Cap.1 Valese

“Ogni volta mi prometti che ci alleniamo e invece esci!” borbottò Trunks. Si sollevò gli occhiali, strinse le labbra e socchiuse gli occhi. Le iridi azzurre brillarono e una ciocca lilla coprì una delle due iridi, dal taglio sottile.

“Possibile che sei sempre arrabbiato?” domandò Goten. Spostò il telefono dal viso e coprì la parte inferiore con la mano.

“Tesoro? Tesoro?” chiese la voce trillante di Valese, tremolante. Goten strinse di più la mano e la voce divenne un ronzio.

“Almeno non mi promettere di andare con me alla sala giochi. Lo so benissimo che non ci puoi entrare da quando hanno giurato di spararti appena ti vedono! Mio padre ha fatto un bel disastro con il tuo aiuto” sibilò il più grande. Gonfiò il petto e sentì la camicia stringere sulla pelle. Goten alzò le spalle e la maglietta larga tremò.

“Non me lo ricordavo … e non mi fare la predica. Mi rubavi tutti i giocattoli da bambino quando lo sai che tu potevi averli. Ero povero e ingenuo, tu ne approfittavi schiacciandomi! Non dovevi salirmi sulle spalle” gridò. Il glicine sgranò gli occhi e socchiuse la bocca guardando il moro. Quest’ultimo tolse la mano e riavvicinò il telefono.

“Scusa, interferenza. Hai detto alle tre alla gelateria in centro?” domandò Goten.

Trunks sospirò, abbassò il capo e strofinò un braccio con la mano.