Io sono il Cappellaio Matto che alberga nelle menti degli uomini.

Sono la vostra incognita, il vostro punto interrogativo.

Sono il lato oscuro della luna.

Sono la faccia che non sapevi di avere.

Me ne sto quì nascosto, pronto a balzare fuori come una molla.

Io sono nella vostra testa.

Mi piace osservare gli animali bipedi, trovo che siano i più divertenti.

Una volta ho fatto un esperimento.

Presi un animale bipede e lo guardai. Aveva uno strano oggetto nel petto.

Era tutto rosso e faceva un rumore continuo.

Tum-tum, tum-tum, tum-tum. tum-tum.

Provai a toglierlo e successe una cosa inaspettata.

L'animale bipede si spense.

Era diventato vuoto, inerme, pronto ad essere corrotto e plasmato secondo il volere di chiunque.

Rimisi l'oggetto al suo posto e l'animale bipede si rianimò, come se nulla fosse successo.

Io vivo nel vostro cranio. Siete particolari, sapete?

Mai visto esseri così. Vivere con voi deve essere uno spasso.

Se io osservo voi, voi osservate me.

Mi avete riconosciuto, dato una forma, persino un nome. Anzi, tanti nomi.

Follia, pazzia, delirio, disordine.

Che buffi questi soprannomi. Vorrei proprio sapere perchè gli esseri vestiti di bianco me li hanno dati.

Io sono semplicemente un Cappellaio Matto.

Aspetto con pazienza il giorno in cui uscirò dalla mia tana.

Quel giorno gli studenti balleranno un macabro valzer sulle ossa luride dei loro insegnanti. Gli stessi insegnanti che oggi li deridono.

Quel giorno le persone impareranno a non avere vergogna nell'esternare la loro follia.

Quel giorno il pezzo di cemento scomparirà e il pezzo di verde si riprenderà i territori a lui ingustamente tolti.

Quel giorno io sarò lì, ad osservarvi.

Come sempre.