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Autore: _eco    10/06/2014    2 recensioni
[Maleficent]
[Malefica/Aurora/Stefano]
- Come sai che non mi lasceranno cadere? – chiede Stefano un’ultima volta.
- Perché sarò io a guidarle. –
[...]
Mentre i minuscoli rametti acconciano i capelli color oro della bambina in due vere codine, Malefica solleva le labbra nel suo insolito ghigno.
Ti sarebbe piaciuto laggiù, bestiolina.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I walked with you once upon a dream
 
Da quando la bestiolina ha rischiato di ruzzolare giù dal dirupo e Malefica, in un sussurro smorzato fra le labbra, ha chiesto ai rami di costruirle un riparo, Aurora ha preso gusto a rimbalzare qua e là, sospinta da un ramo e presa al volo da un altro.
Affaccia il visino paffuto, le strambe codine arruffate che pendono un po’ sopra le clavicole – che idiote!, pensa sempre Malefica, alludendo alle distratte fatine -, e muove le labbra rosee, emettendo una vocina che Malefica classificherebbe come un suono a metà fra un miagolio e il borbottio di una vecchina.
La bestiolina, sbattendo più volte le lunghe ciglia e mettendo su un dolce broncio, chiede agli alberi se, per favore, potrebbero << balzarla su >>.
Malefica ghigna divertita. Ghigna, sì. A lei piace definirlo così. Il segno riconoscitivo di un cattivo.
Fosco, per contro, lo descriverebbe come nulla più che un sorriso divertito.
- Per favore, per favore – le fa il verso Malefica, scimmiottando la voce della creaturina.
Se c’è una cosa che le fatine si sono preoccupate di fare, prima ancora di nutrire e cullare e cambiare la piccola, questa è di insegnarle le buone maniere, il galateo, il per favore e il non-per favore. Insomma, tutto il necessario per farsi amare dai sudditi, una volta tornata a palazzo, e per far storcere il naso a Malefica.
Una bestiolina di quattro anni appena che va chiedendo “per favore” persino ai fili d’erba.
Eppure… eppure… non era forse così che faceva anche lei? Malefica?
Malefica e le sue ali forti e leggere allo stesso tempo. Malefica che si spingeva in alto, su fino alle nuvole e al tramonto, e che poi tornava giù, in picchiata, per salutare la Brughiera.
Buongiorno, care fate… buongiorno, Baltazar… buongiorno… buongiorno… buongiorno… tutto bene, spero… permettete?...
Malefica scuote la testa, e, per una volta, ringrazia la bestiolina di avere una vocetta tanto vispa e squillante.
Il gentile intercalare, quello svenevole “per favore”, Aurora non lo pronuncia nemmeno più.
- Balzatemi su! – strilla ai rami ancorati alle pareti del dirupo, in attesa che, chissà come, le diano un segnale. – Balzatemi su! –
Dalla casetta, si sente il chiacchiericcio di Verdelia, Giuggiola e Fiorina. Malefica stringe gli occhi, che si riducono a due fessure in cui striature di mare e fili d’erba si fondono indistintamente.
- E balziamo su questa bestiolina. – si arrende, infine.
A se stessa spiega che farebbe di tutto per combattere la noia, anche far muovere quei rami robusti come fosse un giocoliere.
Fosco, per contro, scorge nello sguardo della sua compagna un luccichio mai visto prima. Tuttavia, si morde il labbro inferiore per non lasciarsi sfuggire nemmeno un commento.
Malefica muove un dito, dalla cui punta si avviluppa una luce verde fluorescente, sottile, vicina e al contempo irraggiungibile.
Il bagliore segue perfettamente i movimenti dei rami – o forse è il contrario. A destra, a sinistra, un po’ più in basso.
Le orecchie a punta di Malefica, invece, seguono il riso di Aurora. I suoi occhi, così rari, così spaventosi, definiscono i contorni di quella figurina minuta, delle codine strane e del vestito a fiori arancione e giallo.
Ora la vede, ora no, ora sì, ora no.
- Balzo! Balzo! – ridacchia la bestiolina.
Malefica socchiude gli occhi, ma il suo dito continua a muoversi impercettibilmente, come un direttore d’orchestra che gestisca i movimenti di violini e flauti.
 
- Sicura che non cadrò? – urla Stefano, sporgendo il capo verso l’intrico di rami.
Malefica incrocia le braccia al petto e scuote la testa con sicurezza.
- Non ti lasceranno andare. –
Stefano si morde il labbro, allunga la mano e sfiora il profilo di un ramo vicino, le cui foglie iniziano ora a muoversi leggiadre.
Ridono? Sembra di sì.
- Sono contente di averti qui. – spiega Malefica.
Stefano annuisce, ma non sembra molto convinto. Malefica gli vuol bene, davvero, ma a volte pensa che gli umani si facciano troppe domande. Sbuffa.
- Come sai che non mi lasceranno cadere? – chiede Stefano un’ultima volta.
- Perché sarò io a guidarle. –
 
Malefica esercita un rapido movimento del dito: un ramo lascia scivolare Aurora repentinamente sulla morbida superfice delle foglie che crescono sulla punta del ramo sottostante.
Qualsiasi creatura umana, se così piccola poi, emetterebbe un urletto strozzato di paura o quantomeno di sorpresa. Aurora, invece, ride e basta.
- Un osso duro, la bestiolina. – Malefica soffia tra le labbra.
E, mentre le risate gorgoglianti della bambina danzano nella sua testa, mentre muove il dito con delicatezza e i rami cullano Aurora dolcemente, mentre i minuscoli rametti acconciano i capelli color oro della bambina in due vere codine, Malefica solleva le labbra nel suo insolito ghigno.
Ti sarebbe piaciuto laggiù, bestiolina.
 
- Oh! Guarda com’è carina! –
- E come sorride mentre dorme! –
- Un angelo! –
- Sorride per la zuppa che le abbiamo fatto mangiare a cena – cinguetta Giuggiola.
- Io dico che sorride per il vestitino che le ho cucito! – ribatte Verdelia.
Le tre fatine iniziano a battibeccare come loro solito, disposte a cerchio attorno al lettino di Aurora, mentre Malefica, dalla finestra, le osserva con un’espressione di disappunto.
- E io per le codine che le ho fatto! – stride Fiorina.
Le codine che io le ho fatto, vorrebbe controbattere Malefica.
 
La bestiolina, con le gote color ciliegia e le labbra socchiuse, emette respiri regolari. Ha una ciocca bionda sulla fronte sudaticcia. Malefica flette un dito e i fili d’oro liquido liberano la pelle della bambina.
Ora va meglio.
La bestiolina ha un’espressione serena e gioiosa.
Hanno camminato insieme in un sogno, sfiorando a piedi nudi l’erba verde della Brughiera. Quella di un tempo.
- Balzatemi su! – ha strillato Aurora, in preda all’eccitazione, sporgendo il viso verso l’intrico di rami.
Ha riso, Aurora, mentre le foglie creavano per lei morbidi ed elastici cuscini, mentre il suo viso entrava in contatto con l’aria fresca e incontaminata della Brughiera.
Malefica sa che la mocciosa non ricorderà nulla di tutto questo. È stato tutto un bellissimo sogno.
E ora, osservando il viso rosato della bambina dal suo solito nascondiglio, sussurra: spero ti sia piaciuto, bestiolina.

Salve, bellezze!
Non scrivo da mesi e non pubblico da altrettanto tempo, quindi abbiate pietà di me. Sono un po' arrugginita.
Nulla, ieri ho visto Maleficent al cinema e sono rimasta stregata.
Spero che la storia sia stata di vostro gradimento. Fatemi sapere ♥
Ah, e se non si è capito, alla fine Malefica fa vedere ad Aurora la Brughiera durante un sogno.
Bacioni. ♥
S. 
  
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