ATTENZIONE:
questa oneshot é legata
alla mia fic: 'La Regina di Ghiaccio'
quindi se non l'avete letta vi consiglio di farlo, sia
perché altrimenti non
capireste appieno questa oneshot, sia perché se dopo questa
vi verrà voglia di
leggere la mia fic, vi sareste spoilerati il finale o una buona parte.
Detto questo, buona lettura!
Ricordo ancora quel giorno. E'
stato il peggiore di tutta
la mia vita.
La mattina si era prefissato tutto per il meglio: mia
sorella Elsa era riuscita in qualche modo a portare via il gelo perenne
da
Arendelle (per la seconda volta!) , io ero a casa, aspettavo trepidante
il suo
ritorno, quando qualcuno bussò alla porta. Mi precipitai ad
aprire, non
aspettai nemmeno che fosse Kai a farlo. Ma qualcosa andò
diversamente da come
me lo aspettavo.
Non c'era nessuno.
Guardai meglio e mi venne quasi un colpo quando vidi che
qualcuno c'era, ed era mia sorella Elsa. Qual'era il problema? Era stesa a terra
immobile. Mi chinai
immediatamente su di lei, urlando il suo nome, sentì il mio
cuore battere
agitatissimo mentre le portavo una mano al polso.
Il battito si sentiva.
Tirai un sospiro di sollievo. Ordinai a Gerda di chiamare
immediatamente il medico di corte, chiesi a Kai ,invece, di aiutarmi a
portare
Elsa in camera sua: la distendemmo sul letto e aspettammo l'arrivo del
medico.
Quando lui arrivò, la visitò per diversi minuti,
tirò un
sospiro, poi si rivolse a me e disse: "Sembrerebbe tutto regolare,
é
svenuta, ma presto si dovrebbe riprendere"
"E' sicuro?" chiesi, visibilmente preoccupata,
dato che l'espressione del medico non era delle più
rassicuranti.
"Il problema, principessa Anna, non é il suo
malessere, ma cosa lo ha causato. Se la causa tornerà,
potrebbe farla stare
male di nuovo. Ma nessuno di noi può conoscerla, a parte sua
sorella, quindi
non ci resta che aspettare che si svegli e che ce lo racconti lei"
Aspettare? Non era decisamente una delle cose che mi
riuscisse meglio. Anzi se c'era una cosa nella vita che non mi riusciva
affatto, probabilmente era quella!
Salutai il dottore, promettendogli di avvisarlo non
appena Elsa si fosse svegliata, nervosamente osservai mia sorella
distesa sul suo
letto, il cuore mi batteva forte e mi sentivo angosciata: non vedevo
l'ora che
riaprisse gli occhi per dirmi che stava bene. Lo so, il dottore mi
aveva detto
di non preoccuparmi, ma non riuscivo a fare a meno di farlo.
La situazione stava diventando decisamente insostenibile
per i miei normali standard di pazienza, così chiesi a Gerda
di controllare
Elsa ogni tanto e uscì per andare a chiamare Kristoff: avevo
decisamente
bisogno del suo supporto.
Fu quello il mio più grande errore.
Raccontai tutto a Kristoff e si offrì di riaccompagnarmi
al castello.
"Tranquilla Anna, se il medico ha detto che é tutto
apposto, sono sicuro che non c'é nulla di cui preoccuparsi.
Probabilmente
levare tutta quella neve l'ha solo stancata più del solito!"
Era quello che pensavo e speravo anche io, ma quando
arrivammo all'entrata del castello quella vista mi gelò il
sangue.
Non sapevo cosa diavolo fosse successo durante la mia
breve assenza, ma trovai il cortile del castello ricoperto da un'area
circolare
di neve fresca, lunga circa tre metri, al cui centro era distesa una
persona.
Era Elsa.
Sono sicura che in quel momento il mio cuore mancò
tre-quattro battiti, rimasi immobile per qualche secondo senza fiato,
poi corsi
da lei urlando disperatamente il suo nome.
Mi chinai sul suo corpo, la presi tra le mie braccia: era
fredda come il ghiaccio.
"Elsa, rispondi...ti prego! Sono io, Anna!"
Nessuna risposta.
Provai a sentirle il battito del polso, ma non sentì
nulla. Copiose lacrime iniziarono a rigarmi il viso.
"Elsa, non puoi farlo...non escluderti dalla mia
vita, TI PREGO!" urlai singhiozzante le ultime due parole, ma non
ebbero
nessun effetto.
Kristoff mi aveva raggiunto, provò anche lui a sentire il
battito di Elsa, ma quando non sentì nulla, mi
fissò con uno sguardo colmo di
tristezza. Non so il perché, ma la cosa mi fece salire una
rabbia immensa, gli
urlai contro tutto il dolore che provavo dentro, come se potesse
servire a
qualcosa: "Non guardarmi così, lei non è, non
é...morta ok? Il medico
verrà e lui...lui..." singhiozzavo e balbettavo, nemmeno io
sapevo più
cosa dire, cosa fare.
Ero disperata.
All'improvviso Kristoff mi abbracciò. Cercai di
divincolarmi,
stringendo i pugni sul suo petto.
"Kristoff, ti prego dimmi che non é vero, non posso
sopportarlo...ti prego!"
Cercai nuovamente di divincolarmi, ma più lo facevo e
più
lui mi stringeva forte. Non disse altro, solo: "Mi dispiace"
Cosa successe in seguito mi é difficile raccontarlo: ero
scioccata e in preda alla disperazione più totale, stavo
così male che persino
adesso mi é difficile ricordare con chiarezza cosa fosse
accaduto. Ricordo solo
piccoli frammenti: io che stringo forte il corpo di Elsa, degli uomini
che
vengono a prenderla, io che mi rifiuto, Kristoff che mi trascina via.
Poi vuoto.
So solo che corsi nella sua stanza: la stanza di Elsa. Mi
chiusi dentro e mi lasciai scivolare lungo la porta, mi accovacciai,
con la
testa tra le gambe, e inizia a piangere ininterrottamente.
In quel momento nulla aveva più senso per me.
Poi sentì bussare alla porta. Sussultai, il respiro mi si
fermò in gola: per un attimo sperai fosse lei. Ma poi
sentì la voce di
Kristoff.
"Posso entrare?"
Un sorriso isterico si formò sul mio volto. Era buffo:
ripensai
a tutte le volte che ero stata io a bussare a quella porta. Ma ora che
ero io
al posto di Elsa, finalmente capì come doveva essersi
sentita male.
Perché faceva male. Faceva male sentirsi morire dentro,
sapere che niente potrà cambiare le cose, sapere che per
quanto tu ami quelle
persone che cercano di aiutarti, non potranno farlo, perché
non possono
apprendere appieno come sei realmente, come ti senti realmente.
Sapere che aprire quella porta non servirebbe a niente.
Non riuscì a rispondergli, ma dopo qualche minuto
continuò
da solo a parlare.
"Ok, come vuoi. Ma sappi che io sono qui, quando
avrai bisogno di me mi troverai qui, dietro questa porta"
Lo sentì sedersi a terra. Passò la
notte, una notte fredda e tempestosa, ma non ci feci caso, il freddo
più forte
era dentro il mio cuore.
Passai la notte insonne, al sorgere del sole notai
stupita che fosse già mattina. Ero sicura che Kristoff se ne
fosse andato, ma
poi lo sentì muoversi dietro la porta.
"Anna sei sveglia?"
Mi sussurrò. Avrei voluto aprirgli la porta, ma
francamente sapevo che me ne sarei pentita. Amavo Kristoff, sapevo che
voleva
tirarmi su di morale, ma sapevo pure che se avessi aperto la porta mi
avrebbe
detto cose tipo 'vedrai che andrà tutto bene', avrebbe
provato a consolarmi, ed
io per circostanza avrei dovuto mentirgli dicendo che ci credevo. Ma
non era
così e non avevo la forza di fingere.
"Và via Kristoff, non puoi aiutarmi...nessuno
può!"
L'intera giornata passò velocemente: non feci altro che
piangere e disperarmi. Ad un tratto sentì bussare nuovamente
la porta, ma
stavolta era Gerda che mi chiese se volevo qualcosa da mangiare,
nuovamente mi
rifiutai (come avevo già fatto quella mattina) e la
sentì andare via. Sentì
nuovamente una voce, ma questa volta era Kristoff.
"Anna non puoi rifiutarti di mangiare! Se non vuoi
aprirmi va bene, ma almeno mangia qualcosa, ti prego!"
Fui sorpresa nel sentire nuovamente la sua voce.
"Sei ancora lì?"
"Certo! E come ti ho detto, non ho intenzione di
andarmene finché non avrò parlato con te! Capisco
che tu non voglia farlo
adesso...quindi aspetterò qui finché non te la
sentirai. Voglio starti vicino e
in qualche modo lo farò!"
"E come farai col lavoro?"
"Non ha importanza adesso! Di lavoro ne posso
trovare un'altro, un'altra ragazza come te dove la trovo?"
Sentì arrossarmi la faccia e il cuore battermi
all'impazzata. Aprì la porta e lo abbracciai fortissimo, lui
fece lo stesso con
me. Restammo così per un tempo indecifrabile, lui non mi
disse nulla, mi
strinse e basta. Fui io a parlare.
"Mi manca troppo!" ammisi.
"Lo so"
"Ho paura...non ce la faccio a vivere così, la
voglio qui con me!"
"Ti va di parlarne un pò?"
Mi sorpresi nel rispondere: "Sì"
Passammo molto tempo a parlare, più di una volta mi misi
a piangere, ma stranamente mi fece bene, avevo il disperato bisogno di
sfogarmi
con qualcuno, più che con qualcuno, con lui. Non pretendeva
di capirmi o di
farmi andare avanti, mi stava vicino e basta.
"Grazie Kristoff, grazie per essere rimasto!"
"Resterò per tutto il tempo che vorrai!"
Alla fine facemmo un patto, lui sarebbe tonato a
lavorare, facendomi visita appena poteva, e io avrei ripreso a mangiare.
"Mi raccomando però, per qualsiasi cosa non esitare
a chiamarmi!"
"Va bene Kristoff!"
Mi diede un leggero bacio sulla guancia.
"Ti amo"
Mi disse prima di andare via.
"Anche io!" gli sussurrai.
Poi un giorno sentì bussare la porta. Ero convinta fosse
Kristoff, invece era Kai.
"Principessa Anna, ho un messaggio, che mi hanno
detto essere urgente, per lei"
Aprì la porta e lui mi consegnò una lettera, lo
ringraziai, aprì la lettera e la iniziai a leggere, ma erano
solo poche righe.
Anna, devo parlarti.
Riguarda tua sorella.
Hans.
Colma di rabbia presi il mio soprabito e uscì
immediatamente dal castello. Mi recai fino alle segrete di Arendelle,
una volta
lì, raggiunsi la cella di quell'infame di Hans. Appena me lo
trovai davanti non
gli diedi nemmeno il tempo di parlare.
"Tu...TU, come osi anche solo nominare mia sorella?"
gli dissi furiosa, sventolandogli davanti la lettera che mi aveva
scritto
"Il giorno che l'abbiamo trovata svenuta, le guardie hanno trovato
anche
te con i polsi e le gambe legate dal ghiaccio. Sicuramente centri
qualcosa in
tutto quello che le é successo. E se scopro che l'hai uccisa
tu io...io giuro
che..."
Interruppe il mio fiume di parole.
"Lei non é del tutto morta!"
Sgranai gli occhi allibita, stavo per dirgliene quattro,
ma continuò lui il discorso.
"Un uomo mi ha ingannato con false promesse, lo
stesso uomo che é stato una delle cause di tutto
ciò che é successo a tua
sorella. Anche io ho le mie responsabilità...ma questo
adesso non importa, ciò
che é successo é successo. Ma devi sapere che tua
sorella quando é morta é
stata scelta per diventare qualcosa di più...una leggenda,
é stata una forza
più grande di noi a deciderlo: la luna"
Ero senza parole: lo fissai come se non sapessi se dovevo
picchiarlo o se avessi dovuto aver pena del fatto che probabilmente era
diventato pazzo. Lui continuò, aspettandosi una reazione
simile.
"Lo so che sembra assurdo, ma ascolta, tu non potrai
vederla finché non credi in lei, la luna mi ha parlato e mi
ha dato un compito:
scrivere una storia su di lei, in modo che tutti i bambini possano
credere in
lei, é l'unico modo affinché lei possa
sopravvivere e affinché tu o altre
persone possiate vederla"
Tirò fuori dalla tasca dei fogli scritti di suo pugno e
me li porse.
"Sei matto!" conclusi, voltandomi per andarmene
via, ma lui mi bloccò il polso obbligandomi a rigirarmi.
"Aspetta ti prego, almeno leggilo! Lo so che pensi sia
tutto assurdo e se pure ammettessi che tutto ciò
é vero, non crederesti nelle
mie buone intenzioni... e fai bene!"
Lo fissai stupita di una tale affermazione.
"Non lo sto facendo per te o per Elsa...lo faccio
per vendetta contro quell'uomo. Lui vorrebbe che nessuno credesse in
tua
sorella, solo così lei perderà i suoi poteri e
forse anche la sua immortalità.
Se vuoi aiutarla, leggilo! Oppure questa volta causerai tu la sua
morte!"
Mi lasciò il braccio, afferrai il libro e mi scagliai
furiosa contro le sbarre della sua cella.
"Come OSI? Io ucciderò TE!"
Le sbarre e ben due guardie mi impedirono di dargli un
pugno in faccia, forse meglio così perché penso
che in quel momento avrei
potuto fare qualsiasi cosa.
"Sarà meglio per te se non ti rivedo mai più"
Furono le ultime parole che gli dissi prima di andarmene.
Sapevo che era da folli credere a ciò che aveva
raccontato e lo era già abbastanza non considerando che
fosse stato quel
bugiardo di Hans a raccontarlo! Ma, fissando quel libro, il mio cuore
iniziò a battere
fortissimo. Anche la più improbabile e minuscola delle
speranze, come era
quella, mi agitava.
Così lo feci. Presi in mano i fogli, la cui copertina
citava:
di Hans Christian Andersen
La Regina delle Nevi era descritta come una regina che
diventava malvagia. Stranamente non fu questo a stupirmi, infondo era
il punto
di vista di Hans! Ciò che mi stupì di
più era il fatto che sembrasse una favola
per bambini e che avesse poco a che fare con la vera storia di Elsa.
Una volta letta tutta mi soffermai a fissare quei fogli.
Cosa intendeva Hans
con quelle parole?
Cosa ne avrebbe
guadagnato a scrivere una storia simile?
Cosa devo fare io
adesso?
Erano queste le domande che mi attanagliavano il cuore,
ma fu allora che lo vidi: nella stanza di Elsa stava vorticando un
candido
fiocco di neve, di una grandezza superiore al normale. Fui subito
catturata da
quell'immagine e con lo sguardo seguì il suo percorso. Mi
chiesi come fosse
entrato dato che la stanza era chiusa, la finestra non si apriva e
soprattutto
fuori non nevicava.
Ad un tratto vidi il fiocco avvicinarsi al mio viso,
quasi volesse salutarmi, poi vorticò fino a poggiarsi sul
libro, sciogliendosi
proprio sulla parola "Regina delle Nevi".
Il mio cuore sussultò e balzai in piedi.
No, non é
possibile!
Continuavo a ripetermi nella mia testa, ma più lo
ripetevo e più nel mio cuore si faceva strada la speranza.
E se Hans avesse
detto la verità?
Sentì il cuore battermi fortissimo, così forte
che avevo
paura quasi che mi uscisse dal petto.
Timidamente chiesi: "Elsa sei tu?"
Mi guardai intorno ma non vidi nessuno, ne udì risposta.
Mi chiesi se stessi impazzendo, ma mi ricordai le parole di Hans: se
fosse
stato vero? Se non credendo in lei l'avessi uccisa?
Fissai nuovamente il titolo del libro: 'La Regina Delle
Nevi'. In quel momento non so cosa successe, ma lo capì,
capì che dovevo
credere, che io ci credevo veramente.
"Elsa sei tu la Regina delle Nevi!" affermai
con convinzione e alzando lo sguardo la vidi.
Tirai un urlo, lo spavento mi fece sobbalzare
all'indietro, ma lei era lì.
Era Elsa.
Mi fissava incerta, con sguardo triste e con voce
insicura, mi chiese: "Puoi vedermi adesso Anna?"
Annuì, non riuscì a fare altro. Il suo sguardo si
illuminò: "Meno male Anna, stavo così male nel
vederti soffrire e non
poter fare nulla! Ho provato a fare di tutto per farti credere in me ma
nulla
ha funzionato e poi..."
Non riuscì a finire la frase perché le balzai al
collo
stringendola in un fortissimo abbraccio.
"Elsa, sei proprio tu?" chiesi singhiozzante.
"Sì, anche se é complicato...sono morta, ma sono
diventata
una leggenda adesso, sono immortale, solo chi crede in me
può vedermi e tu sei
stata la prima! Tutto ciò é una lunga storia..."
"Quindi Hans ha detto la verità?"
"Stranamente sì! Ma credo lo abbia fatto per
vendicarsi di Pitch!"
"Pitch? Ti riferisci all'uomo che lo ha
tradito?"
"Esatto! Anche questa una storia lunga!" disse
lei sorridendomi, ma io la strinsi ancora più forte.
"Non posso credere che tu sia davvero qui, non
potrei essere più felice! Pensavo che non ti avrei mai
più rivista!"
"Anche io ne sono felicissima" disse,
ricambiando teneramente il mio abbraccio
"Ti voglio bene!"
"Anche io!"
"Devi restare e regnare, Arendelle
ha bisogno di
te!"
"No Anna, tu sei la regina di Arendelle
adesso!"
"Cos-NO! Non saprei nemmeno da dove cominciare, non
so come si governa un regno!"
"Non affiderei mai a nessun'altro il regno, te lo
assicuro! Con te sarà in ottime mani!"
"Ma io..."
"C'é una cosa importante di cui devo parlarti"
Ci mettemmo sedute l'una accanto all'altra e lei iniziò a
raccontarmi della luna, del patto che aveva stretto con lei: le aveva
donato
una polvere per viaggiare nel tempo, in modo da potermi stare vicino,
ma a
patto che ciò non inferisse con i suoi doveri da leggenda.
"Quindi tu con quella polvere andrai nel
FUTURO?" chiesi incerta.
"Già...non é incredibile?"
"Quindi ora sei una leggenda...come Babbo
Natale?" chiesi ironizzando, ma lei rise e mi disse: "Esatto! E
probabilmente lo conoscerò pure!"
Spalancai gli occhi incredula.
"Mi stai prendendo in giro!"
"Non lo farei mai!"
Continuammo la serata a parlarci, ridere e a raccontarmi
delle sue avventure. Mi fermai ad osservarla: era strano, era sempre
lei, ma
aveva una luce diversa negli occhi e un dolcissimo e sereno sorriso
sulle
labbra.
Era felice.
Felice, come non l'avevo mai vista in vita mia!
"...si anche perché poi Jack..."
"Ehi aspetta un attimo, chi é questo Jack?"
"Jack Frost, lo spirito dell'inverno, anche lui é
una leggenda, anzi un guardiano per l'esattezza! Come ho fatto a
dimenticarmi
di parlarti di lui? Ora dovrò iniziare tutto daccapo!"
Iniziò raccontandomi di come Jack Frost fosse stata
accanto a lei quando era piccola, mentre parlava i lui sembrava
affascinata e
entusiasta.
"Fammi capire...quindi questo Jack ti piace non é
così?"
Per la prima volta nella mia vita, vidi Elsa diventare
rossa come un peperone.
"C-cos? No! Cioè sì...cioè non come
pensi tu, cioè
lui l'ho conosciuto bene e quando stiamo insieme noi, io..."
Scoppiai a ridere, doveva essere un tipo davvero speciale
per lasciare mia sorella senza parole! Lei mi fissò
imbarazzata. Ci fu solo una
domanda che volevo farle.
"Sei felice?"
Lei mi sorrise con un sorriso splendido e annuì.
"Bene! Allora non vedo l'ora di conoscerlo! Oh,
aspetta un attimo! Devo dire tutto pure a Kristoff, lui era
preoccupatissimo!
Gli verrà di sicuro un colpo quando ti vedrà!"
Elsa mi fissò con sguardo triste e mi prese le mani.
"Anna...le persone adulte normalmente non credono
alle leggende! Tu ci hai creduto perché sono tua sorella, ma
per gli altri non
sarà così. Ti potrebbero prendere per
pazza...vorrei che questa cosa rimanesse
tra noi!"
"Ma Elsa...Kristoff, lui, almeno lui...sono sicura
che lui ci crederà!"
"Anna, Kristoff ti ama e di questo ne sono sicura!
Ma é difficile per un adulto credere ad una cosa simile"
Andai da Kristoff, lui si stupì nel vedermi raggiante, mi
fissò con aria seriamente preoccupata.
"Stai bene Anna?"
"Mai stata meglio! Devo assolutamente dirti una
cosa!"
"Ok..." disse lui, ancora poco convinto.
Gli raccontai tutto: di Hans, del libro, di Elsa. Lui
annuì al mio racconto, ma non disse nulla, quando
finì, ci fu qualche minuto di
silenzio, poi parlò.
"Anna io credo in te lo sai, ma io non riesco a
vederla!" ammise.
Non posso dire che non ci rimasi male, ma da un lato fui
felice, sia che non mi diede della pazza, sia che non mi
mentì.
"Anna, te lo avevo detto...non é colpa sua, non é
facile per gli adulti credere nelle leggende!"
Sorrisi ad Elsa e dissi a Kristoff.
"Non importa! Basta che tu mi creda...so che prima
o poi la vedrai anche tu, é solo questione di tempo! Non
sono pazza lo
giuro!"
Con sguardo sincero mi fissò e mi disse: "Questo non
l'avrei mai pensato!"
Ricambiai il suo sorriso e lui mi diede un dolce bacio.
Così alla fine ci sposammo. Non dimenticherò mai
quel
giorno, fu speciale, uno dei più belli di tutta la mia vita!
Mia sorella era lì
e pure Jack, quella fu una delle prime volte che lo vedevo ed era
palesemente
imbarazzato. Fu una cerimonia indimenticabile, cadde anche un po' di
splendida
neve, perché c'erano due spiriti della neve che non poterono
fare a meno di far
nevicare!
Passarono gli anni: conobbi Jack e lo vidi sempre più
vicino ad Elsa e lei sempre più felice, cosa che mi riempiva
il cuore di gioia.
Diventai, a mio malgrado, la regina di Arendelle, a 21 anni partecipai
all'imbarazzantissima cerimonia dell'incoronazione, ma mi sorpresi di
me stessa
nel vedere quanto sapessi governare. Infondo avevo Elsa e Kristoff al
mio
fianco ed ero sicura con loro di poter fare tutto!
Ebbe sì, Kristoff diventò re, ma fu il re
più buono e giusto che io possa ricordare.
Ovviamente molte volte Elsa non c'era: andava spesso nel
futuro per svolgere i suoi doveri da leggenda, ma tonava sempre e mi
raccontava
cose davvero incredibili!
Feci pubblicare il libro scritto da Hans: volevo che più
bambini possibili credessero nella Regina delle Nevi. Avrei voluto fare
delle
modifiche alla storia, per renderla più giusta e reale, ma
Elsa me lo vietò: se
quello era il volere della luna, non voleva cambiarlo.
Mi disse che spesso la luna agiva in modi imperscrutabili
per noi, ma che era sempre lì e che vegliava su di noi,
proprio come lei
avrebbe sempre fatto con me.
Conobbi meglio Jack Frost e presto capì che lui ed Elsa
erano più che semplici amici. Non so dire esattamente a che
livello fosse
arrivato il loro rapporto, perché quando sei immortale ed
hai l'eternità
davanti a te, forse ti preoccupi solo di stare bene e lui la rendeva
felice più
che mai, mia sorella finalmente aveva sempre stampato sul viso quel
sorriso che
si meritava da anni. Questo mi bastava.
Ebbi due figli con Kristoff: Christian e Anya, ad
entrambi lessi la storia della Regina delle Nevi, spiegandogli che
spesso le
cose non sono come sembrerebbero, che la Regina era buona e che era mia
sorella.
Insegnai loro a credere in lei e quando lo fecero,
riuscirono a vederla. Elsa era felicissima e passò tutto il
tempo possibile con
loro, anche se spesso stava via per lungo tempo a causa dei suoi doveri.
Giochi con la neve, feste...tutto era più magico quando
c'era lei.
Nonostante tutto Kristoff non
riusciva a vederla. Forse
lui ormai era troppo grande per credere in una leggenda.
Passarono gli anni, Elsa rimaneva sempre giovane e
bella, una perfetta Regina delle Nevi. Ma col tempo sia io che i
bambini
crescemmo. Ed arrivò un giorno orribile: il giorno in cui i
bambini non
credettero più in lei.
Per Elsa fu un
durissimo colpo, sapeva che sarebbe arrivato quel giorno, ma sperava in
cuor
suo che loro avessero creduto in lei anche da adulti, come aveva fatto
lei con
Jack. Cercai di consolarla il più possibile, ma so che
quella era una ferita
che sarebbe rimasta per sempre nel suo cuore.
'E' davvero
difficile vivere per sempre' pensai.
In quel momento capì quanto era duro il compito che le
era stato assegnato.
Ed ora sono qui, sul mio letto. Ho
passato gli ultimi 70
anni della mia vita in serenità e amore. Ci sono stati molti
momenti bui e
oscuri, ma ho avuto la fortuna di avere accanto delle persone
fantastiche, che
mi amavano veramente e che hanno sacrificato molto pur di rendermi
felice. Ho
vissuto una vita piena e non ho rimpianti, adesso che ho i capelli
grigi e
sento il respiro affannato, non ho paura: accanto a me ci sono tutte
quelle
persone che mi hanno reso sempre felice e questo basta a darmi la forza
di
affrontare anche questa ultima sfida.
Kristoff ha ormai anche lui i capelli grigi, Christian si
é sposato e ha avuto dei figli, adesso solo lui é
qui perché la moglie é
rimasta di là a prendersi cura dei bambini. Anya
é adulta ormai, non si é
ancora sposata, perché dice che non riesce a trovare l'uomo
giusto. In compenso
si é rivelata una donna di enormi capacità
intellettive, potrebbe diventare
chiunque, ma lei dice che preferisce insegnare. Il suo sogno
é trasmettere veri
valori e conoscenze a tutti, invitarli a rispettare sempre gli altri e
a
credere nelle proprie capacità e nei propri sogni.
Infine c'é Elsa naturalmente! Ancora giovane e bella,
come la prima volta che la vidi alla sua cerimonia dell'incoronazione.
Tutti hanno uno sguardo cupo e triste. Sanno, come lo so
io, che quelli erano probabilmente gli ultimi istanti della mia vita.
Mi rivolgo ad Anya.
"Anya, tesoro, tu sei la donna più intelligente che
io conosca. Voglio che tu continui a credere nei tuoi sogni e nelle tue
idee e
che continui a fare ciò che credi giusto e che ti rende
felice!"
"Ehm...madre, lo so che vi ho delusa, io non mi sono
sposata ancora, tutti a corte e nel villaggio parlano male di me, lo
so, ma
io..."
"Non mi hai delusa Anya! Ma lo farai se ti sposerai
il primo che trovi, solo perché ormai sei grande e tutti ti
vorrebbero sposata.
Sei una persona meravigliosa, tanto intelligente da volere accanto solo
una
persona che ami veramente. Non posso dire se la troverai o meno, ma
anche se
non dovessi mai sposarti, potrai essere davvero felice in altro modo.
Circondati di persone che ti amano veramente, vivi credendo nelle tue
idee e
nei tuoi sogni. Sii felice e non mi deluderai nemmeno un giorno della
tua
vita!"
Anya si mette a piangere, commossa mi dice: "Madre
vi voglio bene!"
"Anche io tesoro mio, non lo dimenticare mai!"
Mi rivolgo poi a Christian.
"Christian tu sei l'erede al trono..."
"No madre non ditelo, vi prego!"
Gli sorrido dolcemente.
"Christian, prima o poi questo giorno sarebbe
arrivato, lo sapevamo tutti. Tu sarai un ottimo re, proprio come lo
é stato tuo
padre. Segui il tuo buon senso e il tuo amore per gli altri e sono
sicura che
verrai ricordato nei secoli come uno dei migliori re nella storia. Ma
c'é un
favore che voglio chiederti"
"Ditemi madre, qualsiasi cosa!"
Prendo il libro che da sempre é poggiato sul mio
comodino: il libro scritto di pugno da Hans. Glielo porgo.
"Ti prego leggi ai tuoi figli questa favola,
spingili a credere nell'esistenza delle leggende! Perché
sono loro che ci
proteggono e ci guidano, daranno ai tuoi figli ciò che serve
per crescere al
meglio e per affrontare i momenti bui. Quando saranno troppo grandi per
crederci, chiedigli di leggere un
giorno questa favola ai loro figli e così via. Lo so che
sembra assurdo, ma
questa é l'unica cosa che ti chiedo, mi renderesti davvero
felice"
"Sarà fatto madre, ve lo prometto!" singhiozza,
prendendo il libro.
Mi rivolgo infine a Kristoff.
"Non c'é nessuno che ho amato più di te! E nella
mia
vita non avrei mai potuto desiderare un marito migliore. Ringrazio ogni
giorno
il destino per averci fatto incontrare. Ti amo."
Delle lacrime solcano il suo viso.
"Anna...anche io ti amo" mi dice, con un filo
di voce. Si china poi su di me e mi da un dolcissimo bacio sulla fronte.
"Vi chiedo una cosa desso...posso restare un attimo
da sola?"
I miei figli mi guardano allibiti e contraddetti, volgo
il mio sguardo a Kristoff, che capisce.
"Forza ragazzi andate di sotto, Christian aiuta tua
sorella a preparare una tisana per tua madre!"
"Ma ci sono i domestici..."
"E' un ordine!" dice Kristoff, con quel tono
serio che molto raramente usava, ma i ragazzi sapevano che non dovevano
contraddirlo quando lo usava, quindi fanno come gli dice.
Mi salutano e escono dalla stanza, lo stesso fa poi anche
Kristoff.
Resto da sola con mia sorella che già mi fissa in
lacrime. Corre verso di me e mi abbraccia.
"Anna, ti prego non lasciarmi! Come farò senza di
te?"
Le sorrido affettuosamente.
"Elsa sei stata vicino a me tutto questo tempo, hai
vegliato su di me e sulla mia famiglia e mi hai reso felice
più che mai. Ora é
il momento che lo faccia io!"
Mi guarda dubbiosa, non comprendendo le mie parole.
"Qualsiasi destino mi attenda adesso, io non
smetterò mai di stare accanto a te e di proteggerti,
perché non smetterò mai di
pensarti. Niente ci potrà mai separare sorella mia, nemmeno
la morte! Perché io
sono qui" le dico, indicando il suo cuore.
"Oh, Anna..." singhiozza lei.
"Elsa, anche se non ci sarò più, voglio che tu
sia
felice, che trovi la tua strada e che svolga il tuo dovere da leggenda.
Rendi
felici i miei nipoti, i loro figli e quanti più bambini
puoi. Così renderai
anche me felice! Qualsiasi cosa ti renda davvero felice,
renderà felice anche
me, ma quando tu starai male, farai soffrire anche me,
perché siamo una cosa
sola, io e te!"
Sono io ad abbracciarla questa volta.
"Mi mancherai sorellina, mi mancherai troppo!"
"Sarò sempre al tuo fianco Elsa!"
Sciolte dall'abbraccio, mi stendo nuovamente nel mio
letto, ma improvvisamente sento il respiro farsi più
affannoso.
"Kristoff!" senza accorgermene urlo il suo nome
e lui accorre frettoloso, si china su di me e mi stringe la mano.
Guardo disperatamente lui, sta per accadere lo sento.
Volto lo sguardo verso Elsa. In quel momento lui mi fissa interdetto:
probabilmente si chiede cosa stessi fissando in un momento come quello.
I suoi
occhi di un tratto si illuminano come se avesse capito, si gira anche
lui, per
guardare nella stessa direzione dove sto guardando io. Lo capisco dal
suo
sguardo.
Kristoff ha visto Elsa.
Non si dicono nulla, ma si fissano con uno sguardo che
dice più di mille parole: condividono le stesse sensazioni,
lo stesso dolore.
Senza accorgermene sorrido, chiudo gli occhi serena.
Sento delle urla in lontananza, urla che gridano il mio nome, ma sono
troppo distanti orami.
E' buio, ma é con il sorriso sulle labbra che mi
preparo ad affrontare ciò che il destino mi
proporrà. Qualsiasi cosa sia,
continuerò a credere sempre nelle persone che amo e a
portare una parte del
loro amore con me.
Da quando Elsa é morta ho creduto nella sua esistenza.
Molti mi hanno presa per pazza, hanno creduto che fosse il mio modo per
andare
avanti, fingere che lei fosse lì. Non lo hanno capito: lei
é sempre stata lì, e
sempre lo sarà. Pure adesso, se saremo lontane, Elsa
sarà sempre con me, perché
se ami davvero una persona, una parte di te é sempre al suo
fianco.
Per questo non ho mai smesso di credere e mai smetterò di
credere...
Nella Regina delle Nevi.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Spero vi sia
piaciuta! Non so perché Anna mi ispira sempre la prima
persona XD
Se mai ci sarà un
seguito alla fic 'la Regina di Ghiaccio' gli eventi partiranno dopo
quelli di
questa oneshot, o comunque vi faranno riferimento (seguito che ripeto
non
scriverò prima di aver visto Frozen 2).
Ringrazio tutti
coloro che l'hanno letta e che hanno seguito con passione la mia fic.
Se potete
lasciatemi una recensione con pareri o consigli.
Spero che
continuerete a seguirmi! Attualmente sto facendo una fic sugli hunger
games
crossover interattivi, come tributi sono stati scelti già
sia personaggi di
frozen che delle 5 leggende! Se vi va di partecipare mi fa piacere!
Buona giornata a
tutti!!!