Closed.
Sei ancora una volta lì, davanti a quella porta chiusa, con un sorriso che, come tutti gli altri, svanirà dal tuo viso in un secondo, e allo stesso tempo il tuo cuore, il tuo cuore gioioso, puro, diventerà all’improvviso pesante e ti farà male.
«Elsa, nevica! Vogliamo costruire un pupazzo di neve?»
Sembra una battuta scritta su un copione e imparata a memoria, detta senza crederci, quella frase che esclami con felicità, e sempre con una punta di speranza, proferita solo perché necessario, come un attore che recita la sua parte a teatro.
Ma la porta non si apre e una voce malinconica, frustrata, quella di Elsa, arriva alle tue orecchie portando con sé una scia di delusione e programmi infranti.
«Vattene, Anna!»
Ed ecco, il tuo sorriso è svanito. Ancora. Non sai nemmeno perché continui a provarci, perché continui a stare lì, davanti a quella porta, a chiederle di uscire.
Tanto, Elsa non lo farà. Non sai cosa le hai fatto, non sai perché ti esclude. Non sai perché, in un giorno, tutto è cambiato. L’unica differenza rispetto agli anni scorsi è la lacrima solitaria che ti scivola sulla guancia, e che neanche cerchi di nascondere.
Non vuoi farti sentire, questo sì. Perciò ti volti, senza nemmeno salutarla, e vai via.
E quella porta rimane come tutti gli altri anni.
Chiusa.
Note:
Ehilà!
Non so come mi sia venuta quest'idea. Non pensavo neanche che avrei mai scritto su Frozen, e invece eccomi qui.
Questa breve flash si ambienta tra l'incidente di Anna e l'incoronazione di Elsa, quando Elsa stava sempre in camera sua con la paura di fare male a qualcuno.
Personalmente, le due da piccole erano pucciosamente adorabili, quindi scrivere della loro infanzia, seppur in modo triste, è stato piacevole.
Spero che la flash vi sia piaciuta ^^
Mary