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Autore: AmeliaRose    06/06/2014    0 recensioni
20 Gennaio 2013. Il Regno Unito viene messo in quarantena per colpa di un virus che rende le persone infette affamate di carne umana. Billie Piper, una sopravvissuta, racconterà nel suo diario ciò che le capiterà. Conoscerà nuove persone, proverà nuovi dolori e chissà, magari riuscirà a trovare l'amore durante questa apocalisse.
Genere: Drammatico, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie Piper, David Tennant
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


 
25 Febbraio 2013
Millom, Regno Unito

La fila per entrare nella fortezza di Millom è lunga. Ripetono il test del sangue tre volte prima di far entrare una persona. E questa precauzione è necessaria ma la gente ha paura di stare fuori ad aspettare. Ma di questo non mi preoccupo visto che la mia testa è altrove. Eccleston e il suo stupido bacio mi rendono poco obiettiva e lucida. Perché diamine l'ha fatto? E perché  ho ricambiato con passione il bacio?

-A cosa stai pensando?" mi chiese a bassa voce David. Lo guardai per qualche secondo, non mi ero accorta della sua presenza di fianco a me.

-Che ci stanno mettendo troppo" mentii guardando un punto impreciso davanti a me.

-Precauzioni" rispose lui con un alzata di spalle.

-Certo" risposi secca "Intanto noi siamo fuori dalla zona sicura con pochi militari a proteggerci. Le probabilità di venire attaccati da un gruppo di zombie è altissimo! E può benissimo capitare in qualsiasi momento".

-Lo so, ma prova a essere positiva Billie" disse David con un sorriso. Non capisco il perché ma sembrava un rimprovero. Lo guardai negli occhi.

-Secondo te saremo al sicuro qui?".

-Questo posto è abbastanza sicuro. Fanno test ogni dieci giorni. E' sempre controllato". Disse lui cercando di calmarmi e forse rassicurarmi.

-Abbastanza sicuro" gli ricordai. David mi guardò per qualche secondo e sorrise.

-Cambiando discorso, per te sarà difficile ora vista la situazione" disse guardando davanti a se.

-In che senso?" chiesi confusa.

-Involontariamente ti ho vista con Eccleston alla mensa" disse con un filo di voce. Rimasi in silenzio. "Siete belli insieme" aggiunse senza guardarmi.

-Non stiamo insieme" risposi fredda notando con sollievo che la fila davanti a noi si stava muovendo.

-Dal modo in cui vi siete baciati sembra il contrario".

-E' successo. Non provo nulla per lui e poi non devo dare spiegazioni a nessuno, tanto meno  a te."Uscii dalla fila e tornai indietro affiancandomi ad Arthur e Karen.

-E' successo qualcosa?" mi chiese Arthur. Evidentemente aveva notato fin troppo bene la mia espressione infastidita.

-Nulla di preoccupante. C'è solo gente che non è capace di farsi gli affari propri".

Per la terza volta il test risultò negativo permettendomi così l'accesso. Fortunatamente nessuno era positivo, calmando all'istante l'intero gruppo. I militari ci fecero strada attraverso la piccola comunità, le barriere che ci dividevano dal resto del mondo non erano molto lontane da noi ed era un peccato visto che Millom era una cittadina con vista mare. Più ci avvicinavamo al centro, più mi perdevo in questo posto. Sembra surreale, sembra di essere in un sogno! Le case ben dipinte con impeccabili giardini ben curati potevano ospitare, da quello che ci hanno detto, più di sei persone. Ma non tutti giustamente potevano alloggiarci. Nelle case potevano andarci solamente quelli che avevano problemi fisici, gli altri invece potevano stare in tende fornite di un letto per ogni persona. Staremo stretti certo, ma vivi. Arrivammo finalmente nella piazza centrale, davanti a noi un enorme chiesa dai colori chiari era piena di persone che uscivano ed entravano guardandoci incuriositi.  Molto probabilmente per loro non era una novità avere sopravvissuti visto che sono una delle poche cittadine sicure. Ma evidentemente il fascino del forestiero ammaliava anche in questi tetri momenti. Un uomo dal colorito troppo pallido e vestito in modo impeccabile si avvicinò al nostro gruppo con un sorriso.

-Salve a tutti! Io sono il sindaco Capaldi, ma tutti potete chiamarmi Peter! Vi do il benvenuto in questa cittadina. Spero che il vostro soggiorno qui duri il più a lungo possibile. La prima cosa che faremo sarà quella di sistemarvi in una casa o in una tenda e dopo vi faremo alcune domande per capire quale lavoro socialmente utile potrete svolgere. Perché si, siamo in tanti e per non affaticarci troppo faremo tutti dei turni per permettere alla cittadina e ai cittadini di vivere in modo tranquillo" disse l'uomo guardandoci uno per uno "Inoltre Padre Martin mi ha chiesto di dirvi che la sua porta e quella del Signore è sempre aperta per chiunque voglia parlare, confidarsi o sfogarsi. Ha aggiunto anche di non preoccuparvi di dire se avete o meno ucciso uno di quelle creature. Lui non vi giudicherà". Arthur abbassò la testa e Karen gli strinse la mano dandoli poi un leggero colpo di spalla sulla sua. "Ora, Colton e Dan" disse indicando due soldati poco lontani da noi "Vi divideranno in due gruppi e poi vi faranno alcune domande per il lavoro. Questo è tutto per ora. Sono contento di vedere altre persone sopravvissute. Fa sempre piacere vedere tale miracolo" si congedò con un cenno del capo e con un sorriso. I due militari si avvicinarono a noi seri, li guardai attentamente. Colton era un ragazzo di colore abbastanza giovane, molto probabilmente più piccolo di me, dagli occhi scuri e fisico palestrato, Dan invece era una soldato di mezza età dai capelli rossi e occhi azzurri.

-Bene signori e signore, prima di portarvi nei vostri nuovi alloggi dovrò dividervi in due gruppi. In uno ci andrà quello con problemi motori invece nell'altro quelli che non hanno problemi di nessun tipo. Ora dividetevi". Il gruppo si divise in due in silenzio, il gruppo più numeroso era il mio ovviamente. 

-Signora, lei dovrebbe andare nell'altro gruppo" disse Dan guardando Karen.

-Ma non ho problemi motori" disse la rossa incrociando le braccia al petto. Il soldato alzò un sopracciglio.

-Ma è incinta!". Karen guardò Arthur per qualche secondo.

-Non mi sposto senza lui" disse stringendo il braccio del marito. Dan e Colton si guardarono per qualche secondo e il più vecchio annuì.

-E va bene allora. Può venire anche lui" disse infine rassegnato. Infondo Arthur meritava anche lui di stare nelle case.

-Il gruppo delle tende mi segua" urlò Colton, Arthur mi guardò e sorrise.

-A più tardi Billie". Sorrisi e lo salutai facendogli l'occhiolino. Lo invidiai all'istante, lui e il suo maledettissimo e comodissimo nuovo letto.
 
Le tende potevano ospitare al massimo quattro posti letto ben distanziati tra loro, permettendo così oltre a un po' di spazio personale un comodino personale dove poter appoggiare degli oggetti personali. Ai piedi del letto invece si trova un baule dove potevi mettere i pochi vestiti e una borsa o una cartella. Per non so quanto, condividerò la tenda con altre tre donne che non avevo mai visto prima, evidentemente facevano parte di un altro gruppo di sopravvissuti. Ma non importa, sicuramente faremo amicizia prima o poi, sembra inevitabile come cosa. Tralasciando le barriere che si potevano vedere a chilometri di distanza il posto in cui avevano posizionato le barriere non era male. Le avevano postate in un vasto parco verde dove i numerosi alberi erano prossimi a riempirsi di nuove foglie. Vista da un altra prospettiva, sembrava di stare al campeggio. E questa cosa non era male, anzi, ti faceva dimenticare per qualche minuto la situazione in cui tutti eravamo.

-Signorina Piper?" Colton entrò nella tenda e mi guardò.

-Si?"

-Ho qualche domanda da farle, riguarda il lavoro". Annuii. "Allora, secondo lei quale lavoro le se addice di più?". Ci pensai attentamente. Ovviamente non la cucina, l'ultima volta che avevo preso in mano una pentola avevo rischiato veramente di bruciare la cucina.

-Forse sono brava a stare con i bambini" dissi con tono incerto. Da quanto ho potuto vedere qui di bambini non ci sono. Oppure ci sono ma sono nascosti nelle loro case.

-Interessante" disse guardandomi negli occhi. "Bambini? In che senso pensa di essere portata? Badare a loro o insegnarli qualcosa?"

-Entrambe le cose se posso" dissi sollevata, se non aveva obiettato voleva dire solo buone notizie.

-E quale materia vorrebbe insegnare?"

-Letteratura" dissi senza pensarci un secondo.

-E' laureata in questa materia?" Annuii triste, sembravano passati secoli dalla mia laurea. "Bene, ho una notizia buona e una notizia cattiva. Quale vuole sentire per prima?" mi chiese con un sorriso.

-La cattiva". Meglio lasciare la buona per ultima, magari chissà, riesce a tirarmi su di morale.

-Ok. I bambini hanno già l'insegnante di letteratura".

-E la buona notizia?" chiesi confusa.

-La buona notizia è che quelli del liceo no. Hanno solamente due insegnanti" Lo guardai dubbiosa. "Non è una buona notizia per lei? Sentirsi utile facendo il mestiere che lei ha studiato per anni?" mi chiese con dolcezza. Non aveva torto in effetti. Annuii con un sorriso. Il militare guardò l'orologio e sospirò. "Le lezioni sono finite da un pezzo, inizierà domani mattina allora". Colton mi porse una cartellina rossa che aveva pescato da una borsa che non avevo notato avesse e ne guardai il contenuto. Conteneva una mappa completa del posto con tanto di scritte dove potevo trovare la scuola, la biblioteca, i bagni, la mensa e così via. 

-Un momento" dissi all'improvviso, ricordando un piccolo dettaglio che avevo trascurato. "Quanti alunni avrò? Il liceo non è di certo piccolo". Il militare abbassò lo sguardo per qualche secondo.

-In realtà sono pochi" disse senza alzare lo sguardo.

-Quanti?"

-Trenta". Rimasi a bocca aperta. Era uno scherzo? E perché teneva lo sguardo basso?

-Perché così pochi?". Il militare sospirò e mi guardò negli occhi.

-Tutte le classi del liceo avevano vinto una specie di gita premio e partirono una settimana prima del contagio. Ma più passava il tempo più le speranze di vederli vivi si faceva sempre più vana. Poi una notte sentimmo gli autobus che suonavano per entrare, tutta la cittadina si precipitò alle barriere per vedere se i loro figli erano vivi ed erano contenti. Tutti tranne il Colonnello e il Sindaco. Non volevano permettere che un infetto entrasse e contagiasse la gente".

-All'epoca non avevate ancora ideato il test, giusto?" chiesi guardandolo negli occhi di rimando. Il militare scosse la testa silenzioso. "Li avete uccisi, non è così?" chiesi sperando in una risposta negativa.

-E' stato orrendo" disse chiudendo gli occhi "Ci hanno costretti a farlo, non avevamo altra scelta. Nessuna fottuta scelta". Rimasi in silenzio elaborando la notizia. Avevano una scelta, quella di opporsi al massacro di innocenti.

-E gli altri trenta? Perché non sono andati con gli altri?" 

-Non avevano i soldi per pagare tutte le spese del viaggio" disse a bassa voce. "La loro condizione economica gli ha salvati". Guardai la mappa tra le mie mani e sospirai. Dovevo uscire dalla tenda e prendere una boccata d'aria.

-Credo che andrò in biblioteca. Visto che domani avrò lezione è giusto scegliere un libro con cui iniziare" dissi guardandolo. Il militare annuii.

-Passi una bella giornata, signorina Piper" mi salutò con un cenno del capo e uscì dalla tenda. Rimasi in silenzio e immobile per qualche secondo, avevano ucciso tantissimi ragazzi per paura di un possibile contagio. Al posto di controllare se avessero morsi in qualche parte del corpo avevano agitato usando la strada più facile e veloce. Uno schifo. Uscii dalla tenda con uno strano sapore in bocca e mi incamminai verso la biblioteca. Uscii dal parco e salii sul marciapiede. Tutte le case avevano le porte aperte, la gente parlava beata sotto ai loro portici con in mano un bicchiere di qualche bevanda calda. Questo posto è così tranquillo, così calmo, così... normale. La gente sembrava non ricordare quello che c'è dietro le barricate, sembravano non sentire il pericolo di una possibile invasione da parte degli infetti. Sembra come se nulla fosse accaduto, come se questa cittadina facesse parte di un altro mondo.


Angolo Autrice:
Eh lo so, sono cinque mesi che non aggiorno.
Molto probabilmente nessuno è rimasto a leggere ma non importa >.<
Comunque sia mi scuso con tutti, ho avuto così tanti impegni che ho praticamente trascurato le fan fiction.
Scusate ancora!
A presto, spero.
 
 
 
 
   
 
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