Prologo
Beacon
Hills, sei anni prima …
Peter
era appoggiato al bordo della finestra e
scrutava il giardino sul retro, scuotendo la testa divertito. Derek e
Rikki
combattevano l’uno contro l’altra, rotolando a
terra come avrebbero fatto due
cuccioli in mezzo al fogliame autunnale. La presenza dei Rivas sembrava
fare
bene a suo nipote, considerò, osservandolo mentre si
rimetteva in piedi e
ridendo aiutava anche l’amica a fare lo stesso. Negli ultimi
due anni Derek era
diventato taciturno e silenzioso, solitario, e non si confidava neanche
più con
lui. Lo considerava responsabile, ne era certo. Tutta colpa di quella
ragazzina
umana … come se fosse stata davvero colpa sua se il suo
fisico aveva rigettato
il morso. Comunque l’arrivo del clan Rivas gli aveva fatto
bene, perché finalmente
era tornato a sorridere. Certo, non era più
l’adolescente di una volta, ma era
pur sempre meglio di niente.
Distolse
lo sguardo, per tornare a concentrarsi
sulla riunione improvvisata che si stava tenendo nello studio di sua
sorella.
-
Deucalion è un problema, ha sterminato l’intero
branco dei Catalano. – disse Ferocius, stringendo
rabbiosamente i pugni e
frantumando il calice di cristallo. Il bourbon scivolò
silenziosamente a terra,
macchiando il tappeto.
Roxanne,
sua moglie, lo fulminò con un’occhiataccia.
-
Le mie scuse, Talia, ma ultimamente fatica a
mantenere il controllo. –
Peter
inarcò un sopracciglio, sarcastico: - Solo
ultimamente? –
Gli
occhi dell’Alpha incrociarono i suoi e
lampeggiarono pericolosamente, assumendo una sfumatura rossastra che
tendeva
lentamente al color rubino.
-
Siamo tutti nervosi, dovremo darci una calmata.
Sono certa che Peter non voleva essere scortese, vero? –
Ecco
la buona Talia, sempre così accondiscendente e
serena. Una vera Alpha, proprio il genere di persona che aveva una
soluzione
per ogni problema.
-
Certo che non volevo, mi dispiace per il tuo amico
e il suo branco. – confermò, pacatamente.
Ferocius
non sembrava particolarmente convinto della
sincerità delle sue parole, ma preferì passarci
sopra.
-
Abbiamo intenzione di reagire di conseguenza; sono
venuto qui solo per avere la tua opinione. –
Talia
rimase in silenzio per alcuni secondi, poi
scosse la testa con decisione.
-
Non credo che scontrarsi con Deucalion sia una
priorità, abbiamo già abbastanza preoccupazioni
con gli Argent. – decretò,
incrociando risolutamente le braccia. La discussione era chiusa, non
avrebbe
mai cambiato idea.
Peter
però conosceva bene gli uomini come Ferocius;
era lo stereotipo dell’Alpha: aggressivo, vendicativo e
spiccatamente
guerrafondaio. Non si sarebbe lasciato convincere dalle sue
argomentazioni,
indipendentemente da quanto potessero essere buone.
-
Quando è così spero che il tuo branco riesca a
sbarazzarsi presto di questi fastidiosi cacciatori. Roxanne mi dice che
le
farebbe piacere passare un po’ di tempo con te, ma possiamo
trovare un’altra
sistemazione se per te è un problema. –
Cristo
santo, chi era quel perfetto esempio di buone
maniere e diplomazia e che ne aveva fatto di Ferocius Rivas?
Un’occhiata
più attenta a sua moglie, però, chiarì
ben presto ogni dubbio. Ferocius poteva anche essere il grosso Alpha
cattivo
quando si trattava di combattere e dare ordini al branco, ma
nell’intimità
della vita coniugale era Roxanne a sottometterlo.
Talia
si aprì in un sorriso sincero, lieta di
riavere al suo fianco la vecchia amica di un tempo.
-
Resterete, c’è abbastanza spazio per voi e i
membri del branco che vi hanno seguito fin qui. –
Fantastico,
una visita prolungata dei Rivas, proprio
il genere di regalo che avrebbe sperato di ricevere in vista del
solstizio d’inverno.
Peter prese mentalmente nota di girare il più lontano
possibile da Ferocius e
dalle sue zanne spaventosamente affilate.
Quando
la stanza cominciò a svuotarsi, scivolò fuori
e si diresse verso il bosco. Derek e Rikki non si allenavano
più e la figlia di
Ferocius era seduta su una pietra e fissava il paesaggio persa in
chissà quali
pensieri.
Le
fece scivolare le braccia intorno alla vita,
stringendola contro il suo petto e chinandosi a depositarle un bacio in
corrispondenza della carotide pulsante. Un sorriso sghembo gli si
dipinse sul
volto quando la vide arrossire leggermente, ma rilassarsi tra le sue
braccia.
-
Derek? – domandò.
-
È uscito con Rico, credo siano andati a giocare
una partita con alcuni suoi amici. –
Bene,
niente nipoti ficcanaso né iperprotettivi
fratelli maggiori nei paraggi. Sembrava che per una volta la sorte
girasse a
suo favore.
Si
chinò nuovamente su di lei, catturandole questa
volta le labbra morbide e ben disegnate. La baciò prima con
delicatezza per poi
metterci sempre più passione finchè Rikki non si
tirò indietro ridendo.
-
Non siamo un po’ troppo esposti? Qualcuno potrebbe
vederci. –
Già,
ci mancava solo che Ferocius lo vedesse baciare
la sua adorata unica figlia femmina.
-
Possiamo sempre spostarci. – replicò, scrollando
le spalle.
Qualunque
posto sarebbe andato bene purché potesse tornare
a mettere le mani su quel corpicino. Quando l’aveva rivista
il giorno
precedente, dopo anni dall’ultima visita, era rimasto
piacevolmente sorpreso
dal fatto che la tredicenne impacciata e goffa si fosse trasformata in
una
sedicenne con tutte le curve al posto giusto. L’unica cosa
che non era cambiata
era il suo sguardo: penetrante, infuocato, così
incredibilmente simile a quello
di suo padre da risultare a tratti inquietante quando perdeva la
pazienza. E il
modo in cui aveva guardato lui. Ci aveva messo circa trenta secondi a
capire
che la piccola di casa Rivas non era affatto insensibile al suo
bell’aspetto,
anzi.
-
Io ho un’idea migliore. – ribattè lei,
alzandosi
in piedi e spolverandosi i jeans. Lo guardò con aria di
sfida, rivolgendogli un
sorrisetto malandrino, - Quanto sai essere veloce, Peter? –
Aveva
appena finito la domanda che già era
sfrecciata via, zigzagando tra gli alberi.
-
Se mi vuoi, vieni a prendermi. – rise.
Scosse
la testa, incredulo più
per la reazione che era passata per la
sua testa che per altro. Si stava davvero piegando a una cosa
così infantile,
lui che dall’alto dei suoi ventiquattro anni non era mai
corso dietro a nessuno
prima d’ora?
A
quanto pareva sì. Corse dietro di lei, seguendo la
scia del suo profumo che aleggiava nell’aria. Spinse al
massimo, afferrandola
per il bavero della giacca e rotolando a terra insieme a lei. Finirono
sotto un
cumulo di foglie d’acero, rossicce e non ancora del tutto
secche, facendo
capolino tra di esse.
Sdraiata
a terra, circondata da quelle foglie che
ricordavano il colore dei suoi capelli quando il sole li illuminava e i
riflessi rossastri scintillavano, con il fiato corto, l’aria
scarmigliata e il
viso accaldato, appariva più bella che mai. Una vera
tentazione. E lui non era
mai stato in grado di resistere alle tentazioni, lo sapevano tutti.
-
Ti ho presa. – decretò, chinandosi a baciarla.
*
Peter
spalancò gli occhi, mettendosi a sedere.
Perché
tra tanti ricordi aveva sognato proprio
quello, perché lei?
Erano
passati sei anni da quel giorno, la prima
giornata che avevano condiviso. Ricordava con precisione ogni minimo
dettaglio
di quella settimana, l’unica in cui si fosse permesso di
essere davvero se
stesso senza timore di venire giudicato. Che senso aveva
però tornare a
rimurginarci sopra, per di più dopo tutto quel tempo?
I
Rivas avevano lasciato Beacon Hills una settimana
dopo, appena un paio di giorni prima dell’incendio che aveva
mandato in pezzi
anche gli ultimi frammenti della sua vita. Non aveva avuto sue notizie
da
allora. L’unica cosa che era giunta alle sue orecchie,
proprio il giorno in cui
Kate Argent e i suoi uomini avevano dato fuoco alla villa, era che
Ferocius si
era scontrato con Deucalion e aveva perso la vita; il branco dei Rivas
non
esisteva più e gli ultimi superstiti erano fuggiti via in
tutta fretta.
Di
lei, così come dei suoi fratelli, non si avevano
notizie.
Sospirò,
passandosi una mano tra i capelli, e uscì
sul terrazzino del salone. La falce di luna brillava nel cielo notturno
e una
lieve brezza gli accarezza la pelle. Fu allora che lo sentì.
Era
una traccia lieve, quasi impercettibile, portata
dal vento.
Quel
profumo.
Il
suo profumo.
Spazio
autrice:
Long
dedicata principalmente all’adorabile e
incredibilmente sexy psycho uncle Peter, ma nel corso della storia
verranno
presentate anche altre coppie (le trovate tutte nell’intro).
Spero che questo
prologo vi sia piaciuto e che vogliate farmi sapere che ne pensate.
Alla
prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt