Fuga
dalla quotidianità
Si affacciò alla finestra e guardò le gocce di pioggia scendere sui vetri. Si voltò e guardò la sedia su cui era appoggiata una giacca. Vi si avvicinò e si piegò, guardando i pantaloni piegati sul cuscino. Si allentò il nodo della cravatta, gli graffiava la gola.
-Non voglio mettermeli questi vestiti-. Si rizzò, infilò la giacca e sospirò. Si tolse gli stivali blu e i pantaloni arancioni della tuta. Si mise i pantaloni e chiuse la cintura. Sentì gli addomi stretti e anche il petto.
–Vorrei andare dalle uova di pterodattilo, è quello il mio mondo … non le voglio fare le feste alla capsule, anche se è divertente aiutare i bambini a fregarsi qualche spiedino in più dal barbecue di Genio- si disse. Chiuse i bottoni della giacca e si voltò verso la finestra, non sentiva più la pioggia battere sul vetro e vide la luce rischiare la stanza.
–Sarò al centro dell’attenzione, ma i miei amici Junior e Vegeta si metteranno negli angoli con quelle loro espressioni tristi e Crilin sorriderà mordendosi a sangue il pollice quando non lo guardo, odiando la luce riflessa che gli lascio …-.
Il Son raggiunse la finestra, la aprì e spiccò il volo.