Fu così che, una star dell'importanza internazionale come Justin Bieber si sia trovato a parlare con una ragazza della quale forse nemmeno aveva chiesto il nome.
Lei: "Lasciami in pace, non vuoi proprio capirlo che sto cercando di concentrarmi per il compito di fisica quantistica, eh?" La ragazza parlava quasi come se sputasse veleno al posto delle parole. Il biondo, però, restava impassibile davanti a quella figura minuta dai capelli neri e gli occhi verdi.
Lui: "E tu non vuoi proprio capirlo che del tuo fottuto compito non me ne frega minimamente?"
Forse aveva esagerato; La ragazza si alzò di scatto e si allontanò da quella panchina ancora illuminata da un lampione verso le 6 e mezza di mattina.
Cosa ci faceva lì? Beh, essendo nervosa per il compito andò nell'unico posto dove si sentiva libera di rilassarsi.
Ma, quella mattina, qualcosa, o meglio qualcuno, le rovinò la quiete.
Parliamo di Justin, fresco fresco uscito da un after hour al quale non bevve per via dei paparazzi.
Era andato al parco per staccare un po' da tutti i fumi e la musica che ti entrava fin nelle ossa fino a quando non vide una ragazza bellissima, e avendo paura che qualcuno le potesse fare del male, le si avvicinò cercando di essere meno "Justin Bieber" del solito.
Lui: "Dimmi almeno come ti chiami"
Lei: "Chanel"
Lui: "Arrivederci, Chanel." 
La mora prese la borsa che era caduta e iniziò ad allontanarsi, allora il biondo la raggiunse facend una leggera corsetta e le augurò buona fortuna.
Sorrise, ricambiando per il futuro della pop star.


Pattie: "Justin! Dov'eri! Sono ore che ti cerchiamo!"