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Autore: bluecoffee    08/06/2014    0 recensioni
Estraneo al contesto, avrebbe detto Brian.
- Pensi che la musica faccia schifo, vero? -
- Sei il fratello di Talia McCallen, avete gli stessi occhi azzurri. -
Forse, quell'affermazione la capì quando vide Anita, due giorni dopo, al parco, seduta a terra e la chitarra sulle gambe, mentre suonava una melodia a lui sconosciuta.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Seventeen.
bastano A e B, il resto 
dell'alfabeto non mi serve con te.

C'è chi ha sempre detto che Anita non sarebbe andata lontano con quello sguardo duro e quelle mani callose per via della chitarra che portava sempre dietro, lo dicevano tutti perché tutti sapevano che ad Anita la sola cosa che interessava erano i fogli che scriveva ovunque e le parole delle canzoni che le uscivano dalle labbra carnose quando era al parco a suonare, le gambe scoperte a contatto con l'erba spesso umida e la camicia bianca che si sporcava sempre di verde ai bordi.
Anita non le ascoltava più quelle parole, nemmeno quelle di sua madre che le ripeteva che con la musica e le parole non sarebbe andata molto avanti, per questo Anita aveva sempre detto che avrebbe preso l'Università delle Belle Arti, magari in Francia, magari lontana da casa sua. Beth le aveva sempre urlato dietro che anche con l'arte non sarebbe finita bene, ma d'altronde Anita aveva solamente sedici anni ed i capelli consumati e la voglia di fare tutto e fare niente. Ma la cosa che più conta è che Anita non le ha mai veramente ascoltate più di una volta le parole di sua madre, perché mentre Beth parlava ed alzava la voce, lei metteva le cuffiette bianche alle orecchie o batteva le unghie suo piano del tavolo e riproduceva un motivetto rilassante. 
Estraneo al contesto, avrebbe detto Brian.
Brian, Anita, l'aveva conosciuto alla festa dei suoi diciassette anni, quando tutti i suoi compagni di classe le avevano organizzato un piccolo falò in spiaggia e lei si era presentata troppo in anticipo ed aveva aiutato Marlene con i fili di luci colorate intrecciati.
Aveva compiuto diciassette anni l'anno prima, Brian, e quella sera era andato in spiaggia sperando di non trovare nessuno, ma la musica abbastanza decente l'aveva fatto restate in mezzo a quella confusione di persone che aveva incontrato fuori dalla scuola che frequentava Talia, sua sorella.
Anita aveva sorriso alla figura del ragazzo che si guardava attorno spaesato ed aveva rubato il bicchiere di Ricky Turner per sé, mentre il suo, pieno e pulito, lo aveva allungato a Brian, che aveva sorriso e l'aveva ringraziata urlandole nelle orecchie.
- Pensi che la musica faccia schifo, vero? -
Brian guardò le casse nere dalla parte opposta a loro e fece una smorfia che fece ridere rumorosamente Anita.
- Sei il fratello di Talia McCallen, avete gli stessi occhi azzurri. -
Anita avrebbe voluto aggiungere anche che era più bello di come Talia lo descrivesse, ma per una volta aveva deciso che sarebbe stato meglio tacere, perché quel sorriso era fin troppo diverso da come se l'era immaginato. Poi, Brian aveva le spalle larghe strette nella tshirt bordeaux e i lineamenti del viso adulti e Anita non poté che mordersi il labbro inferiore e fare spallucce.
Brian osservò la ragazza poco più bassa di lui e sorrise di nuovo alla massa bionda di doppie punte e agli occhi di quel verde bottiglia che con il giallo delle lucine pareva un abisso di vetro troppo appuntigliato e tagliente. Lui, Anita la conosceva dalle parole di Talia, che la descriveva come un'artista nata per non essere destinata a fare l'artista e Brian non l'aveva mai capita veramente quel modo di chiamarla di sua sorella, perché che Talia fosse un po' strana non ne aveva mai fatto mistero.
Forse, quell'affermazione la capì quando vide Anita, due giorni dopo, al parco, seduta a terra e la chitarra sulle gambe, mentre suonava una melodia a lui sconosciuta. Gli si era messo davanti, fregandosene dell'erba bagnata e dei jeans che aveva messo puliti quella mattina e l'aveva guardata suonare per una mezz'ora buona. In perfetto silenzio.
Poi, all'improvviso, Anita aveva alzato la testa, aveva sorriso ed aveva poggiato la sua chitarra sulle gambe incrociate di Brian, gli aveva preso il cellulare che stava per cadere dalla tasca destra del jeans ed aveva sorriso di nuovo, senza un motivo apparente. Solamente dopo tre ore, quando ormai era a casa, Brian aveva scoperto che Anita aveva aggiunto il suo numero di cellulare sotto il nome hai un bel sorriso ma ssh.
Da quel momento, Brian aveva iniziato a sorridere di più.
Per i seguenti cinque mesi, Anita era sempre al parco, il suo sogno delle Belle Arti in bocca e in testa, e Brian era sempre davanti a lei, il nome di Anita sul cellulare sempre lo stesso.
Dopo quei cinque mesi, Anita, un pomeriggio, si era presentata al campanello di casa McCallen, aveva pigiato il bottoncino in ottone con l'indice e troppa forza ed aveva sorriso a Talia che le apriva il portone e le mormorava un - Brian è in camera sua - all'orecchio. Anita aveva salito di corsa le scale e quando aveva visto Brian provare a suonare una chitarra aveva sorriso, gli era andata vicino e con le dita sulle sue che si posizionavano su un si minore l'aveva baciato.
L'aveva fatto, perché in quei cinque mesi al parco, Anita aveva iniziato ad ascoltare le parole delle persone.
Che le persone, però, fossero solo Brian è un dettaglio trascurabile.
  
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