09/06/2014
0 recensioni-Tutte cazzate, i fantasmi non esistono.- rispose Stacie sarcastica.
-Allora vieni qui e unisciti a noi. Stiamo per chiamarne uno.-
Strinsi le mani a Clare e a Nirvana. Una strana aria mi passò vicino all’orecchio, quando incominciai a pronunciare le parole che avevo letto nel libro trovato in soffitta.
-Ego autem te, vetus incola, ostende nobis faciem tuam..-
L’aria si fece più forte. Incominciai a tremare. In che guaio ci stavamo cacciando?
-..Ostenditur, pater, et te ulcisci !-
Tutto il vento si fermò di colpo. Uno strano brivido ci scese lungo la schiena, mentre sentimmo un tonfo nel piano di sopra. Spalancammo gli occhi dal terrore.
-Torniamo a casa. Subito.- dissi e ci mettemmo a correre. Prendemmo i nostri skate e le nostre bici e ce ne tornammo a casa.
Passarono due sere. Avevamo una gran paura, ma con il passare del tempo tutte e quattro ci dimenticammo dell’accaduto, dal vento che si alzava fino al terminare del nostro rito.
Era passata una settimana esatta.
Stavo dormendo, quando mi svegliai alle tre di notte, per colpa di una voce maschile.
-Ehi, sei tu Juno?-
Una figura scura al bordo del mio letto si mise in piedi.
Accesi subito la luce, credendo fosse un sogno.
Era un ragazzo, veramente bello, con occhi azzurri e capelli neri.
-Chi sei? E come sei entrato?- gli chiesi, mentre cercavo il cellulare sotto le coperte per poi chiamare la polizia. Il ragazzo mi sorrise e disse:
-Ah, beh, io mi chiamo William Herondale. Ma dovresti saperlo. Mi hai chiamato tu, una settimana fa. –
My Space
Ciao a tutti, mi chiamo Eleonora ma chiamatemi Margo, please.
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