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Autore: Leeyra    07/06/2014    4 recensioni
Alexandra ha quindici anni, vive a New York ed è totalmente convinta di essere una ragazza come tante. Così sembra, fino a quando in una giornata d'estate, scoprirà che la sua dislessia e iperattività non sono un caso, e che ha un compito da svolgere.
Il freddo perenne il mondo congelerà
la vendetta dei meno considerati così si svolgerà
una figlia dei maggiori le sorti potrà cambiare
solo se con il suo opposto si vorrà alleare
tre cambieranno le sorti
ma attenzione all'aiuto dei morti
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dei Minori, Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanculo.
Fanculofanculofanculofanculo.
Meglio.
Non avete idea di quello che sto passando. In effetti dubito anche che voi possiate capirmi.
Avanti, ho quasi sedici anni ed una vita più incasinata del traffico della mia città nell'ora di punta. Ed abito a New York, tanto per capirci. Vabbè, lasciamo stare.

Mi detti un'ultima occhiata allo specchio prima di uscire; meglio se evitavo di farlo. Presi la sacca, scrissi un biglietto a mia zia ed uscii di casa: aria, finalmente un po' aria. Sicuramente non aria pura, ma era quello che mi ci voleva dopo tutte le litigate con mia zia e il suo "fidanzato", più simile ad un mostro che ad un essere umano, che ormai avvenivano ogni giorno. Presi il primo autobus che passò e infilai le cuffiette, pensando agli avvenimenti degli ultimi giorni.

I’m waking up to ash and dust                                                                                                                     
I wipe my brow and I sweat my rust                                                                                                                    
I’m breathing in the chemicals

Ormai l'unico posto in cui mi sentivo a mio agio ed al sicuro era la piscina. Lì non c’erano parenti urlanti o voti orrendi. C'era solo acqua, tantissima acqua ed era proprio quello di cui avevo bisogno.

I’m breaking in, shaping up, checking out on the prison bus                                                                           
This is it, the apocalyse                                                                                                                    
Whoa

Entrai negli spogliatoi, che erano stranamente vuoti. Bhe, meglio così, almeno non mi sarebbe ricapitato di veder trasformare persone in mostri ed essere presa per pazza. Infilai il costume, lasciai perdere la cuffia ed entrai nella piscina. Pace assoluta.
Mi tuffai ad angelo e cominciai a nuotare a delfino: una, due, tre, cinque, otto vasche, fino ad arrivare a venti.
Decisi di prendere un attimo fiato, visto che mi sentivo osservata. Perciò nuotai verso il bordo e mi sedetti guardandomi in giro.
Strano a dirsi, ma avevo ragione.
Un ragazzo mi fissava incuriosito dagli spalti. Corti capelli neri, un fisico asciutto ma muscoloso e occhi verde mare come i miei. Buffo, da lontano saremmo quasi potuti sembrare fratelli. Si alzò e venne verso di me con un sorriso scaltro, cominciai a preoccuparmi, se anche lui si fosse trasformato in un mostro ero decisamente nella merda.
«Ciao» ... «Sono Percy Jackson» mi sorrise e tendette la mano per aiutarmi ad alzarmi.      
«Senti Jackson, non so chi sei o cosa tu voglia da me, ma sappi che oggi ne ho avute abbastanza, quindi spero per te che tu non sia un mostro o quant’altro» da notare la mia delicatezza, da sempre mia nota caratteristica. Detto questo mi alzai e lo guardai negli occhi. Doveva avere sui diciassette anni e si vedeva chiaramente che non sopportava il fatto che io fossi alta quanto lui. «Ehi, ehi, ehi! Calma! Bel caratterino però, andresti d'accordo con Annabeth...»
«Con chi, scusa?» Non sopportavo essere interrotta mentre nuotavo e se succedeva per colpa di un tizio che blatera di una certa Anna qualcosa era ancora peggio. «Nah, niente, lascia stare. Dicevamo..da quand'è che vedi i mostri?» 
«Intanto mi spieghi che ci fa..hai hai detto mostri?» Le cose si stavano facendo interessanti.
«Già, hai presente idre, cani infernali e bla bla bla? Ecco, li posso vedere anch'io e altri ragazzi oltre a te. Esiste un posto sicuro per quelli come noi, ed è da li che vengo»  Beh, era una vera e propria rivelazione.                                              
«E chi mi dice che tu non sia un pedofilo che si inventa le cose per portarmi in un lurido posto e farmi quel che vuole?» cominciò a ridere senza motivo apparente, incurante che hai miei occhi doveva sembrare leggermente fuori di testa  «Andresti decisamente d'accordo con Annabeth! Comunque non ho nessuna intenzione di farti del male, voglio solo aiutarti. Ti fidi di me?» mi guardò speranzoso negli occhi. 
La parte razionale di me stava per prendere il sopravvento dicendomi di scappare a gambe levate, ma decisi di metterla a tacere. Mi sembrava un’ottima occasione per dare una svolta alla mia vita. 
«Dammi solo il tempo di cambiarmi»                               
Percy annuii, contento ma pur sempre sorpreso per non aver dovuto convincermi troppo «Ti aspetto qui!»
Sbuffai e attraversando lo spogliatoio notai qualcosa di strano, ma non mi preoccupai, sarà qualcun’altra delle mie allucinazioni. Entrai sotto la doccia ed aprii l'acqua, pensando a quello che era appena successo. Ci sono altri ragazzi che come me riescono a vedere i mostri? E c'è un campo che li riunisce? Per quanto possa sembrarmi strano cominciai a credere che fosse possibile, e poi quel ragazzo mi ispirava forza e sicurezza, quasi come il mare.
Finii di farmi la doccia e mi avvolsi in un asciugamano, avviandomi verso il mio armadietto ancora persa dentro i miei pensieri. Tirai fuori i jeans, una canottiera e le converse indossandoli senza farci molto caso, ancora immersa nelle mie riflessioni. Finii di vestirmi e mentre mi asciugavo i capelli sentii le porte sbattere. Questo non poteva essere stato un caso.
«Percy sei tu? Non ti hanno mai insegnato che non si entra nello spogliatoio delle ragazze?» nessuna risposta. Chiusi il phon e mi avvicinai a dove proveniva il rumore, sporgendo la testa ma essendo ben attenta a non farmi scoprire. Merda, vedere una donna grassoccia con delle ali d'aquila nello spogliatoio di una piscina non doveva essere tanto normale, anche se New York è una città parecchio strana.
Respirai profondamente, cercando di mantenere la calma e autoconvincendomi di stare bene; dopo tre secondi ammisi la verità a me stessa. Non facendomi vedere buttai tutte le mie cose nella sacca e corsi in piscina. «Percy!» ancora nessuna risposta.
Non dicevo di correre da me ma almeno di poter ottenere una risposta; stupidi maschi.
«Percy Jackson!» Nel caso non lo sappiate era piuttosto difficile urlare cercando di non farsi sentire da quella “cosa” che doveva ancora trovarsi negli spogliatoi. Lo notai seduto sugli spalti, che tamburellava le dita a ritmo di una canzone che doveva star ascoltando con l’iPod. Mi avviai verso di lui, e appena fu a portata di mano gli staccai le cuffiette dalle orecchie «AHI!»
«Pff, zitto Jackson, abbiamo un problema» dio mio, più andavo avanti, più mi accorgevo di quanto i ragazzi potessero essere idioti.

Angolo autrice: Salve semidei! Questa è la mia prima ff su Percy Jackson e sono curiosa di sapere cosa ne pensate. Se avete qualsiasi consiglio o polemica, non esitate a contattarmi!
Mi raccomando, recensite e seguite la storia, così farete felice un'adorabile semidea💕
Al prossimo capitolo!
Afrovdite
 

  
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