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Autore: Liberty89    07/06/2014    2 recensioni
Storia Incompleta.
Vexen s’inchinò e scomparve in varco oscuro per riapparire nel suo laboratorio. Si avvicinò alla scrivania e prese in mano una fiala di liquido scarlatto.
-Numero XIII… presto sarai mio…- sibilò il Freddo Accademico con un ghigno divertito.
-dal capitolo 2-
Una long-fic sull'arrivo di Roxas nell'Organizzazione e sul suo addestramento, nonché sulla pazza e misteriosa non-vita che conduce con i suoi compagni.
Par: Akuroku, Zemyx, Vekuroku, XemnasxSaix
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Organizzazione XIII
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Non-con | Contesto: KH 358/2 Days, Contesto generale/vago
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Buongiorno a tutti! ...io non so come scusarmi per questo ritardo di sei mesi pieni. Non è propriamente corretto dire che non ho avuto tempo per scrivere, perché nonostante i numerosi impegni che mi prendono ogni giorno, qualcosa l'ho scritta e pubblicata, per questa fic però l'ispirazione va e viene a ritmi terrificanti, soprattutto ora che siamo alle battute finali, ma ne riparliamo dopo. Il capitolo non è lunghissimo, rientra nella mia solita media, ma spero che vi piaccia comunque :3 Buona lettura!

Capitolo 38: L’uscita

Kingdom Hearts II Final Mix OST - Cavern of Remembrance

Bagnata dai caldi raggi del sole di mezzogiorno, l’isola si mostrò in tutto il suo splendore, dalle palme alla fine sabbia bianca che ne disegnava i contorni, dal molo all’isolotto con l’albero di paopou. Era lì, tangibile, pronta per accoglierlo. Senza perdere tempo, il biondo cominciò a nuotare verso riva, divorando un metro dopo l’altro con ampie bracciate, finché l’acqua non si abbassò a sufficienza e i suoi piedi non trovarono un appoggio stabile. Solo allora prese a correre come se avesse il diavolo stesso alle spalle.
Tossendo per la fatica e per qualche goccia d’acqua salata che gli era finita in bocca, Roxas arrancò sulla battigia e dopo qualche passo cadde in ginocchio, affondando le mani tra i granelli roventi. Fissò a occhi sgranati la propria ombra e le goccioline d’acqua che piovevano dal suo corpo, ridisegnando la sua figura sulla rena chiara, mentre il vento carico dell’odore di salsedine gli scuoteva la chioma bionda in una giocosa carezza, come per dargli il bentornato dopo un lungo viaggio.
Una risatina di scherno verso se stesso gli sfuggì dalle labbra screpolate. Sapeva benissimo che quell’isola non era reale, ma che era unicamente frutto della sua mente e del suo desiderio di raggiungere quella vera a ogni costo. Per adesso, però, gli andava bene anche quell’illusione perché era conscio di doverla abbandonare.
-Roxas!-
Di nuovo, quella voce conosciuta gli risuonò nelle orecchie come il lungo battito di un gong e gli fece alzare lo sguardo verso l’ingresso del Luogo Segreto. Si alzò lentamente in piedi e si accigliò quando lo osservò più attentamente. L’entrata della caverna sembrava molto più buia e sinistra di come la ricordava. Pareva emanare una foschia nera che non osava spingersi oltre i margini dell’ombra che la proteggeva dal tocco del sole. Sembrava in attesa, come un animale feroce in agguato durante una caccia.
Deglutendo a vuoto, la Chiave del Destino si fece coraggio e si avviò, poiché quella voce sempre più disperata non poteva essere ignorata.

***

Fremendo per un sentimento che da tempo non percepiva e che credeva dimenticato, il Freddo Accademico sollevò gli algidi occhi verdi sul Superiore, cercando di trasmetterglielo con il solo sguardo. La rabbia s’insinuò nel suo corpo vuoto come un vento impetuoso che s’infiltra tra le rocce e la riversò tutta verso l’uomo che lo guardava dall’alto con un volto totalmente inespressivo. Questo non fece altro che alimentare la sua ira e in quel momento, compì qualcosa che forse nemmeno Even aveva mai fatto: agì d’istinto.
Il numero IV svanì in un varco oscuro e nello stesso momento sfruttò il proprio potere per congelare il moncherino sanguinante e creare una nuova spada nella mano destra, dopodiché ricomparve ben lontano dall’altro Nessuno solo per gettarvisi contro con un grido l’attimo seguente.
Colto di sorpresa, Xemnas riuscì solamente ad alzare le proprie armi per difendersi e incassò il colpo, abbassandosi sotto l’inaspettata forza del biondo, che ghignò.
-Non lo avrai.- dichiarò Vexen, riducendo gli occhi a due strette fessure. -Se non potrò averlo io, non lo avrai nemmeno tu.-
Le iridi ambrate si sgranarono. -Cosa…!-
-Roxas uccidi il numero VIII. È un ordine!- sentenziò l’ex fondatore, richiamando al contempo altro ghiaccio, che come una belva affamata si arrampicò lungo le gambe del Superiore, artigliandole e ricoprendole velocemente con una serie di scricchiolii sinistri.
-Maledizione!- pensò l’argenteo, gettando una rapida occhiata alla parte inferiore del proprio corpo, ormai coperto di un bianco e spesso strato ghiacciato fino alla vita, che presto si allargò e allungò ancora di più, catturandogli i polsi. -Non ti permetterò di portarmi via la Chiave.- assicurò il numero I.
L’altro si concesse una risata. -Ah no? E come pensi di impedirmelo?-
-Può sempre pensarci qualcun altro.- replicò una voce calma alle spalle del biondo, che trasalì per lo sgomento.
Era una voce che conosceva fin troppo bene ed era convinto di non poterla sentire mai più, perché lui stesso aveva provocato la dipartita del suo proprietario. O almeno, così aveva creduto fino a ora.

***

Raggiunta l’entrata del Luogo Segreto, il biondo si fermò, incerto e confuso di fronte a ciò che vide. Persino i cespugli che crescevano intorno all’apertura erano stati inghiottiti da quella strana e sinistra nebbia nera. Roxas rabbrividì e si portò le mani sulle braccia scoperte a causa della maglietta a maniche corte, per proteggersi dal freddo che impregnava l’aria.
Era un freddo insolito, che non proveniva dall’interno della grotta. Infatti non c’era vento, nemmeno un timido soffio.
Era un freddo stantio, che sembrava essersi stabilito lì di sua volontà da diverso tempo, celando la propria figura nella nebbia scura e impedendo a chiunque di oltrepassarli entrambi.
La Chiave del Destino però non si arrese, perché la voce di Axel arrivava dalle profondità della caverna e doveva raggiungerla. Già, Axel. Come aveva potuto dimenticarlo? Era stato gettato così in profondità nella sua mente da smarrire il suo ricordo? Ora che si trovava davanti all’entrata del Luogo Segreto ogni memoria stava tornando al proprio posto: l’amore di Axel, le raccomandazioni di Zexion, Sephiroth e anche…
-Roxas uccidi il numero VIII. È un ordine!-
Al seguito di quella voce perentoria, un vento gelido e possente, simile al ruggito di un feroce leone, proruppe dall’interno della grotta e lo spazzò via, spingendolo fin sotto il getto della cascata poco distante. Sbatté la testa contro il muro e in quel momento ricordò. Anzi, vide.
Davanti alle sue iridi celesti, Roxas vide ogni gesto che aveva compiuto sotto il controllo del Freddo Accademico, vide ogni fendente e tutti i corpi in cui erano affondate le sue lame. E ora, Vexen gli aveva ordinato di farlo ancora.
-No!- gridò, scattando in piedi. -Non ti permetterò di usarmi ancora!- aggiunse per poi correre di nuovo verso il Luogo Segreto.
Si buttò letteralmente nel passaggio, ma fu immediatamente respinto e gettato un’altra volta in acqua. Si rialzò, massaggiandosi la schiena e puntò lo sguardo verso l’ingresso della caverna, accorgendosi solo allora del fatto che quel muro nero s’era infittito e ampliato approfittando delle ombre proiettate sul terreno.
Con orrore, il biondo guardò l’orizzonte e trovò il sole sul punto di calare, nonostante al suo arrivo fosse al centro perfetto del cielo.
La spinosa sensazione di essere a corto di tempo si arrampicò lungo il suo corpo, arrivandogli fino alla nuca e poi alle tempie, da cui caddero alcune gocce di sudore freddo. Scosse il capo per liberarsene e con passi cauti si ripresentò di fronte al passaggio, conscio di doversi muovere con prudenza per attraversare la rappresentazione fumosa del potere del numero IV. Portò le braccia davanti al viso e si avviò nel buio cunicolo, fendendo con passi lenti la nebbia e il vento che si opponevano continuamente per spingerlo fuori.
-Resisti Axel…-

***

Trattenendo il respiro e serrando i denti in una morsa d’acciaio, il rosso afferrò la lama bianca e se ne liberò con un unico gesto, gettandola lontano dietro di sé, dove atterrò con un forte clangore metallico. Respirando pesantemente, si portò una mano al fianco ferito e sibilò di dolore quando tentò di mettersi seduto.
Sentiva le dita dell’incoscienza premere forte sulle sue palpebre, ma non poteva cedervi, non ora che il suo compagno stava per risvegliarsi, spezzando le catene che il numero IV aveva gettato sulla sua mente. Puntò le iridi smeraldine sul Nessuno più giovane, trovandolo ancora chino su se stesso, tremante e con la testa stretta fra i palmi.
-Roxas…- soffiò. -Dai… Torna indietro…-
La Chiave del Destino sussultò per un istante per poi farsi immobile, infine, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi.
-…Roxas?-
-Sì Signore.- disse algido il numero XIII, sollevando il viso e mostrando due occhi vacui, poi si rialzò in piedi.
-Merda.- sputò Axel, tentando di tornare in posizione eretta, ma fallì miseramente e si ritrovò in ginocchio.
Guardò il biondo da sotto in su e rabbrividì quando lo vide impugnare nuovamente il Portafortuna. Il custode compì un passo e poi un altro ancora, finché non ci furono solamente pochi centimetri a separarli.
Abbandonò la presa sulla ferita e richiamò un Chakram, che però veloce com’era apparso era stato scagliato via da un colpo preciso del keyblade bianco. L’arma leggendaria fu sollevata sopra il capo del suo padrone e nuovamente si preparò a compiere il suo dovere, torreggiando sulla sua vittima come un’aquila che punta una preda dall’alto.
-Muori.- sentenziò Roxas, fissando le iridi sgranate dell’altro con le proprie spente.
Il Portafortuna calò e una scia di sangue schizzò sul volto inespressivo del keyblader.

***

Kingdom Hearts 358/2 Days - Mystic Moon

Il Superiore sgranò gli occhi perché sinceramente sorpreso dalla comparsa del collega. Era convinto che Zexion fosse scomparso per mano del traditore, invece era sopravvissuto, anche se non del tutto indenne. Notò immediatamente il pallore del suo viso e quanto il suo corpo fosse teso; inoltre sospettava che la ferita che aveva macchiato di rosso l’Altare del Niente non fosse stata curata in maniera adeguata. Doveva liberarsi in fretta e sperò vivamente che nel frattempo il biondo non si accorgesse del reale stato dell’inespressivo numero VI.
Il Freddo Accademico deglutì a vuoto. -Non è possibile…- mormorò poi, guardando dietro di sé con la coda dell’occhio.
-Inoltre, sono dell’idea che il leader della nostra Organizzazione non debba sporcarsi le mani con simili serpi.- proseguì il Burattinaio Mascherato, evocando il libro che celava il suo potere.
Il Lexicon comparve in silenzio innanzi al proprio padrone, aprendosi per lui e porgendogli una candida piuma con la punta già intrisa d’inchiostro. Come ignorare un simile invito? Rapidamente, Zexion cominciò a dar vita alle proprie illusioni, creando quattro copie di se stesso e confondendosi tra loro, sotto lo sguardo preoccupato dell’avversario, che intanto si era voltato completamente verso di lui.
-Che aspetti Vexen?- domandò il ragazzo alla sua estrema destra.
-Non vieni a finire il lavoro?- continuò quello al lato opposto.
Il biondo assottigliò lo sguardo e strinse i denti, prima di ricomporsi e mostrare un ghigno. -Pensi di farla franca un’altra volta, Ienzo?-
Ogni copia inarcò il sopracciglio nascosto dal ciuffo di capelli, ma solo quella che si trovava al centro prese la parola. -No, Even. Penso che sia ora di mettere la parola fine a questa faccenda.- replicò con tono neutro. -Hai già causato abbastanza problemi all’Organizzazione e ne hai rallentato i progetti.-
-Rallentato?- ripeté Vexen, prima di ridacchiare, falsamente divertito. -Temo che tu sia in errore. Senza di me, il vostro prezioso Kingdom Hearts non avrebbe mai raggiunto un simile livello in così poco tempo. Dovreste solamente ringraziarmi.-
-Dovremmo ringraziarti per aver procurato sofferenza a un compagno?- ribatté la copia a sinistra di quella centrale. -Non credevo fossi così borioso.-
-Come sei falso.- lo accusò, ignorando l’insulto. -Lo trattate da compagno. Da amico.- sputò. -Eppure per voi non è nient’altro che uno strumento, esattamente come per me. Credete che sarà contento di sapere che non potrà mai riavere il suo cuore? Non si sentirà tradito da coloro che considerava una famiglia?-
-Tu sei l’ultima persona che può parlare di tradimenti.- replicò algida la copia a destra. -E i nostri rapporti con Roxas non sono cosa che ti riguardi.-
-Hai ragione, non sono affare mio. Semplicemente perché termineranno oggi!- gridò poi il biondo, allungando entrambe le braccia in avanti.
Cinque fasci di ghiaccio si diressero rapidamente contro gli altrettanti avversari, che si separarono e indietreggiarono con un salto. Ogni copia del Burattinaio Mascherato si armò del Lexicon e rapidamente il ghiaccio venne divorato da una vampata di fuoco, che subito dopo si diresse verso il Freddo Accademico.
Vexen fuggì lateralmente dal caldo bruciante, stringendo i denti. -Maledizione! So benissimo che è solo un’illusione, ma è dannatamente reale…- pensò, continuando a scappare. -Non pensavo che Zexion fosse così abile.-
Infine, la sua fuga lo riportò al punto da cui era partito e quando i suoi occhi verdi scorsero il Superiore intento a dibattersi per rompere il ghiaccio che gli intrappolava gli arti superiori, ghignò. Giunto alle sue spalle, gli respirò quasi sul collo, dopodiché gli circondò il corpo con le braccia e lo gelò ulteriormente. Il ghiaccio crebbe rigoglioso come un’erbaccia che ha trovato ottimo terreno, ispessendosi.
-Io mi fermerei se fossi in te.- minacciò il biondo, arrestando il proprio potere per lasciare libera unicamente la testa del numero I.
Il fuoco si placò all’istante, spegnendosi sul pavimento grigio dell’Altare del Niente, e i cinque Nessuno si posizionarono in cerchio attorno all’ex fondatore.
Xemnas tentò di voltarsi non appena percepì la presenza del traditore dietro di sé, ma il freddo lo bloccò: gli sembrò che ogni cellula del suo corpo si fermasse, come in una stasi temporale, e all’improvviso avvertì un’orribile sensazione di debolezza che gli fece calare le palpebre. Non si era mai sentito così stanco e voglioso di dormire. Sgranò gli occhi l’attimo dopo aver concepito quel pensiero e tentò di scuotere il capo, imponendosi di non cedere. Guardò le proprie spade, trovandole spente e completamente immerse nel ghiaccio, ma questo non lo fermò. Doveva solamente concentrarsi.

***

Kingdom Hearts Dream Drop Distance - Sacred Distance

Sbatté le palpebre un paio di volte, confuso nel non avvertire alcuna ferita sul proprio corpo né alcun dolore. Rialzò il viso che aveva inconsciamente abbassato e guardò davanti a sé, ritrovandosi incredulo come mai lo era stato.
-Levatevi di mezzo.- la voce algida del numero XIII risuonò come un tuono all’interno della stanza, che non osò riprodurne l’eco, quasi ne fosse spaventata.
-Non possiamo, Kagi-sama.- replicò atono il samurai che aveva parato l’attacco col proprio braccio. -Noi viviamo unicamente per proteggerti, anche da te stesso.-
-Se il tuo colpo avesse raggiunto il suo obiettivo avresti sofferto.- proseguì il guerriero accanto.
-Non possiamo permetterlo.- dissero insieme, puntando la spada verso il loro stesso padrone.
-Ho ricevuto un ordine e lo porterò a termine.- dichiarò il biondo, mentre richiamava la seconda chiave. -Anche a costo di distruggervi.- proseguì, dopodiché balzò all'indietro e si mise in posizione.
Immediatamente, i due samurai alzarono la katana, ma solo uno scattò in avanti per attaccare. Il custode non aspettò di essere raggiunto e gli andò incontro, facendo scontrare il filo del keyblade nero con quello dell’arma avversaria, poi l’allontanò e fu il turno della chiave bianca, che si abbatté quasi con rabbia sul nemico, giungendo da un’altra angolazione. Dopo pochi istanti, le armi del custode si alternarono ancora, e poi di nuovo una terza volta, in un ciclo apparentemente senza fine.
I colpi però furono parati uno dietro l’altro e senza grandi difficoltà. Con dei semplici movimenti del polso, il Nessuno cambiava la posizione della propria spada e con fermezza incassava ogni fendente e ogni affondo, restando fermo nella propria posizione, quasi fosse piantato nel pavimento.
Al sicuro dietro la figura del secondo samurai giunto in suo aiuto, Axel osservava lo scontro con occhi sgranati e increduli, ritenendolo impossibile. Fino a poco prima, gli attacchi di Roxas erano stati sì implacabili, ma anche precisi e studiati. Si chiese il perché di tutta quella furia, che lo stava portando a sferrare offese che chiunque sarebbe stato in grado di prevedere e anticipare.
-Forse dipende dalla concentrazione di Vexen?- pensò il rosso, rialzandosi a fatica con una mano premuta sul fianco ferito.
-Resta dove sei padrone del fuoco.- consigliò in un sussurro il samurai davanti a lui, attirando la sua attenzione. -E non temere per Kagi-sama, non è nostra intenzione fargli del male.- spiegò. -In questo momento anche Kagi-sama sta lottando e siamo certi che vincerà.-
-Cosa intendi dire?- domandò il numero VIII, tornando a guardare lo scontro a causa di un forte tonfo.
La Chiave del Destino sbatté violentemente contro il muro, ma si rialzò quasi subito, incurante del dolore e delle ferite. Di nuovo, Axel rimase sorpreso. Normalmente, il biondo avrebbe aperto un varco alle proprie spalle per evitare l’impatto con la parete e cogliere il nemico di sorpresa. Inoltre, avrebbe già chiamato i Samurai per farsi aiutare, perché non l’aveva ancora fatto?
-…cosa sta succedendo a Roxas?-
-Kagi-sama sta lottando.- ripeté. -La morsa del Freddo è forte, ma poco attenta. L’Illusionista ci sta dando un grande aiuto.-
L’enigmatica risposta del Senza Cuore gli fece inarcare un sopracciglio, ma pochi istanti dopo, entrambi si sollevarono per l’incredulità che gli illuminò le iridi smeraldine. -Zexion! Com’è possibile?! Lui era…!-
-L’Illusionista ha molte risorse, ma sta esaurendo il suo tempo. Kagi-sama deve sbrigarsi.-
Nel frattempo, i keyblade si scontrarono di nuovo con la katana del samurai, che si limitava a parare e schivare. Solo di tanto in tanto sferrava un’offesa con il dorso della lama per non ferire l’avversario.
-Sbrigati Roxas.- pensò Axel.

***

Puntò il piede sul terreno sabbioso e strinse i denti, cercando di guardare avanti a sé per scorgere la fine della galleria in cui si era inoltrato pochi minuti prima. Pochi minuti, che parevano essere durati un’eternità a causa della difficoltà che stava incontrando.
Quella fitta e fredda foschia scura lo avvolgeva da capo a piedi e s’insinuava sotto i suoi abiti, gelandogli la pelle fino a farlo rabbrividire e battere i denti. Deglutì, e continuò a guardare avanti attraverso la barriera delle braccia, che aveva posto a difesa del volto. S’impose di non cedere alla tentazione di girarsi indietro per vedere quanti metri aveva percorso, perché aveva il terrore -puro e reale, che gli correva nei polmoni insieme al respiro- di essere rigettato da dov’era venuto. Non poteva permettersi di tornare al punto di partenza. Il tempo stava per scadere, lo sentiva distintamente, e a confermare questo suo radicato sospetto c’era l’immagine del tramonto sulle scintillanti onde del mare delle Destiny Islands, ben piantata nella sua mente.
Ringhiò, agguerrito, e proseguì. Un passo dopo l’altro, appoggiandosi poi alla parete della galleria per resistere a una forte folata di vento, che minacciava di buttarlo a terra. Grazie ai ricordi di Sora -l’altro sé, infine aveva ricordato anche lui- poteva affermare con certezza di essere a metà strada, perché la galleria compiva una curva e poi andava dritta fino alla grotta con la porta che conduceva al cuore di quel mondo, all’uscita da quello strano reame creato dalla sua mente soggiogata da quella di qualcun altro.
Qualcuno che come lui, Axel, e gli altri suoi compagni, vestiva un soprabito nero e agiva nell’ombra dell’Organizzazione per distruggerla fino al suo ultimo membro. Ci vollero altri cinque passi e molti graffi da parte delle sferzate di quel vento gelido, che si faceva via via più forte, perché ne riacciuffasse il nome tra i suoi pensieri confusi: Vexen.
Il Freddo Accademico aveva preso il controllo sul suo corpo e ne aveva fatto ciò che voleva. L’aveva sfruttato per i suoi personali desideri e voglie, l’aveva costretto a combattere ed eliminare alcuni membri dei tredici.
-Adesso basta.- pensò deciso Roxas, quando finalmente mise piede nel luogo segreto e puntò gli occhi azzurri sulla porta di legno, priva di maniglia e coperta da un leggero strato di ghiaccio, che l’avrebbe condotto fuori da quella prigione di sabbia e acqua.

***

Quando udì un flebile scricchiolio al di sotto della tunica, l’ex numero IV trattenne il respiro.
-No.- pensò, deglutendo. -Questo è davvero impossibile.- si disse, gettando un’occhiata fugace al proprio petto.
-Qualcosa non va Vexen?- domandò con tono neutro. -Se non fossi tu, direi che sembri preoccupato.-
Il biondo fissò il volto dell’altro, pallido e sudato, e ghignò. -Potrei dire la stessa cosa di te: se non fossi tu, direi che sembri stanco.- ribatté. -Non devi sforzarti davanti a me, Ienzo. Sono stato io a crescerti, ti conosco.- aggiunse, allargando il proprio sorriso quando una delle copie svanì. -Siamo a meno uno. Che ti avevo detto?-
-E pensi che sia sufficiente? Mi deludi molto Even, ti credevo più acuto.- replicò il numero VI, ignorando il commento finale.
-Queste sono- un improvviso crepitio lo zittì.
Incurante della presenza del Burattinaio Mascherato, il Nessuno più anziano abbassò immediatamente la cerniera del proprio soprabito e portò di fronte al viso la catenella a cui era legato il contenitore ghiacciato in cui conservava il sangue del numero XIII.
Crepe. C’erano crepe ovunque che attraversavano il piccolo parallelepipedo da un lato all’altro. Una goccia di sangue fuggì da una fenditura e cadde sul pavimento grigio perla dell’Altare, risuonando come il pesante rintocco di una lancetta che segna una condanna, insieme a un altro pericoloso suono.
Due scricchiolii. Uno per il contenitore che stava tra le dita tremanti del Freddo Accademico e uno per il blocco di ghiaccio che avrebbe tenuto prigioniero il Superiore ancora per poco.

***

Preso un profondo respiro, Roxas richiamò le proprie armi, che risposero immediatamente all’appello. Dopodiché le sollevò entrambe e le rivolse in direzione dell’uscio sigillato. Liberò due raggi luminosi e questi, rapidi come saette, si scagliarono contro il loro bersaglio, fendendone la fredda protezione con insistenza, finché non raggiunsero il legno scuro.
I due fori si allargarono sempre più velocemente e presto, l’intera porta s’illuminò, sbarazzandosi del ghiaccio, che esplose in milioni di schegge brillanti come un grande arcobaleno. Queste piovvero sul terreno della grotta e quando anche l’ultima cadde, la soglia si spalancò. Una calda e intensa luce si riversò nella caverna, investendone l’unico occupante, che non si preoccupò di riparare gli occhi, poiché non temeva assolutamente di restarne danneggiato. Quel bagliore lo salutò con una strana sensazione di nostalgia e con un sussurro accorato: “vieni”, gli diceva, “vieni, è ora di andare”.
Congedati i keyblade, la Chiave del Destino corse, tuffandosi verso l’uscita. -Sto arrivando!-










E per oggi chiudiamo qui. Lo so, sono diabolica quando si tratta di chiudere i capitoli~ Però non potete non essere contenti, eh! È tornato Zexion per somma gioia di molti e Roxas ormai ha distrutto la connessione che lo legava a Vexen, quindi siamo alla fine.
Ora mi ricollego a quanto stavo dicendo a inizio post. Ho fatto due conti e credo che la fic si chiuderà in due capitoli. Due capitoli su cui intendo lavorare al duecento per cento. Mi auguro di non farvi aspettare i tempi di Noè per vederli, da parte mia ci metterò tutto l'impegno di cui dispongo, come sempre. Fra meno di un mese sarò al mare, spero che l'aria buona e il rumore delle onde mi siano d'aiuto.
Vi ricordo l'aggiunta del genere angst... per favore, mettete via quei forconi, su D: Non è colpa mia (?) se le cose andranno così D:

Come sempre, ringrazio chi preferisce, segue e ricorda. Ringrazio tantissimo chi commenta e anche chi legge soltanto. Vedo le visualizzazioni e sono sempre tantissime, grazie di cuore :3
Al prossimo capitolo!
See ya!
  
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