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Autore: Ale_80    09/08/2008    0 recensioni
"Non si può bere e fischiare!" Andrea lo sa bene, quando si ritrova a dover organizzare il matrimonio di un'ex compagna di università. Fin qui nulla di strano... se non fosse che il fidanzato di Monica è anche il SUO fidanzato, che per oltre un mese ha tenuto il piede in due scarpe, tenendo entrambi i partners all'oscuro dell'altro! "Che poteva fare? Dire a Monica che era tutta una farsa, che stava per sposarsi un bastardo traditore, un doppiogiochista, un... diciamolo!… uno stronzo!! Oppure era meglio lasciar correre, giocare tutti e tre insieme all’allegro teatrino e fare i conti con Marco in separata sede, prima di decidere sul da farsi? Naturalmente optò per la seconda possibilità." Una commedia fresca e romantica che parla di amore, di amicizia e.. del colpo di fulmine! Di quelli che capitano.. quando meno te lo aspetti! Buona lettura e commentate in tanti!!^^ Ale:)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

 

 

Andrea O’Donnell nacque ventinove anni fa a Dublino, figlio di padre irlandese e madre italiana. Primogenito di tre fratelli, si trasferì all’età di due anni a Roma, e lì si fermò. Frequentò il liceo scientifico e studiò medicina, laureandosi senza ritardi e guadagnandosi, con fatica ed impegno, un posto di lavoro poco dopo la specializzazione in medicina interna.

All’apparenza, Andrea potrebbe essere tranquillamente scambiato per un modello. Sempre impeccabile nell’abbigliamento e nella cura, alto un metro e ottantotto, magro di una magrezza atletica e perfetta, occhi nocciola e capelli rosso tiziano sempre in piedi all’altezza dell’attaccatura a causa di una serie di rose sparse sulla sua testa.

Bello. Bello e particolare.

Volendo avrebbe potuto far cadere ai suoi piedi chiunque. Non che non lo sappia, sia chiaro. Il suo essere modesto e semplice non fa di lui un cieco. Tuttavia, l’umiltà e l’allegria frizzante propria del suo carattere (e del suo sangue irlandese, come direbbe nonno Thomas), gli permettono di non essere il tipico belloccio che sa di esserlo e lo vuole gridare al mondo per farsi guardare.

Orgogliosamente e dichiaratamente gay, da circa un mese ha una relazione stabile con Marco Aderighi, commercialista suo coetaneo.

Al momento, si potrebbe affermare che la vita di Andrea è perfetta.

O quasi…

 

“Marco come sta?” chiese Sara, accendendo il fornello su cui pochi attimi prima aveva posato la caffettiera.

Andrea sorrise, stiracchiandosi mollemente sulla sedia. “Sta bene, grazie. Ultimamente lavora molto…”

“È da quando lo conosci che lavora molto…” buttò lì la ragazza dai capelli rossi, sedendosi sul tavolo e appoggiando i piedi sulla sedia del fratello.

“Proprio non ti convince, eh?” chiese il ragazzo sollevando un sopraciglio. “Cos’ha che non va?”

“Ma non ha niente che non va!” esclamò lei alzandosi di scatto, andando a prendere due tazzine dalla credenza. “È solo che.. non lo so, mi sembra un tipo un po’ strano, un po’… ambiguo!”

“Ambiguo?”

“Sì! Senti non lo so, chiamalo pure sesto senso femminile ma secondo me questo ragazzo non la racconta tutta…” disse Sara versando il caffè nelle tazze e porgendone una al fratello. Andrea cominciò a mescolare lo zucchero distrattamente.

“Cosa c’è?” chiese lei.

“Nulla… è solo che non capisco cos’abbia fatto Marco per non piacerti…”

“Oh mamma, Andy!” esclamò la ragazza, esasperata. “Marco è il TUO ragazzo, deve piacere a TE, che c’entro io?”

“Bè lo sai che ci tengo al tuo giudizio!”

Sara scosse la testa sorridendo. Andrea era assurdo quando si impuntava su certe cose… sembrava un ragazzino che cerca l’approvazione del padre! Ed era anche in grado di farla sentire in colpa.

Sospirò e si accostò al fratello.

“Ok, senti…” cominciò “… comunque sia io l’ho visto sì e no un paio di volte…magari se lo conoscessi meglio mi piacerebbe di più.”

Andrea sollevò gli occhi lunghi, sorridendo dolcemente. Sua sorella era in grado di essere sempre così dolce e accomodante… forse era anche per questo se da piccoli l’aveva sempre vinta lei. Le bastava fare gli occhioni dolci per ottenere quello che voleva. Lei sì che era uguale alla mamma… Mica come lui, forte nel suo spirito orgoglioso e focoso, tutto suo padre (come direbbe nonno Thomas).

“D’accordo.” Sospirò lui, bacandole la fronte. “Grazie del caffè Sister, ora devo andare.”

“Dove?”

Andrea sollevò gli occhi al cielo, con un’espressione disperata.

“Ti ricordi di Monica, quella ragazza bionda che si era laureata con me in medicina interna e che è stata trasferita un paio d’anni fa in un altro ospedale?”

Sara corrugò la fronte puntando gli occhi sul tavolo, come a cercare di ricordare. Poi, la sua espressione si distese, e sgranò gli occhi fissandoli in quelli del fratello.

“Ma chi, quella petulante?”

“Sì…”

“Quella che voleva sempre studiare con te, che non ti mollava mai, che ti parlava sempre di questo e quel fidanzato?”

“A-ah…”

“Quella insopportabile, con quella vocina stridula e”

“Sì, Sà, quella, hai capito.”

La ragazza si lasciò sfuggire un gemito di disperazione. “O mamma, e che vuole da te??”

Andrea rise, sistemandosi la sciarpa e infilando il cappotto.

“Vuole presentarmi il suo fidanzato.” Spiegò “Tra un mese si sposa e ci teneva che andassi al suo matrimonio e che conoscessi lui.”

Sara scosse la testa andando ad aprirgli la porta. “Ma che bello…” disse, sarcastica.

“Dillo a me…” si lamentò lui “Dice che ci tiene tanto a farmelo conoscere, che le interessa il mio parere. Come no… se le dicessi che mi sta sulle palle mi risponderebbe che non capisco niente.”

“Mh, sì, non me la ricordo come una incline ad ascoltare i consigli.”

“Già… bè, stasera ti chiamo e ti faccio sapere.”

“Ci conto.”

I due fratelli si scambiarono un bacio veloce, e Andrea scese le scale del palazzo.

Fuori tirava un vento freddo, tipico del mese di Febbraio. Il ragazzo si strinse nel cappotto e infilò le mani in tasca, avvertendo in quella sinistra la consistenza del suo cellulare. Lo estrasse e guardò il display.

Niente.

Era tutto il giorno che Marco non si faceva sentire. Una strana sensazione gli si insinuò nella mente, ma la scacciò via prontamente.

-Piantala di farti tutte queste paranoie. Te l’aveva detto che oggi sarebbe stato impegnato tutto il giorno col lavoro. Uff… tutta colpa di Sara, che mi attacca i suoi presentimenti del cavolo!-

Scosse la testa, come a scrollarsi di dosso quei pensieri, e si incamminò verso il bar dove aveva appuntamento con Monica e il suo misterioso fidanzato.

  
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