: "Sì"
Passammo molto tempo a parlare, più di una volta mi misi a piangere, ma stranamente mi fece bene, avevo il disperato bisogno di sfogarmi con qualcuno, più che con qualcuno, con lui. Non pretendeva di capirmi o di farmi andare avanti, mi stava vicino e basta.
"Grazie Kristoff, grazie per essere rimasto!"
"Resterò per tutto il tempo che vorrai!"
Alla fine facemmo un patto, lui sarebbe tonato a lavorare, facendomi visita appena poteva, e io avrei ripreso a mangiare.
"Mi raccomando però, per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi!"
"Va bene Kristoff!"
Mi diede un leggero bacio sulla guancia.
"Ti amo"
Mi disse prima di andare via.
"Anche io!" gli sussurrai.

Passarono dei giorni, poi una settimana, Kristoff mi venne a trovare quando poteva, ma io insistevo per non uscire da quella stanza. Mi sembrava quasi che abbandonarla sarebbe stato come lasciar andare Elsa per sempre.
Poi un giorno sentì bussare la porta. Ero convinta fosse Kristoff, invece era Kai.
"Principessa Anna, ho un messaggio, che mi hanno detto essere urgente, per lei"
Aprì la porta e lui mi consegnò una lettera, lo ringraziai, aprì la lettera e la iniziai a leggere, ma erano solo poche righe.

Anna, devo parlarti.
Riguarda tua sorella.

Ma ciò che mi sorprese di più fu il nome alla fine della lettera.
Hans.
Colma di rabbia presi il mio soprabito e uscì immediatamente dal castello. Mi recai fino alle segrete di Arendelle, una volta lì, raggiunsi la cella di quell'infame di Hans. Appena me lo trovai davanti non gli diedi nemmeno il tempo di parlare.
"Tu...TU, come osi anche solo nominare mia sorella?" gli dissi furiosa, sventolandogli davanti la lettera che mi aveva scritto "Il giorno che l'abbiamo trovata svenuta, le guardie hanno trovato anche te con i polsi e le gambe legate dal ghiaccio. Sicuramente centri qualcosa in tutto quello che le é successo. E se scopro che l'hai uccisa tu io...io giuro che..."
Interruppe il mio fiume di parole.
"Lei non é del tutto morta!"
Sgranai gli occhi allibita, stavo per dirgliene quattro, ma continuò lui il discorso.
"Un uomo mi ha ingannato con false promesse, lo stesso uomo che é stato una delle cause di tutto ciò che é successo a tua sorella. Anche io ho le mie responsabilità...ma questo adesso non importa, ciò che é successo é successo. Ma devi sapere che tua sorella quando é morta é stata scelta per diventare qualcosa di più...una leggenda, é stata una forza più grande di noi a deciderlo: la luna"
Ero senza parole: lo fissai come se non sapessi se dovevo picchiarlo o se avessi dovuto aver pena del fatto che probabilmente era diventato pazzo. Lui continuò, aspettandosi una reazione simile.
"Lo so che sembra assurdo, ma ascolta, tu non potrai vederla finché non credi in lei, la luna mi ha parlato e mi ha dato un compito: scrivere una storia su di lei, in modo che tutti i bambini possano credere in lei, é l'unico modo affinché lei possa sopravvivere e affinché tu o altre persone possiate vederla"
Tirò fuori dalla tasca dei fogli scritti di suo pugno e me li porse.
"Sei matto!" conclusi, voltandomi per andarmene via, ma lui mi bloccò il polso obbligandomi a rigirarmi.
"Aspetta ti prego, almeno leggilo! Lo so che pensi sia tutto assurdo e se pure ammettessi che tutto ciò é vero, non crederesti nelle mie buone intenzioni... e fai bene!"
Lo fissai stupita di una tale affermazione.
"Non lo sto facendo per te o per Elsa...lo faccio per vendetta contro quell'uomo. Lui vorrebbe che nessuno credesse in tua sorella, solo così lei perderà i suoi poteri e forse anche la sua immortalità. Se vuoi aiutarla, leggilo! Oppure questa volta causerai tu la sua morte!"
Mi lasciò il braccio, afferrai il libro e mi scagliai furiosa contro le sbarre della sua cella.
"Come OSI? Io ucciderò TE!"
Le sbarre e ben due guardie mi impedirono di dargli un pugno in faccia, forse meglio così perché penso che in quel momento avrei potuto fare qualsiasi cosa.
"Sarà meglio per te se non ti rivedo mai più"
Furono le ultime parole che gli dissi prima di andarmene.


Una volta al castello mi chiusi nuovamente nella camera di Elsa, mi gettai sul letto, stanca di quella giornata. Poggiai la testa sul cuscino, ma il mio sguardo si fissò sui fogli scritti da Hans.
Sapevo che era da folli credere a ciò che aveva raccontato e lo era già abbastanza non considerando che fosse stato quel bugiardo di Hans a raccontarlo! Ma, fissando quel libro, il mio cuore iniziò a battere fortissimo. Anche la più improbabile e minuscola delle speranze, come era quella, mi agitava.
Così lo feci. Presi in mano i fogli, la cui copertina citava:

La Regina delle nevi
di Hans Christian Andersen

Il solo pensiero che Hans avesse potuto scrivere una storia su mia sorella mi disgustava, ma cercai di non pensarci e iniziai a leggere.
La Regina delle Nevi era descritta come una regina che diventava malvagia. Stranamente non fu questo a stupirmi, infondo era il punto di vista di Hans! Ciò che mi stupì di più era il fatto che sembrasse una favola per bambini e che avesse poco a che fare con la vera storia di Elsa.
Una volta letta tutta mi soffermai a fissare quei fogli.
Cosa intendeva Hans con quelle parole?
Cosa ne avrebbe guadagnato a scrivere una storia simile?
Cosa devo fare io adesso?

Erano queste le domande che mi attanagliavano il cuore, ma fu allora che lo vidi: nella stanza di Elsa stava vorticando un candido fiocco di neve, di una grandezza superiore al normale. Fui subito catturata da quell'immagine e con lo sguardo seguì il suo percorso. Mi chiesi come fosse entrato dato che la stanza era chiusa, la finestra non si apriva e soprattutto fuori non nevicava.
Ad un tratto vidi il fiocco avvicinarsi al mio viso, quasi volesse salutarmi, poi vorticò fino a poggiarsi sul libro, sciogliendosi proprio sulla parola "Regina delle Nevi".
Il mio cuore sussultò e balzai in piedi.
No, non é possibile!
Continuavo a ripetermi nella mia testa, ma più lo ripetevo e più nel mio cuore si faceva strada la speranza.
E se Hans avesse detto la verità?
Sentì il cuore battermi fortissimo, così forte che avevo paura quasi che mi uscisse dal petto.
Timidamente chiesi: "Elsa sei tu?"
Mi guardai intorno ma non vidi nessuno, ne udì risposta. Mi chiesi se stessi impazzendo, ma mi ricordai le parole di Hans: se fosse stato vero? Se non credendo in lei l'avessi uccisa?
Fissai nuovamente il titolo del libro: 'La Regina Delle Nevi'. In quel momento non so cosa successe, ma lo capì, capì che dovevo credere, che io ci credevo veramente.
"Elsa sei tu la Regina delle Nevi!" affermai con convinzione e alzando lo sguardo la vidi.
Tirai un urlo, lo spavento mi fece sobbalzare all'indietro, ma lei era lì.
Era Elsa.
Mi fissava incerta, con sguardo triste e con voce insicura, mi chiese: "Puoi vedermi adesso Anna?"
Annuì, non riuscì a fare altro. Il suo sguardo si illuminò: "Meno male Anna, stavo così male nel vederti soffrire e non poter fare nulla! Ho provato a fare di tutto per farti credere in me ma nulla ha funzionato e poi..."
Non riuscì a finire la frase perché le balzai al collo stringendola in un fortissimo abbraccio.
"Elsa, sei proprio tu?" chiesi singhiozzante.
"Sì, anche se é complicato...sono morta, ma sono diventata una leggenda adesso, sono immortale, solo chi crede in me può vedermi e tu sei stata la prima! Tutto ciò é una lunga storia..."
"Quindi Hans ha detto la verità?"
"Stranamente sì! Ma credo lo abbia fatto per vendicarsi di Pitch!"
"Pitch? Ti riferisci all'uomo che lo ha tradito?"
"Esatto! Anche questa una storia lunga!" disse lei sorridendomi, ma io la strinsi ancora più forte.
"Non posso credere che tu sia davvero qui, non potrei essere più felice! Pensavo che non ti avrei mai più rivista!"
"Anche io ne sono felicissima" disse, ricambiando teneramente il mio abbraccio
"Ti voglio bene!"
"Anche io!"

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"Devi restare e regnare, Arendelle ha bisogno di te!"
"No Anna, tu sei la regina di Arendelle adesso!"
"Cos-NO! Non saprei nemmeno da dove cominciare, non so come si governa un regno!"
"Non affiderei mai a nessun'altro il regno, te lo assicuro! Con te sarà in ottime mani!"
"Ma io..."
"C'é una cosa importante di cui devo parlarti"
Ci mettemmo sedute l'una accanto all'altra e lei iniziò a raccontarmi della luna, del patto che aveva stretto con lei: le aveva donato una polvere per viaggiare nel tempo, in modo da potermi stare vicino, ma a patto che ciò non inferisse con i suoi doveri da leggenda.
"Quindi tu con quella polvere andrai nel FUTURO?" chiesi incerta.
"Già...non é incredibile?"
"Quindi ora sei una leggenda...come Babbo Natale?" chiesi ironizzando, ma lei rise e mi disse: "Esatto! E probabilmente lo conoscerò pure!"
Spalancai gli occhi incredula.
"Mi stai prendendo in giro!"
"Non lo farei mai!"
Continuammo la serata a parlarci, ridere e a raccontarmi delle sue avventure. Mi fermai ad osservarla: era strano, era sempre lei, ma aveva una luce diversa negli occhi e un dolcissimo e sereno sorriso sulle labbra.
Era felice.
Felice, come non l'avevo mai vista in vita mia!
"...si anche perché poi Jack..."
"Ehi aspetta un attimo, chi é questo Jack?"
"Jack Frost, lo spirito dell'inverno, anche lui é una leggenda, anzi un guardiano per l'esattezza! Come ho fatto a dimenticarmi di parlarti di lui? Ora dovrò iniziare tutto daccapo!"
Iniziò raccontandomi di come Jack Frost fosse stata accanto a lei quando era piccola, mentre parlava i lui sembrava affascinata e entusiasta.
"Fammi capire...quindi questo Jack ti piace non é così?"
Per la prima volta nella mia vita, vidi Elsa diventare rossa come un peperone.
"C-cos? No! Cioè sì...cioè non come pensi tu, cioè lui l'ho conosciuto bene e quando stiamo insieme noi, io..."
Scoppiai a ridere, doveva essere un tipo davvero speciale per lasciare mia sorella senza parole! Lei mi fissò imbarazzata. Ci fu solo una domanda che volevo farle.
"Sei felice?"
Lei mi sorrise con un sorriso splendido e annuì.
"Bene! Allora non vedo l'ora di conoscerlo! Oh, aspetta un attimo! Devo dire tutto pure a Kristoff, lui era preoccupatissimo! Gli verrà di sicuro un colpo quando ti vedrà!"
Elsa mi fissò con sguardo triste e mi prese le mani.
"Anna...le persone adulte normalmente non credono alle leggende! Tu ci hai creduto perché sono tua sorella, ma per gli altri non sarà così. Ti potrebbero prendere per pazza...vorrei che questa cosa rimanesse tra noi!"
"Ma Elsa...Kristoff, lui, almeno lui...sono sicura che lui ci crederà!"
"Anna, Kristoff ti ama e di questo ne sono sicura! Ma é difficile per un adulto credere ad una cosa simile"


Andai da Kristoff, lui si stupì nel vedermi raggiante, mi fissò con aria seriamente preoccupata.
"Stai bene Anna?"
"Mai stata meglio! Devo assolutamente dirti una cosa!"
"Ok..." disse lui, ancora poco convinto.
Gli raccontai tutto: di Hans, del libro, di Elsa. Lui annuì al mio racconto, ma non disse nulla, quando finì, ci fu qualche minuto di silenzio, poi parlò.
"Anna io credo in te lo sai, ma io non riesco a vederla!" ammise.
Non posso dire che non ci rimasi male, ma da un lato fui felice, sia che non mi diede della pazza, sia che non mi mentì.
"Anna, te lo avevo detto...non é colpa sua, non é facile per gli adulti credere nelle leggende!"
Sorrisi ad Elsa e dissi a Kristoff.
"Non importa! Basta che tu mi creda...so che prima o poi la vedrai anche tu, é solo questione di tempo! Non sono pazza lo giuro!"
Con sguardo sincero mi fissò e mi disse: "Questo non l'avrei mai pensato!"
Ricambiai il suo sorriso e lui mi diede un dolce bacio.

Passò una settimana, nonostante le proteste di Kristoff, mi impuntai per non ritardare la data delle nozze.
Così alla fine ci sposammo. Non dimenticherò mai quel giorno, fu speciale, uno dei più belli di tutta la mia vita! Mia sorella era lì e pure Jack, quella fu una delle prime volte che lo vedevo ed era palesemente imbarazzato. Fu una cerimonia indimenticabile, cadde anche un po' di splendida neve, perché c'erano due spiriti della neve che non poterono fare a meno di far nevicare!
Passarono gli anni: conobbi Jack e lo vidi sempre più vicino ad Elsa e lei sempre più felice, cosa che mi riempiva il cuore di gioia. Diventai, a mio malgrado, la regina di Arendelle, a 21 anni partecipai all'imbarazzantissima cerimonia dell'incoronazione, ma mi sorpresi di me stessa nel vedere quanto sapessi governare. Infondo avevo Elsa e Kristoff al mio fianco ed ero sicura con loro di poter fare tutto!
Ebbe sì, Kristoff diventò re, ma fu il re più buono e giusto che io possa ricordare.
Ovviamente molte volte Elsa non c'era: andava spesso nel futuro per svolgere i suoi doveri da leggenda, ma tonava sempre e mi raccontava cose davvero incredibili!
Feci pubblicare il libro scritto da Hans: volevo che più bambini possibili credessero nella Regina delle Nevi. Avrei voluto fare delle modifiche alla storia, per renderla più giusta e reale, ma Elsa me lo vietò: se quello era il volere della luna, non voleva cambiarlo.
Mi disse che spesso la luna agiva in modi imperscrutabili per noi, ma che era sempre lì e che vegliava su di noi, proprio come lei avrebbe sempre fatto con me.
Conobbi meglio Jack Frost e presto capì che lui ed Elsa erano più che semplici amici. Non so dire esattamente a che livello fosse arrivato il loro rapporto, perché quando sei immortale ed hai l'eternità davanti a te, forse ti preoccupi solo di stare bene e lui la rendeva felice più che mai, mia sorella finalmente aveva sempre stampato sul viso quel sorriso che si meritava da anni. Questo mi bastava.
Ebbi due figli con Kristoff: Christian e Anya, ad entrambi lessi la storia della Regina delle Nevi, spiegandogli che spesso le cose non sono come sembrerebbero, che la Regina era buona e che era mia sorella.
Insegnai loro a credere in lei e quando lo fecero, riuscirono a vederla. Elsa era felicissima e passò tutto il tempo possibile con loro, anche se spesso stava via per lungo tempo a causa dei suoi doveri.
Giochi con la neve, feste...tutto era più magico quando c'era lei.

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Nonostante tutto Kristoff non riusciva a vederla. Forse lui ormai era troppo grande per credere in una leggenda.
Passarono gli anni, Elsa rimaneva sempre giovane e bella, una perfetta Regina delle Nevi. Ma col tempo sia io che i bambini crescemmo. Ed arrivò un giorno orribile: il giorno in cui i bambini non credettero più in lei. Per Elsa fu un durissimo colpo, sapeva che sarebbe arrivato quel giorno, ma sperava in cuor suo che loro avessero creduto in lei anche da adulti, come aveva fatto lei con Jack. Cercai di consolarla il più possibile, ma so che quella era una ferita che sarebbe rimasta per sempre nel suo cuore.
'E' davvero difficile vivere per sempre' pensai.
In quel momento capì quanto era duro il compito che le era stato assegnato.


Ed ora sono qui, sul mio letto. Ho passato gli ultimi 70 anni della mia vita in serenità e amore. Ci sono stati molti momenti bui e oscuri, ma ho avuto la fortuna di avere accanto delle persone fantastiche, che mi amavano veramente e che hanno sacrificato molto pur di rendermi felice. Ho vissuto una vita piena e non ho rimpianti, adesso che ho i capelli grigi e sento il respiro affannato, non ho paura: accanto a me ci sono tutte quelle persone che mi hanno reso sempre felice e questo basta a darmi la forza di affrontare anche questa ultima sfida.
Kristoff ha ormai anche lui i capelli grigi, Christian si é sposato e ha avuto dei figli, adesso solo lui é qui perché la moglie é rimasta di là a prendersi cura dei bambini. Anya é adulta ormai, non si é ancora sposata, perché dice che non riesce a trovare l'uomo giusto. In compenso si é rivelata una donna di enormi capacità intellettive, potrebbe diventare chiunque, ma lei dice che preferisce insegnare. Il suo sogno é trasmettere veri valori e conoscenze a tutti, invitarli a rispettare sempre gli altri e a credere nelle proprie capacità e nei propri sogni.
Infine c'é Elsa naturalmente! Ancora giovane e bella, come la prima volta che la vidi alla sua cerimonia dell'incoronazione.
Tutti hanno uno sguardo cupo e triste. Sanno, come lo so io, che quelli erano probabilmente gli ultimi istanti della mia vita.
Mi rivolgo ad Anya.
"Anya, tesoro, tu sei la donna più intelligente che io conosca. Voglio che tu continui a credere nei tuoi sogni e nelle tue idee e che continui a fare ciò che credi giusto e che ti rende felice!"
"Ehm...madre, lo so che vi ho delusa, io non mi sono sposata ancora, tutti a corte e nel villaggio parlano male di me, lo so, ma io..."
"Non mi hai delusa Anya! Ma lo farai se ti sposerai il primo che trovi, solo perché ormai sei grande e tutti ti vorrebbero sposata. Sei una persona meravigliosa, tanto intelligente da volere accanto solo una persona che ami veramente. Non posso dire se la troverai o meno, ma anche se non dovessi mai sposarti, potrai essere davvero felice in altro modo. Circondati di persone che ti amano veramente, vivi credendo nelle tue idee e nei tuoi sogni. Sii felice e non mi deluderai nemmeno un giorno della tua vita!"
Anya si mette a piangere, commossa mi dice: "Madre vi voglio bene!"
"Anche io tesoro mio, non lo dimenticare mai!"
Mi rivolgo poi a Christian.
"Christian tu sei l'erede al trono..."
"No madre non ditelo, vi prego!"
Gli sorrido dolcemente.
"Christian, prima o poi questo giorno sarebbe arrivato, lo sapevamo tutti. Tu sarai un ottimo re, proprio come lo é stato tuo padre. Segui il tuo buon senso e il tuo amore per gli altri e sono sicura che verrai ricordato nei secoli come uno dei migliori re nella storia. Ma c'é un favore che voglio chiederti"
"Ditemi madre, qualsiasi cosa!"
Prendo il libro che da sempre é poggiato sul mio comodino: il libro scritto di pugno da Hans. Glielo porgo.
"Ti prego leggi ai tuoi figli questa favola, spingili a credere nell'esistenza delle leggende! Perché sono loro che ci proteggono e ci guidano, daranno ai tuoi figli ciò che serve per crescere al meglio e per affrontare i momenti bui. Quando saranno troppo grandi per crederci, chiedigli di leggere un giorno questa favola ai loro figli e così via. Lo so che sembra assurdo, ma questa é l'unica cosa che ti chiedo, mi renderesti davvero felice"
"Sarà fatto madre, ve lo prometto!" singhiozza, prendendo il libro.
Mi rivolgo infine a Kristoff.
"Non c'é nessuno che ho amato più di te! E nella mia vita non avrei mai potuto desiderare un marito migliore. Ringrazio ogni giorno il destino per averci fatto incontrare. Ti amo."
Delle lacrime solcano il suo viso.
"Anna...anche io ti amo" mi dice, con un filo di voce. Si china poi su di me e mi da un dolcissimo bacio sulla fronte.
"Vi chiedo una cosa desso...posso restare un attimo da sola?"
I miei figli mi guardano allibiti e contraddetti, volgo il mio sguardo a Kristoff, che capisce.
"Forza ragazzi andate di sotto, Christian aiuta tua sorella a preparare una tisana per tua madre!"
"Ma ci sono i domestici..."
"E' un ordine!" dice Kristoff, con quel tono serio che molto raramente usava, ma i ragazzi sapevano che non dovevano contraddirlo quando lo usava, quindi fanno come gli dice.
Mi salutano e escono dalla stanza, lo stesso fa poi anche Kristoff.
Resto da sola con mia sorella che già mi fissa in lacrime. Corre verso di me e mi abbraccia.
"Anna, ti prego non lasciarmi! Come farò senza di te?"
Le sorrido affettuosamente.
"Elsa sei stata vicino a me tutto questo tempo, hai vegliato su di me e sulla mia famiglia e mi hai reso felice più che mai. Ora é il momento che lo faccia io!"
Mi guarda dubbiosa, non comprendendo le mie parole.
"Qualsiasi destino mi attenda adesso, io non smetterò mai di stare accanto a te e di proteggerti, perché non smetterò mai di pensarti. Niente ci potrà mai separare sorella mia, nemmeno la morte! Perché io sono qui" le dico, indicando il suo cuore.
"Oh, Anna..." singhiozza lei.
"Elsa, anche se non ci sarò più, voglio che tu sia felice, che trovi la tua strada e che svolga il tuo dovere da leggenda. Rendi felici i miei nipoti, i loro figli e quanti più bambini puoi. Così renderai anche me felice! Qualsiasi cosa ti renda davvero felice, renderà felice anche me, ma quando tu starai male, farai soffrire anche me, perché siamo una cosa sola, io e te!"
Sono io ad abbracciarla questa volta.
"Mi mancherai sorellina, mi mancherai troppo!"
"Sarò sempre al tuo fianco Elsa!"
Sciolte dall'abbraccio, mi stendo nuovamente nel mio letto, ma improvvisamente sento il respiro farsi più affannoso.
"Kristoff!" senza accorgermene urlo il suo nome e lui accorre frettoloso, si china su di me e mi stringe la mano.
Guardo disperatamente lui, sta per accadere lo sento. Volto lo sguardo verso Elsa. In quel momento lui mi fissa interdetto: probabilmente si chiede cosa stessi fissando in un momento come quello. I suoi occhi di un tratto si illuminano come se avesse capito, si gira anche lui, per guardare nella stessa direzione dove sto guardando io. Lo capisco dal suo sguardo.
Kristoff ha visto Elsa.
Non si dicono nulla, ma si fissano con uno sguardo che dice più di mille parole: condividono le stesse sensazioni, lo stesso dolore.
Senza accorgermene sorrido, chiudo gli occhi serena. Sento delle urla in lontananza, urla che gridano il mio nome, ma sono troppo distanti orami.
E' buio, ma é con il sorriso sulle labbra che mi preparo ad affrontare ciò che il destino mi proporrà. Qualsiasi cosa sia, continuerò a credere sempre nelle persone che amo e a portare una parte del loro amore con me.
Da quando Elsa é morta ho creduto nella sua esistenza. Molti mi hanno presa per pazza, hanno creduto che fosse il mio modo per andare avanti, fingere che lei fosse lì. Non lo hanno capito: lei é sempre stata lì, e sempre lo sarà. Pure adesso, se saremo lontane, Elsa sarà sempre con me, perché se ami davvero una persona, una parte di te é sempre al suo fianco.
Per questo non ho mai smesso di credere e mai smetterò di credere...
Nella Regina delle Nevi.

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Ecco conclusa questa oneshot su Anna, che ci mostra cosa é successo dopo che Elsa é diventata una leggenda nella fic Regina di Ghiaccio. Ci mostra anche tutto l'arco di vita di Anna. E *snif sniff* anche la morte *distribuisce fazzoletti a tutti*
Spero vi sia piaciuta! Non so perché Anna mi ispira sempre la prima persona XD
Quando ho scoperto che il nome di Hans era dato in onore dell'autore del libro, non ho potuto fare a meno di far scrivere a lui il libro della Regina delle Nevi. Gerda e Kai sono due membri della servitù, anche i loro nomi sono dati in onore di personaggi del libro.
Se mai ci sarà un seguito alla fic 'la Regina di Ghiaccio' gli eventi partiranno dopo quelli di questa oneshot, o comunque vi faranno riferimento (seguito che ripeto non scriverò prima di aver visto Frozen 2).
Ringrazio tutti coloro che l'hanno letta e che hanno seguito con passione la mia fic. Se potete lasciatemi una recensione con pareri o consigli.
Spero che continuerete a seguirmi! Attualmente sto facendo una fic sugli hunger games crossover interattivi, come tributi sono stati scelti già sia personaggi di frozen che delle 5 leggende! Se vi va di partecipare mi fa piacere!
Buona giornata a tutti!!!

   
 
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