Film > X-men (film)
Segui la storia  |       
Autore: Abby_da_Edoras    06/06/2014    1 recensioni
Autrice: Lady Arien. Trama: ho messo tutte insieme le storie scritte due anni fa sugli X-Men come capitoli di una long e adesso sto aggiungendo nuovi capitoli. All'inizio mi sono ispirata a una bellissima ff di Lara D_Amore, Logan si trova a occuparsi di Scott, sperduto e addolorato per la morte di Jean, e nasce così una strana relazione tra i due. In seguito, il professor X incaricherà Bobby di recuperare Pyro finito dalla parte di Magneto e nascerà pian piano anche un pairing fra loro; in seguito, alla scuola arriveranno dal lontano 1973 anche i giovani Erik e Charles... insomma cerco di destreggiarmi tra ben tre pairing!!!XD
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby Drake/Uomo Ghiaccio, James 'Logan' Howlett/Wolverine, John Allerdyce/Pyro, Scott Summers/Ciclope, Un po' tutti
Note: Lemon, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Someone to love

Someone to love

Non dovrei essere qui, non spetta a me addestrare i ragazzetti al combattimento! Il Professor X mi ha incastrato, ma dove diavolo si è cacciato Scott? Dovrebbe esserci lui qui!

Questi erano i pensieri che si agitavano nella mente di un seccatissimo Logan, al quale Charles Xavier aveva chiesto di prendere il posto di Scott accanto a Tempesta, durante uno dei tanti addestramenti ai quali venivano sottoposti i giovani mutanti. In una stanza apposita, detta Stanza del Pericolo, era simulato un attacco nemico e i ragazzi dovevano imparare a difendersi e a reagire; era evidente, però, che non erano ancora pronti e Tempesta scuoteva il capo, senza poter nascondere la propria delusione. Un’altra cosa che la innervosiva era vedere che Logan non si interessava assolutamente all’addestramento e non si rendeva utile a nessuno; la cosa che più sembrava seccargli era aver perso il suo ultimo sigaro durante un attacco.

La goccia che fece traboccare il vaso fu quando Logan, che ne aveva chiaramente avuto abbastanza, chiese al giovane Piotr, detto Colosso, di usare tutta la sua forza per lanciarlo contro il simulatore di attacco: l’uomo estrasse i suoi tremendi artigli e decapitò il robot, distruggendolo.

“La lezione è finita” disse poi.

Conclusa la simulazione, gli ologrammi che avevano ricreato un campo di battaglia scomparvero a poco a poco e i ragazzi e i loro addestratori uscirono dalla stanza. Tempesta era davvero infuriata e si rivolse a Logan senza dissimulare la propria rabbia.

“Si può sapere che ti è preso?” gli chiese, molto nervosa. “Non puoi cambiare le regole a tuo piacimento, dovevamo esercitare i ragazzi alla difesa. Io cerco di insegnar loro qualcosa e…”

“Beh, gli ho insegnato qualcosa. La miglior difesa è l’attacco, no? O era il contrario?”

Tempesta si fermò accanto all’uomo, il volto serio e grave. Intanto i ragazzi li avevano superati e stavano entrando in ascensore per tornare nelle stanze principali della villa. Rogue era molto nervosa: non le era piaciuto per niente vedere, durante l’addestramento, Kitty vicina a Bobby.

“Questo non è un gioco, Logan” gli disse, ma le sue parole non parvero impressionarlo più di tanto.

“Davvero? Non l’avrei detto” rispose lui, caustico. “Senti, non te la prendere con me, io sono solo il supplente! Se hai dei problemi vai a parlarne con Scott.”

Già, Scott. Sarebbe dovuto andare lui con Tempesta ad addestrare i ragazzi nella Stanza del Pericolo. Perché non c’era? Dannazione, sono passati mesi dalla morte di Jean e lui sta sempre peggio, finirà per fare qualche sciocchezza! Possibile che la mia compagnia e il rapporto che sta nascendo tra noi non contino nulla per lui?

Con questi pensieri in testa, Logan prese anche lui l’ascensore, rientrò nell’ala principale della villa e salì le scale per raggiungere la sua camera. Nel corridoio incontrò proprio Scott: il ragazzo era appena uscito dalla sua stanza, aveva indosso la giacca di pelle e portava con sé uno zainetto, chiaro indizio del fatto che si apprestava a uscire. Dove fosse diretto, non era dato sapere.

“Ciao, Scott, ti cercavano, giù. Dov’eri finito?” gli domandò. Il tono era preoccupato e amichevole, in quel momento Logan non era più scocciato per aver dovuto fungere da supplente, l’unica cosa che gli premeva era sapere come stava Scott.

“Che t’importa?” replicò il giovane, sgarbatamente, senza neanche voltarsi a guardarlo. Pareva avere molta fretta.

Logan non badò alla scortesia di Scott e cercò di continuare la conversazione con un pretesto qualunque: non voleva che uscisse, aveva un brutto presentimento.

“Tanto per cominciare ho dovuto pararti il culo…”

“Non te l’ho chiesto io!”

“No, tu no, me l’ha chiesto il Professore, io ero solo di passaggio” continuò l’uomo. Non gli piaceva l’atteggiamento freddo di Scott: rispondeva a malapena, si mostrava brusco e nervoso…

Questo sciocco ha qualcosa in mente, ma riuscirò a tirarglielo fuori!

“E allora passa” ribatté il ragazzo, facendo per andarsene, ma Logan lo riprese per un braccio e cominciò a parlargli con dolcezza, in tono comprensivo.

“Senti, lo so cosa stai passando…”

“No” cercò di bloccarlo Scott che non voleva sentirsi dire certe cose, ma l’uomo lo ignorò e tentò di continuare.

“Quando Jean è morta…”   

“Ho detto no!” esclamò più deciso il ragazzo, tanto per mettere in chiaro che non era lì per fare due chiacchiere amichevoli. Logan non si lasciò smontare dal tono brusco e scontroso di Scott: lo scrutò profondamente, cercando di creare un qualche contatto con lui. Voleva fermarlo, parlargli, chiedere…

“Penso che sia arrivato il momento di andare avanti” riuscì solo a dire. Tante cose gli premevano dentro, ma non sapeva come esprimerle e la freddezza del giovane di certo non lo stava aiutando.

Scott scrollò il capo con un sorrisetto amaro e di nuovo fece per allontanarsi.

“Non guariscono tutti in fretta come te, Logan!” gli disse.

Forse pensava di zittirlo una volta per tutte con quella battuta cattiva, ma aveva fatto male i suoi calcoli. Logan, che aveva cercato di mantenersi calmo fino a quel momento, a quelle parole sarcastiche s’infuriò sul serio e senza tanti complimenti si avventò su Scott, che era già vicino alle scale. Lo afferrò bruscamente per un polso e lo riportò indietro, quasi trascinandolo, senza tanti complimenti.   

“Adesso piantala di dire stronzate” sibilò a bassa voce, per non farsi sentire da chi, per caso, fosse passato proprio da quelle parti. “Mi sembra proprio che sia l’ora di fare un discorsetto chiaro, noi due!”

Un po’ spingendolo e un po’ strattonandolo lo condusse fino alla sua stanza, lo costrinse a entrare e chiuse la porta a chiave.

“Ma ti sei bevuto il cervello? Hai finito di chiudermi nelle stanze come ti pare e piace? Adesso non sono neanche più libero di farmi un giro, se mi va?” lo aggredì Scott, sconcertato dalla reazione dell’uomo e innervosito per il tempo che gli stava facendo perdere.

Logan, però, era ancora più arrabbiato di lui e con una spinta lo mandò a sedere sul letto.

“Sapevo già che sei un ragazzino insolente e presuntuoso, ma adesso hai oltrepassato il limite. Non hai alcun diritto di giudicarmi, da quel professorino saccente che sei. Tu non sai un cazzo di me e non ti permetto di fare battute su ciò che provo o non provo, ci siamo capiti?” esclamò, con gli occhi che gli lampeggiavano per la rabbia.

“Ho solo detto che, a quanto pare, tu sei bravo a guarire dalle ferite interne che ricevi esattamente come da quelle esterne. Non è forse il tuo potere, questo?” rincarò Scott, in tono tagliente.

Fulmineo, Logan gli fu addosso e lo inchiodò sul letto imprigionandogli le braccia. Con un grande sforzo di volontà, e soltanto grazie al sentimento che provava da giorni, sempre più forte, per l’arrogante ragazzino, riuscì a trattenersi dallo sfoderare gli artigli.

Idiota di uno Scott, ti diverti tanto a provocarmi? Non sai cosa potrei farti se perdessi il controllo…o forse è proprio questo che vuoi? Vorresti addirittura morire per riunirti a Jean? Ma io non te lo permetterò mai!

“Ti ho già detto che non devi parlare di cose che non conosci” ringhiò. “Non hai nemmeno la minima idea delle sofferenze che ho passato per tutta la mia vita, di quante persone care ho perduto e di… e di come vorrei poterle ricordare! Hanno manipolato la mia memoria tanto che non so più veramente chi sono, ho ricordi confusi di cose terribili e di volti che ho amato, ma non so nemmeno se sono veri o se sono allucinazioni indotte. Perlomeno tu hai dei ricordi felici di te e Jean, ma io? Io non ho un cazzo di niente, e tu vieni anche a farmi la predica?”

Scott sembrava destabilizzato da quel nuovo Logan che gli si rivelava, un uomo che soffriva e che gli parlava a cuore aperto del proprio dolore, lui che era sempre tanto burbero e riservato. Cominciava sempre di più a vedere la parte più intima e tenera di Logan, quella che la notte lo faceva sentire al sicuro e che, almeno per un po’, riusciva a lenire la sua solitudine. Ma non poteva cedere, non adesso, non così.

“Hai ragione, non ho il diritto di giudicare i tuoi sentimenti, ma sei stato tu a fermarmi e ad insistere per parlare con me. Ti avevo detto di lasciarmi andare e guarda come siamo finiti! Se mi avessi dato ascolto…”

“Te lo puoi scordare che ti dia ascolto” ribatté Logan. “Soprattutto ora che ti comporti come un cretino più del solito! Credi di essere l’unico al mondo ad aver perduto qualcuno? Credi di avere l’esclusiva del dolore?”

“No, ma…”

“E allora finiscila di fare l’idiota! Non sei solo, hai tanti amici e tante persone che hanno bisogno di te, che contano su di te e ti vogliono bene” continuò l’uomo, infervorato, “ma tu te ne freghi di loro, di tutti, dei ragazzi, del Professor X e… e di me!”

Ecco, maledizione, alla fine me l’ha fatto dire!

“Di te?”

“Di me, sì!” ammise suo malgrado Logan. “Perché cazzo credi che la notte venga a letto con te, eh?”

“Non te l’ho chiesto io!” rispose Scott, involontariamente ripetendo la frase che aveva detto poco prima in corridoio riguardo alla supplenza di Logan nella Stanza del Pericolo. Detta in quel contesto, però, suonava comica e l’uomo non si lasciò sfuggire l’occasione.

“No, anche quello me l’ha chiesto il Professor X! Andiamo, Summers, quanto sei imbecille da uno a dieci? Magari non me l’avrai chiesto tu la prima volta, ma poi ci sei stato e ti è pure piaciuto. E, se non ho un’altra amnesia, sei stato invece proprio tu a chiedermi di restare con te per tutta la notte, anche dopo che avevamo fatto sesso. Non volevi restare solo, mi hai detto. Vuoi negarlo?”

“Come siamo arrivati a parlare di questo?” fece Scott, visibilmente imbarazzato. Non solo l’argomento esulava totalmente da quello che aveva avuto in mente al principio, ma la posizione in cui si trovava, steso sul letto di Logan con l’uomo sopra di lui che lo schiacciava e lo immobilizzava, lo faceva sentire sempre più a disagio.

E chi ha detto che io voglio limitarmi a parlarne?

“Ho cominciato a preoccuparmi per te da quando mi sei scoppiato a piangere tra le braccia sulla navetta, ragazzino” gli disse Logan in tono più dolce. “Ti ho tenuto d’occhio perché non facessi sciocchezze, poi mi sono reso conto che mi piacevi e ne ho un po’ approfittato, è vero, ma se all’inizio è stato solo un bisogno fisico, pian piano ho capito che ci tenevo a te, anche se mi fai incazzare un giorno sì e l’altro pure!”

“Ok, magari per me invece è stato sempre e soltanto un bisogno fisico… per il vuoto che sento dentro… Cosa ti fa pensare di poter essere qualcosa di più?”

“Ti avevo già detto che, per il tuo bene, dovrai imparare a perdere la testa per me” replicò l’uomo. “Ma, a pensarci bene, adesso io voglio che tu perda la testa per me, voglio che tu sia mio e mio soltanto, anche se sei un professorino precisino e uno scassatesticoli da competizione!”

“Cosa? Ma…” esclamò Scott, totalmente sconcertato da quella risposta.

“La finiamo di fare conversazione? Questa posizione mi fa pensare a cose molto più interessanti da fare…” mormorò maliziosamente Logan. Iniziò a baciare il giovane con passione, stringendolo più forte e facendogli scivolare via la giacca di pelle. Tanto, ormai, non doveva andare più da nessuna parte…

Scott perse subito tutta la sua insolenza e, tra le braccia di Logan, dimenticò quello che aveva in mente di fare quando si era preparato per uscire. Si abbandonò a lui, ricambiando i suoi baci e lasciandosi spogliare, perdendosi nella passione e nel desiderio, soffocando per pudore i gemiti di piacere quando lo sentì dentro di sé e sprofondando con tutto se stesso nel delirio dei sensi.

“Logan…” mormorò alla fine, quando giacevano abbracciati e soddisfatti, lasciando che la dolcezza del sentimento prendesse lentamente il sopravvento sul febbrile desiderio che li aveva guidati. “Sai, io… quando mi hai fermato volevo andare al lago, dove… dove Jean…”.

L’uomo scompigliò affettuosamente i capelli del giovane.

“Avevo immaginato qualche bestialità del genere, ragazzino” disse. “Penso, però, che sia stato molto più costruttivo e soddisfacente quello che abbiamo fatto qui, non ti pare?”

Scott arrossì e non rispose, ma si strinse ancora di più al petto di Logan, sentendo in fondo al cuore un’insolita tenerezza per lui. Forse cominciava davvero a perdere la testa, forse la tremenda ferita nel suo cuore si stava pian piano rimarginando, forse era arrivato veramente il momento di andare avanti… con Logan al suo fianco nulla sembrava più impossibile.

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > X-men (film) / Vai alla pagina dell'autore: Abby_da_Edoras