Tantissimi
auguri di buon compleanno a _SillyLoveSongs_, una dolce
amica e una meravigliosa autrice, decisamente unica nel suo genere. J
Too late
"Paul?"
Nessuna risposta.
"Paul!"
"Cosa?!"
John ride: percepisce i capelli scuri e
morbidi del ragazzo sfiorare la linea della sua mascella e il suo respiro
accarezzargli un punto dietro l'orecchio, mentre Paul avvolge le braccia
intorno al suo torace e nasconde il viso nella curva elegante del collo.
"Mi fai il solletico." protesta
dolcemente John, ma le mani che afferrano la sua vita e la stringono con
tenerezza dicono che non c'è posizione migliore in cui ora lui vorrebbe stare.
E Paul lo sa bene, perché sorride e
felicemente si appoggia ancora di più nell'abbraccio, accoccolandosi contro di
lui come se non si trovassero su uno stupido binario del treno, "Ma io
voglio stare così."
"Quanto sei idiota." esclama John,
lasciandosi infine andare a Paul, stringendolo a sé e baciandolo sul capo.
"Fa' silenzio." sussurra Paul, con
una risata, "E abbracciami, John."
Il fischio assordante del treno giunge così
all'improvviso che Paul sussulta, quasi saltando sul posto.
Si guarda attorno spaesato, riconoscendo il compartimento
privato del treno su cui sta viaggiando con Nancy, che ora lo guarda divertita,
trattenendo una risata.
"Tutto bene, caro?" domanda, dandogli un
buffetto sul ginocchio.
Paul esita un istante prima di annuire, cercando di
capire cosa gli sia appena accaduto. O meglio, dove sia stato esattamente negli
ultimi cinque minuti. Sicuramente non lì con Nancy, su quel treno fermo alla
stazione di Watford. Un treno che, dannazione, porta anche ritardo.
Poi un movimento percepito con la coda dell'occhio, rende
tutto così chiaro. Ecco dov'era stato, anzi dove ha solo fantasticato di
essere.
Paul li vede: due ragazzi sul binario, in attesa di un
treno, ovviamente, come tutti gli altri accanto a loro. Eppure a differenza di
questi, qualcosa dei due ragazzi attira subito l'attenzione di chiunque li
guardi.
Mentre gli altri passeggeri rivolgono verso il binario
dove tra poco arriverà il treno, lo sguardo annoiato e caratterizzato dalla
monotonia del loro tram-tram quotidiano, i due ragazzi non sembrano avere altro
interesse di quello che provano l'uno verso l'altro: sono abbracciati, nota
Paul, si stringono teneramente, come se fosse qualcosa di normalissimo, come se
non ci fosse nulla di sbagliato in quello che fanno.
E in fondo, perché dovrebbe essere altrimenti? Non è
forse così? Dopotutto non sono gli unici su quel binario a pensare che sia
nient'altro che normale. Nessuno rivolge loro sguardi di sorpresa o biasimo. Nessuno storce la bocca per puro
disgusto di fronte a un tale spettacolo.
Neanche Paul. Ma lui è un uomo di altri tempi. O meglio,
ha vissuto la propria giovinezza in un'altra epoca, quando quella stessa
immagine sarebbe apparsa sbagliata a tutto il mondo. Anche a lui stesso. Lui,
che lo riteneva un tremendo errore, così tanto da nascondere tutto, ciò che
pensava, ciò che provava, non solo alla parte più vera di sé, ma soprattutto a
quella persona che ora non c'è più e se n'è andata senza conoscere i suoi veri
sentimenti.
E in quell'attimo di distrazione, quella persona, John,
è tornata prepotentemente, sostituendosi all'immagine di quei due ragazzi e
trascinando con sé anche Paul.
Forse per mostrargli che se fossero vissuti in un'altra
epoca, sarebbe andata diversamente.
O forse perché non era così sbagliato, come credeva Paul,
forse era giusto e loro avrebbero dovuto combattere per qualcosa che alla fine
non era molto diverso dall'amore.
I due ragazzi sul binario si muovono, destando Paul dalle
sue riflessioni. Il treno che stavano aspettando è arrivato, e a differenza di
quello di Paul, è in perfetto orario; perciò il più alto, un ragazzo forte,
robusto, dai capelli chiari, afferra la mano dell'altro, più basso e magrolino,
con i capelli neri come la pece, e insieme si spostano verso il vagone più
vicino, senza mai lasciar andare l'uno la mano dell'altro.
Oh, ma che stai pensando, Paul?, si
chiede l'uomo.
Quello è amore, idiota,
risponde una voce sempre viva dentro di lui, che parla con il tono vellutato di
John, Non può essere chiamato in altro modo.
Il cuore di Paul batte felice sì, ma anche triste, perché
ora lui ha capito. Paul sa quello che provava. Quello che prova tuttora
per John.
Lo sa anche se è tardi, anche se Paul è arrivato in
ritardo come il suo dannato treno.
E se John fosse stato lì
con lui, in quel momento, probabilmente gli avrebbe sorriso, forse
abbracciandolo come quel ragazzo sul binario, dicendogli dolcemente per
rassicurarlo, "Non è tardi, Paul."
Sì, invece, perché John non può più essere lì con lui.
Lo è, John.
"È troppo tardi!"
Note
dell’autrice: hello everyone!
Paulmccartneyismylove mi
aveva augurato di trovare ispirazione a Londra. E diciamo che in un certo senso
è accaduto. Un giorno ho visto sulle scale mobili della metro, due ragazzi,
erano abbracciati ed erano veramente bellissimi. Quello davanti era voltato
verso l’altro e si stringevano dolcemente. Erano una meraviglia. :3
Quindi, quella sera ho buttato giù una bozza, e questo è
il risultato finale. :D Grazie a kiki che ha corretto velocissimamente.
Spero che la storia sia piaciuta, e ci sentiamo venerdì
con I’ll get you.
Ancora auguri alla dolce Giulia. :3
Kia85