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Autore: _Naira    07/06/2014    2 recensioni
una ragazza con una vita difficile, un ragazzo che pensa solo a se stesso, un amico in comune, il dolore e la gioia... che succederebbe se il diavolo si innamorasse di un angelo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Pov Narratore
La ragazza si svegliò di buon ora, si guardò intorno e posò il suo sguardo sull’immagine riflessa nello specchio, aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri, un bel fisico ma niente di speciale, niente amore vero, come quello delle favole, niente di niente, si alzò, si vestì e uscì nell’aria fresca del mattino, prese il telefono e chiamò il suo migliore amico.
“principessa! Buongiorno.” Disse dolcemente il ragazzo.
“buongiorno tesoro mio! Colazione insieme?” rispose Naira.
“certo, poi passi da noi?!” chiese.
“si, se no chi glielo spiega ad Angelo?!” concluse la ragazza salendo in macchina.
 
 
Erano all’incirca le 8, Enrico si alzò, si vestì ed andò in cucina a far colazione, suo padre gli passò una tazza di caffè.
“Angelo mi ha chiamato..” lo informò il ragazzo.
“ah, che ti ha detto figlio?” chiese Silvio.
“se più tardi passo, vuole farmi vedere un cavallo.”  Concluse il ragazzo tirando un lungo sorso di caffè ed uscendo per fumare una sigaretta. Si mise a pensare, aveva tutto ciò che desiderava: un bel fisico, belle ragazze, ma non gli bastava più, era stanco di portare la maschera dello stronzo da una botta e via. Voleva innamorarsi, ma era allergico all’amore, era una cosa insulsa, si stava male, si cambiava, non si era più liberi.
 
 
 
Pov Naira
Sto facendo colazione con Marco, il mio bel moro dagli occhi di ghiaccio, l’ho sempre chiamato così, fin da piccola, siamo sempre stati legatissimi, grazie alla nostra passione per i cavalli, e grazie ad Angelo, suo padre, che ci ha sempre aiutato a superare gli ostacoli, mi sono sempre stati vicino, insieme agli altri pastori: Aldo, Nevio, Giacumassu, mi hanno sempre protetto e sostenuto, non li ringrazierò mai abbastanza, sono la mia famiglia.
“papà ha detto se vuoi stare da noi per un po’, ti occupi dei cavalli, finchè non trovi un lavoro e un posto dove stare.”
“potrei amarvi, ma non credo sia il caso, chi prende a lavorare una ragazza di 18 anni?!” dico sconsolata.
“non ti preoccupare! Pensi che ci facciamo dei problemi?” ride il moro.
“va bene, andiamo va’, non voglio farmi fare il cazziatone da Angelo per essere arrivata tardi!” concludo ridendo anch’io.
Torniamo alle macchine e andiamo a casa sua, quando arriviamo Angelo mi abbraccia, mi da una corda e mi indica un cavallo nero in un recinto affianco a noi, gli sorrido e corro verso di lui.
“fai attenzione piccola, non è molto tranquillo.” Mi raccomanda l’uomo.
Entro cauta e l’animale appena mi vede mi corro incontro con le orecchie abbassate mostrando i denti, mi appiattisco contro lo steccato e lo fisso, sento il rumore di una macchina, ma distogliere ora lo sguardo significherebbe farmi ammazzare, mi giro lentamente e mi siedo per terra.
“pazza psicopatica!” mi urla Marco. Non lo ascolto.
Il cavallo mi guarda perplesso, non mi attacca il che è un bene, ma non mostra neanche segni di collaborazione, il che non è un bene; sto seduta li a giocare con la corda per un bel po’di tempo, finchè non si decide e inizia ad avvicinarsi lentamente, rimango immobile, il suo fiato caldo sul mio collo mi fa venire i brividi. Lui continua a fissarmi mentre lo accarezzo su tutto il corpo, mi giro nuovamente e gli lego la corda alle due estremità della capezza, lo accarezzo fino al garrese mettendogli il mio peso sulla schiena, non si muove, mi do la spinta per salirci, lo accarezzo cercando di capire le sue intenzioni, so già che mi lancierà per terra, lo tocco con i talloni, ha tirato avanti le orecchie, ottimo segno.
“coglione hai una bella gnocca a casa e non mi dici niente?!” una voce sensuale mi fa sobbalzare.
“deficiente! Principessa lascialo perdere, è coglione!” Marco ride avvicinandosi alla porta del recinto.
“ti apro, ma vai piano.” Continua.
“certo tesoro! E in quanto a te, gli gnocchi si mangiano” dico senza neanche guardarlo, come la porta si apre lancio il cavallo al galoppo ridendo.
 
 
 
 
Pov Enrico
Parcheggio davanti a casa di Angelo e appena scendo vedo la cosa più bella, non la cosa, la ragazza più bella che abbia mai incontrato, sta lavorando con un cavallo sotto gli occhi vigili di Marco, il mio migliore amico, e suo padre, mi avvicino e gli urlo la prima cosa che mi viene in mente, pessima scelta enry, pessima scelta, non mi degna neanche di un’occhiata, mi fa uno strano effetto vederla, mi è appena sfrecciata davanti senza cagarmi, che strano, di solito le ragazze muoiono quando mi vedono.
“enry, ti fermi a pranzo?” mi chiede Angelo.
“certo, lo dico anche a mio padre?”
“e lo chiedi pure?” Domanda retorico sorridendomi.
Stiamo portando la carne in tavola e la ragazza di prima arriva bagnata fradicia cristonando contro Marco che ride scappando.
“ciao Marco!” urla mio padre.
“Silvioo! Scusa ma se non voglio farmi uccidere devo correre!” risponde il moro ridendo.
“brutto rincoglonito deficiente, vieni qui che ti uccido!” gli urla la ragazza camminando.
Si gira e ci nota, ci guarda imbarazzanta.
“salve.” Ci saluta sorridendo, che sorriso, la guardo imbambolata, Angelo arriva e la vede.
“Tu non stavi inseguendo mio figlio?” le chiede l’uomo ridendo.
“giusto! Scusate... COGLIONE DOVE CAZZO SEI?!” conclude continuando a camminare infuriata strappandoci una risata.
“stanno bene insieme, era tanto che non vedevo tu figlio così felice amico.” Guardo mio padre di sbieco.
“mi dispiace, ma non stanno insieme, lei è la bambina che montava Gordon.” Non so perchè ma le parole di Angelo mi rilassano.
Quando tornano Marco ha la ragazza su una spalla che gli tira scappelotti in testa, ridiamo di nuovo, la posa in terra e viene a salutarci, Naira, si chiama Naira, è un nome strano, ma comunque bellissimo come lei. No! Aspetta, che cazzo penso?! Nono, sarò ubriaco.
Ci sediamo a tavola e mangiamo parlando del più e del meno, leiogni tanto mi lancia un’occhiata mentre io non le stacco gli occhi di dosso un secondo, non so perchè mi suscita tanto interesse, è una normalissima ragazzacon due peircing, due tatuaggi e un paio di occhi, la guardo più attentamente e le affonda il suo sguardo nel mio, che occhi, azzuri come il cielo, trasparenti, sembrano pagine di un libro, così facili da leggere, così difficile capire le parole, distoglie lo sguardo, mi accorgo che mio padre mi chiama da un’ora.
“andiamo?” mi chiede.
“Angelo, che cavallo dovevi farmi vedere?” cambio discorso.
“ah, giusto! Piccola, vai a prendere il terzo cavallo da sinistra? E sellalo.” Dice Angelo rivolgendosi alla ragazza che sorride e corre verso le scuderie.
Torna indietro a cavallo di un castrone grigio, quasi non la riconosco, ha un sorriso ancora più bello, gli occhi brillano di una strana luce, una luce nuova, è tranquilla, rilassata, bellissima.
La guardo imbambolato con la bocca aperta,  non è una semplice ragazza, è diversa da tutte le altre e sarà mia, solo una volta.
 
 
 
Pov Naira
Quel ragazzo.. il più bello che abbia mai visto, il suo sorriso è qualcosa di tanto bello da dover essere proibito, i suoi occhi nocciola così brillanti, i suoi capelli biondi li accarezzerei delle ore. No, no Naira ferma tutto, non lo conosci, non ti puoi innamorare così facilmente, lo ignorerò. Continua a guardarmi, come faccio io, forse perchè sono ferma sul cavall da 20 minuti, mi riscuoto e scendo velocemente, gli passo le redini per poi andare da Marco, gli chiederò qualcosa sul suo misterioso amico che non mi ha mai presentato.
“principessa lascia perdere, non fa per te, è il classico puttaniere.” Mi spiega il moro buttando una balla di fieno in un recinto.
“sembra un bravo ragazzo...” continuo timida.
“hai detto bene, sembra, fidati, lo conosco da quando sono nato, ha avuto una sola relazione in vita sua ed è finita male, da allora le sue relazioni durano una sera, al massimo due.” Spiega di nuovo.
“ma..”
“ma cosa, pensi che lui cerchi un amore epico?! Fidati sta benissimo così, non lo vuole e ne lo cerca, a lui basta che ci sia sempre qualcuna che cade nella sua rete ed è contento. Per quanto bene possa volergli, per quanto sia un grande amico, non posso mentirti dicendo che si comporta così anche con le ragazze.” Conclude lasciandomi un bacio sulla fronte ed andando via. Rimango qualche secondo a fissare il punto in cui è andato via, poi una figura contro luce mi costringe a distog lo sguardo, quel ragazzo mi si para a poca distanza e mi sorride, lo guardo immobile.
“ciao. Non ci siamo presentati. Enrico.” Dice allungando una mano.
“Naira.” Rispondo stringendogliela.
“allora, Marco ti ha tenuto chiusa in una torre in questi ultimi 19 anni?” continua con un mezzo sorriso che mi uccide.
“no! È solo che non sono quasi mai venuta a trovarli...” spiego cercando di sembrare indifferente.
“bene, allora stasera si festeggia!” conclude iniziando ad urlare il nome del moro per tutto il giardino.
Marco ha stranamente accettato di andare a ballare con lui e gli altri del gruppo, mi sto cambiando mentre parlo col moro di quello che mi ha detto poco prima, arriviamo alla festa e iniziano a ballare, bere, fumare, prendo un tovagliolo e scrivo un biglietto ad Enrico: ‘9847389283, chiamami e se non mi vuoi vedere al patibolo in tempo record non dire niente a Marco.’ Quand mi passa vicino glielo infilo nella tasca e me ne torno a casa.
 
 
 
Pov Narratore
Sono passati due mesi, è piena estate ma di Enrico neanche l’ombra, la ragazza pensa se quel giorno ha trovato il biglietto, stasera c’è una cena di tutti i pastori e spera di vederlo, sta chiedendo al suo migliore amico quale vestito le sta meglio secondo lui, in quel momento le arriva un messaggio, corre a prendere il telefono, scoprendo che il messaggio è di Marta, la sua migliore amica, le risponde velocemente e torna a dedicarsi agli abiti. Opta per una maglia che si lega dietro il collo lasciando la schiena scoperta con un fiore stilizzato sul seno sinistro, un paio di jeans bianchi attillati e stivaletti neri con poco tacco.
 
Enrico si stava vestendo per andare da Angelo, quella ragazza non riusciva a togliersela dalla testa, infilando la mano in tasca per cercare un accendino trova un foglietto appallottolato ed illegibile a causa del lavaggio in lavatrice. Un pensiero vola a Naira, non le ha mai chiesto il numero, se la voleva nel suo letto almeno una notte avrebbe dovuto provarci, non sembrava la classica ragazza facile.
Erano tutti seduti a tavola esclusa lei e Marco, il moro pochi secondi dopo arriva con la faccia cupa, lo guardano tutti confusi, tiene una mano dietro alla schiena e quando si sposta rivela la figura di Naira aggrappata al suo braccio, la ragazza alza lo sguardo ed Enrico nota che ha gli occhi arrossati e le labbra gonfie, lei guarda tutti poi inghiotte a vuoto e apre le labbra.
“io me ne vado.” Quelle quattro parole sconvolgono tutti, il moro abbassa la testa.
“cosa? Perchè?” Aldo è il primo a parlare.
“vado via, non ho più un posto dove stare e non trovo lavoro.” Spiega la ragazza con le lacrime che strabordano.
“e dove andrai?” le chiede Nevio.
“lontano da qui, in America.” Quelle parole scatenano l’agoscia in Enrico che non riesce a capire il perchè.
“ma.. non puoi, qui c’è tutta la tua vita.” Giacumassu la guarda sconvolto.
“addio ragazzi, grazie di tutto.” Conclude la ragazza correndo verso la macchina, Enrico guarda gli altri immobili, perchè non le vanno dietro, perchè non la fermano? Si alza e le corre dietro, le blocca lo sportello della macchina prima che lo chiuda.
 
 
 
Pov Enrico
“non te ne puoi andare.” Dico tenendo lo sportello aperto.
“stanne fuori.” Mi risponde testarda.
“no! Quelle persone mi hanno visto crescere, perchè gli fai questo?” continuo più testardo di lei.
“ti ho detto di star fuori dalla mia vita.”
“lo farò quando mi darai una spiegazione del perchè li fai soffrire!” quasi urlo.
“i miei sono separati, mia madre mi odia e mi ha sbattuto fuori di casa, mio papà non riesce a mantenermi, mi spieghi per che cazzo di motivo dovrei stare ancora qui?” spiega fra le lacrime, non la conosco e non mi spiego il perchè mi si spezzi il cuore a vedere il dolore nei suoi occhi.
“dammi due giorni e te lo farò vedere.” Dico d’impulso, non sapendo neanche che fare o perchè lo faccio.
“ok.” Conclude uscendo e chiudendo lo sportello.
“aspettami qui.” Le dico prima di correre dagli altri.
Chiedo a mio padre le chiavi della macchina e Nevio mi dice di prendere i suoi cavalli, torno indietro e la trovo appoggiata alla sua macchina con lo sguardo perso nel vuoto e una sigaretta tra le dita, la invito a seguirmi salendo in macchina, attacco il trailer, vado a prendere i cavalli di Nevio e lei appena vede il pezzato inizia a piangere, leggo il messaggio che il moro mi ha inviato qualche minuto fa: ‘quando vedrà il pezzato inizierà a piangere, doveva essere suo ma sua madre gli ha impedito di prenderlo, dille che quella è una ragione per restare e se le spezzi il cuore ti ammazzo.’
Ripartiamo e arriviamo fino al suo paese, scendiamo, sello i cavalli e le dico di salire per seguirmi, la porto sulle montagne, ci fermiamo per la notte, dormiamo sotto le stelle, il mattino presto mi alzo, la sveglio e la porto in un posto dove c’è il passaggio dei caprioli.
Ne vediamo 11, grandi e piccoli, un sorriso di tenerezza le piega le labbra, me ne sto innamorando, non è possibile, io non mi innamoro, e allora perchè mi fa questo effetto?
“vedi quante cose lasceresti al passato se andassi via?” le dico sottovoce.
“lo so, ma.” Si interrompe.
“ma? Non reggi più la situazione in casa?” continuo al posto suo.
Lei mi guarda stupita e non riesco a credere che il mio unico pensiero sia baciarla, non posso, fra meno di un giorno partirà senza guardarsi indietro, non posso affezionarmi a lei.
Torniamo a casa il giorno dopo, lei mi ringrazia e mi lascia con un ‘ti scriverò’.
 
 
 
Pov Naira
Alla fine sono partita di nascosto una notte, in segiuto ho chiamato Marco e gliel’ho detto, io sono a New York, la città più bella del mondo, eppure il mio cuore è a chilometri di distanza, sento Enrico tutti i giorni, me ne sono innamorata, ma non posso neanche pensare di dirglielo o di dirlo ad alta voce perchè i quel momento diventerebbe reale e in quel preciso istante non avrei più nulla che mi tenga qui. Ho trovato lavoro come barista, mi mancano da morire, tutti. Li vorrei chiamare però non posso, sto mettendo a posto in casa quando sento un messaggio su facebook, vado a vedere, è Enrico lo leggo, c’è scritto: ‘scendi.’ Lo guardo stranita, non capisco, poi un’idea mi fa guardare fuori dalla finestra e lo trovo sotto l’acqua che mi sorride, mi precipito giù per le scale e gli apro, rimango a fissarlo a qualche metro da lui.
“senti, non sono bravo con le parole, non so che mi stia succedendo, ma credo che devo ascoltare l’istinto e il mio istinto mi ha portato da te, molto probabilmente devo essere ubriaco per dire ed essere convinto di questo,. Io ti amo Naira. Ti prego torna a casa.” Dice tutto d’un fiato, lo guardo con le lacrime di gioia e corro ad abbracciarlo, lo amo, lo amo e non potevo chiedere niente di meglio.
  
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